Esisto quando fatico a trovarti
Esisto quando tocchi il mio viso.
Nelle dita un adagio picchiettato
Sul bancone di marmo consumato.
Negli occhi l’icona di un cristo deriso
Sommessamente, un presagio
Un santo pennuto
In un triangolo di luce improvviso.
Io che coltivo rimpianti
Per l’illusione di aver vissuto
Mi chiudo di sera
In un tabernacolo privato
Pregando di non essere trovato.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autore ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
