Intervista a Cristiano Mocciola, autore di “Coincidenze d’inverno”, a cura di Lorenzo Spurio

Intervista a CRISTIANO MOCCIOLA

Autore di COINCIDENZE D’INVERNO

(Edizioni Montag, Tolentino, 2012)

Isbn: 978-88-97875-14-7

 

a cura di Lorenzo Spurio

Blog Letteratura e Cultura

  

LS: Come dobbiamo interpretare il titolo che hai scelto per la tua ultima opera pubblicata?

CM: Il titolo scelto fa riferimento agli eventi sincronistici che tessono la trama della vita di ognuno di noi. Se rimanesse distaccato dal risultato, l’essere umano riuscirebbe a scorgere tutte quelle coincidenze che, passo dopo passo, lo portano al raggiungimento della propria mèta. In “coincidenze d’inverno” viene evidenziato questo fenomeno (magia?) nella vita dei due protagonisti.

 

LS: Un autore negherà quasi sempre che quanto ha riportato nel suo testo ha un riferimento diretto alla sua esistenza ma, in realtà, la verità è l’opposto. C’è sempre molto di autobiografico in un testo ma, al di la di ciò, il recensionista non deve soffermarsi troppo su un’analisi di questo tipo perché risulterebbe per finire fuorviante e semplicistica. Quanto c’è di autobiografico nel tuo libro? Sei dell’idea che la letteratura sia un modo semplice ed efficace per raccontare storie degli altri e storie di sé stessi?

CM: E’ ovvio che c’è molto di autobiografico. Come è altrettanto ovvio che la fantasia ha svolto il suo compito. Credo che ogni singolo personaggio, di qualsiasi romanzo si tratti, sia parte della personalità dell’autore. E’ inutile negarlo. Sono le diverse sfaccettature di questo IO, che vengono messe in gioco e fatte danzare, a formare il romanzo. Credo che la letteratura serva essenzialmente per aiutarci a sognare, come qualsiasi altra forma d’arte. Nel suo raccontare storie ci aiuta a crescere, a migliorarci, a scorgere il futuro che realmente desideriamo. La letteratura con il solo fine di intrattenere, come potrebbe fare qualsiasi telefilm, a mio avviso, non è utile.

 

LS: Quali sono i tuoi autori preferiti? Quali sono le tendenze, le correnti italiane e straniere e i generi letterari che più ti affascinano? Perché?

CM: Ogni autore è come un amico. E come nella vita capita di avere ‘’migliori amici’’ che ci accompagnano per alcuni tratti del nostro cammino, così abbiamo anche autori che leggiamo con più interesse in certi momenti della nostra esistenza. Penso sia capitato a tutti di cominciare un libro e poi lasciarlo lì perché non andava giù. E magari riprendendolo in un secondo momento, trovarlo così esaltante da divorarlo in poco tempo. Ogni libro, ogni autore, ha bisogno di essere inserito nel giusto frangente della nostra vita. Essendo noi stessi in continuo cambiamento abbiamo bisogno ogni volta di persone diverse attorno a noi (o autori). In parte ho già risposto anche al resto della domanda. Non ho mai letto noir o gialli, ma sicuramente ci sarà il momento in cui ne avrò bisogno.

 

LS: So che rispondere a questa domanda sarà molto difficile. Qual è il libro che di più ami in assoluto? Perché? Quali sono gli aspetti che ti affascinano?

CM: Hai ragione, è molto difficile rispondere. Tornando alla risposta di prima si capisce il perché. Comunque un libro preferito ce l’ho: “Il tuo sacro io” di Wayne Dyer. Ho perso il conto delle volte che l’ho letto e sicuramente lo leggerò ancora molte volte in futuro. Quando mi decentro, quando non ritrovo il silenzio necessario dentro me, lui mi viene in aiuto. Poche e semplici regole per vivere, pensare ed emozionarsi alla giusta maniera.

 

LS: Quali autori hanno contribuito maggiormente a formare il tuo stile? Quali autori ami di più?

CM: Idem come sopra. Se osservo come scrivevo cinque anni fa, o due, o ora, noto il cambiamento avvenuto. Cambiamento dovuto ai libri letti, alle esperienze vissute, alle persone incontrate. Quindi ritengo tutti e tutto responsabili del mio modo di narrare storie.

 

LS: Quali libri hai pubblicato? Puoi parlarcene brevemente?

CM: Ho pubblicato un solo romanzo breve nel 2008 dal titolo ‘Stop!’. Ho poco da dire a riguardo. Tranne che ora lo riscriverei da capo. Quando mi ci dedicai lo feci per gioco, per una scommessa fatta con me stesso. Ora lo racconterei sicuramente in maniera differente.

 

LS: Collabori o hai collaborato con qualche persona nel processo di scrittura? Che cosa ne pensi delle scritture a quattro mani?

CM: Posso dire di essere molto fortunato. Oltre ad aver trovato una donna bellissima, una moglie premurosa e un instancabile alleato, in Rosalba De Amicis ho trovato un valido aiuto per i miei scritti. Se non ci fosse stata lei, se non l’avessi incontrata, forse non sarei neanche qua a rispondere a queste domande. L’idea di scrivere a quattro mani la trovo interessante anche se, ahimè, ancora non ne ho fatto esperienza.

 

LS: A che tipo di lettori credi sia principalmente adatta la tua opera?

CM: A chiunque ne sia incuriosito.

 

LS: Cosa pensi dell’odierno universo dell’editoria italiana? Come ti sei trovato/a con la casa editrice che ha pubblicato il tuo lavoro?

CM: Da quel poco che ho capito c’è molta confusione nell’editoria italiana. Pochi “grandi” detengono il potere, molti e validi piccoli editori invece raccolgono altrettanti validi scrittori ai quali risulta difficile farsi notare nell’oceano di libri che ogni giorno vengono messi in stampa. Ma poco mi interesso di quel che avviene a livello burocratico ed economico attorno all’editoria. Scrivo per puro piacere. E l’editore Montag mi ha aiutato concretamente a realizzare un piccolo sogno. Oltre a essere stati gentili e professionali sono stati gli unici a offrirmi una pubblicazione senza contributo. Cosa molto importante soprattutto in questo periodo di crisi. Vuol dire che credono in quello che fanno.

 

LS: Pensi che i premi, concorsi letterari e corsi di scrittura creativa siano importanti per la formazione dello scrittore contemporaneo?

 

CM: Credo che la vera passione dello scrittore nasca dal cuore. Penso che se non venga da dentro la spinta necessaria per scrivere, tutto il resto non serve a niente. Non esiste scuola che possa insegnarti a scrivere, non esiste premio che possa soddisfare le tue esigenze. Scrivere stando seduti sotto un albero, scrivere solo per il gusto di scrivere, e magari non far leggere mai a nessuno quello che hai scritto, scrivere per mettere nero su bianco quelle emozioni che altrimenti andrebbero perse, questo è il lavoro di chi narra. Lo scrittore contemporaneo, quello di ieri o quello di domani, sono scrittori. Punto.

 

LS: Quanto è importante il rapporto e il confronto con gli altri autori?

CM: E’ nel contrasto che vediamo le immagini no?!

 

LS: Il processo di scrittura, oltre a inglobare, quasi inconsciamente, motivi autobiografici, si configura come la ripresa di temi e tecniche già utilizzate precedentemente da altri scrittori. C’è spesso, dietro certe scene o certe immagini che vengono evocate, riferimenti alla letteratura colta quasi da far pensare che l’autore abbia impiegato il pastiche riprendendo una materia nota e celebre, rivisitandola, adattandola e riscrivendola secondo la propria prospettiva e i propri intendimenti. Che cosa ne pensi di questa componente intertestuale caratteristica del testo letterario?

 CM: Credo che ogni scrittore si sia formato sui libri che ha letto e studiato. Ed è giusto, oltre che inevitabile, dal momento che prende come buona un’idea, che prima o poi la riproponga in ciò che scrive. Non è perché ha voluto prendere possesso dell’idea di un altro, ma perché l’altro è stato in grado di farlo maturare. E se lui ritieni importante “tramandare” quell’idea, è giusto che lo faccia.

 

 

Lorenzo Spurio

scrittore, critico-recensionista

Blog Letteratura e Cultura

 

 E’ SEVERAMENTE VIETATO RIPRODURRE E/O DIFFONDERE LA PRESENTE INTERVISTA SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

“Coincidenze d’inverno” di Cristiano Mocciola, recensione di Lorenzo Spurio

Coincidenze d’inverno
di Cristiano Mocciola
Montag Edizioni, Tolentino, 2012
ISBN: 978-88-97875-14-7
Numero di pagine: 144
Costo: 15,00 €
 
 
Recensione a cura di Lorenzo Spurio
 

Ricordati che non ti verrà mai dato un desiderio senza che tu abbia la forza ed i mezzi per farlo avverare (p. 132).

La debolezza più diffusa fra gli uomini è senz’altro l’abitudine di essere mentalmente suscettibili agli influssi negativi provenienti da altri (p. 133).

In Coincidenze d’inverno di Cristiano Mocciola è contenuta una storia pregna di sentimento, di emozioni contrastanti e di vicissitudini abbastanza tormentate che fanno seguito a una sorta di colpo di fulmine a distanza. Il romanzo “celebra” a suo modo i contemporanei social network non come semplici spazi d’intrattenimento, ma come potenziale luogo d’incontri. E’ proprio la rete che inaugura la conoscenza tra Valentino e Tecla che ben presto si tramuta in amicizia. I due arrivano ad un punto nel quale – ancora senza essersi mai visti- sembrano conoscersi alla perfezione e nessuno dei due sente dei timori nei confronti dell’altro. Il passo dall’amicizia all’amore è breve anche se –spalleggiato dai pochi strenui romantici all’antica- trovo un po’ di difficoltà a credere nel reale a un rapporto che cresce, matura e si solidifica in brevissimo tempo, senza per altro un incontro diretto delle due persone. Ma il mondo va veloce e nessuno riesce a stargli dietro. Internet –che è la vita virtuale- ossia uno spazio nel quale possiamo fare esattamente tutto ciò che facciamo nella realtà, solamente che a livello “ideale”, è conquistato anche dalla sfera dei sentimenti. In questo rapporto la distanza non sembra configurarsi come un vero e proprio problema anche se Valentino non tarda a riscontrare nell’amica-amante un cambio di atteggiamento che non sa a cosa attribuire.

La narrazione procede in maniera incalzante ed è fatta da brani più o meno brevi che compongono numerosi capitoli, ciascuno con un suo titolo. Nel romanzo entrano in gioco anche altri personaggi come Nicola, il fidato amico di Valentino o l’amica di Tecla, tossicodipendente proprio come lei. E’ questo in fondo il tema principale che fuoriesce dal romanzo: la droga. Il desiderio giovanile di sperimentare nuove forme di eccitazione e stati adrenalinici porta la protagonista a entrare nel mondo della droga –dimensione nella quale, assieme all’amica trova spensieratezza e spontaneità. Ma come insegna la vita questa cattiva amicizia con la polvere bianca la porterà a uno stato di dipendenza, prima e a una profonda depressione, poi. La storia di una ragazza che si droga è la manifestazione concreta della vittoria indiscussa delle debolezze umane e la vigilia di un percorso di logoramento. E’ per questo che Tecla cela la sua dedizione alla droga parlando e aprendosi con Valentino e, conseguentemente, quest’ultimo capisce che c’è qualcosa di diverso in lei per come si comporta.

Il tema sociale è forte; Cristiano Mocciola tratteggia un mondo in cui l’utilizzo e l’abuso di droga ormai è una realtà o piuttosto una mania preoccupante che è inarrestabile in ogni fascia della popolazione che la riguarda: “Tirare di coca, in gergo si diceva così l’inalare col naso la sostanza raffinata ottenuta dalle foglie della suddetta pianta, triturata e resa polvere, voleva dire essere alla moda. Il pulviscolo bianco agiva sul sistema nervoso e riscuoteva un grosso successo tra i giovani, tra gli adulti, gli imprenditori e consensi da molteplici tipologie di soggetti, dai ceti più bassi della società fino alle alte sfere (p. 103). Cristiano Mocciola descrive così un problema si vasto e preoccupante, rendendolo –a mio avviso- ulteriormente ingigantito quasi si trattasse di un problema endemico i cui probabili rimedi siano già stati dichiarati nulli e privi di efficacia. Ma il lettore si renderà ben conto leggendo questo libro che non è un messaggio negativo e privo di speranza quello che l’autore vuole lanciare, tutt’altro.

Il romanzo gioca su una continua isotopia del colore bianco: si parte dalla copertina del libro con uno sfondo bianco sul quale si staglia un ramo di un albero con appoggiata della neve, per poi parlare della cocaina, notoriamente conosciuta come polvere bianca. Ma il bianco ritorna anche nella parte finale dove la protagonista, a seguito di un incidente stradale si trova in stato di coma, -una condizione di “congelamento” delle condizioni vitali. Ma è l’ospedale in se stesso a richiamare il bianco: lunghi corridoi, camici di dottori, luce bianca al neon.

Questo libro ovviamente è molto di più. Non svelerò cosa succede né come si conclude la storia. Basterà sapere che Cristiano Mocciola sottolinea più volte l’imperscrutabilità del destino, gli incontri fortuiti, le coincidenze, appunto che esistono nella nostra vita solo se siamo disposti a condividere un certo tipo di analisi.

Le cose succedono perché devono succedere e basta. Qualcuno le ha decise.

Le cose succedono semplicemente perché sono la conseguenza di altre cose.

Non c’è un senso né un motivo in quel che succede.

Una cosa succede proprio mentre –ironia della sorte, nemmeno a farci apposta- ne succede un’altra che ha uno stretto legame all’altra.

La vita è una successione di eventi. Sta a noi coglierne o ad attribuirne il senso. A seconda di come viviamo saremo in grado di intravedere sfortune, tragedie oppure coincidenze –positive o negative- che rimarcano ancora una volta come il trascorrere ineludibile del tempo a volte è così generoso da far incrociare strade, persone, momenti, pensieri, sogni.

 

Chi è l’autore?

Cristiano Mocciola è nato a Milano nel 1978. Ha esordito con Stop!, romanzo breve edito nel 2008 da Zeroundici editore. Partecipa a diversi concorsi letterari ottenendo buoni risultati. E’ presente nelle raccolte antologiche edite da Montag con due racconti: “La via di uscita” in Alchimie di Viaggio (2010) e “Acqua e Fuoco” in L’amore delle donne (2011).

  

Lorenzo Spurio

scrittore, critico-recensionista

Blog Letteratura e Cultura

 

03/08/2012

 

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