Laboratorio Narrativo di Patrizia Poli e Ida Verrei

Il Laboratorio di Narrativa su Fb è nato un anno fa, il 24 ottobre del 2010, e opera ininterrottamente da allora. È un gruppo Fb, al quale da poco si è aggiunta una nuova pagina ufficiale.

Il Laboratorio è gestito da Patrizia Poli e Ida Verrei. Patrizia Poli (foto a destra) è  laureata in Lingua e letteratura inglese, ha pubblicato su ilmiolibro.it due romanzi, “Il Respiro del Fiume”, “Signora dei Filtri” e due racconti lunghi raccolti in “ Bianca come la Neve.” Ida Verrei (foto sotto) è laureata in pedagogia, insegnante, ha pubblicato con Fabio Croce Editore “Un, due, tre, stella!” e “Le primavere di Vesna” .

Ecco come funziona il nostro Laboratorio:

Chi lo desidera può inviarci un racconto breve all’indirizzo     cla.tartina@virgilio.it  

Ida ed io lo esaminiamo entrambe parola per parola, quindi stiliamo due giudizi separati che vengono poi fusi in un’unica scheda di lettura privata e gratuita. Non si tratta di un giudizio, che rimarrebbe comunque soggettivo, ma di un’analisi attenta, volta a comprendere le ragioni del testo, il contenuto, la struttura narrativa e lo stile. Ci sforziamo di mostrare il “mondo” narrato dall’autore e il “modo” che egli ha per raccontarcelo. Nella scheda privata inseriamo anche suggerimenti per migliorare il testo, se possibile.

Se il racconto possiede un qualche interesse per tutti, lo pubblichiamo negli appuntamenti settimanali nel gruppo, accompagnato da una nostra recensione. In quest’anno abbiamo offerto un panorama di autori, di stili e contenuti molto diversi.

Proprio perché desideriamo lasciare la bacheca del gruppo libera per i racconti dei nostri autori e i relativi commenti dei lettori, abbiamo recentemente creato una pagina Ufficiale, sempre col nome Laboratorio di Narrativa, dove chi vuole può pubblicizzare le proprie opere, e dove si discute di narrativa in generale, intesa sotto tutte le sue forme, dai romanzi, al cinema, alla fiction. 

Seguici:

http://it-it.facebook.com/#!/groups/169307813081701/

http://www.facebook.com/poli.verrei.laboratorio.narrativa

Patrizia Poli

Hai smesso i pantaloni corti di Mauro Biancaniello

di MAURO BIANCANIELLO

Recensione di Ida Verrei e Patrizia Poli

Sono molti e universali i temi che attraversano la raccolta di liriche “Hai smesso i pantaloni corti” di Mauro Biancaniello: l’amore, la memoria, la guerra, il dolore, il fulgore dell’estate, un eros fantasticato e represso in un legame concreto e maturo.

“Il ricordo è poesia e la poesia non è se non ricordo”, recitava G. Pascoli. Ed è attraverso la rievocazione di un vissuto recente, attraverso quella facoltà affascinante e misteriosa che è la memoria, che Mauro Biancaniello ci regala nel verso un flusso d’immagini, quasi fotogrammi di un film a colori. Cattura frammenti di vita quotidiana e li trasfigura in messaggi poetici, ingenui e lievi, ma palpitanti di emozioni. E così si dispiega il filo dei ricordi: dalla visione onirica della nonna, che “sale le scale del paradiso”, all’immagine dolente della madre, insieme alla quale “non ha mai distolto lo sguardo”, dai balenii luminosi di un’adolescenza svanita, insieme ai pantaloni corti ormai smessi, ai sogni dell’incerto futuro di un’età adulta.

I ricordi, “l’adolescente ritorno”, appartengono a un giovane che da poco “ha smesso i pantaloni corti”, e sta ora osservando, stupito e fiero, il proprio divenire uomo. La giacca e il pantalone lungo, stesi sul letto, sembrano diventare “una persona, un adulto”.  In quel “sembrano” c’è tutta l’incertezza della crescita e il timore che la maturità porti con sé il “grigio” di un vivere senza più slanci. A questo proposito, torna più volte l’immagine dell’incrocio, del “crocevia infinito”, fatto di scelte temute e non ancora compiute, mentre certezze infantili crollano, ideali perdono consistenza, affiorano cinismo, egoismo e supponenza, per essere compresi, sublimati e rimossi, in un tempo che corre, “che non è infinito” perché “si è già dopo mai ora”.

C’è tutta la freschezza della giovane età nell’opera di questo sensibile artista, che riesce a cogliere nella realtà il segno dell’umana condizione, fatta  di istanti di gioia, ma anche di un tempo che “è solo attimo da mordere”, “lacrime piante senza vergogna”: non solo, quindi, dolci nostalgie, ma anche un tuffo nel dolore, forse vissuto e non solo intuito. D’altra parte, come dice Alda Merini, la poesia nasce anche dai graffi dell’anima.

Contraddistingue la poesia di Biancaniello un’estrema semplicità, che è limpidezza e purezza di parole, sgorgate dal cuore e dalla mente così come le si sente e le si pensa. Un esempio è quel “abbiamo visto tanto” rivolto alla madre, capace di racchiudere un’intera vita di amore e sofferenze patite. E ancora il dolce commiato dalla nonna, con la terra che cade sulla bara. È un linguaggio facile ma ricercato, quello del nostro poeta; il verso si fa mezzo dell’esigenza comunicativa, di voglia di narrarsi; il ricordare è un rivedere, un rivivere, un rivisitare attimi di vita, ma è anche approccio a temi universali.

Questo giovane uomo ha una speranza, una forza tutta sua. Sa che, quando “si riesce a oscurare il proprio io per dar luce a un’altra persona”, allora, davvero, “si può dire di amare.”

Patrizia Poli e Ida Verrei

RECENSIONE PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTORE. E’ VIETATO PUBBLICARE STRALCI O L’INTERA RECENSIONE SENZA PERMESSO DELL’AUTORE.

Un sito WordPress.com.

Su ↑