Addio al Poeta Renato Pigliacampo, confidente del Silenzio

Dopo lunghi mesi di coma ci ha lasciati oggi 29-06-2015 il professore Renato Pigliacampo, poeta e scrittore, saggista e docente all’università degli Studi di Macerata. Sordo dall’età di dodici anni a causa di una grave forma di meningite, Pigliacampo si è formato nelle migliori scuole per audiolesi e si è laureato all’università “La Sapienza” di Roma in Pedagogia, specializzandosi poi in Psicologia. È stato incaricato di Psicologia del minorato sensoriale e di Lingua e Linguaggi per il sostegno all’università di Macerata, è stato per un periodo insegnante in una scuola specializzata per sordi a Roma, poi psicologo dirigente in un’ASL della regione Marche.

Per l’attività letteraria scientifica si è dedicato prevalentemente alla sociologia del mondo audioleso con un nutrito numero di interventi critici molto importanti sul tema di diffusione nazionale tra cui: Lo Stato e la diversità (1983), Handicappati e pregiudizi: assistenza-lavoro-sessualità (1994), Lingua e linguaggio nel sord (1998), Parole nel movimento. Psicolinguistica del sordo (2007), Nuovo dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione (2009), Lettera ad una logopedista (1996, riedito 2012).

Per la poesia numerose le collaborazioni e i commenti critici da parte di eminenti esponenti del panorama culturale regionale e nazionale tra cui Rosa Berti Sabbieti, Leonardo Mancino, Cesare Zavattini, Guido Garufi, Gastone Mosci e tanti altri. La sua produzione poetica è stata vasta e racchiude le raccolte: Canto del mio silenzio (1971), Dal silenzio (1981), Radice dei giorni (1986), Adobe (1990), Poema Nimittaka per y (2001), Canto per Liopigama (1995), Ascolta il mio silenzio (1999), L’albero di rami senza vento (2006) e Nel segno del mio andare (2013).

Impegnato anche come romanziere pubblicò i libri Una giornata con me (1981), Thulcandra. La città del silenzio (1993) e il romanzo Il vergaro. Storie di contadini nella terra di Leopardi (1999); un nuovo romanzo sulla storia della sua famiglia e dei suoi luoghi era stato appena completato prima che si ammalasse.

Uno scatto della presentazione dei suoi libri alla Biblioteca Comunale di Macerata nel dicembre 2013. Da sinistra Renato Pigliacampo, Lorenzo Spurio, Susanna Polimanti
Uno scatto della presentazione dei suoi libri alla Biblioteca Comunale di Macerata nel dicembre 2013. Da sinistra Renato Pigliacampo, Lorenzo Spurio, Susanna Polimanti

Ho avuto l’occasione di conoscerlo un paio di anni fa in un reading poetico che avevo organizzato a San Benedetto del Tronto sulla tematica del disagio psichico e sociale e poi di ritrovarlo in varie iniziative culturali. Con lui mi sentivo spesso, almeno una volta alla settimana, mediante e-mail e parlavamo della Poesia, mi raccontava dei suoi impegni accademici e tanto altro. Assieme all’amica Susanna Polimanti presentammo due delle sue opere più importanti tra cui la celebre Lettera a una logopedista presso la Biblioteca Comunale di Macerata e poi l’anno scorso mi aveva espressamente voluto in Giuria, quale Presidente, al suo Premio Internazionale di Poesia “Città di Porto Recanati” nella XXV edizione. Avremmo di certo continuato a collaborare perché Renato era una fucina di idee, sempre molto preparato e organizzato nei suoi interventi, volenteroso e anche caparbio. Il suo temperamento faceva di lui un uomo con delle certezze intramontabili e dal bisognoso ricorso alla scrittura, come cantuccio dove sentirsi protetto ed esternare i suoi pensieri e tormenti. Continuerò a ricordarne la spiccata combattività tanto da venir identificato il“Guerriero del Silenzio”, la sua multiforme loquacità, l’impegno serio ed onesto verso il sociale, la generosità d’animo. Il Premio Internazionale di Poesia “Città di Porto Recanati”, da lui ideato e per il quale tanto si è sempre impegnato, sarà un motivo in più che quest’anno in sede di Premiazione ci darà il doveroso piacere di ricordarlo come uomo e poeta che ha lasciato una traccia distinta ed autentica.

Una voce dal Silenzio che continuerà ad echeggiare.

La II edizione del Concorso “Gli autori dell’anno” bandito da Radio Italia1: il bando

RADIO ITALIA UNO E  L’Associazione Culturale “IL CLUB DEI CENTO APS”

Sezione “Gianna Baltaro” di Torino, Con il Patrocinio della Città di Torino e della Circoscrizione 5

bandiscono la II Edizione del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “GLI AUTORI DELL’ANNO”

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Questo Concorso letterario nazionale, dedicato alla Poesia e alla Narrativa, è rivolto esclusivamente ad autrici ed autori che, negli ultimi cinque anni (2010-2015), sono stati proclamati tra i primi tre classificati, o hanno conseguito Menzioni e Segnalazioni in eventi letterari nazionali ed internazionali.

Detto Concorso non ha fini di lucro. Si propone di dare risalto e pregio alle migliori opere di autrici ed autori già riconosciuti in altre manifestazioni culturali, per sottolinearne maggiormente il loro valore.

Sono previste n. 4 Sezioni Adulti a carattere nazionale:

POESIA:

CATEGORIA A: Poesia a TEMA LIBERO        (Autrici)

CATEGORIA B:  Poesia a TEMA LIBERO         (Autori)

NARRATIVA:

CATEGORIA C:  Racconto breve a TEMA LIBERO (Autrici)

CATEGORIA D: Racconto breve a TEMA LIBERO (Autori)

REGOLAMENTO

 Art. 1 – La lunghezza dei componimenti lirici à libera. Ogni autore delle categorie A e B potrà partecipare al Concorso con liriche per le quali sia possibile certificare l’avvenuta classificazione in precedenti eventi.

Art. 2 – La lunghezza dei componimenti narrativi è libera. Ogni autore delle categorie C e D potrà partecipare al Concorso con racconti per i quali sia possibile certificare l’avvenuta classificazione in precedenti eventi.

Art. 3 – Possono essere inviati un massimo di n. 3 componimenti per ogni categoria.

Art. 4 –Per ogni poesia o racconto inviati e certificati, è richiesto un contributo di 15 Euro; per n. 3 componimenti è previsto, invece, un contributo di 30 Euro.

Il versamento relativo alle quote d’iscrizione dovrà essere effettuato tramite bonifico bancario intestato a:

    CLUB DEI CENTO APS – corso Laghi 276 – 10051  Avigliana (To)

                            Banca Sella – Agenzia di Alpignano

IBAN IT28 P03268 30040 052565805300

Causale: “Concorso Nazionale ‘Gli Autori Dell’Anno’ – 2° Edizione” e sezione a cui si partecipa.

Art. 5 – Gli elaborati andranno inviati come allegato, in un file unico, senza generalità, al seguente indirizzo di posta elettronica: gliautoridellanno2015@hotmail.com; inviare, inoltre, un allegato contenente le scansioni degli attestati e, nel corpo della mail, indicare:

–        Dati anagrafici dell’autrice/autore

–        Indirizzo

–        Recapito telefonico

–        Indirizzo di posta elettronica

–        Titoli degli elaborati presentati

–        Copia o scansione del bonifico bancario

–        Breve presentazione artistica (max 12 righe)

Art. 6 – Gli elaborati dovranno pervenire entro e non oltre la data del 10 SETTEMBRE 2015 (farà fede la data di invio della mail).

Art. 7 – La Giuria è composta da:

Ninnj Di Stefano Busà (poetessa, scrittrice, critico letterario, saggista e giornalista)

Nazario Pardini      (poeta, critico letterario, docente in letteratura italiana)

Luciano Domenighini  (poeta, critico letterario)

Emanuele Marcuccio   (poeta, aforista, critico letterario)

Mario Barbero                (scrittore, giornalista)

Il giudizio della Giuria è insindacabile ed inappellabile.

Art. 8 – La Premiazione avverrà a Torino in data 15 novembre 2015, presso il Teatro “Principessa Isabella” di via Verolengo n. 212, a partire dalle ore 15.00.

Art. 9 – La partecipazione al Concorso costituisce espressa autorizzazione ad una eventuale pubblicazione e non dà diritto ad alcun compenso per gli autori, in quanto i diritti degli scritti proposti rimangono di loro proprietà.

Art. 10 – Ai vincitori del Concorso, verranno comunicati esito, data e luogo della Premiazione,  durante la quale saranno letti racconti e liriche premiati; l’evento sarà diffuso anche sui social network e sarà creata una pagina Facebook dedicata al Concorso, sulla quale compariranno i nomi dei finalisti e le foto/video della Premiazione.

PREMI

Categoria A, B, C e D

TARGA oppure COPPA + Attestato al 1° classificato

TARGA oppure COPPA + Attestato al 2° classificato

TARGA oppure COPPA + Attestato al 3° classificato

Le liriche ed i racconti dei soli primi classificati di tutte e quattro le categorie saranno letti durante la trasmissione culturale: “L’ISOLA CHE NON C’E'”, condotta da Giorgia Catalano e Giorgio Milanese su RADIO ITALIA UNO sulle frequenze in FM per tutto il Piemonte (per Torino e provincia 101.250 o 103.150) ed in streaming dal sito: www.radioitaliauno.org

Art. 11 – I vincitori che non potranno ritirare personalmente il premio assegnato potranno avvalersi di un delegato o, su richiesta, potranno riceverlo al proprio domicilio facendosi carico delle spese di spedizione – (i premi non richiesti non saranno spediti).

Art. 12   – Gli organizzatori potranno apportare, al presente regolamento, le opportune modifiche per il buon esito della manifestazione.

Art. 13 – I dati personali saranno trattati in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003.

Per ogni altra informazione non contenuta nel presente bando, rivolgersi a:

Giorgio Milanese (Presidente del: “Club Dei Cento APS”):

cell. 340 6815460 – e-mail: milanese_giorgio@yahoo.it

Giorgia Catalano (Fiduciaria sez. “Gianna Baltaro” di Torino):

e-mail: radioitaliaunolisolachenonce@yahoo.it –  acquario26@hotmail.it

Anna Mustico (Responsabile RADIO ITALIA UNO)

Tel. 011 210706 – e-mail: radio_italia1@libero.it

L’antologia di poesia civile “Risvegli: Il pensiero e la coscienza”: i selezionati per la pubblicazione

RISVEGLI – IL PENSIERO E LA COSCIENZA

Tracciati lirici di impegno civile (antologia di poesia civile)

a cura di Marzia Carocci, Lorenzo Spurio e Iuri Lombardi

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A continuazione si trova la lista degli autori disposti in ordine alfabetico che sono stati selezionati per l’antologia in oggetto e vicino i testi che i curatori hanno deciso di pubblicare nella antologia che sarà pubblicata da Poetikanten Edizione dopo il periodo estivo.

Si richiede a tutti coloro che sono stati selezionati di far pervenire alla mail eventipoetici@gmail.com entro e non oltre il 31 Luglio 2015 il modulo di liberatoria compilato e firmato. Gli stessi riceveranno il modulo di liberatoria in una mail.

AUTORI/POESIE SELEZIONATI/E PER LA PUBBLICAZIONE

 

BRUNO AGOSTI: Raccontami (A Yara Gambirasio); Rosanna

CARLA ABBONDI: Migrante; Dimore assolute

RINA ACCARDO: Reclusione; Lontano

VELIA AIELLO: Calabria

FRANCO ANDREONE: L’intolleranza; Il lavoro…avercelo;

ELVIO ANGELETTI: Sbarre; Vecchio

LUCIA BONANNI: Memorandum; Terra nera; Umanità

MIMÌ BURZO: La stagione del vento

VINCENZO CALÒ: Per reagire

SILVIA CALZOLARI: Da ferro-a-oro; Nel tuo occhio futuro

GRAZIELLA CAPPELLI: Vivere nuoce alla salute; Nell’aiuola del nostro tempo; Tasi-Tares

SANDRA CARRESI: A Loris (29 novembre 2014); Viaggi…; Chiodi, vetri e veleno…

FRANCESCO PAOLO CATANZARO: La lacrima della prostituta; Societas civile, nova gens; Un mondo nuovo

LAURA CECCHETTI MANAO: Mediterraneo; Sullo schermo della tv

MARIA CHIARELLO: Vite spezzate

GIOVANNI ROSARIO CONTE: Ho imparato a…; Mio crudele amore

FLORIANA COPPOLA: Basta che io non ci sia che non veda

MARIO DE ROSA: Lontananza;  Oscuri eroi

MARIA ROSARIA DI DOMENICO: Violenza (Per tutte quelle infanzie negate); Donne

GIANNI DI GIORGIO: Quando l’occhio si fa attento

ROSANNA DI IORIO: Canto accorato per gli esclusi; Impazzite le rondini nel cielo (A Melania Rea); Fiori di Bucarest

ANTONIO DI LENA: Il colore della notte; Noir

FRANCESCO DI RUGGIERO: Volo d’amore

ALBERTO DIAMANTI: Il bambino nato dal cuore

FRANCA DONÀ: Storia o utopia; Sguardo al futuro

ALFREDO FAETTI: La gabbia; Profilo d’ebano

SARA FAVOTTO: Il nuovo anno che verrà (In ricordo di Letizia e di tutte le donne vittime di violenza); Quale pietà

ELISABETTA FREDDI: L’eclissi (A tutte le donne eclissate); Ombre nella notte (Alle giovani donne emigrate con inganno); Lembi di luna (A tutti i bambini nei campi profughi)

GIUSEPPE GAMBINI: Violenza ad una donna; Stamani sul metro

VALENTINA GIUA: Un fischietto ed un pallone; Il risveglio di Demos

ROSSANA GUERRA: Un volto, una voce; Apparenza

SEBASTIANO IMPALÀ: Striscia di Gaza; Lampedusa (A tutti i profughi)

CHRISTIAN MICHELE LOCATELLI: Lacerazioni…

FRANCESCA LUZZIO: Mare innocente;  Indietro (Alle donne offese e violentate); E tu mi chiedi

CLAUDIA MAGNASCO: Ogni notte è un rogo nuovo; Nelle fogne del mondo

MICHELA MANENTE: Il poeta della capra (Alla comunità ebraica), Il solco (Storia del Passante di Mestre)

MARIA TERESA MANTA: L’orco; Finalmente liberi!

DONATELLA MARCHESE: Colori che salvano; Metafora nel fango; Histoia magistra vitae

EMANUELE MARCUCCIO: La scuola è in alto mare; Albania; Omaggio a García Lorca

EMIDIO MONTINI: Italia terra indifferente; Il tempo; Oh, la storia

GIULIANA MONTORSI: Arrivi con il sole; Che il nostro canto…

ANDREINA MORETTI: Il nero respiro della fine; Non getterò la spugna

DANIELA NAZZARO: La lotta (A Vittorio Arrigoni); La parola (Ad Erri De Luca); La resistenza (A mio nonno)

MARIA RITA ORLANDO: Bersagli; Lacrime amaranto

GIANNI PALAZZESI: Aspettando tempi migliori; Donna libera

LUIGI PATERNOSTER: Le foibe; Erano due bimbe – Pakistan 2014; L’Isis è arrivata anche in Italia?

ANTONINO PEDONE: L’ali di la spiranza; Li vicchiareddi

STEFANIA PELLEGRINI: La ragazza dai capelli rasta; Oltre le pagine sporche

CLAUDIA PICCINI: Esseri umani

PATRIZIA PIERANDREI: Il collaboratore ecologico; Dottori senza frontiere

MARIA TERESA PIERI: Un groppo in gola

PAOLO PIETRINI: Nei versi la pace; Razza umana

LORENZO POGGI: Endecasillabi sporchi; La prima guerra mondiale:dettagli; Mare nostrum

VINCENZA POSTIGLIONE: Eroe nazionale

ANTONELLA PROIETTI: Camminiamo in fila indiana; Il regalo della povertà

ELFO ARTICO (MASSIMILIANO RENDINA): Millenovecentosessantotto; Dodici dicembre

NICOLINA ROS: Dove sei pietas?; Pace:utopia

MADDALENA ROTOLO: Migranti; Naufragio; A Phia, clochard gentiluomo

IRENE SABETTA:  Homemade war; Kosovo 999

RITA SALAMON: Fermata; Onore

ANNA SCARPETTA: I grattacieli di New York; Nepal

TANIA SCAVOLINI: Donna dal volto spento; Destini immutabili

CARLA SPINELLA: Cimitero dei poveri; Ragazzo speciale

MARCO SQUARCIA: Immagine

CRISTINA TONELLI: La perfetta imperfezione

PAOLO TULELLI: Mare nostrum (Ai profughi naufraghi nel nostro mare); Nella terra dei fuochi

VINCENZO TURBA: L’avvenire; Il tempo

CRISTINA VASCON: Scavi d’anime e colli; Stonetown in bianco e nero; Neppure

Info:  eventipoetici@gmail.com 

Maristella Angeli intervista Ninnj Di Stefano Busà

Intervista alla poetessa Ninnj Di Stefano Busà

a cura di Maristella Angeli

In un mondo così telematico, carico di messaggi multimediali, di comunicazioni via etere, in tempi reali, crede che la Poesia possa avere ancora ascolto? Oppure viene messa da parte come obsoleta?

La poesia non sarà mai obsoleta, possiede quel fascino strano, tra il magico e l’esoterico che fa la differenza, la distanzia dalle altre espressioni umane. Comunicare con la poesia è un evento irripetibile, quasi soprannaturale, la prima frase la suggerisce un Ente superiore sconosciuto, il resto lo scrive il poeta con la sua umanità, la sua sensibilità, analizzando e scrutando quel suo mondo interiore fatto di deterrente stratiforme, senza regole e pervasivo del genere umano che accompagna questa sorta di messaggio sulle ali del vento, lo fa vibrare, lo trasferisce agli altri come dono intermediario tra sé e l’ignoto, tra il sé egoistico e insincero e la voce dell’umanità che ascolta, che interloquisce attraverso la lingua del poeta ad un incanto primordiale di cui nessuno dare spiegazione. Sarebbe come dire che il messaggio della Poesia proviene dal profondo, dall’incognita genetica di un destino umano che non è stato creato per deludere la forma, ma per creare armonia e bellezza. Perciò non resterà mai ai margini di un processo culturale in evoluzione se si vuole continuare a istruire il concetto di progresso intellettuale, umano e storico dell’umanità. Dico sempre che finché c’è un poeta sulla terra, la poesia vivrà e verrà diffusa nel cuore e nella mente come suprema bellezza del creato, supremo elogio dello spirito contro la materia.

La poetessa Ninnj Di Stefano Busà
La poetessa Ninnj Di Stefano Busà

Ogni tanto si vede realizzare dalla TV, in modo del tutto occasionale qualche programma di poesia, qualche lettura. Lei ritiene che introdurre nel linguaggio mediatico la Poesia sia un modo per coinvolgere più lettori? Cosa ne pensa?

Se è vero che in Italia esistono secondo sondaggi aggiornati dai 13.000 ai 15.000 autori di poesia, è anche vero che come minimo si prevedano 60.000 lettori, (per pareggiare quei famosi 4 lettori di manzoniana memoria). Ma nessuno di noi poeti immagina di avere quattro lettori, a dire il vero, è già tanto, se ci legge anche uno solo. Riguardo l’introduzione di programmi poetici così estemporanei e rarefatti nei format televisivi è un pessimo esempio di cultura, questo sta a significare che l’ascolto dei programmi culturali è sottovalutato e disatteso. In Italia non c’è la cultura lirica, (che è l’entroterra della cultura stessa, il suo antefatto, l’humus), non c’è preparazione a capire la Poesia e a renderne partecipe il pubblico, si ritiene (a priori, e a torto) che la cosa non interessi nessuno. Perciò la espongono in ore inconsuete, a notte fonda, o quando non hanno di meglio da proporre. Se qualche dirigente RAI la propone è perché ne è sensibilizzato individualmente, non perchè ritiene abbia “audience”. La cosa sorprende, perché a interessarsi di poesia sono parecchie migliaia di autori, e con un apparato editorialistico, da indotto, che lascia intravedere un mercato gonfio di lauti guadagni da parte di Editori, ma si ritiene (e ripeto a torto) che la Poesia interessi solo un pubblico d’elite, lasciando intendere che c’è una grande massa di utenza che non gradisce e non capisce. Non è affatto così, ma l’emarginazione coatta dei canali mediatici monopolizzati da soubrettine, veline, passaparoline, è ormai a livelli di arretratezza tali da essere considerati cavernicoli.

 

Come viene recepito il messaggio poetico dal pubblico medio per intendersi, quello che non fa poesia?

La poesia tra il pubblico medio è bene accolta, perché non vi può essere nel genere umano chi non la sappia apprezzare. La poesia è parte dell’esistente di ognuno, la parte più nobile e subliminale della storia spirituale, la più vicina a Dio, la più dotata di bellezza e di fascino, perché sa parlare al cuore e alle menti, sa dare un’accelerazione al vuoto che incombe, alla solitudine che attanaglia, al male che pervasivamente affrontiamo nel quotidiano. La poesia lenisce, rende il progetto di vita più denso, più ricco, più accettabile dal lato intellettivo.

 

Quale ruolo ha la poesia nel nostro tempo?

I tempi che viviamo non sono i più favorevoli alla poesia, non ci orientano verso episodi di luce e di conciliazione interiori. Sono portatori d’inquietudine, di malcontento, di disagio sociale e morale. Il tessuto umano è lacerato da troppe incongruenze, inadeguatezze, assenze. Ognuno vive il suo malessere come qualcosa di ineluttabile, con rassegnazione e passività. Bisognerebbe amarsi di più, invece. Amare ciò che di bello ci circonda, anche la Poesia ad esempio, perché ci porta un minimo di conforto e di compensazione che gratifica il nostro stato d’animo così martoriato e in stato di afflizione perenne. La poesia equivale alle note alte di un violino,  come la musica non può essere ignorata, perché tocca le corde sensibili dell’io, allo stesso modo la Poesia ci rende partecipi della cosmogonia, della vastità del nostro essere “cellula” dell’infinito, esuli temporanei in una terra che non ci appartiene. Il ruolo della Poesia dunque è di primaria importanza perché interagisce con un extraterreno, con un ultramaterico che sono la condizione –sine qua non– della nostra essenza, della nostra esistenza.

 

Il senso che coinvolge la Poesia, soprattutto tra i giovani, di oggi, Lei ritiene che è disposto a seguire un mondo astratto, subliminale, che non dà quasi nulla in termini di gratificazione immediata, di successo, e di guadagno facile?

Tocca un ganglio scoperto della società di oggi. Una società fatta a immagine di celluloide, di interessi, di apparenze ingannevoli, di guadagni prezzolati, di mercati articolati sulla speculazione non potrebbe essere quella votata alla poesia. Eppure, mi tocca da vicino (facendo parte  o presiedendo svariate Giurie) di quanto il pubblico dei giovani sia più vicino alla poesia di quanto si suppone, vi è un richiamo, una tendenza a sviluppare il pensiero lirico di quanto ve ne fosse nel passato, E questa tendenza può apparire controcorrente rispetto ai tempi. Per fortuna, i giovani non sono “vuoti di dentro”. Mi capita spesso, durante i vari incontri nelle Scuole di ogni ordine e grado, alle quali vengo chiamata per introdurre il tema poetico, di trovare giovani molto interessati alla Poesia, qualcuno di essi addirittura dotato e pronto per dare il meglio di sé, certo con un po’ di tirocinio e di buone letture (s’intende). Il bisogno di Poesia è inversamente proporzionale alla necessità del guadagno. Vi sarà sempre chi preferirà il vile denaro ad una bella poesia, ma in ogni modo il mondo delle scuole è salvo, i nostri ragazzi sono migliori di quanto loro stessi sanno. Non sono marci dentro, vi è in loro la coscienza di un futuro migliore, l’alba di un giorno che verrà e non sarà di spregevole pecunia, ma di meravigliose armonie sulla terra dei padri. Non è perduta in loro la speranza. Non spegniamo la luce nei loro occhi, sottovalutando i loro immensi patrimoni intellettivi.

 

È lo spessore intellettuale a creare la Poesia? o si nasce Poeti?

La poesia è altro persino da se stessa. La poesia non la crea l’intelletto a tavolino, a freddo, attraverso il cerebralismo tout court, non la crea l’intellettualità astratta e aliena dal sentimento, è parte integrante di un patrimonio, sì, intellettivo  che definirei perché accoglie su di sé le maggiori, le più intense e ricche suggestioni, le più alte e meno abiette virtù dello spirito. Vi è una parte dell’intelletto, detta: “Area di Broca” (dal suo scopritore) che è deputata al linguaggio. Ragione questa che la mette al riparo da scempi di natura estranea alla poesia stessa, che è armonia, sinergia con i fattori interni all’essere, che sono la fonte dell’ispirazione perfettibile. In poche parole, lo spessore intellettuale vi è coinvolto, ma in minima parte, per il resto è un occhio vigile sul mondo, una finestra aperta nel nostro immaginario, nel panorama delle nostre indagini interiori che qualifica e rende unica e irripetibile la buona Poesia. Si può nascere poeti, ma si può scoprire di esserlo in più tarda età, bisogna solo essere dotati e sensibilizzati al poiein, cioè al fare, al creare in poesia.  

26-06-2015

Recital poetico in memoria di Mario Luzi il prossimo 17 ottobre a Firenze

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Sabato 17 ottobre alle ore 17:00 presso la Sede Provinciale dell’ARCI in Piazza de’ Ciompi 11 a Firenze si terrà la Conferenza dal titolo “Mario Luzi: l’uomo e il poeta” e a seguire il recital poetico in memoria del poeta. La manifestazione, ideata e promossa dai scrittori e poeti Marzia Carocci e Lorenzo Spurio, sarà organizzata dalla Ass. PoetiKanten in unione con la rivista di letteratura «Euterpe».

Durante l’evento sarà presentata e diffusa l’antologia dell’evento che conterrà gli atti dei relatori intervenuti durante la conferenza, le poesie presentate al recital e gli altri scritti appositamente inviati per l’evento.

La serata, sulla quale verranno date maggiori informazioni in merito alla partecipazione dei conferenzieri, si svolgerà con il seguente programma

Ore 16:30 – Saluto e ringraziamenti

Ore 16:45 – Conferenza

Interverranno: Caterina Trombetti (poetessa e docente), Ernesto Piccolo (pittore, già docente dell’Accademia di Belle Arti), Catia Migliori (docente dell’Università “Carlo Bo” di Urbino, Responsabile Centro Studi “Mari Luzi” d Montemaggiore al Metauro (PU).

Moderano Marzia Carocci e Lorenzo Spurio 

Ore 18:00 – Recital poetico

Come partecipare al Recital poetico

I poeti che intendono partecipare al recital poetico dovranno inviare due poesie di massimo 30 versi l’una o che siano dedicate al poeta Luzi o che condividano o si rifacciano nei modi, nello stile e nelle immagini alla poetica luziana. Gli organizzatori confermeranno l’avvenuta ricezione dei materiali e l’ammissibilità al recital a mezzo mail. 

I poeti che inviano i propri testi si impegnano a presenziare fisicamente all’evento in programma, fatte salvo le impossibilità sopraggiunte all’ultimo momento che dovranno, comunque, essere comunicate alla organizzazione.

Nel caso in cui parteciperanno molti poeti in sede di recital, i poeti provvederanno a dar lettura a un’unica lirica.

Gli organizzatori non daranno lettura alle poesie di persone assenti, nel caso il poeta voglia inviare un delegato per la lettura, dovrà comunque comunicarlo alla organizzazione.

Pubblicazione in antologia

A testimonianza dell’intero pomeriggio gli organizzatori hanno deciso di organizzare una antologia pubblicata da PoetiKanten Edizioni, disponibile durante l’evento, che conterrà i seguenti testi:

  • gli interventi critici degli organizzatori
  • gli atti dei conferenzieri
  • le poesie inviate per il recital poetico
  • gli articoli e i saggi di coloro che vorranno inviare contributi critici sull’opera di Mario Luzi e che, come per i poeti, si impegnano a partecipare alla serata. Durante l’evento provvederanno a dar lettura a un estratto del saggio o a sintetizzarne le idee di base.

Agli autori presenti in antologia non è obbligato l’acquisto, ma è consigliato.

Le poesie e i saggi presentati per la pubblicazione antologica potranno essere editi o inediti ma nel caso siano editi dovranno indicare dove sono apparsi per la prima volta, se in rivista o in volume indicando titolo, casa editrice, città, anno e numero di pagina.

Detti materiali debbono essere inviati, assieme ai propri dati personali nella necessità di un contatto più veloce (nome, cognome, mail, telefono) esclusivamente a mezzo mail all’indirizzo eventipoetici@gmail.com  entro e non oltre giovedì 24 settembre.

A Tassignano (LU) il 2 Luglio per ricordare Julio Monteiro Martins

Nell’occasione della giornata che avrebbe dovuto vederlo festeggiare il suo 60° compleanno il 2 Luglio presso la Biblioteca “Ungaretti” di Tassignano (LU) si terrà un incontro per ricordare lo scrittore e poeta italo-brasiliano Julio Monteiro Martins, recentemente scomparso.

Nell’occasione saranno letti estratti dei suoi scritti, proiettate immagini e ci sarà un intervento musicale del Maestro Alberto Chicayhan.

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Stelle negate di Fiorella Cappelli – Prefazione di Michela Zanarella

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Stelle negate di Fiorella Cappelli

Prima di essere autrice, Fiorella Cappelli è innanzitutto madre premurosa, sa quanto è importante riuscire a comprendere e proteggere un figlio e chi si ama dalle sofferenze del mondo. A sostenerla quotidianamente c’è la poesia, la forza della parola, che infonde coraggio nei momenti difficili che la vita riserva. Ha un cuore immenso Fiorella Cappelli, un cuore di mamma che abbraccia in versi chi soffre, chi ha bisogno di un cenno d’affetto, chi non ha nulla se non se stesso.
La silloge “Stelle negate” è la testimonianza concreta delle emozioni e dei pensieri dell’autrice, che si dona in poesia, coniugando sentimenti e quell’essere portatrice di affetto e solidarietà verso gli altri: “Aggiungo stelle, dentro le favole/per chi, da sempre, le ha avute negate.” Ha un messaggio buono e di speranza Fiorella, anche davanti al dolore più cupo, cerca di portare un po’ di luce che riempia l’anima delle persone. La raccolta di poesie, in metrica, sonetto e verso libero che ci presenta, è divisa in due sezioni, la prima è composta da liriche in lingua, la seconda raccoglie poesie in vernacolo romanesco. Anche se la suddivisione del libro a prima vista appare netta, c’è un legame forte nei contenuti delle poesie, che siano in italiano o in dialetto, rimane costante lo sguardo sull’esistenza, sui legami, sugli affetti, sulle problematiche sociali. E’ evidente la volontà di far emergere ciò che accade nel mondo, ciò che accomuna l’umanità, nel bene e nel male. Particolare l’acronimo dedicato ad Antonio De Curtis, in arte Totò, e l’ironia delle “frasi…per suonati”.
“La vita ci passa sopra e dentro, ci attraversa a volte con amore, altre con pietà ma mai con indifferenza”, questa riflessione acuta dell’autrice ha l’effetto di una verità che trova compiuta espressione in chiunque; ha un senso universale per chi legge e chi è in ascolto.
E’ un dire profondo e spontaneo quello di Fiorella Cappelli, i versi scelti danno ritmo e musicalità alle poesie, ancor più nel dialetto, dove risulta necessario nella struttura dare quel tocco sonoro con la rima baciata o alternata: Portàmola ner monno, la speranza,/damo ‘n’aiuto a chi cià tante pene/e su la Tera pena già abbastanza.”
L’autrice nel vernacolo usa un linguaggio semplice, spesso giocoso, privo di inibizioni linguistiche, privilegia il ricorso ad immagini colorite: “So’ tant’anni che lei vola co’ le toppe sur vestito/ma st’Italia nun mijora/e nun po’ trovà marito.”
E’ da considerarsi tendenza naturale e propria del romanesco che in passato vide il Belli e il Trilussa tra i massimi esponenti o suoi fautori. Con il romanesco Fiorella affronta la tragedia della Costa Concordia, racconta la Befana di Piazza Navona, Roma sparita, spiega il Ponentino ed il Grecale, ci accompagna nei vicoli della Capitale a gustare sapori e tradizioni, senza mai dimenticare chi vive ai margini della società. Il suo impegno civile prende forma in una poesia limpida e vivace, che non teme di toccare anche realtà scomode, il suo canto è una doverosa e consapevole espressione di dissenso verso le contraddizioni del nostro tempo, dove “giovani innocenti vite
pagano il tributo all’incoscienza umana”. Non mancano i riferimenti all’amore, il sentimento più complesso da definire, che per la poetessa va custodito, protetto e alimentato. Sensibile agli elementi della natura e al rispetto dell’ambiente, Fiorella dedica versi ad un albero, alla neve che scende lenta e silenziosa, ad acque cristalline, al Sacro Monte di Varese, all’Euforbia Arborea. E’ un susseguirsi di immagini, emozioni, pensieri che danno una visione ampia della personalità dell’autrice, che non trascura nulla del mondo e di chi lo anima. Nel tentativo di cogliere in ogni cosa l’aspetto positivo, la Cappelli propone una poetica saggia, attenta alle relazioni umane, dove è fondamentale l’incontro e il confronto con l’altro, le parole diventano il tassello indispensabile per creare condivisione, per tessere rapporti in direzione alla solidarietà. “Stelle negate” è una silloge di grande intensità emotiva capace di svelarne umanità, umiltà e creatività.

L’ autrice

L'autrice, Fiorella Cappelli
L’autrice, Fiorella Cappelli

Fiorella Cappelli è nata a Roma, ha lavorato per 30 anni in un’Azienda di Telecomunicazioni Satellitari nel settore Servizi Televisivi. Scrittrice, poetessa giornalista free-lance International Press, inviata di Mondo Notte per StandByTv per il sociale e la cultura, ha pubblicato cinque libri di poesie, racconti aforismi, con parte del ricavato sostiene la Fondazione Città della Speranza. Il suo Secondo libro “Padrone il vento” porta la prefazione di José Van Roy Dalì (figlio di Salvador Dalì) e viene presentato alla Fiera del Libro di Torino nel 2010 in diretta su Rai2, in Doppio Femminile da Jo Squillo. Con le sue liriche è presente, con la casa Editrice Pagine, tra i poeti contemporanei e in numerose antologie. Vincitrice di vari premi nazionali ed internazionali di poesia e narrativa, ha frequentato laboratori di scrittura comico-umoristica presso Accademia del Comico di Max e Morini con Lillo e Greg, scuole di Scrittura Creativa a Roma e Firenze, corsi di dizione (Teatro Kairos) e doppiaggio (Studi Titania), dà la sua voce allo spot 5×1000 Associazione Solidabile Onlus; è socia I.P.L.A.C , socia del Centro Romanesco Trilussa, (Vincitrice premio Fontane di Roma 2012 Associazione la Sponda) scrive e declama anche in vernacolo, sostenitrice dei dialetti, patrimonio della nostra cultura, si interessa allo studio della romanità e alla composizione del sonetto, fa parte dei Poeti dell’Isola del Cinema, è Socio Iscritto SIAE come autrice testi di canzoni, è recensionista, inserita nella Redazione di Aphorism, e con le sue poesie sullo sport sul giornale Romacorre, collabora con varie testate giornalistiche on-line e con il Mensile Letterario “Leggere Tutti”, ideatrice ed organizzatrice di eventi culturali, è a sostegno dei giovani autori emergenti nella presentazione di libri, tematiche sociali e mostre d’Arte, in ambito dell’Associazione Culturale da lei fondata,“Vip Club Innamorati di Roma”, a Fontana di Trevi; Nel 2012 le viene conferita la nomina di “Cavaliere al Merito Templare” dell’Ordine O.S.M.T.H. Gran Priorato d’Italia. Nel 2013 partecipa alla Nave dei Libri per Barcellona in occasione della giornata Mondiale del libro dove presenta, oltre ai suoi libri, anche libri di altri autori. Nel 2014 presenta i libri della casa editrice David & Matthaus alla Fiera internazionale del Libro di Torino e a Roma. Sua è anche l’organizzazione e la presentazione del cortometraggio “Raccontami una Favola” di Victor Daniel ed Ettore Farrauto con la partecipazione del Regista Pupi Avati nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, a Roma. Porta la declamazione delle sue poesie in giro per l’Italia : a Firenze, Taranto, Varese, Padova, Torino, Milano, Reggio Emilia, Magliano dei Marsi. Partecipa con le sue poesie all’evento Wall of Dolls, contro il femminicidio, organizzato a Milano da Jo Squillo ed eventi di solidarietà in ambito Nazionale (Telethon) sempre nel 2014 è vincitrice primo premio assoluto del 1° Poetry Slam del litorale di Roma organizzato dall’Associazione Spazi all’Arte che le dà accesso diretto alla Finale del Poetry Slam di Centro Italia organizzato in Primavera 2015 dalla L.I.P.S Lega Italiana Poetry Slam.

Luigi Bonaffini ad Orvieto per un convegno sulla “Letteratura italiana nel mondo”

ORVIETO

27 giugno 2015: Sala Consiliare

28-29 Giugno 2015: Sala del Governatore – Palazzo dei Sette

Il Brookyln College della City University di New York e la Fordham University di New York con il Patrocinio del Comune di Orvieto organizzano il

CONVEGNO 

“Letteratura italiana nel mondo” – Nuove prospettive

Coordinatori:

Luigi Bonaffini e Giuseppe Perricone

Brooklyn College e Fordham University

Poster (2)

“Con le ali negli occhi” di Raffaella Amoruso. Prefazione di Lorenzo Spurio

Con le ali negli occhi di Raffaella Amoruso

Prefazione di Lorenzo Spurio

Il titolo della nuova pubblicazione di Raffaella Amoruso, Con le ali negli occhi, chiama a una preliminare riflessione: le ali ci trasmettono un senso di leggerezza e di sospensione mentre gli occhi, occultati dalle ali, sembrano voler identificare un’impossibilità concreta di scrutare il mondo. Nel complesso il titolo evoca, dunque, vaporosità e mistero.

Questo “oceano di parole” che è il libro che il lettore si appresta a leggere si apre con un racconto-prologo intitolato “Una storia come tante” che contiene uno squarcio di una memoria dell’infanzia forse difficile perché a contatto con liti di genitori tanto che portano la nostra a cercare un luogo-non luogo dove potersi rinchiudere con la volontà di annullarsi da quella situazione. Non in uno sgabuzzino né in un garage, ma in un frigo: uno spazio ridotto e inospitale dove cercare riposo e silenzio. Un presente che a suo modo la Nostra vuole fermare di colpo e con esso anche le urla e i litigi dei suoi genitori tanto da cristallizzare gli istanti: non per eternarli e tornare poi a riviverli, piuttosto per de-costruirli, annullarli, renderne impossibile lo svolgimento, la ripetizione, il ricordo. Una volta uscita da quel guscio protettivo (gelido non solo perché è un frigorifero ma soprattutto perché è una culla surrogata, falsa, che non permette calore), la ragazza ritroverà pace e rassicurazione nei “suoi cani, alti quanto lei [che] le trotterellavano a fianco, proteggendola ancora una volta”.  Curioso come un bambino riesca nel suo mondo ludico a fuggire dalle incomprensioni e dalla insofferenza derivante dall’acredine tra i suoi genitori impelagandosi prima in un progetto claustrofilico (il frigo) e poi predisponendosi a credere nella protezione da parte di un soggetto senz’altro forte ma privo di comprensione degli eventi (il cane).

Il titolo di questo racconto-prologo svia il lettore perché anche se l’autrice ci ricorda che è solo “una storia come tante” in realtà sembra essere un episodio che ha una traccia forte nell’esperienza della donna matura e che ne ha in un certo qual modo caratterizzato l’infanzia. Molti possono ritrovarsi in questa descrizione di frequenti alterchi familiari in cui il povero bambino, quale vittima sacrificale, ne subisce le conseguenze senza mai comprendere del tutto; colpisce però la strategia di fuga dal problema della Nostra, la sua capacità reazionale genuina che rivela quanto il mondo dell’infanzia sia delicato e prezioso e quanto spesso basti poco per incrinare la naturale pace del giovane, ispessire o inasprire il suo carattere e farlo maturare scevro di rassicurazioni forti e in maniera sana.

Raffaella Amoruso
Raffaella Amoruso

Seguono liriche che potrebbero sembrare in controtendenza al racconto-prologo dove, contrariamente a quell’amore e affetto ricercati, si dà corpo ad un amore forte, concreto, di donna ormai matura che è in grado di dipingere gli effluvi del sentimento colorando emozioni e facendo brillare di luce propria le parole. Se in “Nati per amare” la poetessa impiega una lessicografia che opera un’analogia con il mondo delle acque (“gocce”, “oceani”, “fluido”, “onde”, “mare”), nella successiva “Nel buio la luce” ricostruisce un rapporto emozionale in chiaro-scuro in cui la rassicurante presenza della luna con la sua “tenue luce di speranza” è a dominare nella “notte [che] resta” a testimonianza di un amore che è empatia anche con la luce e che si ravviva nei reconditi dell’autocoscienza. La parola che più spesso ricorre nella silloge è forse “gocce” che non sta solo a rappresentare l’essenza, la partizione indefinibile di una sostanza liquida quale ad esempio può essere l’acqua nelle sue varie forme, ma anche e soprattutto l’animo concentrato di un vissuto, di una vicenda-esperienza della vita, dunque un distillato della coscienza come quando in “Silenzio” la Nostra ci parla della “silenziosa goccia dell’anima”, costruzione fortemente lirica ed evocativa nella quale non possiamo identificare anche una dimensione ossimorica.

“Historia” ha la fisionomia di un voluto tentativo di oblio di un passato; la Nostra impiega reiterati avverbi di negazione nei versi finali per sottolineare la lucida volontà e la sicurezza che ciò che un tempo fu possibile, non potrà esserlo nel futuro perché è una donna matura e consapevole che ormai è in grado di padroneggiare la sua irrazionalità.

Echi merinani sono ben udibili nella lirica “Visioni” dove leggiamo: “I pazzi sono tutti liberi” che mi ricordano pure una lapidaria ed efficace chiosa del Pasolini degli esordi che così annotava: “Bisogna essere pazzi/ per essere chiari” (in Le ceneri di Gramsci). Ed è proprio la chiarezza di cui la Amoruso parla nel suo mondo lirico che possiamo rivelare quale bisogno non velleitario ma concreto e sorgivo di autenticità e di espressività poetica (“Nell’amplesso dei colori vivi il corpo offro”).

La solitudine dell’infanzia si percepisce nettamente anche nella poesia “Amore, solo amore” dove è una anafora bisillaba (“sola”) a marcare il ricordo di momenti agrodolci delineati struggentemente quali “tramonti di bambina”. Ed anche qui l’insegnamento (che poi non è tale, ma è piuttosto un invito o un’esortazione) è quello di affidarsi alla libertà del sentimento: “Chi perdona ama/ se davvero ami/ nulla è impossibile”.

Evidenti gli intrecci di rancore verso un passato con il quale sembra impossibile trovare una tregua (“se avessi tu un cuore/ ti pregherei” nella lirica dedicata al padre) che mettono in luce una donna scissa, forte nel suo presente ma estremamente vulnerabile nel suo passato nel quale sembra essere mancato qualcosa, magari un semplice gesto d’affetto, una rassicurazione, un atto empatico, un po’ come accade nel racconto-prologo.

In “Rosa di maggio” riappare l’intenzione di auto-reclusione della protagonista che un po’ come accadeva in un celebre racconto degli esordi di McEwan (“Conversation with a Cupboard Man”) la protagonista Debby “[aveva] l’abitudine di nascondersi [in un armadio] quando desiderava rimanere sola con se stessa”. Dalla mancanza di autostima e derelizione personale la donna uscirà dal guscio compiendo un percorso di crescita psicologica non indifferente proprio grazie all’ascolto del suo cuore che la porterà ad esprimere senza timori il su innamoramento per Bob. L’armadio, testimone di un passato di ricerca di se stessa, come un baluardo degli affetti sinora taciuti e tenuti sotto chiave, finalmente si apre e le ante si spalancano con forza proprio come il suo cuore di donna che “amandosi, dovrà donare Amore”.

La Amoruso ci parla di “lacrime mai piante”, di “sogni sfumati” ma anche di “Bimbi/spauriti e magri/ rannicchiati/ in un angolo”, di nonne anaffettive genitori disattenti, colpevoli di dar triste spettacolo dinanzi ai figli delle proprie incomprensioni. La freddezza che l’io lirico traccia sulla carta è il prodotto di un passato algido dove il disinteresse, l’indifferenza e la mancata comprensione hanno condotto a una vera e propria desolazione interiore dalla quale però è sempre possibile ripartire e rialzare la testa perché, come ricorda la nostra: “Ci sono giorni in cui/ incessantemente/ il cuore sbatte e si frantuma”.

È necessario allora saper ascoltare il proprio cuore ed agire di conseguenza.

Lorenzo Spurio

Jesi, 16-03-2015

Premiazione Premio di Poesia “Senza Confine”, Polverigi (AN) 20-06-2015

Questa sera, sabato 20 giugno 2015 a partire dalle ore 21:15 presso Villa Nappi di Polverigi (AN) si terrà la Premiazione del Premio di Poesia “Senza confine” organizzato dalla Ass. La Guglia di Agugliano.

Ospite della serata sarà Sebastiano Somma che darà lettura ad alcuni testi letterari.

La Giuria del Premio – sezione Dialetto – era composta da: Lorenzo Spurio (Presidente), Mario De Rosa, Felice Serino, Luciano Somma, Germana Duca e Alessandro Seri.

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Obsession 3 – Incubi, allucinazioni e omicidi. Si chiude la trilogia di racconti a tema a cura di Lorenzo Spurio

PREFAZIONE al volume Obsession 3

a cura di Lorenzo Spurio

PoetiKanten Edizioni, Sesto Fiorentino, 2015

Il terzo e ultimo volume della raccolta Obsession
Il terzo e ultimo volume della raccolta Obsession

Quasi senza accorgermene è volato il tempo e siamo giunti alla terza ed ultima pubblicazione dell’antologia di racconti Obsession, da me ideata e voluta.

L’iniziativa era nata nel corso dell’estate 2011 con il sottotitolo che poi venne dato al primo volume “Manie, fobie e perversioni” felicemente accolta dalla casa editrice Limina Mentis che poi ne curò l’edizione. Questa prima raccolta mi trasmise una grande soddisfazione e cioè che nel mondo della letteratura tematiche cariche all’interesse sociale con particolare scrupolo alla psicologia, al mondo della devianza, fossero sentite da un gran numero di autori. Per questa ragione, mentre si cercava di organizzare una prima presentazione di questo volume dall’idea concettuale profondamente innovativa e al contempo necessaria all’interno di una pianificazione letteraria improntata alle mere logiche del marketing, progetto che poi per una serie di variabili contingenti fallì, decisi che non sarebbe restato un volume unico, una antologia atipica e in sé chiusa a rappresentare una iniziativa letteraria nata, cresciuta e poi morta (e forse dimenticata), ma che sarebbe diventato un progetto più ampio.

Obsession 1
Obsession 1

Nacque così il secondo volume della trilogia, quello che in particolare venne dedicato all’attenzione dello scandaglio di vicende dominate da “Paranoie, deliri e tradimenti”. L’iniziativa confermò nuovamente il suo successo con un gran numero di partecipanti e, di conseguenza, una lunga, meticolosa e complicata operazione di selezione da parte mia. Esso venne pubblicato nel 2014 dall’editoria collegata alla Associazione Culturale TraccePerLaMeta con la quale allora collaboravo attivamente e ricoprivo l’incarico di direttore delle collane.

Obsession 2
Obsession 2

Il progetto non era ancora concluso e decisi di dedicargli un nuovo volume, il terzo, che è questo che il lettore ha tra le mani per chiudere la trilogia di raccolte di racconti di autori contemporanei le cui opere erano ispirate in questo volume a una dimensione maggiormente legata al thriller e horror con il sottotitolo di riferimento che recita “Incubi, allucinazioni ed omicidi”. In particolare si è visto come il tema dell’omicidio nel nostro presente sia spessissimo collegato a casi di femminicidio e di violenza domestica, come alcuni dei racconti qui presenti danno traccia permettendo a questo terzo ed ultimo volume di riconnettersi ancor più compattamente agli altri due incentrati su manie e fobie (il 1°) e i tradimenti (il 2°).

A suggellare un progetto del quale mi sento orgoglioso di aver curato in ogni minimo dettaglio: dalla stesura del bando di partecipazione, al rapporto con gli autori partecipanti, alla scelta dei materiali, alla impaginazione e costruzione dell’antologia, a conclusione di questo ampio volume ho deciso di riportare la lista completa di tutti gli autori partecipanti al progetto e i testi critici da me prodotti che hanno corredato i primi due volumi.

In questa terza antologia sono presenti racconti di Alessandra Prospero, Alice Antonelli, Andreina Moretti, Antonio Merola,  Diana Lanternari, Elisabetta Amoroso, Floriana Laurenza, Francesca Santucci, Gabriele Di Ciriaco, Gabriele Prunai, Gianna Gobbi, Giovanna Casapollo, Lucia Paganini, Lucio Versino, Michael Gaddini, Giuseppe Leardini, Andrea Amico, Giuliana Montorsi, Sandra Carresi, Cristian Sotgiu, Umberto Masiello, Veronica Cani, Daniele Coccia, Eleonora Mangiapelo, Manuele Marini, Stefano Rizzi, Giuliana Corsetti, Mimì Burzo, Damiano Col, Simona Lauriola, Cosimo Pezzotta, Luana Trapè.

Ringrazio di cuore quanti vi hanno preso parte con curiosità e attenzione, rinnovando ancora una volta la stima nei confronti dei loro nutriti curriculum letterari e per la sensibilità dinanzi a determinate realtà.

Lorenzo Spurio

Jesi, 31-03-2015

LISTA COMPLETA DEGLI AUTORI PARTECIPANTI AL PROGETTO OBSESSION (ai tre volumi) 

ABBATANTUONO Chiara con “Il vicolo cieco” * OBS2

AMICO Andrea con “Il miracolo dell’inganno” * OBS3

AMOROSO Elisabetta con “D.O.C.” * OBS2

AMOROSO Elisabetta con “Gemelli identici” * OBS1

AMOROSO Elisabetta con “La dolce morte” * OBS3

ANTONELLI Alice con “Follia liquida” * OBS3

ARECCHI Alberto con “Estate in città” * OBS1

BISSON Elisabetta con “Zero” * OBS1

BLU Andrea con “Resurrezione della carne” * OBS1

BONACCORSO Giuseppe con “Esercizi di vedovanza” * OBS2

BURZO Mimì con “Il varco” * OBS3

CANI Veronica con “Tutto quello che tocco muore” * OBS3

CARCERERI Fiorella con “Giulia, coraggio”  * OBS1

CARRESI Sandra con “Sesso e morte” * OBS3

CASAPOLLO Giovanna con “S’acabbadora” * OBS3

CIANO Martino con “Il canto di Elisa” * OBS1

CIANO Martino con “Resurrezione” * OBS2

CITTÀ Massimiliano con “Spifferi” * OBS2

COCCIA Daniele con “L’Archivio” * OBS3

COL  Damiano con “Morte di uno scarafaggio” * OBS3

CORSETTI Giuliana con “Io non ricordo” * OBS3

CRESCENTINI Lorenzo con “Per i miei occhi” * OBS1

DANESE Fabiola con “Quello che (non) so di te” * OBS2

DEIURI LUISA con “Irina” * OBS1

DI CIRIACO Gabriele con “Odori” * OBS3

DINI Monica con “Amore” * OBS2

DINI Monica con “L’odore sta sotto la coda” * OBS1

FANOTTI Lorella con “Effetti collaterali” * OBS2

FILIDORO Giuseppe con “Sono un errore della natura” * OBS2

FILIPPI Lidia con “Profumo di mandorle amare” * OBS2

FRANCHETTO Daisy con “Ragnatele” * OBS1

GADDINI Michael con “La casa del silenzio” * OBS3

GOBBI Gianna con “La ragnatela” * OBS3

GOBBI Gianna con “Un pensiero unico” * OBS2

GOBBO Serena con “Non si può dire” * OBS1

LANTERNARI Diana con “La luna sul viale” * OBS3

LANTERNARI Diana con “Se mio nonno avesse le ali” * OBS2

LAURENZA Floriana con “La casa numero 66” * OBS2

LAURENZA Floriana con “La maledizione” * OBS3

LAURIOLA Simona con “Due” * OBS3

LAURIOLA Simona con “Il treno passa una sola volta” * OBS2

LEARDINI Giuseppe con “Libra necis” * OBS3

MANGIAPANE Leonardo Jacopo con “L’Orbite Furiose” * OBS2

MANGIAPELO Eleonora con “La voce di Cinthia” * OBS3

MARINI Manuele con “Il martirio di Ofelia” * OBS3

MARINI Manuele con “La corriera di Elsa corre verso il nulla” * OBS2

MARRA Pietro con “Il pigiama rosa” * OBS2

MASIELLO Umberto con “Il tizio in cantina” * OBS3

MEROLA Antonio con “L’Immortale Re Peter” * OBS3

MONTI Elena con “La macchina del tempo” * OBS2

MONTORSI Giuliana con “Le troppe attenzioni” * OBS3

MORETTI Andreina con “Malamore” * OBS3

ORLANDI Sandro con “La lettera” * OBS1

PAGANINI Lucia con “Come cerchi sull’acqua” * OBS3

PEDRETTA Alessandro con “Squame” * OBS1

PETRINO Francesca con “Battuta di caccia” * OBS2

PEZZOTTA Giacomo con “Perché i gatti cadono sempre in piedi” * OBS3

PEZZOTTA Giacomo con “Un’origine” * OBS2

PROSPERO Alessandra con “I due volti di Berenice” * OBS3

PRUNAI Gabriele con “È tutto sporco” * OBS3

RIZZI Stefano con “Caligine” * OBS3

RIZZI Stefano con “Paranoico” * OBS1

SANTUCCI Francesca con “Passione” * OBS3

SOTGIU Cristian con “Vedute psichiatriche” * OBS3

STROPPIANA DALZINI Annamaria con “Vittima” * OBS2

TRAPÈ Luana con “E da quel momento furono felici” OBS3

VERSINO Lucio con “Anime e fantasmi” * OBS3

Squarci cavallereschi nella poetica di Fausta Genziana Le Piane. A cura di L. Spurio

Squarci cavallereschi nella poetica

di  Fausta Genziana Le Piane

 

 Poeta

visita con me

antiche brughiere,

per scoprire nuovi sentieri

e creare nuovi paesi.

A cavallo tra il 2010 il 2011, quando decisi di venire allo scoperto con qualche mio racconto breve, cominciai a proporli ad alcune riviste i cui riferimenti trovai online: fu così che conobbi la rivista fiorentina Segreti di Pulcinella e il suo direttore Massimo Acciai, col quale poi divenni amico, la rivista Parliamone di Bartolomeo Di Monaco e vari altre riviste, anche cartacee, come Kenavò[1], il cui nome mi incuriosì subito. Documentandomi trovai molte informazioni tra cui un articolo di Tommaso Patti nel quale parlava della rivista: «[Fausta Genziana Le Piane[2]] incontra artisti e ve li propone, luoghi e li descrive per voi, gusti e ve li fa condividere, talenti e ve li regala a piene mani; incontra pure il mondo, Fausta, e l’amore per la cultura francese, che genera frequenti riferimenti, ne è una prova. La sede di questi incontri, il castello di cui è regina incontrastata in termini culturali, magici e fantastici al tempo stesso, è “Casa Duir”. Idealmente un angolo di terra celtica trapiantato in Sabina, per la precisione in una bellissima campagna nei pressi di Casperia. E già! Perché se la Sabina è il luogo reale, amato intensamente dall’autrice e vissuto con spirito bucolico, oltre che come rifugio per ogni fuga da Roma, il mondo celtico rappresenta la dimensione ideale di riferimento, l’insieme di suggestioni che trasfigurando ogni cosa la rendono elemento d’arte e di poesia, la cifra un po’ esotica di cui si nutre il bisogno di magia».[3]

Fausta Genziana Le Piane
Fausta Genziana Le Piane

Riuscii a contattare la responsabile di questa rivista, Fausta Genziana Le Piane, con la quale inaugurai un veloce e frenetico scambio di mail che da subito perse ogni formalità per diventare ben presto una conversazione spigliata e interessante. Pubblicai un raccontino su questa rivista che poi mi venne gentilmente inviata a casa con mia grande soddisfazione. Nella stessa si dava principalmente spazio a notizie o ad appuntamenti legati al clima culturale che si concentra attorno a Casa Duir, a Casperia, in provincia di Rieti. Ho ben presto scoperto che Fausta Genziana Le Piane è aperta e sensibile alle varie arti: a partire dalla poesia, sino al racconto, dalla critica letteraria alla recensione, fino all’articolo giornalistico per non dimenticare anche il suo grande impegno nel campo della traduzione dal francese. Un’artista, dunque, impegnata a tutto tondo e compromessa con le varie forme artistiche ed espressive della quale, poi, nel tempo ho avuto modo di conoscere e leggere alcuni suoi testi: recensioni di libri, di film e qualche poesia che di tanto in tanto pubblicava sul suo blog letterario.

Nel 2010 la poetessa curò un libro contenente una serie di interviste fatte a grandi poeti della nostra epoca contemporanea, lavoro che di certo si è rivelato importantissimo e una delle fonti di ispirazione per un mio progetto antologico di interviste commentate ai poeti del secondo Novecento, di prossima pubblicazione.

Devo confessare che delle varie sillogi della poetessa ho avuto l’occasione di leggerne solo una, Gli steccati della mente (Penna d’Autore, 2009), una delle più recenti, oltre ad aver letto altre poesie pubblicate sul suo sito. Il commento che, dunque, mi sento di fare sulla sua poetica sarà principalmente concentrato su questa opera, conscio del fatto che una singola lettura può risultare insoddisfacente per dare un giudizio il più preciso possibile, ma sicuro anche del fatto che ogni poeta mette se stesso in ogni sua produzione: in ogni libro, in ogni poesia, in ogni verso.

“Gli steccati della mente” di Fausta Genziana Le Piane

Innanzitutto va detto che questo libricino –non arriva neppure alle quaranta pagine- è risultato vincitore del Premio “Le rosse pergamene” con questa motivazione di Anna Manna, Presidente del Premio: “Il verso di Fausta è quello dello sguardo adulto capace di smantellare gli steccati della psiche e scavare l’anima bambina”, ma va anche detto che si apre con una ricca nota introduttiva di Italo Evangelisti nella quale si analizza il tema del labirinto come rappresentazione della coscienza.

La poesia di Fausta Genziana Le Piane è lucida ed evocativa, a tratti essenziale, ma sempre caratterizzata dal punto di vista delle ambientazioni: si respira un fascino nei confronti dell’arte e architettura pre-cristiana con riferimenti al folklorismo celtico (la pietra celtica) e medievale (la figura del falconiere) e rimandi a luoghi quasi mitici e che ci immettono nella grande tradizione cavalleresca: l’isola di Saint Kilda, la collina di Tara, e che evocano ambientazioni degne di Camelot (si parla di «isola selvaggia»[4], di «bosco sacro di querce»[5], del «cerchio magico»[6]). Ma la sua poesia non è solo questo perché nel libro si dà spazio anche a liriche più intimistiche e personali, come quella dedicata alla madre o quella che, dando una immagine della sua Calabria natia, è dedicata a Pina Majone Mauro.

Un poeta non è tale se si esime dal narrare la realtà che lo circonda con i suoi drammi e le sue esigenze. Un intento sociale, critico o di denuncia nei confronti della società in cui il poeta vive è necessario non solo per evidenziare il suo rapportarsi agli altri, ma anche e soprattutto per indagarne il percorso di analisi e di ricerca che l’animo poetico fa. E a questo riguardo troviamo una poesia dai contenuti forti in questa raccolta e non potrebbe essere diversamente in quanto parla di morte, strage e annientamento; essa è “Beslan” ed è il doloroso ricordo della strage compiuta dai ceceni in una scuola dell’Ossezia del nord nel 2004. Impressionante e struggente il contrasto che la poetessa gioca tra «il primo giorno di scuola»[7], cioè l’inizio del nuovo anno scolastico, e «l’ultimo viaggio»[8], cioè l’ultimo giorno di scuola, ma anche l’ultimo giorno di vita sulla Terra. Morte e puzza d’esplosivo sono delle idee che la lirica non fornisce esplicitamente, ma che aleggiano nell’aria mentre leggiamo e ricordiamo le tragiche immagini che la stampa ci fornì in quei dolorosi momenti.

Il libro si raccoglie attorno a un raffinato percorso concettuale che la poetessa fa e che si realizza a partire dall’utilizzo di termini-tematiche quali la solitudine, la segretezza, il senso di chiusura: Fausta Genziana Le Piane parla, infatti, di “barriere”, “recinti” e di “steccati”, come il titolo stesso del libro suggerisce, ma trascende la materializzazione fisica dei concetti per fornirci pensieri e divagazioni che si librano leggere e incorrotte, al di là di ogni restrizione.

Note

[1] La parola “Kenavò” in celtico significa “arrivederci” e fa riferimento a un saluto di distacco che invita, però, i due attori a re-incontrarsi. Per la rivista si tratta, dunque, dell’invito a continuarla a seguire numero dopo numero.

[2] Fausta Genziana Le Piane è nata a Nicastro (CZ) nel 1951, ma da molti anni vive a Roma. E’ poetessa, scrittrice e giornalista. Si è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne con Specializzazione in Francese all’università “La Sapienza” di Roma nel 1974 e ha insegnato lingua francese per molti anni in ogni tipo di istituto, anche sperimentale. Ha curato le schede di lingua francese per la grammatica italiana comparata di Paola Brancaccio e adattato classici francesi per la scuola superiore: Légendes bretonnes, La Maison Tellier, La Vénus d’Ille. Ha collaborato con Il Giornale d’Italia,  la rivista Poeti e Poesia diretta da Elio Pecora, Il Corriere di Roma, Corus e Calabria Online; ha fondato la rivista bimestrale Kenavò nel 2011 che viene distribuita a Roma e in Sabina e che contiene il diario delle attività culturali che si svolgono a Casa Duir, a Casperia (RI) e parallelamente ha dato alla luce una serie di quaderni intitolati “I Quaderni di Casa Duir” (Enrico Benaglia, Il pifferaio magico; Artisti calabresi a confronto; Le fave dei Re ecc.). Ha pubblicato vari libri di poesia: Incontri con Medusa (Calabria Letteraria, 2000), La notte per la maschera (Edizioni del leone, 2002), Gli steccati della mente (Penna d’Autore, 2009; anche e-book) e Stazioni/Gares (Eventualmente, 2011). Con Tommaso Patti ha pubblicato la raccolta di racconti Duo per tre (Edizioni Associate, 2005; anche in e-book Dante Alighieri) alla quale è seguita una nuova pubblicazione a quattro mani dal titolo Al Qantarah-Bridge – Un ponte lungo tremila anni fra Sicilia e Cariddi (Calabria Editore, 2007). Sempre per la narrativa, da solista ha pubblicato La luna nel piatto (Edizioni Associate, 2001) con annesso un sedicesimo dedicato alla pittura di Pinella Imbesi, autrice della copertina e per l’attività giornalistica –dato che è iscritta all’Ordine dei Giornalisti dal 2004– ha curato un’edizione di interviste a poeti contemporanei dal titolo Interviste ai poeti d’oggi (Eventualmente, 2010; anche in e-book Dante Alighieri)[2]; si è inoltre occupata di critica (La meraviglia è nemica della prudenza, Invito alla lettura de “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza, Eventulmente, 2012; anche in e-book Dante Alighieri) mediante la scrittura di saggi, recensioni e articoli. E’ risultata vincitrice del Premio “Mediterraneo” per il libro edito Incontri con Medusa nel 2001; ha ottenuto il Primo Premio assoluto “Le rosse pergamene” per la silloge inedita nel 2005 e il Premio “Donna e Cultura”  per il Giornalismo nel 2007 e nel 2013; si è classificata quinta al XVI Premio Internazionale “Torre d’argento”, sezione Poesia, Comune Castelnuovo di Farfa (RI) nel 2002 ed ha ricevuto la Menzione Speciale al Premio Nosside per la poesia nel 2005. Alcune delle sue poesie sono state musicate dal compositore Giorgio Fiorletta mentre altre sono state oggetto di studio del professore Patrick Blandin, docente della Facoltà di Lingua e Cinema Italiano dell’Università di Tolosa e di Bordeaux. Sulla sua produzione hanno scritto Dante Maffia, Italo Evangelisti, Plinio Perilli, Massimo Colesanti, Giorgio Barberi Squarotti e vari altri scrittori, poeti e critici.

[3] Tommaso Patti, “Parliamo del quindicinale Kenavò o di Fausta Genziana Le Piane?”, Calabria Online.

[4] Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Torino, Penna d’autore, 2009, p. 17.

[5] Ibidem

[6] Ivi, p. 19.

[7] Ivi, p. 37.

[8] Ibidem

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