Cappuccetto Rosso Sangue, presto nelle sale

La famosa fiaba di Cappuccetto Rosso scritta dai fratelli Grimm e conosciuta da tutti attraverso la realizzazione della fiaba in cartone animato verrà proposta in un film diretto dalla regista Catherine Hardwicke. Il film dal titolo Red Riding Hood è uscito nelle sale americane l’11 marzo 2011 e in Regno Unito è uscito oggi, 15 aprile 2011. Nelle sale italiane l’uscita del film è prevista per il 22 aprile 2011 col titolo Cappuccetto Rosso Sangue.

In realtà la fiaba di Cappuccetto Rosso non venne scritta dai fratelli Grimm ma dal favolista francese Charles Perrault dal quale venne ripresa e riadattata, così come molte altre celebri fiabe.

Il film può essere catalogato come un dark fantasy. La componente fantastica della fiaba è ben nota a tutti: il lupo parlante incontrato nel bosco, il lupo che mangia Cappuccetto Rosso e la nonna ma è riadattata non in una semplice storiella edificante per bambini ma in una dark story nella quale si sottolineano gli aspetti più gotici, inquietanti e paurosi della vicenda stessa. Nel compaiono nuovi personaggi e nuove vicende che li legano ma alcuni elementi fondanti della fiaba rimangono: Cappuccetto Rosso, la presenza minacciosa del lupo, il cacciatore, la nonna e il bosco.

Il film non è adatto a bambini o a giovanissimi che non conoscono l’antica fiaba e pensano di trovarla narrata nel film. Non troveranno niente di ciò che scrisse Perrault o i fratelli Grimm. La storia è stravolta al punto tale che Cappuccetto Rosso è stata trasformata da una fiaba a un horror in piena regola. Il rosso che domina non è quello del mantello e del cappuccio della protagonista ma quello del sangue che viene versato.  

La protagonista è Valerie, una bellissima ragazza contesa da due uomini. Lei ama Peter ma la sua famiglia ha stabilito che sposerà il ricco Henry. Per fuggire dalle decisioni dei suoi genitori Valerie progetta assieme al suo amato di fuggire ma viene a sapere che sua sorella è stata uccisa dal lupo mannaro che spadroneggia nella foresta che limita con il piccolo villaggio. Per vari anni le genti del villaggio hanno conservato una sorta di tregua con il lupo maligno offrendogli un animale come preda ogni mese. Ma il lupo, immagine della forza bestiale e dell’istinto animale, in concomitanza all’arrivo della Luna Rossa, rompe la tregua uccidendo una vita umana.

Addolorato e in cerca di vendetta il popolo chiama un famoso cacciatore di lupi, Father Solomon, per chiedere lui aiuto nel disfarsi del lupo. Tuttavia l’arrivo del cacciatore al villaggio avrà conseguenze negative in quanto si scoprirà che il lupo durante il giorno assume sembianze umane, che è dunque un licantropo e che quindi può essere ciascuna persona del villaggio. Molte cose nel film fanno pensare a The Village (regia di M. Night Shyamalan, 2006): la presenza del bosco visto come luogo dell’ignoto, del male, come rifugio della bestia; la pericolosità di inoltrarsi nel bosco; il villaggio tenuto sotto scacco dalla violenza animale; il dolore e il massacro; il mantello indossato per inoltrarsi nel bosco e se vogliamo l’isotopia del colore rosso: in Cappuccetto il suo mantello, il sangue che viene versato (la versione italiana del film porta il titolo Cappuccetto Rosso Sangue), in The Village è il colore innominabile. Il mostro sia in Cappuccetto che in The Village ha qualcosa di animale e di umano allo stesso tempo: in Cappuccetto è un uomo-lupo, è un licantropo, in The Village è la maschera dell’animale (di un orso, forse) che viene indossata. In entrambi i casi dunque si ripete la compresenza di bestiale nell’umano e di umano nel bestiale. La figura del licantropo mostra meglio di qualsiasi altra il grande grado di mutevolezza dell’animo umano che va dall’aspetto istintuale (animale) a quello razionale (umano), dalla forza bruta al potere.

Intanto il lupo continua a mietere vittime e Valerie comincia a pensare che possa trattarsi di una persona che conosce molto bene. Altri personaggi intervengono nella storia e ci sono dei veri e propri scontri con il lupo. Nel film non manca neppure la figura della nonna di Cappuccetto Rosso e alla casa della nonna, in mezzo al bosco, si consumerà la fine della storia.

Cappuccetto Rosso Sangue è un film che va visto soprattutto per rendersi conto quanto la regista abbia lavorato creando una storia maledetta e gotica attorno ad una semplice fiaba infantile. Un rewriting notevole ma degno di nota e che non può far a meno di farci tracciare parallelismi, antinomie o analogie tra il film e la fiaba. Gli elementi caratterizzanti della fiaba (il protagonista, il nemico, l’aiutante) sono qui presenti e riadattati alle nuove esigenze della storia. Il licantropismo e la Luna Rossa sono elementi dichiaratamente gotici e che ci rimandano a scenari ricchi di fascino ma capaci di creare tormento e paura, in cui dominano il misterioso e il mostruoso.

Dunque un film ricco di suspense e di momenti di dubbio, espressione della grande tradizione horror e del thriller psicologico. Il vero dramma si diffonde nel momento in cui il villaggio scopre che il mostro è uno di loro e che quindi non è più possibile fidarsi di nessuno. La compattezza e la solidità di un piccolo villaggio viene rotta da questa grave minaccia che solo alla fine potrà essere svelata. Un film dalle tonalità piuttosto fosche e torve, a dispetto del grande utilizzo che vien fatto del colore rosso.

Trailer in lingua italiana del film:


Fonti:

 http://redridinghood.warnerbros.com/

http://www.rottentomatoes.com/m/girl_with_the_red_riding_hood/

http://www.elmundo.es/elmundo/trailers/fichas/2011/04/6093_caperucita_roja.html


LORENZO SPURIO

15-04-2011

Il fantasy contemporaneo

Il genere fantasy è uno dei maggiori coltivati nella letteratura a noi contemporanea. Allo stesso tempo è un genere molto apprezzato e stimato non solo da ragazzi e giovanissimi ma anche da gente matura che attraverso i meandri del fantastico e del meraviglioso riscopre mondi che fanno sognare ad occhi aperti. Noti a tutti sono le vicende di Alice nel paese delle Meraviglie, Peter Pan nei giardini di Kensington, Pinocchio o le varie fiabe dei fratelli Grimm. Al suo interno il genere fantasy si divide per l’eterogeneità dei temi in ulteriori sottogruppi: historic fantasy, science fantasy e urban fantasy. Frankenstein di Mary Shelley ad esempio è un romanzo fantastico che appartiene al science fantasy ponendo questioni importanti sullo studio della scienza in età vittoriana. Ha dei caratteri profondamente diversi dalle storie di Peter Pan o quelle di Alice che invece sono calate in una dimensione completamente magica e sovrannaturale.


In tempi a noi recenti le narrazioni fantastiche hanno preso la forma di trilogie o di serie di romanzi di uno stesso ciclo. Le più importanti opere in tal senso sono la serie di romanzi dello scrittore inglese Isaac Asimov che appartengono al Ciclo della Fondazione (science fantasy con particolare attenzione al mondo ultraterrestre e allo spazio), la trilogia del Signore degli Anelli di J.K. Tolkien (scrittore tra l’altro del famosissimo Lo Hobbit e studioso del poema epico inglese Beowulf), la serie di romanzi di C.S. Lewis incentrati sulle Cronache di Narnia ed ovviamente la saga di cinque libri della scrittrice britannica J.K. Rowling sulle vicende del maghetto di Hogwarts, Harry Potter.

Molti lettori si sono sorpresi nel trovarsi affascinati dalle vicende di Harry Potter e non hanno visto l’ora che i vari film tratti dai cinque romanzi uscissero nelle sale. In effetti il fantasy di Harry Potter ha avuto un successo senza precedenti. E’ un fantasy dove i caratteri principali sono il magico e il misterioso, la continua presenza del male e la lotta tra bene e male, la ricerca della verità. Non è altro che una fiaba molto lunga perché ha tutti gli elementi caratteristici della fiaba: l’eroe, l’aiutante dell’eroe, i nemici, i falsi amici, ambientazioni segrete, percorsi pericolosi, scenari gotici, inquietanti, la presenza di mostri, l’impiego della magia.

Un articolo apparso oggi sul quotidiano Corriere della Sera alla sezione cultura si chiedeva quali fossero le nuove vie del fantasy dato che da anni oramai Harry Potter ha esaurito le sue vicende. Il giornalista non guardava tanto agli autori stranieri ma alla letteratura nostrana. A Bologna in occasione della Fiera Internazionale del Libro per ragazzi si ritroveranno i rappresentati delle case editrici italiane che da anni pubblicano il genere fantasy oltre a critici, studiosi.

Maxime Chattam esordisce il prossimo 25 marzo nelle librerie italiane con Alterra (edizione Fazi), il primo volume di una trilogia: è la storia di sopravvissuti a una tempesta spaventosa che non può non ricordare alcune opere dei padri del fantasy. Secondo l’autore il fantasy è « un modo per sfuggire la durezza del quotidiano, ritrovare emozioni che avevamo quando eravamo adolescenti. È, in un certo senso, come il romanzo rosa. Permette di credere in qualcosa di grande: amore, amicizia, valori perduti. In fondo tutti abbiamo sognato, almeno una volta nella vita, di essere capaci di compiere atti eroici, di avere dei poteri, magari anche magici».

Melissa Marr invece con la sua serie Wicked Lovely propone una storia di fate malvagie e intriganti ma è presente anche il tema dell’amore che ha permesso a qualche critico di avvicinare le sue opere al romance.

Secondo Chattam un buon fantasy deve contenere degli elementi imprescindibili: l’epica, una buona storia che si sviluppa a più livelli, la magia, i riferimenti letterari, religiosi, scientifici. E’ un’opera complessa alla pari di un romanzo storico costruito da anni e anni di ricerca storiografica e studio sul campo.

Vampiri, orchi, uomini creati in laboratorio, streghe, maghi, principi falsamente cortesi, scienziati pazzi, creature malvagie, licantropi, draghi rimangono a tutt’oggi i personaggi preferiti di storie fantastiche e  meravigliose, capaci di interessare e coinvolgere grandi e piccoli.

LORENZO SPURIO

22-03-2011

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