“The day is yours – Kenneth Branagh” di Ilaria Mainardi, recensione a cura di Lorenzo Spurio

The day is yours – Kenneth Branagh

di Ilaria Mainardi

con postfazione di Daniele De Angelis

Siska Editore, 2011

ISBN: 9788897642039

 

recensione a cura di Lorenzo Spurio

Ho accettato con piacere la richiesta di Ilaria Mainardi di leggere il suo testo critico-saggista su Kenneth Branagh sebbene, non me ne vergogno a riconoscerlo, non sapevo chi fosse. Ho immaginato che si trattasse di uno scrittore e che quindi il suo discorso fosse una sorta di analisi critica sulla sua produzione. Mi sbagliavo. Ho preferito documentarmi un po’ prima di affrontare una lettura di questo tipo, sulla quale, diversamente, non sarei stato neppure in grado di dire due parole. Wikipedia è una buona fonte di informazioni per neofiti che intendono avvicinarsi a un determinato autore o argomento. La pagina di Kenneth Branagh era abbastanza fornita. Ho conosciuto così per la prima volta il soggetto del saggio della Mainardi. Attore, regista e produttore teatrale, Branagh è celebre principalmente per la messa in scena di una serie di adattamenti teatrali sui maggiori plays shakesperiani ma anche per la sua parte nel film sui crimini nazisti Operazione Valchiria (2008).

Lo scritto della Mainardi è ben organizzato e sostenuto anche da un buon apparato bibliografico che consente al lettore di capire come un regista della nostra contemporaneità sia riuscito a fondere e plasmare con maestria e talento espressioni artistiche diverse, dandone prova attraverso la rivisitazione, l’adattamento e la messa in scena delle opere del grande scrittore di Stratford-upon-Avon. La stessa Mainardi osserva nella nota introduttiva: “Kenneth Branagh uno dei più compiuti esempi di ciò che teatro e cinema dovrebbero essere”.

Il testo si snoda in vari capitoli, partendo da un profilo biografico dell’autore in cui la Mainardi fa riferimento al singolare atteggiamento di Branagh ragazzino nel sapersi districare con l’inglese ufficiale e l’irlandese a seconda delle situazioni, per passare poi alle varie fasi dell’affermazione della sua carriera come regista non mancando di far riferimento al suo lampante e tempestivo successo, seppur criticato da qualcuno. Punto di snodo importante nel suo encomiabile lavoro è la creazione nel 1987 della Renaissance Theatre Company. Da ricordare anche le sue collaborazioni con vari attori molto noti, tra cui Emma Thompson e Colin Firth ma la Mainardi si sofferma a lungo soprattutto su alcuni personaggi shakesperiani molto famosi: Otello e gli Enrichi che nel corso della storia sono stati interpretati tante volte. Ad arricchire il testo è un articolo di Jaime Diamond che la Mainardi ha tradotto in italiano.

Lorenzo Spurio

 

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Cappuccetto Rosso Sangue, presto nelle sale

La famosa fiaba di Cappuccetto Rosso scritta dai fratelli Grimm e conosciuta da tutti attraverso la realizzazione della fiaba in cartone animato verrà proposta in un film diretto dalla regista Catherine Hardwicke. Il film dal titolo Red Riding Hood è uscito nelle sale americane l’11 marzo 2011 e in Regno Unito è uscito oggi, 15 aprile 2011. Nelle sale italiane l’uscita del film è prevista per il 22 aprile 2011 col titolo Cappuccetto Rosso Sangue.

In realtà la fiaba di Cappuccetto Rosso non venne scritta dai fratelli Grimm ma dal favolista francese Charles Perrault dal quale venne ripresa e riadattata, così come molte altre celebri fiabe.

Il film può essere catalogato come un dark fantasy. La componente fantastica della fiaba è ben nota a tutti: il lupo parlante incontrato nel bosco, il lupo che mangia Cappuccetto Rosso e la nonna ma è riadattata non in una semplice storiella edificante per bambini ma in una dark story nella quale si sottolineano gli aspetti più gotici, inquietanti e paurosi della vicenda stessa. Nel compaiono nuovi personaggi e nuove vicende che li legano ma alcuni elementi fondanti della fiaba rimangono: Cappuccetto Rosso, la presenza minacciosa del lupo, il cacciatore, la nonna e il bosco.

Il film non è adatto a bambini o a giovanissimi che non conoscono l’antica fiaba e pensano di trovarla narrata nel film. Non troveranno niente di ciò che scrisse Perrault o i fratelli Grimm. La storia è stravolta al punto tale che Cappuccetto Rosso è stata trasformata da una fiaba a un horror in piena regola. Il rosso che domina non è quello del mantello e del cappuccio della protagonista ma quello del sangue che viene versato.  

La protagonista è Valerie, una bellissima ragazza contesa da due uomini. Lei ama Peter ma la sua famiglia ha stabilito che sposerà il ricco Henry. Per fuggire dalle decisioni dei suoi genitori Valerie progetta assieme al suo amato di fuggire ma viene a sapere che sua sorella è stata uccisa dal lupo mannaro che spadroneggia nella foresta che limita con il piccolo villaggio. Per vari anni le genti del villaggio hanno conservato una sorta di tregua con il lupo maligno offrendogli un animale come preda ogni mese. Ma il lupo, immagine della forza bestiale e dell’istinto animale, in concomitanza all’arrivo della Luna Rossa, rompe la tregua uccidendo una vita umana.

Addolorato e in cerca di vendetta il popolo chiama un famoso cacciatore di lupi, Father Solomon, per chiedere lui aiuto nel disfarsi del lupo. Tuttavia l’arrivo del cacciatore al villaggio avrà conseguenze negative in quanto si scoprirà che il lupo durante il giorno assume sembianze umane, che è dunque un licantropo e che quindi può essere ciascuna persona del villaggio. Molte cose nel film fanno pensare a The Village (regia di M. Night Shyamalan, 2006): la presenza del bosco visto come luogo dell’ignoto, del male, come rifugio della bestia; la pericolosità di inoltrarsi nel bosco; il villaggio tenuto sotto scacco dalla violenza animale; il dolore e il massacro; il mantello indossato per inoltrarsi nel bosco e se vogliamo l’isotopia del colore rosso: in Cappuccetto il suo mantello, il sangue che viene versato (la versione italiana del film porta il titolo Cappuccetto Rosso Sangue), in The Village è il colore innominabile. Il mostro sia in Cappuccetto che in The Village ha qualcosa di animale e di umano allo stesso tempo: in Cappuccetto è un uomo-lupo, è un licantropo, in The Village è la maschera dell’animale (di un orso, forse) che viene indossata. In entrambi i casi dunque si ripete la compresenza di bestiale nell’umano e di umano nel bestiale. La figura del licantropo mostra meglio di qualsiasi altra il grande grado di mutevolezza dell’animo umano che va dall’aspetto istintuale (animale) a quello razionale (umano), dalla forza bruta al potere.

Intanto il lupo continua a mietere vittime e Valerie comincia a pensare che possa trattarsi di una persona che conosce molto bene. Altri personaggi intervengono nella storia e ci sono dei veri e propri scontri con il lupo. Nel film non manca neppure la figura della nonna di Cappuccetto Rosso e alla casa della nonna, in mezzo al bosco, si consumerà la fine della storia.

Cappuccetto Rosso Sangue è un film che va visto soprattutto per rendersi conto quanto la regista abbia lavorato creando una storia maledetta e gotica attorno ad una semplice fiaba infantile. Un rewriting notevole ma degno di nota e che non può far a meno di farci tracciare parallelismi, antinomie o analogie tra il film e la fiaba. Gli elementi caratterizzanti della fiaba (il protagonista, il nemico, l’aiutante) sono qui presenti e riadattati alle nuove esigenze della storia. Il licantropismo e la Luna Rossa sono elementi dichiaratamente gotici e che ci rimandano a scenari ricchi di fascino ma capaci di creare tormento e paura, in cui dominano il misterioso e il mostruoso.

Dunque un film ricco di suspense e di momenti di dubbio, espressione della grande tradizione horror e del thriller psicologico. Il vero dramma si diffonde nel momento in cui il villaggio scopre che il mostro è uno di loro e che quindi non è più possibile fidarsi di nessuno. La compattezza e la solidità di un piccolo villaggio viene rotta da questa grave minaccia che solo alla fine potrà essere svelata. Un film dalle tonalità piuttosto fosche e torve, a dispetto del grande utilizzo che vien fatto del colore rosso.

Trailer in lingua italiana del film:


Fonti:

 http://redridinghood.warnerbros.com/

http://www.rottentomatoes.com/m/girl_with_the_red_riding_hood/

http://www.elmundo.es/elmundo/trailers/fichas/2011/04/6093_caperucita_roja.html


LORENZO SPURIO

15-04-2011

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