Al cuprense Giorgio Voltattorni, stimato incisore, il Premio “Alla Carriera” del Premio Torregiani

Sabato 10 settembre a Porto Recanati (MC) presso la Pinacoteca Civica “Moroni”, sita all’interno del Castello Svevo, si è tenuta la cerimonia di premiazione del VI Premio Nazionale “Novella Torregiani” – Letteratura e Arti Figurative dedicato al ricordo della celebre poetessa, scrittrice, fotografa e maestra portulana Novella Torregiani Grilli (1935-2015) organizzato dall’Associazione Culturale EUTERPE APS di Jesi (AN) con il beneplacito della famiglia.

Durante l’evento è stato consegnato – fuori concorso – il Premio alla Carriera al poeta e incisore Giorgio Voltattorni M. Precedenti premiati “alla Carriera” nelle altre edizioni del Premio sono stati, nell’ordine, il critico d’arte recentemente scomparso Armando Ginesi, la scrittrice e indigenista Loretta Emiri, l’artista e incisore Ottorino Pierleoni, il fotografo Riccardo Gambelli e la scrittrice e poetessa Antonietta Langiu.

PORTO RECANATI (MC) – Pinacoteca Civica “Moroni”, 10 settembre 2022 – Uno scatto della premiazione del VI Premio “Novella Torregiani”. Da sx: Lorenzo Spurio (Presidente Euterpe APS), il poeta e incisore Giorgio Voltattorni M. (Premio alla Carriera), Emanuela Antonini (Presidente del Premio) e Sergio Camellini (Presidente Onorario del Premio per le sezioni letterarie)

Questa la motivazione del conferimento del Premio alla Cultura attribuito a Giorgio Voltattorni M. stilata dal poeta e critico letterario Lorenzo Spurio, Presidente di EUTERPE APS, letta durante la premiazione:

L’organizzazione di questo concorso letterario e artistico ha deciso di conferire il Premio Speciale (fuori concorso) “Alla Carriera” al poeta, critico d’arte e incisore Giorgio Voltattorni M. di Cupra Marittima (AP) ritenendo che il suo lungo e poliedrico percorso nel mondo della cultura regionale e non solo abbia tracciato un segno distintivo fatto di alta qualità, spessore, grande serietà, autentico impegno morale e precisione. Ingredienti, questi, così rari da trovare amalgamati insieme nel clima indistinto e rumoroso della cultura odierna nella quale Voltattorni è senz’altro inserito in consonanza alla sua natura di uomo mite e modesto, tendenzialmente improntato a eludere – o a rifiutare – posizioni che lo porrebbero troppo alla ribalta.

La sua duplice natura di poeta – tanto in lingua italiana che nel suo dialetto di Marano, che è il borgo antico di Cupra Marittima, nell’Ascolano – che amante, conoscitore e fine critico d’arte e artista – acquafortista in particolare – ha permesso di maturare la nostra convinta scelta di attribuirgli il Premio alla Carriera di questa edizione del concorso che, per l’appunto, è rivolto tanto alla letteratura quanto alle arti figurative.

Per poter comprendere quale è stato il percorso del Nostro che lo ha condotto sino ai nostri giorni, quali sono stati i suoi impegni principali nel mondo dell’arte uniti a un grande spirito di continua ricerca e di studio attento, risulta senz’altro utile parlare un po’ di lui. Questo consentirà alla platea qui raccolta di conoscerlo meglio o approfondire i suoi tanti interessi che ne fanno uno tra gli intellettuali delle nostre Marche plurali più interessanti, versatili e arricchenti per il panorama culturale collettivo.

Giorgio Voltattorni M. nasce a Cupra Marittima (AP) nel 1959. Risiede nell’antico borgo medievale di Marano (Cupra Marittima alta) del quale parla, scrive e difende alacremente il dialetto, la storia e le tradizioni folkloriche locali. Ha compiuto studi di carattere artistico e ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Macerata.

Quale poeta ha pubblicato i libri: Resti, Viversi e Pietre (Tipografia Elegraf, San Benedetto del Tronto, 1980), Altri baci (Rimoldi Grafiche, Cupra Marittima, 1983), Frammenti apocrifi (n.d., Cupra Marittima, 1987), Bestiario umano (Stamperia dell’Arancio, Grottammare, 1991) ed Elegie scalze (Ediland, San Benedetto del Tronto, 2018). Per la poesia in dialetto ha pubblicato: ‘Mbù de vènde tra le frónne / Un po’ di vento tra le foglie (Il pozzo nuovo, Venezia, 2021) e ‘Sté paròle de fanghe / Queste parole di fango (Il pozzo nuovo, Venezia, 2022).

Nel 1979 a San Benedetto del Tronto (AP) figura tra i fondatori del gruppo artistico “L’Acerba” assieme a Paolo Annibali, Francesco Del Zompo e Carlo Marchetti.

Nel 1987, assieme a Eugenio De Signoribus e a Luciano Bruni, ha fondato la rivista “Hortus”, semestrale di poesia e arte che ha diretto fino al 1991.

Continua e meticolosa la sua perlustrazione nel mondo dell’arte contemporanea della nostra Regione, che gli ha permesso di conoscere e di divenire amico (coltivando anche corrispondenze in parte pubblicate recentemente) con artisti di primo piano del Secolo scorso e della nostra contemporaneità. Questo fertile e continuo dialogo con l’arte lo ha portato alla lavorazione e scrittura di vari testi di carattere saggistico tra cui vanno annoverati: Le forme dello spirito (Stamperia dell’Arancio, Grottammare, 1993) sul pittore e incisore Carlo Marchetti (Offida, AP, 1956); Segni dall’infinito (Ediland, San Benedetto del Tronto, 2009), una monografia dedicata al pittore Nazzareno Agostini (Pagliare di Spinetoli, AP, 1950); L’assedio della parola (Cristoforo Colombo Librario, Ancona, 2011), una raccolta di studi sullo scultore Valeriano Trubbiani (Macerata, 1937 – Ancona, 2020); il recente volume Le Marche, l’arte plurale. 2 poeti e 45 artisti marchigiani (Il pozzo nuovo, Venezia, 2022) nel quale ha fornito suoi ricordi e analisi personali di alcune opere di geni indiscussi dell’arte figurativa e scultorea della nostra regione e la rievocazione di alcuni momenti di condivisione avuti con alcuni di essi. Nel volume sono inseriti, tra gli altri, l’incisore Luigi Bartolini (Cupramontana, 1892 – Roma, 1963), il pittore maceratese Gino Bonichi – noto come “Scipione” – membro della Scuola Romana (Macerata, 1904 – Arco, TN, 1933), il ritrattista Danilo Interlenghi (Fermo, 1921-2019), gli scultori Arnaldo Pomodoro (Morciano di Romagna, RN, 1926) e Valeriano Trubbiani, sino ai pittori Orfeo Tamburi (Jesi, AN, 1910 – Parigi, 1994) e Arnaldo Ciarrocchi (Civitanova Marche, MC, 1916-2004), solo per citarne alcuni.

Tra le curatele da lui prodotte figurano un’antologia di testi poetici sullo scultore Valeriano Trubbiani, Sigillaria (Cristoforo Colombo Libraio, Ancona, 1992) e una silloge di lettere inedite di intellettuali e artisti tra cui Marinetti, Morandi, Soffici, Bartolini e altri dedicate allo scrittore Leonardo Castellani dal titolo Caro Castellani (Andrea Livi, Fermo, 1993). Suoi testi sono presenti in antologie e riviste.

Medaglia d’oro “Una vita per l’arte” conferita al Premio di Poesia “Tronto” a Colli del Tronto nel 1996.

Complimentandoci per il suo intenso e prestigioso percorso culturale, quale poeta, amante della storia locale, studioso, attento demologo della sua realtà linguistica e folklorica, quale critico d’arte, artista rinomato, acquafortista di gran pregio e di unanime riconoscimento con varie mostre all’attivo, la presidenza di questo Premio ha deciso di conferire il Premio alla Carriera.

A consegnare il Premio attribuito a Voltattorni sono stati Lorenzo Spurio (Presidente Euterpe APS), Emanuela Antonini (Presidente del Premio) e Sergio Camellini (Presidente Onorario per le sezioni letterarie). Le Commissioni di Giuria erano presiedute da Carmen De Stasio (sezioni letterarie: poesia in italiano e dialetto, racconto e haiku), Melita Gianandrea (pittura) e Lorenzo Cicconi Massi (fotografia).

LORENZO SPURIO

Il 5 dicembre a Jesi una conferenza su Amedeo Modigliani, tra arte e letteratura

Domenica 5 dicembre presso la Sala conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi (ingresso da Via Francesco di Giorgio Martini) si terrà l’evento “Amedeo Modigliani, l’uomo e l’artista” voluto e organizzato dall’Associazione Culturale Euterpe di Jesi. Esso segue un percorso di appuntamenti sull’arte contemporanea che, in precedenza, ha visto la trattazione di opere dell’artista Gustave Klimt con una conferenza tenutasi nel 2019.

Nel 2020 si sono celebrati i cento anni dalla morte del geniale pittore livornese ma, a causa delle limitazioni dettate dall’emergenza Coronavirus, non è stato possibile organizzare un evento per ricordare la grandezza dell’artista noto per i nudi femminili, le figure filiformi e per essere stato amico e collega di importanti artisti di spicco, tra pittori e intellettuali, del secolo scorso.

La vita e l’opera artistica di Modigliani sono state raccontate da sempre attraverso la leggenda e il mito, nati alla morte dell’artista. Inquieto e capriccioso, Modigliani ha incarnato quel modello perfetto di “pittore maledetto”. Le sue opere parlano, però, un linguaggio perduto di ricerca “classica” e di impenetrabile tensione verso la perfezione. Spesso nei ritratti di donne o nelle sue sculture gli occhi ermetici e socchiusi raccontano storie che portano in sé qualcosa di tragico e fatale, un po’ come la parabola della sua esistenza che sappiamo essere stata costellata di esperienze irripetibili, inquieta malinconia e da un epilogo intenso e drammatico.

L’iniziativa, che si terrà con il patrocinio morale del Comune di Livorno, di Jesi Cultura e della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, verrà presentata dalla poetessa e scrittrice Marinella Cimarelli (Consigliere Ass.ne Euterpe) e vedrà la conferenza della prof.ssa Monia Fratoni, storica dell’arte, dal titolo “Amedeo Modigliani. Lo sguardo altrove” che si snoderà con l’ausilio di opportune diapositive atte a mostrare e commentare alcune delle opere più importanti di Modigliani.

Ad arricchire il pomeriggio artistico saranno anche alcuni contributi letterari tra i quali alcuni inediti (sia poetici che estratti di una scenografia) del noto poeta Dante Maffia (candidato in passato al Premio Nobel) e socio onorario da anni dell’Associazione Culturale Euterpe dedicati all’amore tra il pittore livornese e la tormentata poetessa russa Anna Achmatova. Tali brani saranno letti da Roberta Javarone, come pure quelli di alcuni estratti di racconti dell’antologia “Il grande racconto di Modigliani” (Edizioni della Sera, Roma, 2020) cura di Monia Rota dove figura, tra gli altri, il racconto “Alice” dello scrittore e Consigliere dell’Associazione Euterpe Stefano Vignaroli.

Modigliani, dunque, non solo celebrato artista ma anche esponente centrale nello sviluppo di un fermento culturale attivissimo, tanto nella capitale francese degli anni Venti che in seguito. Il critico letterario Lorenzo Spurio, presentando gli inediti di Maffia, traccerà brevemente il variegato e florido contesto letterario nel quale Modigliani a lungo lavorò a contatto con intellettuali di prim’ordine, con attenzione all’amore travolgente e tormentato con la poetessa russa Anna Achmatova (1889-1966).

Gli interventi musicali – alla chitarra – saranno a cura del Maestro Massimo Agostinelli.

Per partecipare alla serata è richiesta la prenotazione unicamente mediante mail all’indirizzo: ass.culturale.euterpe@gmail.com dove si dovrà indicare nome e cognome delle persone che parteciperanno e numero di cellulare. Data la riduzione dei posti in sala, riceveranno la conferma di prenotazione coloro che, in ordine cronologico, rientreranno nella platea di posti liberi. Al luogo dell’evento si accederà solo dietro conferma di prenotazione, mediante esibizione del Green Pass, misurazione della temperatura e mascherina indossata.

Info:

www.associazioneeuterpe.com

ass.culturale.euterpe@gmail.com

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Sabato 18 sett. a Porto Recanati la premiazione del 5°Premio “Novella Torregiani”

Si terrà sabato 18 settembre 2021 nel pomeriggio presso la prestigiosa Sala della Pinacoteca “Attilio Moroni” di Porto Recanati (MC), sita all’interno del Castello Svevo (Piazza F.lli Brancondi), l’attesa cerimonia di premiazione della V edizione del Premio Nazionale “Novella Torregiani – Letteratura e Arti Figurative”. Il premio gode dei patrocini morali della Regione Marche, dell’Assemblea Legislativa delle Marche, delle Province di Ancona e Macerata e dei Comuni di Recanati e Porto Recanati.

La competizione artistico-letteraria dedicata al ricordo della celebre maestra, poetessa, scrittrice, fotografa e promotrice culturale portulana Novella Torregiani (1935-2015), autrice di varie opere tra cui “Stelle de maru” (2012) e “Nughe, rughe, fughe” (2014),è organizzata annualmente dall’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (AN) ed è presieduta dall’ideatrice, la poetessa e biologa Emanuela Antonini.

L’edizione corrente del Premio ha visto quali presidenti di giuria Rosanna Di Iorio per le sezioni letterarie (poesia in italiano, poesia in dialetto, haiku e racconto), Lorenzo Cicconi Massi per la sezione fotografia, Melita Gianandrea per la sezione pittura con il noto poeta Sergio Camellini quale Presidente Onorario del Premio.

Tra i vincitori assoluti di questa edizione figurano Vittorio Di Ruocco di Pontecagnano (SA) per la sezione poesia in italiano; Daniela Gregorini di Ponte Sasso di Fano (PU) per la sezione poesia in dialetto; Ornella Vallino di Ivrea (TO) per la sezione racconto; Marianna Pacino di Bitonto (BA) per la sezione haiku; Carla Colombo di Imbersago (LC) per la sezione pittura e Giovanni Conti di Olginate (LC) per la sezione fotografia.

Durante l’evento, appositamente organizzato in due turni di entrata per le sole persone che hanno prenotato l’accesso, dopo gli interventi istituzionali e un saluto-ricordo da parte dei familiari della Torregiani, si terranno intermezzi musicali a cura del Maestro Massimo Agostinelli e verrà conferito il Premio alla Carriera alla poetessa e scrittrice Antonietta Langiu (nata a Berchidda, in Sardegna, nel 1936 e residente da tanti anni nel Fermano), nota anche come saggista sulla scrittrice e partigiana Joyce Lussu (1912-1998) della quale fu assidua frequentatrice e amica.

In linea con la normativa vigente e con le relative misure di distanziamento sociale l’evento non sarà aperto al pubblico ma sarà accessibile solo da parte degli organizzatori, della giuria, dei membri della famiglia Torregiani e dei premiati che hanno preventivamente fornito la loro prenotazione all’Associazione e unicamente mediante esibizione del Green Pass e misurazione della temperatura. L’accesso a terzi, per i sopradetti motivi, non sarà consentito.

INFO:

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Mail art, “Quintessenza della comunicazione creativa” (R. Maggi), inaugura il 25/07 nel Bergamasco

Il progetto Mail Art quintessenza della comunicazione creativa curato da Ruggero Maggi verrà presentato al Museo dei Tasso e della Storia postale, con il sostegno morale del Museo Storico della Comunicazione di Roma e il patrocinio del Polo Culturale “Mercatorum e Priula / vie di migranti, di artisti, dei Tasso e di Arlecchino”, dal 25 luglio al 26 settembre 2021.

INAUGURAZIONE – DOMENICA  25 LUGLIO 2021, ORE  17:00

Arte è comunicazione e l’arte postale può essere quindi considerata la quintessenza della comunicazione creativa, offrendo contatti con il mondo intero attraverso il contenuto di una semplice busta.

Cartoline, francobolli, buste… sono gli elementi principali della Mail Art, ma non solo, c’è anche una bella dose di anticonformismo, di decontestualizzazione di immagini e di oggetti, di scardinamento di regole e canoni, ringraziando Marcel Duchamp e Piero Manzoni. Prevale il desiderio di non conformarsi ad un mercato (quello dell’arte, per intenderci) che quasi sempre inibisce la vera ricerca artistica.

La Mail Art non si fa per soldi, non si fa per la fama… si fa… si vive… è emozione… emozione di ricevere buste che sono vere e proprie opere d’arte, emozione nell’aprirle e scoprire ciò che contengono, inaspettati tesori contenuti da altri tesori che in certi casi provengono dall’altra parte del mondo, con impressi i segni del lungo viaggio che fanno parte della loro storia. Un “network eterno” – così la definì Robert Filliou – aperto a tutti, artisti e non: è proprio questo il grande scardinamento rappresentato dalla Mail Art.

Mentre Marcel Duchamp con i suoi ready-made dimostrava che tutto poteva essere arte e che ogni oggetto possedesse perciò in sé la “matrice” poetica in grado di decontestualizzarlo come opera d’arte, la Mail Art permette a chiunque l’accesso ad un nuovo mondo di comunicazione creativa e a una libera circolazione di idee, arte e cultura underground.

Aspetto sociale della Mail Art sempre presente nel lavoro di molti Networkers come Clemente Padín che per esso si è battuto sino al limite estremo della propria libertà personale, finendo in carcere per vari anni durante la dittatura militare in Uruguay negli anni ’70. Altri artisti postali portavoce di questa intrinseca “vocazione” della Mail Art verso un atteggiamento critico nei confronti dell’establishment culturale e politico sono stati senz’altro i russi Serge Segay e Rea Nikonova che, nonostante la censura di quel periodo storico, fondarono il primo Museo sovietico di Arte Postale ad Eysk, che ebbi il privilegio di inaugurare con una mia mostra nel 1989.

La Mail Art ha una spiccata inclinazione per la non-ufficialità, in cui ha valore la relazione intrinseca tra il mittente, l’oggetto spedito e il destinatario.

L’arte postale glocale è parte integrante di un processo di globalizzazione culturale che si estrinseca a livello locale mediante l’azione che ogni artista postale compie attraverso una fitta rete di contatti, come una babilonica torre dai destini incrociati. In questo vero e proprio network mondiale si è raggiunto uno stadio particolare di fare, anzi vivere l’arte.

Il mezzo più frequente per ottenere questi rapporti capillari è costituito appunto dalla Mail Art che abbraccia il mondo intero. Il mailartista è come la tessera di un formidabile mosaico in uno sconfinato universo di energie poetiche.

La sua funzione è unica, poiché unico è il suo collocamento all’interno del network stesso con le relative connessioni con altri artisti.

Recentemente sono stato invitato a parlare di Mail Art al Tavolo dei “postali” organizzato da Fabio Bonacina presidente dell’Unione Stampa Filatelica Italiana e dal Museo Storico della Comunicazione e, per l’occasione, ho presentato un QRcode Mailartistamp che, una volta attivato, può sintonizzarsi su un mio video sulla storia della Mail Art. (Ruggero Maggi)

La mostra è dedicata a Adriano Cattani, amato direttore del Museo.

Museo dei Tasso e della Storia postale

Sala Mercatorum | Portici di Cornello | Camerata Cornello | Bg

MAIL ART – quintessenza della comunicazione creativa

progetto internazionale di Arte Postale di Ruggero Maggi

25 luglio – 26 settembre 2021

INAUGURAZIONE – DOMENICA  25 LUGLIO 2021, ORE  17:00

Da mercoledì a domenica

Orari di apertura | 10:00 – 12:00 | 14:00 – 18:00

Giorni di chiusura | lunedì e martedì

info | www.museodeitasso.com | 0345 43479 | info@museodeitasso.com

Al via la ottava Ragunanza di Poesia, Narrativa e Pittura – Presidente: Michela Zanarella

BANDO DI PARTECIPAZIONE

L’Associazione di Promozione Sociale ‘Le Ragunanze’ con il patrocinio morale del Consiglio Regionale del Lazio, Roma Capitale XII Municipio, Ambasciata di Svezia, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Golem Informazione, Associazione Culturale Euterpe, , Leggere Tutti, ACTAS, Premio internazionale di Poesia & Narrativa Città di Latina promuove la 8^ Ragunanza di “POESIA, NARRATIVA e PITTURA”.

La partecipazione è aperta a tutti coloro che, dai 16 anni in su – per i minorenni è necessaria l’autorizzazione dei genitori o di chi ne fa le veci – senza distinzioni di sesso, provenienza, religione e cittadinanza, accettano i tredici (13) Articoli qui di seguito specificati. La frase sopra menzionata “per i minorenni è necessaria l’autorizzazione dei genitori o di chi ne fa le veci“  vuol dire che chi non ha compiuto 16 anni può partecipare alla settima ragunanza, previa l’autorizzazione scritta e firmata da entrambi i genitori che dovranno allegare alla loro autorizzazione la fotocopia della loro carta d’identità.

I nostri GIURATI, i cui nomi saranno resi noti solo a conclusione della votazione, valuteranno gli scritti pervenuti e le opere pittoriche (in foto) spedite per e-mail, a loro insindacabile giudizio! Il REGOLAMENTO per la 8^ Ragunanza di POESIA, NARRATIVA & PITTURA, prevede quattro sezioni:

I sez.: POESIA INEDITA “NATURA-MEDITERRANEO”

II sez.: SILLOGE DI POESIA EDITA “A TEMA LIBERO”

III sez.: NARRATIVA LIBRO “A TEMA LIBERO”

IV sez.: PITTURA “A TEMA NATURA O A TEMA LIBERO”

La tematica di tutte e quattro le sezioni, trattandosi di “ragunanza”, termine in uso nell’Arcadia di Christina di Svezia, dovrà almeno contenere dei riferimenti alla natura che ci accoglie.

Per la I sezione, la POESIA “NATURA-MEDITERRANEO”, che sarà da Voi scritta, nel rispetto della sintesi poetica, dovrà ricordare i dettami dell’Arcadia, il valore della natura, filtrati dagli eventi attuali che coinvolgono, modificano, distruggono i quattro elementi della nostra madre Terra e lo spirito di tutti coloro che si prodigano per la salvezza ed il recupero dell’ambiente e in particolare del Mare Mediterraneo.

Per la II sezione, la SILLOGE DI POESIA EDITA “A TEMA LIBERO”, che sarà da Voi già stata pubblicata (o da Casa Editrice o in proprio) e che decidete di far partecipare a questa VIII Ragunanza, si presenterà quindi come un libretto, potrà trattare qualsiasi tematica, essendo “A TEMA LIBERO”, e potrà spaziare su temi alti dell’esistenza, su temi universali, che abbraccino il genere umano.

Per la III sezione, NARRATIVA LIBRO “A TEMA LIBERO”, che sarà da Voi già stato pubblicato (o da Casa Editrice o in proprio) e si presenta quindi in forma di libro, potrà trattare qualsiasi tematica, essendo “A TEMA LIBERO”, e potrà spaziare su temi alti dell’esistenza, su temi universali e filosofici, che abbraccino il genere umano.

Per la IV sezione, PITTURA “A TEMA NATURA O TEMA LIBERO” si tratta di un’opera pittorica, realizzata con qualsiasi tecnica e che verrà inviata per e-mail al giudizio, in formato jpg come fotografia; l’opera potrà trattare qualsiasi tematica, essendo “A TEMA NATURA O LIBERO”, e potrà spaziare su temi alti dell’esistenza, su temi universali e filosofici, che abbraccino il genere umano. Quell’opera pittorica scelta, qualora risultasse tra i vincitori, dovrà essere portata dall’autore in originale, per essere esposta nelle tre ore della cerimonia di premiazione.

Art.1 Si richiede per la 8^ Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA, che il testo della poesia sia di massimo 36 versi e scritto in Times New Roman, a carattere 12 o 18 e che si rispettino in tutte le loro parti i 13 Articoli, i quali specificano le norme, i diritti, i requisiti e le leggi di questo regolamento.

Art.2 La POESIA della sezione “NATURA-MEDITERRANEO” dovrà essere inedita e, per concorrere, andrà spedita via e-mail a apsleragunanze@gmail.com indicando e specificando la sezione da voi scelta in questo modo:

Ottava Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA

Sezione I: POESIA INEDITA “NATURA-MEDITERRANEO”

1.La POESIA sarà ammessa solo ed unicamente con il nome, cognome, contatto telefonico ed e-mail di rintracciabilità del partecipante al concorso. I dati del concorrente sopra indicati andranno scritti in un foglio “a parte” e spediti insieme al foglio dove sarà scritta la Vostra POESIA che concorrerà.

Ai nostri giurati sarà fatta pervenire la POESIA in forma anonima.

2.La “SILLOGE DI POESIA EDITA A TEMA LIBERO”, per concorrere, andrà spedita in pdf via e-mail a apsleragunanze@gmail.com indicando e specificando la sezione da voi scelta in questo modo:

Ottava Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA

Sezione II: POESIA “SILLOGE DI POESIA EDITA A TEMA LIBERO”

La SILLOGE già pubblicata – o da Casa Editrice o in proprio – sarà ammessa solo ed unicamente con il nome, cognome, contatto telefonico ed e-mail di rintracciabilità del partecipante al concorso; questi dati saranno scritti su foglio a parte, che conterrà i dati ulteriori dell’Autore, nonostante appaia sul libro solo il nome ed il cognome dell’Autore della Silloge.

La Silloge di poesia, il libro, potrà essere spedita a scelta del partecipante, o con Raccomandata R/R o con piego di libri in una (1) unica copia a: A.P.S. “Le Ragunanze” c/o Michela Zanarella – Via Fabiola, 1 – 00152 Roma.

Congiuntamente dovrà comunque e pertanto arrivare, in pdf la Vostra silloge alla e-mail: apsleragunanze@gmail.com indicando nell’oggetto la sezione ovvero: sezione POESIA “SILLOGE DI POESIA EDITA A TEMA LIBERO”

Nel foglio inserito nella busta, che conterrà la silloge (il libretto), dovranno essere specificati i dati dell’autore: nome, cognome, contatto telefonico ed e-mail di rintracciabilità del partecipante al concorso.

3.Il LIBRO DI NARRATIVA “A TEMA LIBERO”, per concorrere, andrà spedito in pdf via e-mail a apsleragunanze@gmail.com indicando e specificando la sezione da voi scelta in questo modo:

Ottava Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA

Sezione III: NARRATIVA LIBRO “A TEMA LIBERO”

ovvero, il Vostro romanzo, la Vs opera, potrà riguardare tematiche varie, essendo “A TEMA LIBERO” e potrà spaziare su temi alti dell’esistenza, su temi universali e filosofici che abbraccino il genere umano, i sentimenti, oltre alla fauna che regna nel nostro pianeta Terra. Il libro già pubblicato – o da Casa Editrice o in proprio – sarà ammesso solo ed unicamente con il nome, cognome, contatto telefonico ed e-mail di rintracciabilità del partecipante al concorso; questi dati saranno scritti su foglio a parte, che conterrà i dati ulteriori dell’Autore, nonostante appaia sul libro solo il nome ed il cognome dell’Autore del romanzo di narrativa a tema libero.

Il libro, potrà essere spedito, a scelta del partecipante, o con Raccomandata R/R o con piego di libri in una (1) unica copia a: A.P.S. “Le Ragunanze” c/o Michela Zanarella – Via Fabiola, 1 – 00152 Roma.

Il Vostro libro “a tema libero” sarà fatto pervenire ai Nostri giurati in pdf e sarà esposto nel giorno della Premiazione.

IV sezione: PITTURA “A TEMA NATURA O TEMA LIBERO”. Si partecipa con un’opera pittorica in qualsiasi tecnica a tema libero, a colori o in bianco e nero, da inviare in foto per posta elettronica all’indirizzo apsleragunanze@gmail.com in formato JPG, i file devono essere nominati con il titolo della foto.

Ottava Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA

Sezione IV: PITTURA “A TEMA NATURA O A TEMA LIBERO”

Art.3 Le modalità espressive della POESIA, della SILLOGE, del LIBRO DI NARRATIVA, della PITTURA ripartite nelle due modalità, non dovranno essere offensive né ledere la sensibilità e/o la dignità del lettore, dell’ascoltatore, del visore e della persona chiamata in causa a “giudicare” e a leggere. Le opere che non ottemperano quanto specificato nell’articolo 3 saranno automaticamente escluse.

Art.4 La partecipazione è soggetta ad una quota di € 10,00 per ogni sezione, che sottintende la presenza dell’autore concorrente ed include le spese di segreteria; la partecipazione ad una delle sezioni e non esclude la partecipazione alle altre sezioni di questo Regolamento.

Art.5 La scadenza per l’inoltro dei materiali è fissata a giovedi 30 DICEMBRE 2021;

Art.6 Il giudizio della giuria è insindacabile;

Art.7 La partecipazione al concorso comporta l’accettazione di tutte le norme del presente regolamento ed il partecipante dovrà essere presente il giorno della ragunanza per la lettura delle POESIE e di alcuni stralci di brani tratti dal LIBRO di Narrativa, secondo la graduatoria di premiazione di fronte agli astanti e per la descrizione breve “a commento” della propria opera, la PITTURA, qualora ci fosse tempo ulteriore a disposizione.

Sono ammesse deleghe solo in presenza del delegato a ritirare il premio assegnato, il quale si dovrà mettere in contatto con la segreteria del PREMIO, confermando il nome del delegato alla mail: apsleragunanze@gmail.com ;

Art.8 Qualora il premiato o il suo delegato non fosse presente, il suo riconoscimento sarà recapitato solo previo inoltro tassa di spedizione ed accordi con la segreteria del premio.

Art.9 I partecipanti, le cui loro opere di poesie, sillogi, racconti brevi, romanzi e pitture nelle modalità specificate, siano state selezionate per la premiazione, la lettura e la visione in pubblico, saranno informati sui risultati delle selezioni mediante e-mail personale e segnalazione nel sito dell’Associazione di Promozione Sociale “Le Ragunanze”: www.leragunanze.altervista.org

Art.10 La premiazione avverrà in data da definirsi (in presenza compatibilmente alla condizioni di emergenza sanitaria relativa al Coronavirus e in linea con le norme governative)

Art.11 A tutti i selezionati sarà inviato, con largo anticipo, l’invito per partecipare alla cerimonia di premiazione.

Art.12 I PREMI saranno così suddivisi:

Ottava Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA.

  1. I sez.: POESIA INEDITA “NATURA-MEDITERRANEO”

POESIA INEDITA sez. “Natura-Mediterraneo”:

– primo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

– secondo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

– terzo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

  • II sez.: SILLOGE DI POESIA EDITA “A TEMA LIBERO”

SILLOGE DI POESIA EDITA a “Tema Libero”

– primo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

– secondo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

– terzo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

  • III sez.: NARRATIVA LIBRO “A TEMA LIBERO”

NARRATIVA LIBRO a “Tema Libero”

– primo classificato: (targa+ abbonamento per 1 anno al mensile LEGGERE TUTTI)

– secondo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

– terzo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

  • IV sez.: PITTURA “A TEMA NATURA O A TEMA LIBERO”

PITTURA in modalità “a Tema Natura o a Tema Libero”

– primo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

– secondo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

– terzo classificato: (cartiglio pergamenato con targa)

Saranno consegnate le Menzioni d’Onore (cartiglio pergamenato con i loghi con targa)

L’assegnazione della TARGA del PRESIDENTE dell’A.P.S. “Le Ragunanze” è a discrezione del PRESIDENTE.

* Nella sinergia tra l’A.P.S. “Le Ragunanze” e l’Associazione Culturale Euterpe è contemplata l’assegnazione del Trofeo, che verrà consegnato a discrezione del direttore della omonima rivista.

Tutti i partecipanti presenti, e solo i presenti, riceveranno brevi manu l’attestazione di partecipazione alla Ottava Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA per aver concorso con l’opera, anche se questa non si è posizionata tra i vincitori.

Art.13 Nel file d’invio a apsleragunanze@gmail.com includere dati personali, indirizzo postale, indirizzo e-mail, telefono, breve nota biografica, (per i minorenni includere anche l’autorizzazione dei genitori o di chi ne fa le veci con la fotocopia della loro carta d’identità) la dicitura “SARÒ PRESENTE”, fotocopia del versamento di € 10,00 da effettuare tramite ricarica Postepay n° 5333 1711 2801 1620 intestato a Michela Zanarella, C.F.: ZNRMHL80L41C743L o in contanti nel plico di spedizione per i diritti di segreteria; in calce al testo, la seguente dichiarazione firmata:

“Dichiaro che i testi delle poesie, i libri, le pitture da me presentati a codesto concorso internazionale sono opere di mia creazione personale.

Sono consapevole che false attestazioni configurano un illecito perseguibile a norma di legge.

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi della disciplina generale di tutela della privacy (L. n. 675/1996; D. Lgs. n. 196/2003) e la lettura e la diffusione del testo per via telematica e nei siti di Cultura della Poesia, della Narrativa e dell’Arte, nel caso venga selezionato, dai giurati del concorso Settima Ragunanza di POESIA, NARRATIVA & PITTURA”

Per il quarto anno consecutivo, l’associazione di promozione sociale ‘Le Ragunanze’, nel VIII anno dell’omonimo Premio internazionale per la poesia, la narrativa e la pittura, consegnerà la Targa dedicata ad Anastasia Sciuto, ad un giovane talento dell’Arte Drammatica, Cinematografica e Televisiva, nel plauso e nel ricordo dell’impegno artistico della giovane.

Referenti del concorso:

La Presidente dell’A.P.S. “Le Ragunanze”, Michela Zanarella

Coordinatore e Vicepresidente, Giuseppe Lorin

 Segretario, Alberto Bivona

@: apsleragunanze@gmail.com

www.leragunanze.altervista.org

La poesia ai raggi X: esce il saggio “Inchiesta sulla Poesia” di L. Spurio

È uscito il volume del critico Lorenzo Spurio dal titolo Inchiesta sulla poesia. L’opera – che conta 238 pagine – è stata pubblicata nella collana “I saggi” della casa editrice PlaceBook Publishing & Writer Agency di Rieti a cura di Fabio Pedrazzi. Il libro raccoglie saggi e approfondimenti che il critico marchigiano ha voluto dedicare alla poesia e alle sue varie sfaccettature ed è il completamento di un’iniziativa da lui lanciata nel dicembre 2019 quando decise – come richiama il titolo – di lanciare un’inchiesta sulla poesia. Una serie di domande, di cui la gran parte aperte, rivolte potenzialmente a tutti ma preferibilmente dirette ai poeti, a coloro che la poesia “la fanno”. L’adesione è stata massiccia, circa duecento poeti italiani e non solo ed è stata trasversale vedendo partecipare poeti di tutte le generazioni, di qualsiasi tendenza, caratterizzati da stili, tematiche e propensioni quanto mai diversificate. L’iniziativa di Spurio ha dato il via al presente saggio nel quale, tra i numerosi argomenti trattati, si parla dell’impossibilità di definizione della poesia, del suo ruolo, delle commistioni con le arti, della musicalità, del pubblico, delle manifestazioni collettive quali il reading, il premio letterario e il poetry slam con un excursus anche sui poeti dimenticati – ingiustamente, colpevolmente – sottoposti a una bieca damnatio memoriae. Diviso in opportune sezioni nelle quali si dibatte su vari argomenti, l’autore ha deciso di occuparsi anche del rapporto tra poesia e scienza, dell’importanza della critica, lasciando aperta la porta sulle possibili idee di un futuro della poesia.

Ad arricchire il volume sono una nota introduttiva del critico letterario abruzzese Massimo Pasqualone e, in appendice, alcuni contributi aggiuntivi che aiutano ad ampliare ancor più lo studio e la riflessione sulla complessità dell’universo poetico nella nostra contemporaneità. L’autore ha deciso infatti d’inserire il testo di una sua recensione scritta tempo fa per il poeta e haijin campano Antonio Sacco interamente volta ad approfondire il fenomeno della poesia epigrammatica orientale dello haiku e un saggio particolarmente interessante, sulle nuove forme e linguaggi poetici, dalla street poetry alla InstaPoetry, scritto dalla poetessa Flavia Novelli. Inoltre vi è una nutrita scelta di citazioni sulla poesia del noto poeta e giurista Corrado Calabrò estratte da un suo saggio dal titolo particolarmente evocativo (“C’è ancora spazio, c’è ancora senso per la poesia?”), pubblicato in prima versione ormai qualche anno fa e qui riproposto per accenni e rimandi che ci si augura possano apparire interessanti e, dunque, essere colti. Non mancano – nel corso dell’intero saggio – riproposizioni di brevi brani, assunti quali citazioni, di alcune delle risposte fornite dagli intervistati che Spurio ha ritenuto propedeutiche allo studio, nonché interessanti e motivo di ulteriore arricchimento per la dissertazione, da proporre e rendere fruibile alla collettività.

Lorenzo Spurio (Jesi, 1985), poeta, scrittore e critico letterario. Per la poesia ha pubblicato Neoplasie civili (2014), Tra gli aranci e la menta. Recitativo dell’assenza per Federico García Lorca (2016; 2020) e Pareidolia (2018). Ha curato antologie poetiche tra cui Convivio in versi. Mappatura democratica della poesia marchigiana (2016). Per la narrativa ha pubblicato tre raccolte di racconti. Intensa la sua attività quale critico con la pubblicazione di saggi in rivista e volume, approfondimenti, tra cui le monografie su Ian McEwan, il volume Cattivi dentro: dominazione, violenza e deviazione in alcune opere scelte della letteratura straniera (2018), Scritti marchigiani (2017) e La nuova poesia marchigiana (2019). Tra i suoi principali interessi figura il poeta Federico García Lorca al quale ha dedicato un saggio sulla sua opera teatrale, tutt’ora inedito e tiene incontri tematici, oltre ad aver curato il volume Il canto vuole essere luce. Leggendo Federico García Lorca (2020). Ha tradotto dallo spagnolo una selezione di poesie di Dina Bellrham confluite in Le iguane non mi turbano più (2020). Presidente dell’Associazione Culturale Euterpe di Jesi, ha ideato e presiede il Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”. Sulla sua opera hanno scritto, tra gli altri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dante Maffia, Ugo Piscopo, Nazario Pardini, Antonio Spagnuolo, Emerico Giachery.

Il libro su Place Book Publishing e Writer Agency

Il libro su Amazon

Il libro su Librerie Giunti al Punto

Giovanna Fileccia e la “Poesia Sculturata”

Articolo di Lorenzo Spurio

Giovanna Fileccia è nata a Palermo dove ha vissuto fino all’adolescenza. Oggi risiede a Terrasini (PA). Ha frequentato l’istituto tecnico commerciale ma il suo amore per la letteratura l’ha portata verso materie umanistiche. Scrive poesia sia in italiano che in siciliano, è anche critico letterario e drammaturgo. Per la narrativa ha pubblicato il romanzo Oggetti in Terapia (2020), per la poesia ha all’attivo quattro pubblicazioni. Molte sue liriche sono state edite in varie antologie, volumi tematici e portate in scena in spettacoli teatrali diretti dal regista Riccardo Michelutti e recitate in vari luoghi e città d’Italia. In campo artistico va rilevato che è l’inventrice di una nuova espressione artistica, da lei stessa denominata (coniandone il relativo neologismo) Poesia Sculturata che consiste nell’allestimento di opere tridimensionali alle quale dà forma a partire dalle sue produzioni poetiche. Ha definito questo originalissimo approccio quale un suasivo e avvincente “mondo circolare e vasto, complesso e semplice, unico e sfaccettato”.

Per le sue opere tridimensionali generalmente utilizza materiali di recupero, materiali di risulta come peculiare della poor art, ma anche cartone, polistirolo, rame e stoffe (si veda la sedia “Imperia” esposta in più mostre personali) con prevalenza di elementi che si riconducono all’ecosistema mare (sabbia, alghe e conchiglie in primis). Con le sue opere plastiche ha tenuto molte mostre personali in vari contesti e la concretizzazione di queste sue ibridazioni tra i due codici espressivi è forte e percepibile leggendo il volume Marhanima (2017, con prefazioni del mai dimenticato Sebastiano Tusa e dell’architetto Alessandra De Caro, postfazione della psicoterapeuta Caterina Vitale) che contiene un testo poetico e le sue opere tridimensionali. Importante è il suo impegno sociale, lo testimonia la donazione della Poesia Sculturata dal titolo “Amore a due voci” tratta dall’omonima poesia, a “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” di Cinisi. È invitata di frequente a partecipare a convegni e incontri, anche nelle scuole, per parlare della sua creazione della Poesia Sculturata che richiama al rispetto dell’ambiente e al reimpiego dei materiali di scarto e di recupero, nonché al rispetto della Terra.

La Poesia Sculturata va nella direzione di una simbiosi attenta e istintiva che si crea tra parola e forma, tra suono e concretezza: le opere rappresentano il componimento poetico ma è anche vero che le opere scultore hanno una loro empatica didascalia nelle stesse liriche. Il procedimento sinottico e di ibridazioni tra arti e linguaggi apparentemente diversi fornisce risultati esaltanti e mai pronosticabili in partenza. L’artista Fileccia in questo modo fa del recupero e della conversione del residuale gli elementi di partenza per la creazione artistica dove è evidente anche il contenuto ecologico, e dunque il significato di empatia sociale e di salvaguardia ambientale. La concretizzazione del sentimento che è racchiuso nei versi e nelle strofe delle sue produzioni poetiche ben si esplica nelle azioni di plasmare, incollare, strutturare, comporre, levigare, intarsiare, sovrapporre, coniugare, ricondurre a un contesto dal chiaro significato oltre che di forte presa sul fruitore di quell’opera. Così lei stessa ha avuto modo di asserire nel corso di un’intervista: “La Poesia Sculturata mi offre, sia la possibilità di parlare ad ampio raggio della Terra, dell’ambiente, del riutilizzo, che di raccontare l’interiorità”[1].

Nel 2018 ha ideato e condotto il laboratorio artistico “Mandala: cerchio della vita” con annessa mostra di Poesia Sculturata ai Cantieri Culturali alla Zisa (Palermo). Nel corso degli anni mostre personali, incontri in gallerie e biblioteche non sono mancati. Tra i progetti più recenti citiamo la mostra online a quattro mani “Fibre di piombo”, con opere di Tiziana Viola-Massa e poesie della stessa Fileccia, che dopo la pandemia verrà allestita anche in presenza. L’allestimento virtuale ha consentito di vedere una buona quantità di opere e di visionare e leggere i testi poetici in internet dove è presente una videopresentazione[2].

A febbraio di quest’anno, con un video caricato sul suo profilo personale YouTube[3], l’artista ha dato a conoscere quella che può essere considerata un’ulteriore evoluzione e aggiunta al suo grande progetto working-in-progress ossia la “Poesia Sculturata in cartoline da donare” che sarà realizzata nel corrente anno in collaborazione con i Comuni di Palermo e Partinico. Un’iniziativa volta a una maggiore presenza sul campo, intesa a una capillarità della sua opera sul territorio, pensata come momento di condivisione e di partecipazione collettiva. Si sa – come hanno ben posto in evidenza – alcuni tra i maggiori critici – tanto letterari che artistici – che la fruizione dell’opera non è mai qualcosa di univoco e deciso sin dalle origini: suggestioni, empatia, significazioni interpretative, dialoghi ed echi, pur diversificati tra loro, possono nascere e fruire copiosi dalla partecipazione attenta e sentita del pubblico – del fruitore dell’opera – dinanzi ad essa. Ecco perché la Fileccia nel summenzionato video invita coloro che, nei vari spazi delle città che collaborano a questo “attacco d’arte”, troveranno le sue “cartoline artistiche” di fornirle un commento, un’impressione sulla data opera ritratta. È dal confronto tra autore e fruitore, tra artista e pubblico che possono nascere – non solo rapporti umani più o meno seri e duraturi – ma anche ulteriori significati, direzioni e vibrazioni per le opere interessate.

Nel suo nutrito curriculum letterario figurano anche le opere Sillabe nel Vento (2021, con prefazione di Veronica Giuseppina Billone), La Giostra dorata del Ragno che tesse (2015, prefazione di Giuseppe Oddo e postfazione di Francesca Currieri), Seta sul petto, per Alessandro che Di Mercurio aveva la forza e l’empatia (2020, con introduzione della stessa Giovanna).

Numerosi i riconoscimenti ottenuti tra i quali quello alla Cultura “Silva Parthenia” conferitole a Partinico nel 2015 e l’Encomio alla Cultura “La Biglia Verde” conferitole a Marsala nel 2017, “Diploma La Gru News” conferitole dalle maestranze del Comune di Cinisi nel 2020. È stata membro di giuria in vari concorsi tra cui il Premio Regionale “Sicilianamente” e il Concorso fotografico “Giovanni Meli” tenutosi a Cinisi nel 2015.

Numerosi e qualificati critici letterari ed esperti d’arte e di cultura si sono occupati della sua arte poetica e della sua Poesia Sculturata tra cui Maria Elena Mignosi Picone, Maria Antonia Manzella, Salvatore Maurici, Mariantonietta Mangiapane, Lidia Vitale, Pino Manzella, Giovanni Impastato, Silvio Grisafi, Francesca Currieri, Rosanna Maranto, Vincenzo Corona, Calogero Catania, Sandra Guddo, Giovanni Matta, Rosanna Maranto, Vincenzo Corona, Valentina Grazia Harè, Francesco Ferrante, Veronica G. Billone, Pippo Oddo, Caterina Vitale, Maria Rita Mutolo, Anna Barone, Cinzia Finocchiaro, Maria Antonietta Sansalone, Martina Emanuele, Vinny Scorsone, Silvio Ruffino, Vincenzo Cusumano, Giacomo Randazzo, Salvatore Mirabile, Sebastiano Tusa, Alessandra De Caro, Salvo Galiano, Pippo La Barba, Palma Civello, Santa Franco, Evelin Costa, Patrizia Iovine, Federico Baldini, Sara Missaglia, Luca Calvino, Emilia Ricotti, Sara Favarò, Cinzia Romano, Rosario Sanguedolce, Domenico Sinagra, Adriana Fresina, Antonino Schiera, Rosario Loria, Chiara Fici.

LORENZO SPURIO

La riproduzione del presente articolo, anche in forma di estratti e su qualsiasi supporto, non è consentita senza il consenso da parte dell’autore.

Bibliografia

Sito personale dell’autrice: https://giovannafileccia.wordpress.com 

Intervista a Giovanna Fileccia a cura di Chiara Fici: http://www.globusmagazine.it/giovanna-fileccia-la-coffa-simbolo-della-sicilia/#.X_yyW-DSJkw

Intervista a Giovanna Fileccia a cura di Antonino Schiera: https://antoninoschiera.blog/2020/10/09/poliedrica-e-creativa-la-scrittrice-giovanna-fileccia-si-racconta-per-noi/

Il sito\blog di Giovanna Fileccia Io e il Tutto che mi attornia: https://giovannafileccia.com/


[1] Chiara Fici, “Giovanna Fileccia e la coffa come simbolo della Sicilia”, «Globus Magazine», 25/05/2020, link: http://www.globusmagazine.it/giovanna-fileccia-la-coffa-simbolo-della-sicilia/#.YAIQinZKjIV (Sito consultato il 15/01/2021).

[2] Rimando a questo link che fa riferimento alla notizia di tale mostra, con foto, videopresentazione e premessa della poetessa, pubblicati sul suo sito ufficiale in data 23/12/2020: https://giovannafileccia.wordpress.com/2020/12/23/fibre-di-piombo-mostra-di-tiziana-viola-massa-e-giovanna-fileccia-video-e-opere/ (Sito consultato il 15/01/2021).

[3] Il video è raggiungibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?time_continue=499&v=BpdaW2yBdJk&feature=emb_title

Commistioni artistiche al tempo del Covid: tre italiani omaggiano il surrealismo di Santiago Ribeiro

Voce suadente e misteriosa quella dell’attore italiano Maurizio Bianucci, premio Crocitti 2019, il quale ha preso parte a serie importanti e di successo come Suburra, a numerose pièces teatrali e fictions RAI, e che declama la poesia nella versione italiana dal titolo “Profluvi” del poeta siciliano Vincenzo Calì, mentre quella inglese dal titolo “Flows” è declamata dalla giornalista beneventana Annalina Grasso, il quale incornicia di parole inquiete e stranianti le opere dell’artista internazionale, fondatore del movimento “New Surrealism Now”, Santiago Ribeiro, le cui opere scorrono a Times Square, New York, il quale ci mostra come probabilmente saremmo qualora liberassimo totalmente il nostro inconscio e le nostre pulsioni: nudi e ciechi, non davvero liberi, ma smarriti, euforici, non felici.

L’arte di Santiago è stata, è, e potrebbe essere ancora una visione delle menti di ognuno di noi, soprattutto in questo momento storico, fatto di lockdown, didattica a distanza, distanziamento fisico che generano in noi ansia e stress, paura per il futuro, angoscia. Cosa potrebbe esserci dentro le nostre menti stremate dalle restrizioni e al contempo dal timore del contagio? Una voglia di liberarsi delle vesti del cittadino perbene, dell’homo civile, cristiano, razionale, snobbando il libero arbitrio, e seguire solo il proprio istinto, la parte oscura di se; sfogarsi. Vivere in una società come la immaginava e auspicava il marchese De Sade dove non ci possono essere punizioni, né processi per le azioni malvagie, in quanto l’uomo segue ciò che fa la Natura che crea e distrugge.

Tuttavia il video attua ciò che si chiama eterogenesi dei fini, ovvero, attraverso “la visione di quello che potrebbe essere se”, ci induce ad aspirare ad altro e a renderci sempre più consapevole della contraddizione tra la necessità e il bene e, ritrovando il fondamento vero della dignità e del valore di noi esseri umani, per non essere né ciechi, né nudi e vagare nella perenne incertezza, bensì appellandoci all’impersonale che è presente in ciascuna persona per superare le scavalcare le nostre ansie e paure. L’arte con il supporto della tecnologia, ci aiuta a farlo, anche a distanza, mostrandoci quanto possiamo essere simili in questo momento.

Si può guardare alla pandemia, al mondo che sta cambiando, al lockdown, alle restrizioni, in un modo diverso? Quante volte abbiamo pensato di liberare le nostre pulsioni? L’artista portoghese Ribeiro ci fa vedere il nostro inconscio in un video realizzato tra tre italiani per omaggiare il suo “Nuovo Surrealismo” che può dirci molto su noi stessi in relazione al tempo che stiamo vivendo.

Esce l’antologia “Buchi neri e vuoti di memoria” a cura di Vittorio Pavoncello e Luciana Raggi

Segnalazione a cura di Lorenzo Spurio

In questi giorni è stata pubblicata, per i tipi di Progetto Cultura di Roma, l’antologia Buchi neri e vuoti di memoria, curata da Vittorio Pavoncello e Luciana Raggi. Al suo interno figurano opere poetiche di Alessandra Carnovale, Simone Carunchio, Tiziana Colusso, Davide Cortese, Flaminia Cruciani, Laura De Luca, Angela Donatelli, Claudio Fiorentini, Marina Marchesiello, Emanuele Martinuzzi, Maurizio Mazzurco, Paolo Parisi Presicce, Luciana Raggi, Anna Santoliquido, Fabio Sebastiani, Fabio Strinati, Ornella Spagnulo e Michela Zanarella. Chiude l’opera un pregevole intermezzo dove figurano contributi grafici di Serena Maffia (opere su tela) e di Vittorio Pavoncello (disegni su carta).

Per poter parlare di quest’opera composita, null’altro di meglio è riferirsi agli apparati introduttivi e agli scritti critici d’apertura dove, tanto l’editore che i curatori, hanno inteso rimarcare gli intenti che hanno animato l’intero progetto. L’editore, Marco Limiti, parla di un progetto che in qualche modo si presenta come «utile» rintracciando l’utilità dell’opera in quella «fondamentale [volontà e capacità di] capire l’andamento della società, l’evolversi dello status quo».

I temi sono particolarmente ampi, viaggiano su dimensioni siderali, in una scala graduata che è impossibilitata a ricondurre a ciascun tipo di misura, dal momento che le divagazioni dei poeti qui raccolte rispondono all’esigenza dei curatori che, con la loro chiamata, hanno proposto di riferirsi tanto all’inconoscibilità (e con essa al timore ma anche alla curiosità) del buio, dell’abisso – visto in quei “buchi neri” di mancanza (Claudio Fiorentini sostiene che «il buco nero non è nero, semmai non è visibile. E poi non è un buco, ma un corpo celeste»), ma anche e soprattutto di sfida alla scienza e, dall’altra parte, a quell’universo di difficile recupero, di lastricati desolati della mente, di scavo interiore che vede nel non facile e continuativo recupero del passato il suo filo conduttore: l’instabilità (e la vulnerabilità) della memoria.

L’editore indaga, con giudizi di carattere estetico e agglutinante, quelle che sono (o potrebbero essere percepite) come alcune delle peculiarità delle voci poetiche ivi raccolte quali, ad esempio, il minimalismo di Davide Cortese o il futurismo di Tiziana Colusso. Sta di fatto che – come sempre in ogni antologia accade (o ci si spera possa avverarsi) – la buona fruibilità dell’opera e la consapevolezza del lettore dinanzi ai contenuti ivi investigati derivano dal groviglio di relazioni, rimandi, controcanti, echi e accostamenti che le opere singole – e i loro autori – instaurano nel complesso antologico, girotondo felice, tavola rotonda, dove nessuno primeggia e, seppur i toni e i messaggi non sempre s’allineano, si apprezza nella sua unità corale, nel senso collettivo che l’operazione crestomantica, appunto, incentiva. Ciò è tanto più vero anche per la simbiosi curiosa e originalissima che si crea tra testo e immagine. C’è un travaso di linguaggi che avviene in maniera spontanea e fluente, un ricambio continuo di sensazioni che il lettore vive beandosi della confluenza attenta tra un dire scritto e un raccontare per immagini. Pavoncello nel suo scritto d’apertura ci ricorda proprio la genesi dell’opera, nata da alcuni suoi schizzi a matita, poi maturata felicemente con l’importante incontro e condivisione con la poetessa e scrittrice Serena Maffia.

La poetessa forlivese Luciana Raggi – residente e operante nella Capitale da numerosi anni, recentemente uscita con la nuova opera poetica Variazioni minime – nella doverosa e appassionata prefazione, sotto il titolo di “La differenza è l’essenza dell’umanità”, che richiama un estratto del Premio Nobel per la letteratura 1998 John Hume, parla di questa antologia come progetto corale, di condivisione frutto di libertà personali ed espressive e di rispetto nella sua «grande ricchezza e varietà di linguaggi, stili, punti di vista e interpretazioni».

L’antologia favorisce un percorso tra quelli che la stessa Raggi ha definito «luoghi non visitabili», che potremmo intendere anche quali dimensioni di senso possibili in un’alterità oltre il puro scientismo, occasioni d’interrelazione tra l’uomo e un senso d’assoluto, un qualcosa di non completamente conoscibile, sperimentabile, affrontabile secondo principi e schemi antropici, dettati dalla ricerca e dalla razionalità che lo contraddistingue. Sono, in effetti, sacche per lo più recondite, che attengono alla dimensione sommersa e inconscia, la cui investigazione è difficoltosa, interpretabili sì ma senza dogmi di fondo. Viene in mente anche la celebre definizione del francese Marc Augé dei cosiddetti «non luoghi», ma il contesto in cui egli impiegava tale locuzione atteneva agli spazi tipici della post-modernità e del consumo che sono di mero passaggio, volti alla produzione, d’incontro fortuito tra esseri, più che d’incontro voluto o programmato (stazioni, aeroporti, ma anche la semplice strada). Spazi vissuti nel termine breve e friabile della consumazione di un’esigenza, durevole quanto banale, alle volte. I «non luoghi» di questa antologia, al contrario, hanno perso quella specificità e non hanno una costituzione fisica: sono radicati nella ricerca, nello studio, legati alle scoperte dell’astronomia e dell’astrofisica – i buchi neri – o abitano in una massa deperibile, che è quella cerebrale, tanto del singolo quanto della collettività. Luciana Raggi nel suo scritto fa riferimento al morbo dell’Alzheimer per sottolineare come – in relazione alla memoria – molti possano essere a livello patologico i casi di corruzione, minaccia, degradamento e annullamento della stessa (tanto di breve e lunga durata, s’intende).

Quest’ultimo è un argomento cruciale se pensiamo alle tante giornate “in ricordo” alle occasione di eventi ad memoriam, le celebrazioni, i memorial, che tanto in letteratura che in altre arti vengono portati avanti. Ricordo il fumoso pacto del olvido che i politici spagnoli, l’indomani della morte del dittatore Franco, stipularono per gettare le basi della nuova Spagna quale paese democratico. Un patto doloroso – quello del silenzio e, dunque, della negazione del dolore civile – e farlocco che nel tempo, in più occasioni, come la cronaca ha documentato in casi di nefando negazionismo, di revisionismo, di spauracchi ideologici che ritornano con foga e bieche azioni, non ha mancato di evidenziarne la scelleratezza e l’inapplicabilità. Credo che tale aspetto – quello della memoria storico-sociale in qualsiasi contesto storico-geografico – sia una componente che non possa essere sradicata in nessun modo da tutte le considerazioni che, appunto, si possono fare in relazione al concetto di memoria. Difatti parlare di essa necessita (e comporta) parlare del suo contrario che non solo può avere la forma della mancanza di memoria ma anche quella ben più spregevole della negazione della memoria.

Riferendosi al ricco apparato illustrato che si compone di opere grafiche di Pavoncello e di Serena Maffia, così si è espressa Luciana Raggi per meglio evidenziare questa conformità d’intenti che ha dato forma e costruzione a un progetto ricco e composito, completo e unitario pur nella complessa presenza di autori dalle poetiche differenti: «Il senso d’inquietudine che deriva dal confronto con qualcosa d’indefinito e terribile che avviene vicinissimo e lontanissimo da noi, i buchi neri che dal corpo arrivano alle profondità dell’anima nei dipinti di Maffia e gli eventi distruttivi fra i corpi celesti e nei meandri della mente nei disegni di Pavoncello».

Alcuni brevi note vanno necessariamente apportate anche in merito alla componente grafica del volume. Il critico d’arte Federica Fabrizi nel suo testo critico “Ogni luce ha la sua ombra” pone particolare attenzione alla componente sfumata dell’ombra, di quel circolo sfumato di colore che non definisce propriamente l’oggetto in sé ma la sua proiezione, vibrazione, comunione col contesto nel quale è irrelata: «ogni ombra è legata alla sua luce», annota. Claudio Fiorentini, che ha rappresentato il trait d’union fra la Galleria Art G.A.P. di Roma e il suo spazio espositivo Captaloona di Madrid, ha permesso la concretizzazione della libera e completa fruibilità delle opere qui raccolte in un contesto espositivo.

Serena Maffia è presente con i ritratti – line sfumate – di dieci donne rosse su carta e un uomo blu su tela. Qui i buchi neri – zone d’ombra che si sviluppano e allargano nella collocazione dell’apparato sessuale delle donne – rappresentano l’elemento centrale delle raffigurazioni; la figura femminile è tracciata per segni veloci e vaghi eppure in grado di trasmettere un sentimento d’ansia e di vulnerabilità delle stesse figure se rapportate a quell’unica presenza maschile, dai tratti più definiti, ripresa in una posa che sembra di rilassamento ma che ha anche una qualche prerogativa di comando (come l’esibizione sicura, quasi fiera, dei genitali).

Ben più ambigue le raffigurazioni di Pavoncello a metà tra un primitivismo accennato e un figurativismo informale, influenzato dalla stagione straniante dei surrealisti con comunanze evidenti del tessuto artistico di un Joan Miró. Punto di partenza di questo percorso grafico è l’elaborazione del punto dal quale si definisce, in una campitura chiara, il limite di divaricazione tra un’entità e un’alterità. Tra una presenza e una mancanza, tra una sospensione e un vuoto. Come ha chiarito l’autore nella breve nota alle sue opere visive nella presenza del buco è insita la volontà di richiamare, su motivi memorialistici e mnemonici, tanto razionali quanto di assimilazione istintiva e di associazione visiva, il mondo della memoria e la labile definizione della stessa. I semicerchi, gli andamenti a spirale, i vortici che primeggiano sull’ordito confuso, testimoniano questa difficile radiografia cerebrale, un’anamnesi del ricordo che non può essere descritta da una linea continua ma da picchi tra acmi e decadimenti.

LORENZO SPURIO

Jesi, 28/11/2020

E’ severamente vietato copiare e diffondere il presente testo in formato integrale o parziale senza il permesso da parte del legittimo autore. 

Premio “Il Poeta Ebbro” 2020 – Edizione Romana

Il Premio “Il Poeta Ebbro”, pregevole creazione della nota poetessa romana Anna Manna Clementi, si svolge in due tappe in due diverse città e con diverse Commissioni di Giuria. A Spoleto, infatti, nella verdeggiante Umbria, si è appena conclusa quella che può essere considerata la prima tappa con i premi speciali che sono stati attribuiti a eminenti personalità della cultura nazionale lo scorso 29 agosto nella sontuosa sede dell’Hotel dei Duchi[1]. L’evento, che ha avuto un copioso risultato in termini di pubblico, critica e attenzione mediatica, è stato permesso anche all’importante connubio formatosi con il “Festival dei due Mondi”, appuntamento immancabile del piccolo centro umbro.

Ci si prepara ora per la seconda tappa di questo importante Premio che avrà luogo nella Capitale e che vedrà la consegna di importanti superpremi, tuttavia la data rimane ancora da scegliere e l’individuazione della stessa rimane sospesa per le note condizioni sanitarie dettate dal Coronavirus.

Ci si augura – è questa la vera volontà della frizzante organizzatrice – che la cerimonia di premiazione sia, oltre che un momento per attribuire premi a chi, con merito si è distinto nei vari campi, ma anche per gettare l’avvio di un periodo che si auspica più sereno per tutti, libero da preoccupazioni che limitano comportamenti che potrebbero favorire il diffondersi del virus.

Le nuove giurie del Premio, volutamente distinte per le due diverse “tappe”, hanno lavorato secondo lo schema organizzato con vivace fantasia dalla fondatrice la scrittrice e poetessa romana Anna Manna Clementi. Per la sezione letteraria il presidente di giuria è il poeta di fama internazionale, ex giurista Corrado Calabrò. Si è decretato, quale vincitore dell’edizione 2020 de “Il Poeta Ebbro” il poeta abruzzese (da sempre attivo nella Capitale) Renato Minore, scrittore di successo, giornalista di chiara fama e di riconosciuto impegno.

In tale contesto è stato attribuito un premio anche alla poetessa Jole Chessa Olivares che ha appena pubblicato la traduzione in portoghese del suo libro di poesie Nel finito…mai finito edito da Nemapress, volume risultato già premiato all’esordio del Premio “Il Poeta ebbro” a Palazzo Sora, sede del Sindacato Libero Scrittori Italiani.

La vulcanica Anna Manna Clementi, ideatrice e fondatrice del Premio “Il Poeta Ebbro”

Per quanto attiene, invece, alla sezione della letteratura e arti figurative è stato incaricato di presiedere la giuria il dott. Franco Leone. Premiati sono risultati Silvana Lazzarino e, per la sezione “Dal Lazio con poesia” Rosa Giordano. Per quanto attiene, invece, alla sezione fotografia la Presidente Manna Clementi ha osservato che i nominativi dei vincitori saranno resi noti al momento della cerimonia ufficiale.

“La caratteristica del Premio, che individua i vincitori a insindacabile giudizio della Giuria, consiste nel premiare la persona non tanto per una sua opera, ma soprattutto per il suo impegno globale che spesso si manifesta nel lavoro di una vita intera, nell’abbraccio che a volte accompagna la professione e i giorni della vita in una simbiosi che determina ed individua l’Artista degno di questo nome” ha rivelato la Presidente Manna a sostegno delle motivazioni che hanno dettato la nascita del Premio e la sua naturale prosecuzione – con vivo successo e partecipazione – nel corso degli anni.

Il presente testo è stato adattato, rivisto e implementato dal sottoscritto, curatore di Blog Letteratura e Cultura, in data 26/09/2020 a partire dal comunicato stampa ufficiale a firma di Anna Manna Clementi, ideatrice e presidente del Premio “Il Poeta Ebbro”.


[1] Per un approfondimento, rimando al mio articolo precedente apparso sempre su “Blog Letteratura e Cultura” il 02/09/2020 e disponibile a questo link: https://blogletteratura.com/2020/09/02/allhotel-dei-duchi-di-spoleto-e-andato-in-scena-il-premio-il-poeta-ebbro-importante-incontro-culturale-firmato-anna-manna/

“Notre-Dame” di Emanuele Marcuccio con una nota critica di Lucia Bonanni

“NOTRE-DAME”[1] DI EMANUELE MARCUCCIO: UNA LETTURA

Contributo critico a cura di Lucia Bonanni

Con la lirica “Notre-Dame” Emanuele Marcuccio aggiunge un’altra perla al suo mondo poetico. Scritta il 28 aprile 2019 e dedicata “[a]lla cattedrale di Notre-Dame di Parigi colpita il quindici aprile 2019 da un incendio che ne distrusse il tetto, la guglia e ne danneggiò la struttura”, come si legge nella nota a piè di pagina dell’autore.

Questa la lirica dell’autore che, di sotto, riportiamo nella sua originale disposizione grafica dei versi: “Madre e il suo universo// soffocato/ sotto il peso// e le fiamme/ a corrodere// il tempo/ passato/ sotto gli archi// la luce per le vetrate// risplende// non più“.

La poesia si compone di undici versi, modulati su una struttura essenziale e un alternarsi di versi lunghi e versi brevi, disposti in quattro unici, due distici e una terzina, separati da spazi bianchi per favorire la riflessione e dare respiro al componimento in quanto “[l]a sua ispirazione poetica è ‘un’ispirazione drammatizzata’ in cui egli si apre agli stimoli che gli giungono dall’esterno come ai luoghi della mente e alle nebulose che avvolgono la memoria e il ricordo, regalando sempre felicità al lettore”[2]. Concisa ma non uniforme, la lirica incanta e seduce per l’acume creativo e la molteplicità delle suggestioni che sa trasmettere. Con piglio felice l’autore descrive l’avvenimento con purezza stilistica e intensità espressiva, ponendo in apertura del testo la parola “Madre” a evidenziare il significato del termine nella sua valenza spirituale che richiama anche quella terrena. Lo splendore solenne di Maria di Nazareth si accentua nel continuum del verso “e il suo universo” come assoluto universale, un cosmo riferito alla sua originale purezza e alla sua maestà celebrata nei tanti dipinti tra cui spiccano La maestà di Santa Trinita di Cimabue, La Madonna di Ognissanti di Giotto e La Madonna Rucellai di Duccio, esposte nella medesima sala alla Galleria degli Uffizi di Firenze, e volge lo sguardo anche all’universo costituito dalla cattedrale. Già nel titolo si nota l’appellativo “Dame”, titolo onorifico, presente negli ordini cavallereschi cristiani che equivale al cavalierato al femminile. Si pensi ad esempio alla Madonna delle Milizie che, secondo la tradizione cattolica, agli inizi dell’anno Mille apparve su un cavallo bianco, vestita da guerriera per liberare la città di Scicli (RG) dalle incursioni saracene.

Uno scatto di quei terribili momenti (foto presa dalla rete)

Nel primo distico del componimento si dice che l’universo della cattedrale è “soffocato/ sotto il peso” della guglia e del tetto, crollati a causa dell’incendio. Il verbo soffocare evoca l’idea del fumo sprigionato dalla combustione, un fumo asfissiante, afoso, che reprime e sacrifica e non si riesce a sedare perché le fiamme continuano ad avvolgere e “a corrodere” la struttura del manufatto insieme a tutto “il tempo/ passato/ sotto gli archi”. Nella terzina il participio passato del verbo “passare” vibra di un percorso temporale, immaginato come ininterrotto, duraturo, permanente, ma anche trascorso ad ammirare le tante bellezze della chiesa madre di Parigi. Costruita tra il primo e il secondo secolo dell’anno Mille, la cattedrale è il primo esempio di chiesa gotica, presenta una pianta a croce latina, cinque navate, volte a crociera con archi rampanti e le belle vetrate colorate che trasformano l’edificio in un tempio splendente. E adesso che la fuliggine ne ha annerito la sfavillante bellezza, “la luce per le vetrate// risplende// non più”. Qui i complementi di moto per luogo e moto attraverso luogo nell’accezione figurata anche di fendere, attraversare, mettono in evidenza l’estetica della luce che dopo l’accaduto “risplende// non più”. Il senso dell’oscuramento luminoso è dato dalla locuzione “non più” in contrasto col verbo risplendere con l’avverbio “non” che nega, modifica e capovolge il predicato e l’avverbio “più” con funzione di cessazione dei raggi luminosi che attraversavano le vetrate.

Di ampio respiro il carattere stilistico della lirica, impostata con tono aulico, naturalezza di espressione e partecipazione emotiva. Ancora una volta “[c]on i suoi scritti [l’autore] offre senso di appartenenza, incuriosisce, si traspone nell’altro e fa vivere speranze in un modo ricco e profondo”[3] perché “l’intento della poesia è sempre quello di celebrare, costruendo un’architettura di parole nei più vari registri, dai più intimistici e introspettivi ai più altisonanti”[4].

LUCIA BONANNI

San Piero a Sieve (FI), 16 settembre 2020


[1] Emanuele Marcuccio, in AA.VV., Rivista di Poesia e Critica Letteraria “Euterpe”, N. 29, Luglio 2019, p. 34.

[2] Lucia Bonanni, “L’Anima di Poesia di Emanuele Marcuccio, dolce poeta.Lettura del suo mondo poetico, partendo dall’analisi della silloge, Anima di Poesia”, in AA.VV., Rassegna Storiografica Decennale. IV, Limina Mentis, Villasanta, 2018, pp. 83-84.

[3] Id., “L’Anima di Poesia di Emanuele Marcuccio, dolce poeta”, in Op. cit., p. 84.

[4] Emanuele Marcuccio, “Introduzione alla poesia”, in Id., Pensieri Minimi e Massime, Photocity, Pozzuoli, 2012, p. 31.

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Massimo Pasqualone esce con il “Quarto dizionario emozionale”

Si terrà il prossimo 4 ottobre, a partire dalle ore 17, presso il Palazzo Ducale di Torrevecchia (Chieti), la presentazione ufficiale del più recente libro del poeta e critico letterario abruzzese prof. Massimo Pasqualone, Presidente dell’Associazione Irdidestinazione di Francavilla, noto anche per essere il principale organizzatore del Premio letterario e rassegna d’arte “Kalos”. La nuova pubblicazione è il quarto volume del progetto relativo alla sua opera del Dizionario emozionale che porta, quale sottotitolo, Arte e poesia al tempo della pandemia. La preziosa opera si apre con una prefazione di Eugenia Tabellione mentre la copertina, curata dalle Edizioni Sigraf, è di Raf Dragani.

Nel volume Pasqualone raccoglie i testi critici d’arte e letterari scritti negli ultimi due anni attorno a una serie di autori, poeti, scrittori e artisti, del panorama culturale italiano contemporaneo, che verranno illustrati dal prefatore del libro Eugenia Tabellione, dal presidente e dal direttore artistico di Marsarte Maurizio Lucci e Francesco Subrani e dal sindaco di Torrevecchia Teatina, Francesco Seccia.

Il critico letterario prof. Massimo Pasqualone

Tra i numerosi autori del quale il critico abruzzese si è occupato in questo volume collettivo figurano:

Monica Pelliccione, Aldo Palmas, Paldo Paldo, Carlotta Desario, Mario De Santis, Lorenzo Spurio, Roberto Lasco, Lidia Mongiusti, Diana Scutti, Anmary Annah Dezio, Antonio Di Biase, Mario Di Paolo, Monica Ferri, Liberata Grilli, Rosa Mannetta, Vinia Mantini, Tiziano Viani, Bruno Dorigo, Giuseppe Pennella, Annita Pierfelice, Enza Nardi, Stefania Barile, Liliana Capone, Claudio Cirinei Siviero, Elvira Delmonaco, Bakita Demonte, Ezio Forsano, Roberto Chirico, Piera Bachiocco Feliziani, Giuseppe Orlandi, Emanuela Rocco, Liliana Fioretti, Ermete Iacovella, Vito Antonio Rossi e Mattia Rossi.

Nella prefazione, Eugenia Tabellione sottolinea: “Il Quarto dizionario emozionale contiene trentacinque testi critici d’arte e letterari redatti dal prof. Massimo Pasqualone che ha saputo brillantemente cogliere e coniugare gli aspetti personali e stilistici di ogni opera. Da sempre, attento e sensibile conoscitore delle dinamiche artistiche, ha sviscerato e svelato ogni singola cifra espressiva, affinché anche il profano possa essere guidato e illuminato. Il Prof. Pasqualone diviene, così, un facilitatore tra chi crea e chi fruisce, cercando di sanare quella frattura, che nella società contemporanea si sta ampliando sempre di più, tra artisti e fruitori.”.