N.E. 01/2023 – “Libri”, poesia di Evaristo Seghetta Andreoli

Lascio i libri letti a metà

pagine scorse senza ricordo

senza rimorso

prive di paternità

consegnate all’ombra degli scaffali

e di quelle non lette nessun rimpianto

diari di vita altrove

giorni non vissuti

chiusi per sempre.

*

Questo testo viene pubblicato su questo dominio (www.blogletteratura.com) all’interno della sezione dedicata relativa alla rivista “Nuova Euterpe” a seguito della selezione della Redazione, con l’autorizzazione dell’Autore/Autrice, proprietario/a e senza nulla avere a pretendere da quest’ultimo/a all’atto della pubblicazione né in futuro. E’ vietato riprodurre il presente testo in formato integrale o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’Autore. La citazione è consentita e, quale riferimento bibliografico, oltre a riportare nome e cognome dell’Autore/Autrice, titolo integrale del brano, si dovrà far seguire il riferimento «Nuova Euterpe» n°01/2023, unitamente al link dove l’opera si trova.

N.E. 01/2023 – “Un libro”, poesia di Anna Santarelli

Immagine, estratto

di un percorso:

corpo e parola

appartenenti alla terra

palpito e pensiero

nella prova quotidiana

che si fa espressione

Tramite e contatto

offerta per l’altro

per chi si accosta

in ascolto si pone

e si lascia condurre

da altro discorso

Nel gioco di specchi

è la bellezza di un libro

nelle azioni di riflesso

In molteplici sfumature

di luce, in mille accenti

è il potere di un libro

*

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N.E. 01/2023 – “Ardeva nella casa”, poesia di José Russotti

Ardeva nella casa

Il desiderio di chi non aveva colpa.

Là dentro stavano stretti

come spilli inchiodatati al soffitto

eguagliati dalla stessa sorte.

Il cuore fuggiva per le strade

lontano dalla bocca del demonio

che vomita bestemmie

mentre di lacrime cosparge il mondo. 

Ma poi

quando l’ardore arrivò alle labbra

si strinsero così forte

da non sentire più dolore.

Amarezza eterna

fino alla fine del mondo

fino alla fine degli occhi

che guardano quelli dell’amata;

avvinghiati senza parole

si ritrovarono

fiato nel fiato

senza mai cessare d’amarsi

nel silenzio prima che cali il buio.

*

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N.E. 01/2023 – “Libro”, poesia di Paolo Ruffilli


Memoria e magazzino:
la sorgente, nel cuore
della vita, il laccio e
uncino, il continente
che addita a ruota
il divieto e la licenza
amore e disamore
gioia e rimpianto.
L’ostacolo abbattuto
infranto, nel sé
volato intanto
sul magico tappeto.
L’essenza chiusa
in scatola, il puro
distillato, senza più
la scoria, disossato.
Con il suo pilota
entrato nel sommergibile
in giro per il mare
dei piccoli caratteri
sottratti alla deriva
dal filo di una storia.

*

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N.E. 01/2023 – “Quel povero io”, poesia di Simona Riccialdelli

Quel povero io potente e dirompente

inciso nel libro del cuore

nel grembo di ogni madre si fermenta.

Liquido a formare pagine d’amore

plasmate dal Divin volere

nella potenza immensa l’essere cresce e si espande.

Specchiandosi nel lago d’emozioni

prenderà forma e corpo

nel tempo destinato al traguardo.

Così si eleva l’essere,

sentiero sconosciuto e perfetto,

sormontando acque che riportano alla terra.

Percorrendo ogni vita,

l’io si fa grande

nella sua folle voglia di potere.

Come un pazzo cade sempre

in quella fossa oscura d’illusione

sentendosi Re di tutti gli specchi.

*

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N.E. 01/2023 – “L’anima, questo dura”, poesia di Maria Pia Quintavalla

(l‘anima, questo dura: dire che è, che fu così,

che fu per sé, per sempre dire)

                                                                                                         

Sogno di quella me, di quella forza

per sollevarla al cielo con un accento, il mio –

avvenuto nuovo

nel germogliare lei dalle mie mani, io

dal suo tronco

come viticci aperti in una pianta sola

lei donna, io Demetra e lei piccola Core,

giù nell’ade nostrum

E ancora, inizi: i giorni e i tempi nuovi

che baciati attendono, lei aspettava,

lavava i giorni dal passato nell’acqua del futuro

e si tuffava, felice al suo fluire.

                                      Una loro oro punta è detta là, il  f i or i r e  in cielo

                                      di passiflora e quercia, o di sambuco

così che il primo  n o i  diventi luce

e immensità del cuore, se non già nostre,

a mani e piedi già divise,   s i a m o   n a t e.

Il canto degli uccelli non è poi natìo, è

                                                                                                                                                                                                         q u i  dentro  n o n  già  del  nostro  cielo.

   Avremo bisogno di sorgenti vive,  n o i  

   di racconti  dove la storia ci sistemi,

   intime e care,  abitare per noi la stessa luce.

*

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N.E. 01/2023 – “Riflessione”, poesia di Patrizia Pierandrei

Nei libri traspare l’anima dello scrittore,

che vuole dimostrare agli altri

la propria sensibile coscienza,

per essere una costante presenza

nella vita con un’importante esperienza.

Sorgendo l’idea dalla sua testa,

che pensa di restare in cresta,

si esprime nella vena scritta

la sua forza di espressione,

che viene forgiata con le parole

di un saggio parlatore.

Ricordi ed emozioni si traducono

in versi e frasi composte

da forme e sintassi logiche,

per esternare con enfasi

la storia della filiale conoscenza,

che danno la vera trasparenza

di una personalità eccezionale,

che sa usare con sapienza

la sua capacità di immortalare

le vicende delle proprie persone care.

Con mano chiara ed aperta

si dona il cuore del personaggio,

che sa sentire con coraggio

il lento fluire della linfa nello scenario

di uno spettacolo straordinario.

Continuo è il suo divenire,

per il suo anelito di scrivere,

per poter comporre una romanza senza fine,

dove si possa tessere il filo, che non può appassire.

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N.E. 01/2023 – “Il dono della poesia”, poesia di Wanda Pattacini

Guardavo:

cercavo l’Essenza, inafferrabile dietro la mutevole apparenza.

Crescevo:

scoprivo la mia Anima nuda

vestita di parole inattese.

Leggevo:

trovavo il riflesso della vita di ognuno,

dono svelato quando il Tempo è maturo.

Sentivo:

percepivo le note dei bianchi e dei neri

fuse nel grigio indistinto, colore del Vuoto.

Vedevo:

intuivo gli Istinti macchiati di sangue,

sepolti sotto la neve di Inverno, scioltasi a Marzo.

Lascio che sia:

ho compreso il Dualismo dell’Essere e percorso sentieri binari su terreni franosi

cementati da radici, verdi e profonde.

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N.E. 01/2023 – “Le tragedie a son pì parëssante ancheuj che ’n sle stagere d’Atene”, poesia di Dario Pasero

Poesia nella parlata piemontese della zona centrale del saluzzese (nord-ovest della prov. di Cuneo)

Malfé tiré a nent ij dëscambi dl’asar

dj’anlev dësparì an sle stërnìe, pèj d’Alcesti,

tragedie an quatr part sensa sërvan nì drama,

dëstin dij cap ëd chité le soe marche

an minca maginativa ’d cacam e ’d savant

tan’ dësleivà ’nt soa ment da chërde d’avèj

ant lor midem na cocarda archincà d’ipse dixit,

goliard am parëss ës nòst temp giumai patàu

ëd purità e ’d coefin divòt ëd sauteri

Im ëspërfondo darera dla coefa dle Grande

a deurve sensa gena la vrera dël temp, istess

d’una pata ch’as plongia ant un tompi ’d cassin-e

për arporté a la ment le listòrie ’d magàu e fitàire.

Le tragedie sono più presenti oggi che sui palcoscenici d’Atene

Difficile azzerare gli scambi della sorte/ degli allievi perduti sui selciati, come Alcesti,/ tragedie tetralogiche senza satiri né drammi,/ destino degli eroi di lasciare le proprie orme/ nell immaginario comune di sapientoni e di intellettuali/ dal cervello talmente sciolto da credere di avere/ in se stessi una coccarda ornata di ipse dixit;/ bulimico mi appare questo nostro tempo privo ormai/ di catarsi e di veli pietosi di salteri// Mi sprofondo dietro il velo delle Nonne/ per aprire senza paura l’imposta del tempo, come/ uno straccio che si bagna in un abisso di cascine/ per riportare al ricordo le storie di bidenti e fittavoli.

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N.E. 01/2023 – “Scrivo le mie parole”, poesia di Gabriella Paci

Scrivo le mie parole perché non

si perdano nel vento della dimenticanza

e perché qualcuno le respiri 

e ne faccia ossigeno per i giorni

senza aria nel chiuso della mente.

Scrivo le mie parole per specchiarmi

nel riflesso iridescente che tracima

dalla pagina dove si annidano in

perfetto dedalo di stelle e tempesta

emozioni pescate nella rete  della

anima che  preme per farne voce

a  dire che siano conchiglie sulla battigia

a ricordo di ciò che sta dentro il mare.

Scrivo le mie parole per farne un diario

dove i giorni non volino via come

foglie nel calpestìo di frettolosi passi

ma per poter leggere ancora pensiero

che sia segno di ore vissute altrove

alla ricerca di approdi sperati e di lotte

nella conquista di un tempo che sfugge

e per potermi specchiare nella vita …

ancora …. ancora.

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N.E. 01/2023 – “Un fiammifero nel buio” di Giuseppe Napolitano

Non va in pensione (il poeta)

ma nemmeno in ferie – lavora

ostinato al suo compito: dare

luce (un fiammifero nel buio!)

a chi non sa come godere dei giorni

il bene delle ore che nell’ombra

indifferente svaniscono perdute

Artigiano paziente si accontenta

di oggettini che sappiano stupire

lo sguardo pigro di chi vive l’abitudine

e incontentabile vorrebbe nuovi giochi

A quale prezzo e ristoro di un momento

che in punta di parola si apre un varco

e traguarda un nuovo limite alla vita.

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N.E. 01/2023 – “Restare”, poesia di Alessandro Monticelli

Restare nelle crepe delle cose

dove entra la luce

nelle cicatrici

dove trovano riparo le verità.

Restare nel sedimentare e nel redimere

nell’impossibilità del perdono

nella forza residua e testarda

di un antico suono.

Restare in quel vissuto

intenso, denso, assoluto

che è l’inizio di ogni cosa

In chi ti somiglia non negli occhi

Ma nel respiro.

Restare come destino

per chi custodisce come reliquie

avanzi di cibo e di vino.

Restare per avvertire il petricore

Una domenica mattina

sotto un cielo di teatro e di stupore

affacciato su questo nulla

E costretto all’essenziale.

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