Michela Zanarella torna con “Le identità del cielo”, nuova silloge poetica edita da Lepisma

Titolo:  Le Identità del cielo
Autore: Michela Zanarella
Genere: Poesia
Collana: La Cicala (collana diretta da Dante Maffia)
Editore: Lepisma Edizioni
Anno: 2013
Pagine: 54
Prezzo (brossura): 13.00 €
Isbn: 9788875372033

 

1395770_611477918910384_172609660_nLa silloge “Le identità del cielo” di Michela Zanarella, Lepisma Edizioni, è composta da 40 poesie, che si dilatano, si restringono e si dissolvono come nuvole, così come le sensazioni che si manifestano nella vita, assumendo le infinite identità del cielo. Non mancano gli omaggi ad Antonia Pozzi, ad Alda Merini, a Monteverde che sottende Pier Paolo Pasolini e ad un’amica. Echi di montagna docili e taglienti introducono alla prima fanciullezza della poetessa, che acquistano valore sociale con le strade di Damasco, dove il ferro ancora brucia. Il silenzio sottile del mondo conclude le poesie qui raccolte.

  

Cenni biografici sull’autrice:

Michela Zanarella, è autrice di poesia, narrativa, testi teatrali, supporto stampa di ELFA Promotions, realtà di promozione artistica.  Nata a Cittadella (PD) vive e lavora a Roma, dove svolge la sua attività collaborando con varie testate giornalistiche on web.

Ha pubblicato otto libri “Credo” , “Risvegli”, “Vita, infinito, paradisi”, “Convivendo con le nuvole”, “Sensualità”, “Meditazioni al femminile”, “L’Estetica dell’Oltre”, “Le identità del cielo”. Ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali ed internazionali.

  

Il libro si può prenotare qui: http://www.ibs.it/code/9788875372033/zanarella-michela/identita-del-cielo.html 

Il reading poetico “Disagio psichico e sociale” a Febbraio approda a Firenze

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sabato 15 febbraio 2014

Reading poetico “Disagio psichico e sociale” a FIRENZE

 

 

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE

 

Il reading poetico “Disagio psichico e sociale” organizzato dall’Associazione Culturale TraccePerLaMeta e dalla rivista di letteratura Euterpe, con la collaborazione di Deliri Progressivi e con il Patrocinio del Comune di Firenze e della Provincia di Firenze, dopo le date di Palermo e di San Benedetto del Tronto (AP) è giunto al suo terzo appuntamento.

 

Il reading è stato inserito all’interno della programmazione dell’evento dal titolo “Disagio e Letteratura” che si comporrà di una conferenza di letteratura e di interventi medici sui disturbi alimentari (il cui programma integrale verrà diffuso presto) e che si svolgerà a FIRENZE il 15 Febbraio 2014 a partire dalle ore 16:00 in una location del centro che sarà prontamente comunicata.

(Il reading è previsto alle 17:30 ca.)

 

Ogni partecipante potrà leggere un massimo di 2 liriche che dovranno:

– essere di completa produzione dell’autore;

– non superare i 30 versi ciascuna;

– attenersi nelle linee generali al tema del disagio proposto.

 

Le poesie, corredate dei propri dati personali (nome, cognome, mail, tel.), dovranno essere inviate in formato digitale in Word entro e non oltre il 1° gennaio 2014 ad entrambi gli indirizzi mail:  lorenzo.spurio@alice.it   e  dulcinea_981@yahoo.it   specificando nell’oggetto “Reading disagio”.

 

E’ richiesto ai poeti di incollare sotto le poesie che presenteranno le seguenti attestazioni:

  1. 1.       Attesto che la poesia che presento al reading è frutto del mio ingegno, ne dichiaro la paternità e l’autenticità.
  2. 2.       Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/2003 e successive modifiche e acconsento alla pubblicazione di questo testo nell’opera antologica, senza avere nulla a pretendere né ora né mai.

 

Gli organizzatori si premureranno di raccogliere tutte le liriche pervenute in un volume antologico dove pure troveranno posto gli atti della conferenza “Letteratura e disagio” e gli interventi medici sui disturbi alimentari del quale verranno fornite tutte le indicazioni ai partecipanti.

Detto volume, il cui acquisto non è obbligatorio ma resterà come testimonianza per tutti i partecipanti del lavoro svolto, sarà disponibile alla vendita il giorno dell’evento al costo di 12€ (prima copia) e 10€ (copie successive).

Gli autori delle poesie inviate dovranno presentarsi il giorno del reading, pena l’eliminazione delle poesie in scaletta per la lettura. Non saranno accettate deleghe per la lettura in sede del reading, né letture a distanza tramite sistemi di videoconferenza.

 

 

Per info: 

Lorenzo Spurio – Direttore Rivista Euterpe – lorenzo.spurio@alice.it

Annamaria Pecoraro – Direttrice Deliri Progressivi – dulcinea_981@yahoo.it

Evento Facebook

 

“Al rob al cambia”, la nuova silloge in dialetto romagnolo di Paolo Gagliardi

Al rob al cambia
di Paolo Gagliardi
L’Arcolaio Editore, Forlì, 2013
Genere: poesie in dialetto romagnolo
 
 
Estratto dalla prefazione di FABIO FRANZIN

 

_ Copertina AL ROB AL CAMBIA _ UltimaLa raccolta che qui si presenta, dà conto del tema in cui, tutto l’Occidente sembra invischiato per cause che paiono ai più oscure: nel continente ricco, guida del pianeta in quanto a storia, democrazia e benessere, si apre di colpo una falla, una faglia in cui sprofonda il popolo tutto, con il suo status, i suoi euro, le sue garanzie; si perdono milioni di posti di lavoro, e altri milioni di giovani non ne hanno accesso, col rischio, gravissimo, di trovarci di fronte al dato terribile di una generazione perduta.
Ma il poeta non è un sociologo. Non può che descrivere questa ecatombe se non riportandola al di sotto dei diagrammi, delle algide cifre, raccontandola nello strappo alle proprie carni, dall’interno di una casa, una famiglia, una comunità.
Ed ecco che quando il poeta perde il lavoro, pochi anni prima della pensione – perché anche i poeti lavorano e sudano, tutti, ed è questo che gli insegnanti dovrebbero ricordarsi di puntualizzare nelle loro lezioni, perché il poeta è un uomo fra gli uomini,
con le preoccupazioni di tutti, non una cometa appesa nel cielo, o un dio che vaticina da un palco – attua le sue misere, umane, strategie per tirare avanti, per sopravvivere al cambiamento. Per non spendere, per esempio: a j ò impinì cun dagli égh e’ partafoi (ho riempito di aghi il portafoglio), stratagemma davvero acuto, acuminato, metafora davvero pungente, se qui mi si permette una banale grossolanità; o per non sprecare il cibo che avanza: Se dmenga u j armasta / dla chérna da bród, /mért a i dëgh la źounta /
cun de’ pen graté, dla fórma, / dagli óv e di pardisol / e pu a fëgh al pulpet freti. (Se domenica avanza / della carne da brodo, / martedì ci aggiungo / del pane grattugiato, del parmigiano, / delle uova e del prezzemolo / e poi faccio le polpette fritte). È il
popolo, nel portato suo più vero, quello che l’inchiostro di Gagliardi fissa sulla pagina, dove c’è chi, come la vecchietta vicina di casa del poeta, che dopo aver finito il mensile della pensione, i suoi risparmi, vende la fede nuziale per giocarseli nelle slot machines;
o chi baratta il suo tempo, diventato ora purtroppo libero, per l’intervento di un antennista; o ancora chi trova il coraggio, dopo do dida d’pitura (due strati di trucco) per fare la statua candida e immobile (chiamata dal poeta fantasma), per tnir int al men
che piat, / a lè, in faza a l’ipercoop (tenere in mano quel piatto, / lì, di fronte all’ipercoop), di chiedere, cioè, l’elemosina.
Fra i versi di Gagliardi sembra di ritrovare, anche nel dolore e nella disperazione il sapore e l’ironia dei suoi predecessori conterranei, di Baldini o di Tonino Guerra, il cinema di Fellini, tutto il circo e la commedia di una umanità dolente, ma non perciò
meno viva, pulsante. Come il poeta che fa i conti coi suoi chili di troppo, quando sa che il poeta, per antonomasia, è un morto di fame, o il disoccupato che dice alla moglie t’am pu mandé tota la smena / a fé la spéṣa int e’ discaunt (puoi mandarmi tutta la settimana / a fare la spesa al discount), ma non vuole rinunciare ad andare a cena fuori, il sabato sera, come quand ch’a simi sgnur (quando eravamo ricchi).

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