Dicono di me

ROSA ELISA GIANGOIA: Al centro dell’ispirazione di Spurio c’è sempre il senso di umana compassione per chi soffre a cui si unisce la condanna severa per chi ha determinato le ragioni della sofferenza con il levarsi anche di una voce di monito nei confronti di chi, detentore del potere, sbaglia, secondo un atteggiamento poetico, di derivazione biblioco-profetico-sapienziale, che sembrava ormai tramontato. Tutto questo indica la fiducia del poeta nei confronti della poesia, la sua consapevolezza che la poesia possa ancora rappresentare una voce vigorosa di verità. Cosa che può avvenire solo se il poeta ha la capacità di trovare l’espressione, il tono poeticamente esatto per essere ascoltato, quella voce poetica che Spurio sa individuare con abile originalità creativa nella mescolanza di registri espressivi e di ambiti lessicali, di metafore e di sinestesie che danno forza e vigore al suo dire. A questa sua maturazione espressiva ha indubbiamente contribuito la lunga consuetudine con molti autori della migliore tradizione novecentesca, non solo italiana, a molti dei quali rende omaggio nella sezione Dedicatio di Pareidolia con testi che dimostrano una consonanza del sentire pure nella personale individualità espressiva.

Genova, 27/02/2018

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MICHELA ZANARELLA: Spurio ci insegna a capire come guardare al di là, ci affida una sensibilità sottile per entrare in sintonia con il cosmo. Nelle sue visioni poetiche l’autore riconosce contatti con una realtà suprema, allaccia coincidenze, senza forzare mai quel processo creativo che gli consente di narrare in versi l’invisibile.

Roma, 14/05/2017

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NAZARIO PARDINI: Un mondo che si agita nel cuore e nella mente di un Poeta modernissimo che, vòlto ad una ricerca esistenziale, a quella del suo ruolo sul campo, ha bisogno di una polivalente verbalità  per coprire i tanti subbugli emotivo-intellettivi che lo agitano; una vicenda assidua e convincente il cui sbocco è in una concretezza visiva, in un equilibrio stabile fra dire e sentire; in una foce  che riceve il corso di una coscienza scossa e turbata, netta di lui poeta, e di lui uomo; di noi tutti naufraghi in un mare tanto vasto da non percepirne i confini. Questo quindi è Lorenzo Spurio, questa la sua voce: un suono che accoglie fra silenzi e sospiri, fra acuti e parenetiche proposte, un’anima che esiste, che vede, pensa, medita, e riflette su questo immenso dilemma che è la vita e che sa farsi ora ondata di lirismo. 

Arena Metato (PI), 21/01/2017

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VALTERO CURZI: Quasi, filosoficamente parlando, ci vuol mostrare una realtà virtuosa negando il suo opposto, nega per affermare, perché negando la negazione si coglie la vera identità e essenza di una realtà. Ecco l’impegno civile della sua poesia, mai retorica o sopra le righe di oratoria poetica, ma garbata presa d’atto di una cruda realtà, la quale nella sua negazione salvaguarda il suo opposto. Negare il male per affermare il bene, ecco il messaggio profondo.

Senigallia (AN), 10/05/2018

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LUCIA BONANNI: Lorenzo Spurio, che a livello simbolico e discorsivo enuncia rara fecondità intellettiva; uno dei pochi scrittori e poeti che non è arido deserto e cardi secchi, ma espressione di creatività  fluente,  innata sensibilità d’animo e attenzione alle vicende dell’ Uomo nella sua interezza di vita e letteraria. E tutto questo perché “la luce del poeta è la contraddizione” e sempre “risuscita a primavera”.

San Piero a Sieve (FI), 11/12/2015

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UBALDO DE ROBERTIS: Mi permetto di richiamare l’attenzione su questo giovane autore, poeta e scrittore, che a mio avviso ha le carte in regola per imporsi nel panorama letterario nazionale. Di Lorenzo Spurio ho letto, tra le altre opere, Neoplasie Civili, raccolta di poesie con la sua “commossa capacità di ragionamento” come scrive nella Prefazione Ninnj Di Stefano Busà, e le opere di narrativa: La cucina arancione e L’opossum nell’armadio. Ad un certo punto nel prendere atto che Lorenzo Spurio è un operatore culturale che svolge un’intensa attività: Direttore di Riviste, Critico letterario, Presidente di vari Premi Letterari, promotore ideatore selezionatore della possente Antologia Convivio in Versi, Mappatura Democratica della Poesia Marchigiana, ho cercato di entrare in contatto con lui. Questo solo per invitarlo a concentrare maggiormente il suo impegno, visto che ne vale la pena, sulla propria attività creativa.

Pisa, 10/05/2016

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MASSIMO RIDOLFI [Su “La notte mi tocca”]: Sono versi morbidi quelli di Lorenzo Spurio, aderenti, che sanno poggiarsi come un manto sulla Terra degli uominimanto che sa raccogliere e, risollevandosi, trattenere quello che trova, ciò che è vivo e quello che non lo è più ma rimane negli umori e negli odori rimasti da questa parte, e nella apparente fissità delle quinte e del fondo aereo.

Teramo, 12/08/2020

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PAOLO RAGNI [Su Pareidolia]: Non conoscevamo Spurio ribelle. Ma tant’è. Spurio rifugge saggiamente da ogni facile retorica, gelido e iracondo insieme, preso com’è da sacro furore davanti alla ferocia della vita (e della morte). Quante poesie abbiamo dovuto leggere, dagli anni Novanta a oggi, sulle innumerevoli stragi via mare, dai naufragi dall’Albania sulla costa adriatica e ionica fino a quelli sul mar di Sicilia. Ma mai avevamo letto frasi così taglienti, che reggono il punto esclamativo senza alcun punto di caduta: “non chiudete quei sacchi spazzatura!“. Mai avevamo notato, in questo silenzioso ghiaccio che addolora, questa contemplazione gelida e tragica di “noi che abbiamo osservato afoni“.

Firenze, 16/01/2020

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FRANCESCA LUZZIO [Su Pareidolia]: L’atteggiamento descrittivo, tipico del realismo, cede in genere il passo a un atteggiamento visionario che va oltre le cose e come in Dino Campana, dà luogo ad accostamenti imprevisti, capaci di evocare immagini e mettere in luce, con ardite analogie e sinestesie, imprevedibili rapporti che umanizzano la natura e le danno voce, la rendono partecipe dell’agire umano e dei problemi che esso genera, perché, come sosteneva Mario Luzi, la poesia è nelle cose e il poeta pareidolico, da abile mediatore la sa cogliere e la esprime.

Palermo, 12/10/2018

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ROSANNA DI IORIO [Su Pareidolia]: Il suo discorrere è un continuo riflettere fra materia e spirito che ci dà la consapevolezza di quanto la poesia sia anche frutto di un lavoro materiale, oltre che presenza costante di uno sguardo silenziosamente prensile e acuto nel cogliere ogni piccola manifestazione naturale. […] Il suo verseggiare entra dentro, ci illumina: ci fa capire il senso suo profondo del poetare. La vita di tutti i giorni diventa più importante; gli annullamenti e le assenze di ciascuno di noi assurgono a un momento decisivo, descritto in modo semplice e familiare, drammatico al contempo, eppure reale: semplice ma assai complessa realtà descrittiva del respiro quotidiano.

Chieti, 07/10/2018

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DANTE MAFFIA [Su Pareidolia]: Pareidolia è un libro importante che si impone sia per la qualità della scrittura, sempre tesa e impegnata sul piano linguistico, e sia per la capacità che hai nel saperti muovere dentro le spire della poesia civile. Il fatto di aver sentito la necessità di citare parecchi poeti e di fare alcune dediche la dice lunga sul tuo studiare e cercare in continuazione: ti spinge l’inquietudine per arrivare agli approdi di un disegno umano che non sia improvvisazione ma progetto.

Roma, 06/04/2018

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GIORGIO LINGUAGLOSSA [Su Pareidolia]: Lorenzo Spurio nei suoi soliloqui ci parla di cose inverosimili con tono serissimo: del «peso dell’acqua», de «le rane saltano felici», che «una rana si mise a ridere», de «il nulla odora di grigio»; confessa candidamente: «imbavagliai il terrore»; ci dice: «L’acqua è in voi e in voi presiede / al riflusso della morte per stenti. / L’acqua è intorno a voi»; ci rivela segreti: «dei confetti luttuosi allineati / con rigore e perizia / precisione e rispetto». Spurio connette e disconnette nei suoi soliloqui metafore e metonimie, catacresi e ipallage in un unico vortice urticante nel quale è davvero difficile districarsi;  una poesia che sconfina spessissimo in meta poesia e in fuori poesia, sintomo questo di una crisi di rigetto verso i modelli poesia in circolazione dopo la frantumazione definitiva, avvenuta oggidì, di una forma poesia riconoscibile.

Roma, 29/12/2016

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PINA VICARIO [Sulle poesie pubblicate in Storia contemporanea in versi. Antologia di poesia civile, 2017]: Lorenzo Spurio, poeta e saggista, attivamente impegnato nel mondo culturale, è Presidente dell’Associazine Culturale Euterpe di Jesi, oltre che Presidente del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”. E’ stato insignito, da importanti Associazioni Culturali e Case Editrici, di prestigiosi Primi Premi per le sue opere. Ache per la silloge “Neoplasie civili” ha raccolto molti consensi e primi premi. Le sue liriche, di carattere civile e sociale, ci danno un’ampia panoramica dei fatti che coinvolgono il nostro Paese e l’Europa intera, se non tutto il mondo. Vi affiora, a tratti, una malinconica ironia che mette in luce una forza inconsueta in nome dei valori persi, o dimenticati, e una tensione ideologica priva di false illusioni. Sono versi in cui il fervore, i sentimenti, ben fusi con la piacevolezza delle immagini e ritmicamente coordinati, mettono in evidenza la capacità analitica del nostro poeta nei confronti di una società che ha perso passioni ed etica.

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ROSA ELISA GIANGOIA [Su Pareidolia]: Una linea, a mio giudizio, molto apprezzabile, in quanto oltrepassa il diffuso ripiegamento intimistico ed egocentrico di molta poesia attuale per aprirsi a posizioni di riflessione e di denuncia su molte situazioni critiche a livello mondiale secondo quel carattere di poesia civile dalla tempra originale e vigorosa che sembrava spenta da molto tempo nel nostro panorama poetico italiano.

Genova, 27/02/2018

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MICHELA ZANARELLA [Su Pareidolia]: La scrittura di Spurio è sempre in movimento, l’autore sperimenta con curiosità, osserva il mondo e non lascia che le cose accadano, si ferma, pensa e cerca di dare il suo punto di vista con la massima sincerità. Il poeta si mette quindi in discussione, filtra con occhio attento la vita e si rende conto che non è possibile voltarsi dall’altra parte. […] C’è nella scrittura di Spurio il pregio di saper creare sequenze visive, il suo è un lavoro attento e ben calibrato che lascia intendere studio, approfondimento, un impegno per rendere sempre più originale lo stile.

Roma, 14/05/2017

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NAZARIO PARDINI [Su Pareidolia]: Una poetica a tutto tondo quella del Nostro; un ensemble che fa di ogni accadimento un fatto da tramandare; da consegnare alla Storia; ad una memoria da cui attingere fatti irrazionalmente agghiaccianti, socialmente disumani, perché la poesia non è solo motivo di confessione intima, di intimo travaglio ma anche e soprattutto di riflessione etica su questioni che Spurio, con grande emotività, sa offrire a vertigini liriche di conturbante armonia.  […] Si tratta veramente di un artigiano che lavora, smussa, arrotonda, pialla e sega fino ad ottenere un prodotto finito di grande resa artistica.  

Arena Metato, 21/01/2017

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ELVIO ANGELETTI [Su Pareidolia]: La terra martoriata non sfugge alla penna di Lorenzo Spurio; le immagini descritte fluttuano e non si disperdono nel nulla ma lasciano traccia, anche là dove la terra trema, poesia che troviamo nella sezione che segue, “Ecchimosi”. Lì Lorenzo con rispetto racconta il dolore di chi ha vissuto momenti terrificanti nel Centro Italia; nella lirica “Quel lenzuolo di polvere” scrive “non so se è il tempo della resa/ o della dannazione senza remissione”, ne rende l’immagine.

Senigallia, Gennaio 2018

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ISABELLA GAMBINI [Su Pareidolia]: Spurio parte dalla realtà, da ciò che i sensi e l’intelletto possono cogliere nel mondo che ci circonda. L’autore viene catturato dal dolore, dalla negazione stessa di quell’armonia che dovrebbe caratterizzare l’esistenza stessa. I suoi versi sono taglienti, incisivi, laceranti perché drammatiche sono le condizioni di vita nel mondo, ed egli osserva, pensa, riflette descrivendole con grande sincerità. La sua è poesia civile che vuole indurre a riflettere sulla dimensione universale della sofferenza e del dolore, la sua non è l’arte per l’arte, ma l’arte per la vita.

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CINZIA BALDAZZI [Su Pareidolia]: Con la raccolta Pareidolia, grazie a un’arte relativa a un àmbito di attività antitetiche al già avvenuto, ricaviamo, nel metalinguaggio offerto, gli strumenti per discriminare l’arbitrarietà della vita. […] Il dolore affrontato dalla poetica di Spurio è spartito da ciascuno dei presenti o assenti: alimenta un fitto nucleo di indicatori idonei a luoghi semantici di stampo convenzionale, ma possiede altresì la caratteristica di tradursi in un messaggio, in una scala di notizie, senza la concorrenza di alcuna traccia di segno tradizionalmente osservabile. 

Roma, 04/05/2018

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VALTERO CURZI [Su Pareidolia]: Poesia civile, potremmo parlare, poesia che si fa carico della tremenda problematicità del mondo contemporaneo, delle sue contraddizioni e sue violenze, disagi e conflitti. […] Il suo messaggio poetico diviene una denuncia di accusa all’indifferenza con cui l’opinione comune non se ne fa carico di quella tragicità enunciata; i suoi versi nel loro realissimo svilupparsi esplicativo, in quel pensiero poetante fatto in poesia pensante.

Senigallia, 10/05/2018

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MARIELLA BETTARINI [Su Pareidolia]: Di questo tuo importante, recente lavoro poetico ho particolarmente apprezzato i molteplici “contenuti”, la loro vivacità e ricchezza, quasi sempre accompagnati da una “forma”  intensa, adeguata (anche se, talvolta, il tuo frequente uso di metafore, a mio parere e secondo il mio gusto, rende certi testi un po’ – come dire – “pesanti”…). Mi è piaciuta molto la sezione “Dedicatio”, mentre molto mi ha colpito una poesia come quella dal titolo “Colloquio”.

Firenze, 30/05/2018

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NAZARIO PARDINI [Su Tra gli aranci e la menta]: Con soluzioni linguistiche di rara potenza iconica, offre la netta visione di uno dei sentimenti più nobili e umani di Federico Garcia Lorca: l’attaccamento alla vita e alla propria terra, a “ogni luogo del campo”. Una affezione che Spurio ha sentita talmente sua da farne il punto luce di tutta la raccolta: il vagare e un visionario abitare; il compimento di un iter vissuto, incamerato e tradotto in struggente valenza realistico-emotiva.

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LUCIA BONANNI [Su Tra gli aranci e la menta]: Quella che scrive Spurio è “poesia da aprirsi le vene (ma l’autore) non si fa affascinare dai grandi specchi oscuri e la sua espressione si fa dirompente anche con l’uso di immagini sconcertanti, ma sempre guidate dalla lucidità di scrittura. L’intelaiatura della poetica di questo canzoniere ha il fascino della novità e conferma lo stato d’animo che ha generato ciascun componimento. Insieme a Federico se ne va con un ragazzo che mangia frutta acerba e sta a guardare come le formiche divorino l’uccellino schiacciato dall’automobile.

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CORRADO CALABRO’ [Su Tra gli aranci e la menta]: .La silloge è al tempo stesso una rievocazione ed un’invocazione del poeta, con un fondo di accoramento che si scioglie nel colloquio con le piante e con la natura, in sintonia col sentire del poeta e in risonanza con i suoi versi

Roma, 01/02/2016

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VALENTINA MELONI [Su Tra gli aranci e la menta]: L’autore fa sfilare in queste dieci elegie in versi liberi che, a tratti, hanno il forte sapore dell’invettiva, come in una rueda simbolica, i temi della poetica lorchiana sublimandoli in canti di offerta e di ammirazione, ma anche di sdegno, di sofferta comprensione e vicinanza, di riscatto simbolico all’oltraggio di una morte ingiusta che pesa come un’onta incancellabile sul volto della Spagna. In qualche modo vuole ridare all’amico compianto, al grande Drammaturgo andaluso, una degna sepoltura attraverso i versi, quasi un risarcimento morale dovuto prima di tutto a sé stesso come poeta e ammiratore che non comprende e non accetta un atto così ignobile, successivamente inteso a restituire dignità a quel “corpo d’assenza che non ha ceneri né pace”.

Castiglion del Lago (PG), 26/02/2016

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DANTE MAFFIA [Su Tra gli aranci e la menta]: Mi è sembrato che il Poeta (il più poeta che sia mai esistito, non dico il più grande ma il più poeta, cioè il Re Mida della poesia) attraverso il tuo libro sia rinato e cammina insieme con noi, chiacchiera con noi, fa sentire il fluire della sua verità lirica che ha luminescenze ineguagliabili, fulgori imprendibili, coaguli di vita e di morte che rigenerano il palpito dell’umano con violenta tenerezza.  Si sente che ti sei compenetrato nella vicenda di Federico e nel lievito dei suoi versi che sono rasoiate decise che svelano sentieri inusitati, scovano le tracce dell’invisibile e ne danno concreta testimonianza. Le tue poesie sembrano essersi imbevute dello spirito dell’andaluso, hanno la medesima dimensione di suono e di respiro, cercano di penetrare l’assoluto attraverso il fiato caldo delle sue tensioni diramate con la poesia, il teatro, la musica e il disegno. Sei suo fratello.

Roma, 05/05/2016

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ANTONIO SPAGNUOLO [Su Tra gli aranci e la menta]: Il verso ha una struttura tutta personale , quasi a voler fondere il racconto con il palpito della voce , che se bisbigliata o ripetuta riesce a coinvolgere per un flatus intermedio che propone testimonianza. La scelta poetica ed artistica completa l’incontro con il senso compiuto di tutta una stagione culturale che ha segnato anche idealmente un periodo storico della metà del secolo scorso. La rievocazione è delicatamente cesellata, poeticamente decantata , fuori da ogni dogmatismo o velleità ideativa.

Napoli, 07/05/2016

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GIORGIO BARBERI SQUAROTTI [Su Tra gli aranci e la menta]: Con splendida passione e ricchezza di immagini e di ritmi Ella sa rievocare e reinventare l’Andalusia del poeta assassinato, contemporaneamente denunciando l’orrore e la violenza della dittatura ed esaltando il valore della libertà che coincide con la poesia di Federico e con la Sua stessa parola.

Torino, 07/05/2016

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FRANCESCA LUZZIO [Su Tra gli aranci e la menta]: La funzione eternatrice della poesia è una verità ormai assiomatica della tradizione letteraria  e Spurio la esemplifica e  nello stesso tempo la soggettivizza attraverso García Lorca, con il quale vive una profonda consonanza esistenziale ed etico-morale che lo induce a rivivere in sé emozioni, stati d’animo e idee che furono del grande poeta spagnolo.  

Palermo, 10/06/2016

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MICHELA ZANARELLA [Su Tra gli aranci e la menta]: C’è una particolare attenzione di Spurio nell’uso metaforico del colore, nulla è casuale, ma è indice di un percorso di studio e approfondimento della produzione lorchiana, che cerca di ricondurre il poeta tra gli elementi cardine scelti per le sue opere più note. […] L’assenza di Lorca segna profondamente il giovane autore, che idealmente si rispecchia in ogni sua parola. […] Emerge quel legame forte tra Spurio e Lorca, che mostra la potenza e la vitalità di una poesia che si fa canto libero e immortale.

Roma, 27/06/2016

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LUCIANO DOMENIGHINI [Su Tra gli aranci e la menta]: Spurio con la sua lingua poetica aspra e perentoria ma altrettanto incline all’ideazione simbolica, in qualche modo ne echeggia le valenze più crude, ne riproduce i connotati più scabrosi. […] Di taglio accademico e come rivendicando un’anima aristocratica, questo linguaggio poetico ha qualcosa di orfico, di iniziatico, non solo per la citata (ricercatezza verbale ma anche e soprattutto pere la sua natura bifronte, ossimorica e, di conseguenza, sibillina, tutta giocata sui contrasti e sugli imprevisti accostamenti.

Travagliato (BS), Luglio 2016

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DOMENICO PISANA [Su Tra gli aranci e la menta]: Uno sguardo lirico dell’anima sul grande mito letterario che è stato Federico García Lorca nella poesia europea, uno sguardo dispiegato senza artifici e con una intensità di linguaggio capace di fissare, attraverso agili e precise modulazioni sintattiche, situazioni e accadimenti descrittivamente evocati nel loro crudo realismo; il poeta, insomma, apre il verso di Lorca a nuovi echi.

Modica (RG), 27/12/2017

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EMERICO GIACHERY [Su Tra gli aranci e la menta]: La morte di un poeta come Garcia Lorca (che nella lontana, lontanissima gioventù tanto amavamo rincontrarci dentro il Llanto por Ignacio ed emozionarci al suo intenso e originalissimo teatro) è sentita come un evento cosmico, e ci piace immaginare che sia davvero così. E lei lo rende presente, associandosi a Gea e a Pan, facendosi voce di un grido memore e appassionato. Per questo grido la lingua dell’uomo non può bastare, non è più solo lingua umana, ma cosmica, e lei ha tentato di trasmetterla con furente suggestione. […]  Se dovessi scegliere un testo per una antologia dal suo libro, sceglierei Non lontano dal limoneto, una poesia davvero straordinaria.

Roma, maggio 2020

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SANDRO ANGELUCCI: Tra gli aranci e la menta è un recitativo, appunto, e un sentitissimo omaggio a Lorca (che conosco ma non approfonditamente come tu mi dimostri), posso dirti che in “Non lontano dal limoneto” ho creduto di scorgere quella che sembrerebbe una peculiarità della tua poesia: la rilevanza che nella stessa assume la natura.

Rieti, 14/06/2020

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CESARE BALDONI [Sulla poesia “Nella magnolia”]:Non la poltiglia di odi nel cavo orale/ma succhi di mirto e agave/ le essenze di alloro ed il pane/ fragrante della vita di attimi”. Un fraseggio poetico intenso che ritrova il suo Amore solo quando “sfiora il viola acceso che tinge il bianco estasiante della magnolia”. Una poetica che inonda il cuore ed inebria, dà l’incanto di una magìa segreta fra due Esseri. C’è candore, meraviglia, estasi. L’Amore è fatto di momenti più che di vite appese al filo transeunte degli anni, ma “Scuote l’anima mia Eros/ come vento sul monte/ che irrompe entro le querce/ e scioglie le membra e le agita/ dolce amaro indomabile” (Saffo).

Ancona, Gennaio 2016

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ILARIA CELESTINI [Su Tra gli aranci e la menta]: Tutta questa elegante anche se non facile opera, sembra narrare, anzi, testimoniare la potenza della parola poetica che vince la morte, anche quando le membra vengono massacrate e la corporeità violata: anche quando il Poeta in senso fisico giace annientato, i valori del suo vivere e più ancora del suo scrivere, vivono e sono viva presenza, in noi, idealmente chiamati a raccoglierne il doloroso, difficilissimo e insieme irrinunciabile testimone di umanità e cultura intesa come impegnata e appassionata idealità.

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LICIO DI BIASE [Sulla poesia “Primavera a Prypiat”]: Immagini stratificate ed ulceranti di un luogo smunto,offeso,con addosso i segni di un veleno che ha lacerato il dentro ed il fuori della vita. Questa è Prypiat nella sua primavera di solitudine ed impotenza che i versi del poeta riscattano mettendone in salvo le tracce rimaste “nel solo canto ossuto delle betulle”.

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MARIA TERESA INFANTE [Sulla poesia “Ausculti il tempo che precede”]: Una lirica le cui varie sfaccettature coincidono tracciandone il volto. Un omaggio delicato, dai tratti eleganti, alla poetessa Antonia Pozzi, senza compiacimenti aulici ma dai ricercati toni in cui misticismo e spiritualità si fondono al terreno, innalzandolo. Un contenuto che riporta a memorie manzoniane non per contenuto stilistico, chiaramente personale, ma per assonanza di pensiero in quanto sui versi aleggia il velo dell’inevitabilità, del fato, o di contro, del volere divino. Tutto si compie, così come doveva essere e nel compimento vi è il ritorno alla Casa, non un addio.  In pace con se stessi. Intensa, fluida, mai scontata, fino ai suoi ultimi versi che profumano di terra e di cielo.

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ANTONIO LATTARULO [Su Tra gli aranci e la menta]: Recitativo dell’assenza di Federico García Lorca, pubblicato in occasione dell’ottantesimo anno del suo assassinio per mano fascista nella Spagna dilaniata dalla guerra civile, Tra gli aranci e la menta evidenzia una maturità espressiva fuori dal comune, che della poetica del giovane martire iberico annusa e restituisce colori, odori e sensazioni, impastandoli con originalità filtrata dalla propria anima e dalla propria sensibilità. La plaquette in questione, pregna di soluzioni linguistiche di rara ed evocativa potenza iconica, in cui realismo e apertura visionaria si danno ripetutamente il cambio, costituisce senza ombra di dubbio un felice connubio tra memoria e futuro.

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DANTE MAFFIA [Su La testa tra le mani]: A Spurio Lorenzo è assegnato il primo premio per la poesia per la raccolta La testa tra le mani. La delicatezza, la levità, la trasparenza, la violenza del verso sono le connotazioni essenziali dei frammenti lirici che ingemmano e impreziosiscono lo scrigno offerto al lettore dal poeta con questa plaquette. Entro geografie di solitudine, si colgono misteriosi accenni all’ implacabile presenza del dolore. Il poeta tesse fili che vengono dal quotidiano scontro dell’uomo contro se stesso, ansiosi palpiti che accompagnano il precario solstizio dell’inclemenza del vivere”.

Roma, ottobre 2019

Motivazione di conferimento del 1°Premio assoluto sez. poesia edita al Premio “Tulliola” di Roma (anno 2018/2019 con premiazione in Senato a ottobre 2019)

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Nel 2021 il poeta e critico letterario abruzzese prof. Massimo Pasqualone ha raccolto in un volume di 630 pagine tutta la produzione critica di terzi, tra poeti, critici, saggisti e giornalisti, sull’opera letteraria di Spurio (relativamente a ogni genere da lui trattato: poesia, narrativa e critica) in un volume monografico che reperta dieci anni di attività critica sull’opera letteraria del marchigiano. Il volume riporta il titolo di Rivelar bellezza. Contributi critici sulla produzione letteraria di Lorenzo Spurio 2010-2020 ed è stato pubblicato per i tipi di Lulu Edizioni nel 2021. 

Questo libro parla di Lorenzo Spurio, poeta, saggista, critico, entronauta, facilitatore, operatore culturale, protagonista della stagione culturale che va dal 2010 al 2020; di Spurio sotto la lente d’ingrandimento del gotha della critica letteraria italiana, con i premi e le motivazioni ai premi e con le motivazioni di quell’essere sempre attento ai dettami del cuore, sia come poeta che come lettore di altri poeti. Impressiona, e non poteva essere altrimenti, che in soli dieci anni, Spurio abbia ottenuto il plauso unanime dell’universo letterario nazionale e non solo, abbia saputo cogliere l’attenzione dei grandi delle cose letterarie italiane con un verso desueto, una poesia efficace e perfetta, una prosa avvincente e al contempo introspettiva, una meditazione critica di sicura sostanza storica. Si susseguono, in un decennale incontro tra addetti ai lavori ed estimatori, le analisi di un cammino che miete riconoscimenti ovunque, consensi per una capacità innata di dire la parola letteraria nelle sue forme più varie. Difficile enumerarli tutti, ma Dante Maffia, Corrado Calabrò, Bàrberi Squarotti, Antonio Spagnuolo, Amedeo Di Sora, solo per dirne alcuni, danno vita a un coro di apprezzamenti unanime e meravigliato (e che meraviglia), che passa da ponderosi saggi critici a lettere di sapore intimo e colloquiale, con le prefazioni e le recensioni che sviscerano un percorso fatto di empatia assoluta nei confronti della parola letteraria. Lorenzo Spurio è capace di “rivelar la bellezza”, cammino arduo e difficile di cui si fa alfiere e profeta. (Dalla Prefazione di Massimo Pasqualone).

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