INTERVISTA A SALVUCCIO BARRAVECCHIA
AUTORE DE “LA DIVINA IRONIA”
LS: Il tuo libro “La divina ironia” è stato descritto in vari modi: come una pungente critica della società, come una parodia, come una riscrittura della storia della creazione, come una summa di insegnamenti forniti per mezzo della tecnica del paradosso. Quale era la tua intenzione principale che ti eri prefissato con questa pubblicazione? Stupire, criticare o far ragionare gli altri?
SB: Sicuramente far ragionare gli altri ma anche stupire. Il mio libro “La Divina Ironia”, quando uscì ebbe molte critiche per niente costruttive: alcuni insistevano nel dire che non si capiva niente, senza nemmeno averlo letto o per invidia; altri invece, affermavano che era un’accozzaglia di versi messi su carta bianca. Addirittura ci furono personaggi di bassa calibratura culturale, che cominciarono a puntarmi il dito dicendomi che ero un satanista, un blasfemo, uno che odiava la razza umana e addirittura un pazzo scatenato fuori dagli schemi.
Queste affermazioni però oltre a farmi sorridere mi spinsero a presentare il mio libro in modo alternativo e su questo mi aiutò molto la struttura del mio testo di per se molto teatrale.
Nella prima presentazione che feci utilizzai molto i disegni e le melodie.
Infatti nei miei versi accompagnati dalla chitarra, ho cercato di evidenziare l’amore per la natura e i suoi messaggi divini, l’amore per la poesia, per l’Arte ma in particolare ho cercato un modo per scrollarsi di dosso la serietà con cui l’uomo si confronta con le religioni.
Io non sono mai stato legato a nessuna religione, ma questo non vuol dire che le disprezzi.
Credo nel Dio per il semplice fatto che la poesia è un qualcosa di molto misterioso e chiunque l’abbia inventata e donata, nutre un amore immenso per l’Arte. Questo è e resta un qualcosa di molto evidente.
Il sorriso è di per se Arte; esso vive dentro di noi per liberare l’animo dalle catene delle invidie.
Il mondo di oggi ha smesso di ridere, si pensa solo a far soldi a palate, ad andare in chiesa a pregare per se e mai per coloro che muoiono di fame. Si pensa solo a trucidare le donne perché magari hanno un animo libero rispetto alla chiusura mentale di coloro che li circonda.
Al contrario di quello che si può pensare nella Divina ironia ho inventato un viaggio molto creativo e costruttivo (il tempo poi mi ha dato ragione) in due mondi paralleli , paradiso e inferno, dove si vanno a ricercare i punti che li possono accomunare e quelli che li differenziano e l’ho fatto utilizzando un linguaggio leggero, pungente, rispettoso, pieno di colori e profumi e avvalendomi di un ampio uso dell’ironia e del paradosso.
In questo viaggio ho tralasciato volutamente il purgatorio perché a mio parere meta obbligatoria per soli avvocati.
Ecco io a questo punto volevo evidenziare alcuni passaggi del mio libro e lo faccio trascrivendo la metafora dello Spensierato Samaritano:
Lo spensierato samaritano
Giuseppuzzo amava Mariuzza da sempre. Ma, dopo il loro matrimonio, imparò ad amarla ancora di
più. La stessa cosa valeva per Mariuzza, che attendeva ansiosa il susseguirsi dei giorni, nella
speranza dell’arrivo di un bambino.
Passarono giorni, anni, mesi ma del pargolo… nessuna notizia.
Il gran Dio notò che Giuseppuzzo e Mariuzza geneticamente non erano tanto compatibili, e ciò
divenne un problema, dal momento che aveva deciso di far arrivare come salvezza,
il suo di figlio, e direttamente nelle braccia di Mariuzza.
Ma il grande Dio pur continuando a sperare nella loro riproduzione, appropinquando del visto,
chiamò lo Spirito Santerello dicendogli:
“Vai Spirito Santerello!!! Per far nascere il mio figlio messaggero e messia occorre una manovra.
Giuseppuzzo purtroppo, nonostante sia una persona stupenda, dobbiamo metterlo per un attimo da
parte, perché non potrà raggiungere mai la mia astratta genetica. Adesso vai ed annuncia a chi di
dovere, le mie ultime intenzioni…!!!”
E lo Spirito Santerello partì verso la casa della famiglia SANTI, a riversare il volere del Dio.
Il giorno dopo l’inondazione di purezza ormonica, Mariuzza andò contenta nella falegnameria di
Giuseppuzzu per dargli la notizia. Giuseppuzzu quando la vide arrivare l’abbracciò dicendole:
“Ma come sei contenta amore… vedendoti così divento ancor più felice…”.
Mariuzza: “Giuseppuzzu, aspetto un bambino per volere divino…”.
Giuseppuzzu: “Ma mi rendi una pasqua… finalmente diventerò padre !”
Mariuzza lentamente e molto intimidita rispose:
“Diciamo una specie di padre adottivo… perché la genetica
appartiene tutta al Padre Eterno, prestata o donata prudentemente allo Spirito Santerello… per poi
lasciarmela… crescere dentro…”.
Giuseppuzzu: “E l’illibatezza?”
Mariuzza: “Quella è rimasta intatta…!”
A tal punto, a Giuseppuzzu confuso restò per sempre questo dubbio: “Ma lo Spirito Santerello,
visto questo passaggio… È MASCHIO O FEMMINA?”
Il loro stato mentale era sugli stenti di qualsiasi opinione.
Ma entrambi dandosi la mano e guardando su in cielo, videro gli astri scambiarsi il loro unico scopo
per poi lasciare spazio a questo schermato rumore:
ACIDI GONFI
È caduto un soffio
che parlava con scansione
derubava alcuni istinti
osservati dal chi sei.
La parola chiede spazio
con la forza della rabbia
distorce il gusto di una fetta
assaggiata prima di noi
Siamo soli
siamo gonfi
siamo sciolti
come acidi in vita.
Siamo umani non capiti
di fronte a quel sublime
dove scivola stanco
il vero nome della libertà
Siamo goffi
siamo sobri
Siamo opposti di entità.
Ecco ci tengo a sottolineare che in questo sinceramente non trovo niente di offensivo; senza riuscire a scherzare con il Divino arricchisce il rapporto con le proprie divinità. Anche se il mondo oggi è diventato un recipiente di tristezza e di paure.
LS: Nel libro non sono infrequenti dei passi in cui abbandoni la prosa per scrivere, invece, in versi. Secondo te il messaggio che un poeta manda con una poesia può essere mandato anche con un pezzo in prosa oppure, per qualche motivo, non si riuscirebbe mai a sortire lo stesso effetto nell’interlocutore?
SB: Io ho cercato di utilizzarle entrambe, il mio è un chiaro esperimento artistico.
La parte raccontata del mio libro cerca sempre di ironizzare su diversi aspetti: un esempio i sette peccati capitali. Infatti come ben sappiamo questi peccati ti conducono all’inferno.
Infatti nel mio libro l’Ira viene attribuita al nostro Dio, il quale durante il diluvio universale fattosi prendere appunto dall’Ira, cancellò la razza umana da lui creata… quindi è stato un monellaccio divino, senza offesa.
L’uomo è soggetto all’Ira e se siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio significa che qualche vizietto ce l’ha trasmesso.
Poi vorrei anche che qualcuno mi spiegasse come da due uomini, Caino e Abele, si sia popolato il pianeta.
Comunque ritornando al discorso con l’utilizzo dei versi ho dato ampio spazio alla mia fantasia mentre con la prosa ho creato la culla dove poggiarli.
La poesia nasce vera e complice senza bisogno di ritocchi, al contrario della parte raccontata che ha bisogno della sua sonorità per crescere che ho fatto tramite un’approfondita ricerca Artistica.
Io ritengo con questa pubblicazione di aver creato un nuovo genere, originale e innovativo, utilizzando un metodo di scrittura completamente inventato da me.
LS: Quanto è importante per te la poesia? Quali sono i progetti culturali che ti vedono attualmente impegnato per la promozione della poesia o della cultura in generale?
SB: La poesia muove il mio animo, riesco a sentire il suo battito del cuore, spesso mi sorride e spesso mi abbraccia.
Grazie all’amore che nutro per la mia poesia ho partecipato e dato il via a presentazioni di pitture, di autori. Ho avuto importanti riconoscimenti, come il premio di poesia Alda Merini realizzato con l’adesione del capo dello stato, organizzato dall’Accademia dei Bronzi di Catanzaro e inserito nella medesima antologia “Mille voci per Alda” edita dalla prestigiosa casa editrice Ursini ed.
Inoltre altre mie poesie sono state inserite nell’antologia “Amici in poesia”, pubblicato dall’università Ponti con la Società.
Ho scritto quarte di copertine per altri autori e per il futuro ho messo in cantiere, insieme ad un amico scrittore di nome Luigi, un bel teatro poetico; quest’ultimo per promuovere e divulgare la Poesia e l’Arte di diversi autori siciliani.
Certo le idee non mancano, ma voglio perfezionarle al massimo in questo nuovo progetto divulgativo, logicamente con la collaborazione di questo mio amico e di tanti appassionati di Arte.
Per uscire da questa morsa che attanaglia la cultura di oggi, bisogna spronare tutti gli artisti a partecipare e ad inventare eventi sempre più innovativi e fantasiosi.
Farsi conoscere direttamente dal pubblico è la cosa migliore, anche perché se tutto va bene si può creare una catena divulgativa senza precedenti.
LS: Che cosa ne pensi dei premi letterari e delle scuole di scrittura creativa? Sono dei validi strumenti per l’esordiente oppure sono delle macchinazioni che hanno prevalentemente un fine commerciale?
SB: Esistono due tipi di concorsi: quelli che riescono a valorizzarti veramente e non c’è soddisfazione più grande, e quelli fatti per gli amici dei compari dei parenti… bisogna solo saper scegliere.
Per quanto riguarda la scuola di scrittura creativa, non penso assolutamente che sia utile.
La creatività nasce dentro ed è l’unica cosa astratta, in continua evoluzione. A mio parere insegnare un metodo di scrittura creativa ad un Artista- scrittore potrebbe bloccare la sua Arte personale e quindi avere dei risultati completamente opposti.
L’Artista è nato per inventare e non certo per seguire schemi prefissati.
LS: Stai lavorando a una nuova pubblicazione? Se sì, puoi anticiparci qualcosa (titolo, genere, tematica)?
SB: Si certo, sto lavorando ad una mia nuova produzione. Poco tempo fa ho tirato fuori dal cassetto un vecchio racconto che sto cercando di riadattare a copione teatrale; un mix di dialetto e italiano.
Il titolo non lo posso ancora svelare, ma posso dirti che tratta di un gioco ironico e rivoluzionario sulla società, società che è diventata vecchia, stanca e alla portata dei potenti, e che così facendo non può che esplodere.
Io preferisco passare la parola ad un sorriso, un sorriso che sfiori il cuore e cominci a far riflettere.
Non ho ancora ben chiaro con quale casa editrice pubblicarlo, di certo non Bonfirraro ed. perché per me non è in grado per ovvi motivi di promuovere Artisti.
Se invece la casa editrice è seria e mostra attenzione e interesse nel promuovere i suoi autori, allora si può fare tutto.
30-06-2013