“Flâneur. L’arte di vagabondare per Parigi” di Federico Castigliano

“Flâneur. L’arte di vagabondare per Parigi” di Federico Castigliano
Nota di Lorenzo Spurio

Gentile prof. Castigliano,

Le confesso che – oramai vari anni fa – all’università degli studi di Urbino “Carlo Bo”, nella quale studiavo, una professoressa molto innovativa ci propose – nelle sue ore in cui la materia era “Storia dell’arte contemporanea” – una serie di lezioni in merito alla “Storia del camminare” vista e riletta attraverso varie pitture, sculture e pratiche assai comuni. Lette, però, in una chiave molto interessante, ossia di tipo sociologico che – mi pare di capire – anche Lei ha adottato nella stesura di questo pregevole lavoro del quale non posso che complimentarmi vivamente con Lei.
20861601_729363677271478_2397785198668349000_o.jpgIn tale circostanza, tra i vari materiali di studio e di supporto per l’espletamento degli studi inerenti al corso in oggetto, vi era proposto il libro (saggio) che Lei ben conosce, in quanto lo cita nella bibliografia, di Rebecca Solnit. Un volume molto interessante e foriero per me di divagazioni di vario tipo. M’incuriosì il fatto che, pur essendo ancorato fortemente agli studi di matrice letteraria e linguistica, un volume del genere riuscisse a trasportarmi in maniera molto efficace su altri lidi. Fu davvero una illuminazione. 
Non le nego, infatti, che – anni dopo – quando mi capitò di figurare quale Presidente di Giuria di un premio letterario dal titolo/tema “Camminanti” e qualcosa del genere, la cui premiazione si tenne a Recanati, poco distante da me, e a pochissimi passi dalla celebre casa del Poeta romantico, non ci pensai due volte – visto l’aderenza al tema – di provvedere, assieme alla relativa organizzazione, all’acquisto di un tot di copie della Solnit da fornire quale ulteriore premio e riconoscimento ai vincitori.
Mi perdonerà per la digressione, ma ci tenevo a dirglielo perché, leggendo il suo testo, ho provato qualcosa di simile. Nel senso che ha avuto la grande capacità di riportarmi a quei momenti di studio sul testo della Solnit e, ancora, ad affacciarmi in maniera così precipua all’universo dei flâneur. I saggi che compongono il suo volume rendono assai merito e vivida questa figura tratteggiandola in ogni aspetto in maniera assai congrua e completa. Ho apprezzato in particolare i contrasti che lei pone per descrivere la figura del flâneur in maniera contrastiva – e sottrattiva – rispetto al turista, al barbone o, ancora, al semplice passeggiatore. Gliene rendo merito. E’ un testo molto ben fatto che, nella sua compattezza, riesce a delineare in maniera chiara quello che è stato ed è più “un modo d’essere” che “un modo di fare”.
Rimarchevole è il modo in cui Lei si sia spinto ad occuparsi della città anche ai nostri giorni dandone tracce di ciò che in essa freneticamente si compie dove l’oggettivizzazione della realtà (e qui bisognerebbe chiamare in causa il “realismo terminale” fondato da Guido Oldani) sembra fare da padrone. Assai curiose e interessanti le parti dove affronta i temi-cruciali del nostro Secolo in merito al “non-luogo” e alla “iperrealtà”.
Queste sono solo delle impressioni a caldo, ovviamente, dettate dalla piacevolissima e istruttiva lettura del Suo volume; un’analisi più dettagliata meriterebbe maggior tempo che spero di poter ave più avanti. La ringrazio di cuore per avermi messo al corrente della Sua opera, con preghiera di darmi notizia – se e quando ce ne saranno – di ulteriori sue pubblicazioni che possano in qualche maniera seguire o ampliare questo filone di studi.

Con viva cordialità

Lorenzo Spurio 

Una risposta a "“Flâneur. L’arte di vagabondare per Parigi” di Federico Castigliano"

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  1. L’arte di camminare è un’arte che va coltivata con cura e nessuna città al di fuori di Parigi lo permette altrettanto bene. Cercherò questo libro e la ringrazio per la segnalazione!

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