Intervista a Gilbert Paraschiva, a cura di Lorenzo Spurio

INTERVISTA A GILBERT PARASCHIVA

a cura di Lorenzo Spurio

 

LS: Per la sua intensa attività di presentatore, conduttore e cantante è stato definito come un “concentrato di Corrado, Baudo e Bongiorno”. Che cosa ne pensa di questa definizione dove viene equiparato ad altisonanti nomi del panorama culturale-televisivo italiano?

GP: E’ stata la giornalista Adriana Serra a definirmi “CO-BA-BO” in un importante settimanale, per l’humor di Corrado, la musicalità di Baudo e la signorilità di Bongiorno, anche se in “illo tempore”, mi sentivo più vicino a Daniele Piombi che mi presentò e poi consegnò l’Anfiteatro d’Oro a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) come cantautore in quanto vincitore dell’omonimo Festival.

091230172910-gilbert-paraschiva-festa-italiana-giardini-naxos-rodolfo-amodeo-03LS: I suoi esordi nel mondo della musica sono da rintracciare in Africa, e per la precisione in Eritrea. Lei, infatti, proprio come il grande Giuseppe Ungaretti, nacque ad Alessandria D’Egitto e nella città trascorse l’infanzia e l’adolescenza. Che ricordo ha di quel periodo? E’ ritornato poi nel corso degli anni a visitare la città e, se sì, come l’ha trovata?

GP: Sono nato e vissuto ad Alessandria d’Egitto fino a 14 anni e dai 14 ai 27 all’Asmara (Eritrea) dove feci le prime esperienze di batterista con Renato Carosone. Ad Alessandria non ci sono mai più tornato mentre all’Asmara ci sono ritornato nel 1996 e l’ho trovata ancor più bella, ma mi ha fatto uno strano effetto perché dai 200.000 italiani di una volta ne ho trovati si e no 200!

LS: La camaleonticità di artista che la contraddistingue è da rintracciare anche nella variegata “appartenenza” a varie città: Alessandria d’Egitto, Napoli e poi la provincia di Messina. A quale città si sente maggiormente legato e per quale motivo?

GP: Ogni città ha le sue bellezze e le sue caratteristiche che variano anche secondo i periodi. Un fatto è certo che esiste il mal d’Africa e quindi un rimpianto c’è sempre anche se stando in quei posti indubbiamente si sente ancor più l’amore per la Patria: forse ben per questo la mia “Italia lontana” vinse nel 1954 il 1° Premio al Festival dell’Asmara con 1470 voti su 1800 votanti. (Tanti erano e sono i posti del Cinema Teatro Impero) e, successivamente, tale canzoni, dopo “Terra straniera” di Marletta fu la canzone più amata e venduta all’Estero.

LS: La sua attività legata al mondo della musica maggiormente nota e ricordata è probabilmente il programma “L’uomo della notte”, da Lei stesso ideato. Può parlarci di come nacque questo progetto e il ricordo che ne conserva?

GP: Nacque a Radio Break Campania (R.B.C.) con le prime emittenti private che cominciarono a sorgere a Napoli ed in tutta Italia e siccome ero reduce da un’esperienza radiofonica a Radio Montecarlo dove conducevo un programma notturno molto dolce e sentimentale dal titolo: “Un peux d’amour, d’amitié et des chanson” i Dirigenti della Radio mi dissero: “Perché non fai anche qui un programma notturno simile?” Al che io dissi: “Possibile che debba far sempre l’uomo della notte?” “Ottimo – mi dissero – farai anche qui “L’uomo della notte” che fu la trasmissione notturna più amata e seguita (da una indagine della DOXA) tra gli anni ’78 e ’83 fra tutte le Emittenti Radiofoniche Italiane.

LS: La poetessa Tina Piccolo le ha dedicato una poesia intitolata appunto “L’uomo della notte” che recita:

 

L’appuntamento è tenero, suadente,
già danza tra note musicali
nell’attesa de “L’uomo della notte”.
il fascinoso Gilbert, artista eccezionale.
La voce calda vibra appassionata
e con un tocco di dolce magia
fa svanir ogni malinconia.
Con le canzoni così melodiose
fa apparir il mondo meraviglioso.
Questa è la trasmissione più applaudita,
resterà nel tempo come un mito
che consola il cuor degli italiani.
E tu, Gilbert, tornerai con eleganza
ad offrire un sogno ed un sorriso
in una coppa ricolma di speranza.

Che cosa ne pensa di questa poesia? Ha conosciuto personalmente la poetessa Tina Piccolo? Che rapporto ha con i poeti contemporanei?

GP: Tina Piccolo è stata e lo è tuttora una cara amica e come poetessa è molto brava. La ringrazio per la poesia che è molto bella laddove ci sia o non ci sia la rima e indipendentemente se la rima sia baciata od alternata. Data la mia età avanzata cambierei solo l’ultimo verso dell’ultima terzina:

E tu, Gilbert, tornerai con eleganza
ad offrire un sogno ed un sorriso
ai tuoi bravi “Cantanti in Paradiso”!

 

Il rapporto coi poeti italiani è ottimo tant’è che quando fondai “Il Pianeta dell’Amore” la parola “poetamico” la ideai io.

 

LS: Il suo esordio poetico, rispetto a quello per la canzone, è più tardo e rintracciabile nel 1990 circa con la fondazione dell’Associazione Culturale “Il Pianeta dell’amore” che pubblicava annualmente una antologia poetica. Può dirci come è arrivato alla Poesia e quali furono i primi testi pubblicati?

imagesGP:  Le mie prime poesie le scrissi a 16 anni e venivano pubblicate in un giornale per ragazzi chiamato “L’avventura” diretto da Anna Maria Miserocchi che poi, venendo in Italia costituì un Trio di Prosa meraviglioso con Anna Proclemer e Giorgio Albertazzi. Invece il mio primo libro di poesie “L’uomo della notte” nacque, a fine anni settanta, nei primi anni appunto di tale trasmissione! Quindi l’esordio poetico è pressoché analogo a quello della canzone in quanto la mia prima canzone (una samba dal titolo “Don José”) fu scritta da me a 16 anni. Che poi editori come Montedit, Carello, Tigulliana ecc. pubblicarono vari libri con le mie poesie questo realmente avvenne verso la fine degli anni ’80 e primi anni ’90!

LS: Tutta la sua produzione, tanto poetica che cantautoriale, è pervasa da un eclatante umorismo che si nota anche nei titoli di alcune sue liriche o del libro “Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai” in omaggio al grande Alberto Sordi. Quanto è importante secondo Lei la componente umoristica nell’uomo, il non prendersi troppo sul serio, l’essere a volte polemico ma in maniera giocosa e sapersi anche auto-parodiare?

GP: Talvolta l’essere polemico, seppur in maniera gioiosa, può creare delle antipatie mentre l’autoironismo la gente lo accetta più volentieri tant’è che il libro da te citato molti l’han letto tutto d’un fiato e non c’è nessuno che non si sia complimentato. (la rima è puramente casuale)!

LS: Nel 2003 con Carello Editore ha dato alle stampe un volume antologico dal titolo “Cantanti in paradiso” dove rintraccia i profili biografici, con foto ed aneddoti, la storia di numerosi cantanti italiani tra cui, solo per citarne alcuni, Fred Buscaglione, Lucio Battisti, Ivan Graziani,  Luciano Tajoli, Luigi Tenco e altri non cantanti, quali Anna  Magnani, Alberto Sordi ed altri. Quali di questi ebbe modo di conoscere personalmente e a quali di loro si sentì più legato?

GP: Con Alberto Sordi abbiamo fatto gli esami assieme alla S.I.A.E. ed a fine esame mi ha invitato a pranzo in un caratteristico locale di Trastevere. Con Mia Martini spesso il giovedì prendevamo il tè delle cinque a casa di Roberto Murolo al Vomero. Con Wanda Osiris ho suonato la batteria nel periodo in cui si incendiò il Teatro Politeama a Napoli, con Claudio Villa abbiamo avuto lo stesso impresario: Franco Baldi, con Totò ho avuto l’onore di recitare “’A Livella”, con Dalida, anche lei mia compaesana, l’ho conosciuta a San Remo e poi sono andato a mettere un fiore sulla sua tomba a Parigi e di Domenico Modugno che debbo dire: “Tu si ‘na cosa grande” viceversa non avrei fatto la versione in francese (“Tu es plus qu’étoile”) per inserirla nel mio cd “80 voglia di cantare”, perché, per me, è stato il più grande cantautore che l’Italia abbia mai avuto!

 

LS: Lei è attivo da vari anni in Internet mediante un suo sito personale, ricco di sue informazioni, su Youtube mediante una serie di canzoni da lei scritte e musicate e anche nel famoso social network di Facebook. Quanto è importante secondo lei Internet nei nostri tempi?

Crede che la società che lei ha conosciuto durante la sua infanzia e adolescenza, priva del mezzo informatico, fosse migliore o peggiore? Perché?

GP: In tutte le cose nella vita c’è il lato positivo ed il lato negativo. In Italia si stava meglio quando non c’era il divorzio od ora che c’è il divorzio? Internet non è importante, ma importantissimo ma non vi siete però accorti quanti edicolanti han chiuso i battenti? Tipografie che, se non vogliono fallire, debbono lavorare a prezzi stracciati ed altrettanto i fotografi. Dove sono le belle fotografie di una volta quando portavamo a sviluppare i rullini e le foto venivano stampate nel formato che le volevamo. Ora le scattiamo noi stessi col cellulare e le mettiamo in internet e se vogliono ce le possono anche rubare.

E dove sono finiti i bei rendiconti che ci inviava la S.I.A.E. semestralmente per i Diritti d’Autore e Fonomeccanici? Ma chi ce lo fa fare acquistare un cd 10, 12 o anche 15 Euro quando tutte le canzoni al mondo te le puoi vedere ed anche ascoltare a schermo intero sul tuo portatile!..

LS: Quali sono le attività culturali, musicali e poetiche che attualmente la vedono impegnato?

GP: Se attività culturale si può definire qualche collaborazione sporadica a qualche rivista o attività musicale qualche serata in Circoli per Anziani o Villaggi Turistici per fare ascoltare il mio cd, allora mi impegno ancora ma, credetemi, semplicemente perché… “Ottanta voglia di cantare…pour mon amour!”  Marleine, diglielo tu!

Grazie per avermi concesso questa intervista.

 

Lorenzo Spurio   Grazie Lorenzo! Il piacere è tutto mio!

 

Trappitello (Me), 30 Maggio 2013

Addio a Little Tony. Il ricordo di Gilbert Paraschiva

Fra i miei “CANTANTI IN PARADISO” ora

anche ANTONIO CIACCI (Little TONY)

di Gilbert Paraschiva

 

Dieci anni e cinque giorni meno di me (lui del 9 Febbraio del ’41 ed io del 4 Febbraio del ’31) entrambi appartenenti al segno dell’Acquario (segno in prevalenza appartenente a persone pie e generose con tendenza artistiche di varia natura: musica, poesia, pittura, astrologia ecc.) (Paolo Fox me lo confermi?)

Questo bravo cantante il cui nome era Antonio Ciacci, fu scoperto a Milano (lui era un sanmarinese, ma nato a Roma), nel corso di uno spettacolo teatrale, da un impresario inglese che lo convinse a seguirlo a Londra dove gli fu dato (con gran sua soddisfazione) il nome d’arte di Little Tony.

Tornato in Italia cantò, con il supermolleggiato Adriano Celentano, al Festival di San Remo del 1961 piazzandosi secondo con “24 mila baci”; ma tante furono in seguito le canzoni che poi portò al successo, da “Riderà” a “Cuore matto” che un po’ perché è stato il suo cavallo di battaglia e un po’ perché il suo cuore era realmente impazzito nel corso di un suo spettacolo sette anni fa  in Canada, gli avvalse il soprannome di “Cuore matto” di nome e di fatto!

Questa volta il cuore ha funzionato ed il suo malore non è stato dovuto al cuore, ma ad un tumore (dicono alle ossa) dove ultimamente era ricoverato in una Clinica romana, anche se ho la mia impressione che se fosse stato ricoverato in un Ospedale francese (il “Gustave Roussy” per esempio) qualcosa in più (forse) si sarebbe potuto fare.

L. Tony, Rita e Mino

(da sinistra Little Tony, Rita Pavone e Mino Reitano)

In Canada se l’è scampata bella ma ora, probabilmente, lui stesso forse voleva raggiungere  i nostri colleghi: “Cantanti in Paradiso” per lasciare un buon ricordo sulla Terra.

Non va dimenticato che Little Tony ed il suo amico Bobby Solo, un po’ per l’abbigliamento ed un po’ per il loro stile vocale di rock moderno erano definiti gli Elvis Presley italiani.

Sono certo che quest’ultimo, alla notizia della morte dell’amico, sarà scesa altro che “Una lacrima sul viso” come è scesa d’altronde anche a me che ho avuto il piacere a più di una Festa di Piazza in Campania.

Mi ricordo come fosse ieri, quarant’anni fa, in uno spettacolo ad Arzano, mentre Little Tony cantava, si alzò stridente una voce femminile che gridò a squarciagola:  “Si’ bello Tony, te vasasse pure ‘e pere anco si ‘e tene spuorche!” (Sei bello Tony, ti bacerei i piedi pur se fossero sporchi!”)

Ma forse quella ragazzina, in cuor suo, sapeva che Antonio Ciacci, oltre ad essere sempre elegante, bravo e bello era pulito dentro e fuori.

Il giorno della sua morte, avendo saputo del suo trapasso ancor prima del Telegiornale, volli dare la notizia agli amici di Face Book scrivendo queste parole:

“Ieri sera é volato in Cielo per raggiungere l’altro mio amico e sosia MINO REITANO, il non meno celebre astro della Musica Leggera: LITTLE TONY! L’ho presentato più volte in Spettacoli e Feste di Piazza! Ora é andato a raggiungere i “miei” “CANTANTI IN PARADISO!” Addio Tony o forse, per me, é meglio dire: “ARRIVEDERCI, A FRA NON MOLTO!!!”

Si è levato un coro di proteste da parte dei miei fans per la mia ultima frase: “Gilbert, tu devi stare su questa terra per noi!…”

Ma io certe volte mi domando: “A che fare?” I miei colleghi presentatori amici (Corrado, Tortora e Bongiorno) se ne sono andati, i miei colleghi cantanti (Reitano, Modugno, Murolo, Dalida, Vanna Brosio, Mia Martini) pure, i miei colleghi

musicisti coi quali ho avuto il piacere di suonare con loro (Renato Carosone, Don Marino Barreto, Marino Marini, Romano Mussolini) se ne sono andati per cui che ci resta a fare sulla Terra… “L’ultimo dei Mohicani”? Se James Fenimore Cooper, deceduto nel 1851, tornasse sulla terra per scrivere anche la mia storia, allora continuerò a prendere le mie 7 compresse salvavita al giorno e non direi a Dalla, Jannacci, Califano ed, in ultimo Little Tony: “Arrivederci, a fra non molto!”  

Gilbert Paraschiva

Gilbert Paraschiva in memoria di Jannacci e Califano

Altri due “grandi” si aggiungono ai miei “Cantanti in Paradiso”

Enzo Jannacci e Franco Califano

di Gilbert Paraschiva

A distanza di un sol giorno l’uno dall’altro, ci hanno lasciato sotto Pasqua, ENZO JANNACCI e FRANCO CALIFANO, per una tournée in Cielo e festeggiare Pasquetta con gli Angeli del Paradiso.

Che dire di questi due stravaganti ma grandi e, soprattutto, amati artisti?!?!…

Il primo medico chirurgo, specializzato in cardiologia, che ha continuato la professione, anche quanto baciato dal successo, e che avrebbe potuto vivere anche soltanto coi Diritti d’Autore, ha continuato a fare l’Artista e,  il secondo, Franco Califano, che pur avendo avuto (a suo dire) ben oltre un migliaio di donne, ha preferito vivere da solo coi suoi quaranta gatti!

JannacciQuando sono partiti per questa loro ultima fantastica tournée, avrei voluto dir loro: “VENGO ANCH’IO!” ma sono certo che sarebbe intervenuto JANNACCI per dirmi: “NO, TU NO!!!” per cui non ho insistito e mi son detto: “Sia fatta la volontà di Dio”!

Ora son certo che sono felici ed in particolare ENZO perché è andato a trovare il nostro grande amico GIORGIO GABER cui lui era davvero molto ma molto affezionato!

Il 3 Giugno JANNACCI avrebbe compiuto 78 anni mentre il CALIFFO, il 14 Settembre, ne avrebbe compito 74. Entrambi, di poco, ma sempre più giovani di me, a dimostrare che la morte non guarda in faccia a nessuno!

Franco, pur essendo concepito a Tripoli, nacque nel Cielo della capitale libica; potrei dire: Venuto dal Cielo e tornato in Cielo ma fermamente convinto che tornerà sulla Terra perché, grossomodo, è questa è la frase che avrebbe voluto fosse scritta sulla sua tomba: “TORNERO’ PRESTO!” Non è certa la realizzazione di questo suo desiderio  ma è certo invece che ben presto ad una strada romana verrà dato il suo nome: Via Franco Califano!

Franco-Califano-mortoEbbi il piacere di presentarlo  più di una volta in Concerti, Spettacoli e Feste di Piazza ma di conoscerlo più intimamente nel 1989 al matrimonio di Diego Armando Maradona quando regalai ad entrambi una mia musicassetta incisa da me e Peppe Russo dal titolo “5 + 5” dove da un lato Peppeniello, se ben ricordo, fra i 5 brani italiani, era registrata una canzone appunto di Franco Califano mentre dall’altro, fra le cinque canzoni in francese vi era la mia “Le vrai amour” (la versione in francese di “’O VERO AMMORE”) che per quanto dedicata ad una donna, per noi artisti, (alludo ad Enzo Jannacci, il nostro grande comune amico Giorgio Gaber, Franco Califano, Peppe Russo e, con immodestia, aggiungo Gilbert Paraschiva, l’unico vero nostro grande amore (LE VRAI AMOUR) rimane sempre e soltanto la musica: “TUTTO IL RESTO E’ NOIA!”   (g.p.)

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E’ uscito il nuovo numero della rivista Euterpe dal tema “Potere e povertà”

Buonanasera,
comunichiamo che il nuovo numero della rivista è appena uscito (entro pochissimo sarà caricato il pdf sul sito, http://www.rivista-euterpe.blogspot.com).

Nella rivista sono presenti testi di Lorenzo Spurio, Massimo Acciai, Monica Fantaci, Giuseppina Azzena, Gilbert Paraschiva, Damiano Maccarrone, Dunia Sardi, Emanuele Marcuccio, Massimo Acciai, Monica Minnucci, Sunshine Faggio, Ivan Pozzoni, Paolo Annibali, Antonio Chisari, Alessandro Dantonio, Flavio Scaloni, Monica Fantaci, Anna Alessandrino, Mauro Biancaniello, Antonella Santoro, Angela Crucitti, Gennaro Tedesco, Mario Di Nicola, Paolo D’Arpini, Patrizia Chini, Fiorella Carcereri, Cristina Lania, Mariapia Statile, Dario Ramponi, Nadia Marra, Martino Ciano, Elisabetta Polatti.
Ricordiamo, inoltre, che il prossimo numero della rivista avrà come tema “L’intercultura”. I materiali dovranno essere inviati a rivistaeuterpe@virgilio.it entro e non oltre il 10 Gennaio 2013.

Link diretto per accedere al pdf scaricabile contenente il numero della rivista: http://www.segretidipulcinella.it/euterpe5.pdf 

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