“Volevo fare la casalinga” di AA.VV., recensione di Anna Maria Folchini Stabile

VOLEVO FARE LA CASALINGA

di AA.VV.

Albus Edizioni, 2012

Recensione di ANNA MARIA FOLCHINI-STABILE

 

Copertina (Albus) - Volevo fare la casalingaIn tempi di dibattiti politici sulle quote rosa, ottima versione attuale della disputa medioevale sul fatto che le donne avessero o no l’anima,  in un momento in cui le donne non si chiedono mai perché la metà del cielo numericamente più consistente demandi a quella meno consistente di decidere sulle loro persone e spesso del loro destino, alcune scrittrici hanno raccolto la proposta di Albus Edizioni partecipando alla stesura di un libro sapientemente curato da Chiara Santoianni, a sua volta scrittrice e blogger, sempre molto attenta alle problematiche del mondo attuale e femminile.

Ne è nato un libro a mezzo tra l’ironia e la cronistoria di come le donne di oggi vedono se stesse e la loro vita lavorativa, familiare e affettiva in un quadro divertente e arguto sulle giornate delle donne moderne che nell’arco delle ventiquattro ore si dividono in molteplici ruoli adattandosi agli impegni che nel prosieguo della giornata le vedono protagoniste infaticabili e insostituibili.

L’opera si rivela una satira di costume su un mondo che le vuole come professioniste in carriera, madri affettuose, mogli devote, amanti appassionate, ma sempre in equilibrio funambolico tra doveri inderogabili e sogni personali.

Con un sorriso tra le labbra leggiamo le avventure di Principesse di ogni età che inseguono il principe dei loro sogni e che, lancia in resta, vivono vite frenetiche nelle quali di principesco c’è poco e ogni spazio personale è difeso con intelligente coraggio.

Sarà così per sempre? Non so, ma è così per tutte, se sedici autrici radicate nelle diverse regioni italiane sembrano esprimere tutte insieme e sorridendo il disagio comune, sebbene nessuna rinuncerebbe alla vita che ha.

Non è facile essere donna.

Qualche giorno fa chiacchieravo con un’anziana e affermata imprenditrice che mi raccontava di quando all’inizio della sua carriera difendeva la sua professionalità e mi diceva che per lei l’essere stata donna è significato, nel suo ambito lavorativo, la nautica, valere come almeno due uomini.

Le credo, siamo quasi coetanee e allora, da ragazze, per noi le cose non erano facili.

Ma siamo sopravvissute e sono convinta che ce la faranno anche le protagoniste dei racconti di questo libro, come di certo ce la faranno le nostre figlie e le nostre nipoti.

Ad un’unica condizione, che ricordino sempre che non esistono scorciatoie ed essere donna è un valore in più: pensiamo, progettiamo, creiamo, lavoriamo come un uomo, ma in più diamo la vita.

Non è poco, per una che è “solo” una donna!

Ooopppsss… dimenticavo: uno dei racconti, il diciassettesimo di questa silloge, è scritto da un autore maschio….Tutti i miei complimenti a quell’uomo che riesce a comprendere l’animo femminile e a descriverlo.

Onestamente, anche questa non è cosa da poco!

 

Anna Maria Folchini Stabile

Angera, 28 gennaio 2013

QUESTA RECENSIONE VIENE PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE.

E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O PUBBLICARE LA PRESENTE RECENSIONE IN FORMATO INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTRICE.

“Preso nella rete” di Chiara Santoianni, recensione di Lorenzo Spurio

Preso nella rete

di Chiara Santoianni

Sesat Edizioni, 2012

ISBN: 978-88-97822-08-0

ISBN e-book: 978-88-97822-09-7

Pagine: 94

Costo: 8 €

 

 

Recensione a cura di Lorenzo Spurio

 

Questo libro di Chiara Santoianni è una facile lettura da fare in poche ore, piacevole. Un testo principalmente diretto a un pubblico giovane; ce ne rendiamo conto dalle prime pagine con le quali entriamo direttamente nel “diario di Matteo”, una narrazione diaristica fatta di annotazioni come un muro bianco pieno di post-it. E’ il racconto di Matteo a cui viene regalato un computer che subito si tramuta in un amico molto importante per lui in virtù della varietà delle operazioni che con esso possono essere fatte: chattare, giocare, scaricare musica e tanto altro. Niente di strano, una storia completamente realistica se teniamo in considerazione quanto il pc, i videogiochi e la televisione, occupino il tempo di giovanissimi, spesso addirittura con effetti deleteri. Ma non è propriamente questo il messaggio che Chiara Santoianni vuol mandare, perché questo libro in fondo è una favola contemporanea, un racconto che, però, fa riflettere.

Il pc per Matteo è infatti il custode dei suoi pensieri dato che viene da lui utilizzato anche e soprattutto come “amico elettronico”. E’ semplicissimo: con una password si può occultare un mondo tutto personale, trasposto nel mezzo tecnologico, e rimanere intatto, sconosciuto a tutti. Un amico fedelissimo al quale con regolarità si sente il bisogno di raccontarsi, aggiornarsi, un custode prezioso, un catalogo che giorno dopo giorno si arricchisce. Ed è in questa prospettiva che veniamo a conoscere della vita scolastica del ragazzo: interrogazioni, amici secchioni e altri meno studiosi e Pamela, la ragazza della quale si sente innamorato.

Come si diceva poc’anzi ogni mezzo della nostra contemporaneità può essere utilizzato in vari modi: con un uso pratico e coscienzioso, con un uso ossessivo e perturbante, un abuso pericoloso che conduce alla mania. E’ il caso che Chiara Santoianni mette in luce: quanto un pc inizialmente pensato come ausilio allo studio, per le ricerche, ben presto si tramuti in  un gioco accattivante del quale non si riesce a fare a meno sino a un pericoloso gioco senza via d’uscita: il gioco d’azzardo. Tutto questo fa quasi sorridere se pensiamo che il protagonista è giovanissimo, quasi con la bocca ancora sporca di latte e che se questi sono i presupposti di crescita, non ci è dato immaginare cosa diventerà da grande.

La narrazione, però, non è fine a se stessa e nella parte finale Chiara Santoianni dedica un’ampia porzione del libro che assume una dimensione conoscitiva-didattica volta alla spiegazione di cosa è un virus e un antivirus, delle tipologie di programmi scaricabili, della terminologia utilizzata in internet, delle periferiche e delle componenti fondamentali per la buona padronanza del mezzo informatico. Questo sussidiario, di facile utilizzo, può essere utilizzato con praticità e concretezza con i più giovanissimi per permettere loro di avvicinarsi al computer, tenendo bene in considerazione quali possono essere i problemi ai quali ci si espone. Al chiudersi in sé, isolandosi dalla famiglia, a creare una vita parallela da quella di tutti i giorni, a minare pesantemente le relazioni sociali. Proprio ciò che succede con Matteo nella prima parte del libro.

 

Lorenzo Spurio

(scrittore, critico-recensionista)

 

Pamplona, 05-11-2012

 

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