Il nuovo numero della rivista “Euterpe” dedicato a “La cultura al tempo dei Social Networks” (invio partecipaz. entro 31-07-2017)

Ritorna l’appuntamento con le pagine della rivista online di letteratura “Euterpe”, aperiodico tematico fondato e diretto dal poeta e critico letterario Lorenzo Spurio nell’ottobre del 2011 ed entrato a far parte delle attività più interessanti e coinvolgenti dell’omonima associazione culturale fondata nel marzo 2016 a Jesi (AN). 

Numerosissimi gli interventi in questi ventitré numeri della rivista che per ogni numero proponeva una tematica o un’immagine di riferimento alla quale potersi rifare argomentando una propria visione o pensiero. Particolarmente curata a trattare le varie sezioni, dalla poesia alla narrativa breve passando alla saggistica con attenzione per la critica letteraria, la forma testuale dell’articolo e della recensione libraria. Interessante anche l’apparato dedicato alle interviste, introdotte a partire dal n°16 della rivista, la cui sezione è curata dalla poetessa, scrittrice e haijin Valentina Meloni. Ad arricchire i contenuti anche la sezione di critica d’arte (denominata “Démon du midi”), introdotta a partire dal n°22 e curata dallo scrittore, poeta e critico Antonio Melillo. 

Assai ampio il repertorio delle voci poetiche, critiche e di estimatori dell’arte e della cultura che in questi sei anni hanno scritto sulle pagine di “Euterpe”; tra di esse è bene citare la presenza in rivista di testi – editi e inediti – di Dante Maffia, Corrado Calabrò, Marcia Theophilo, Nazario Pardini, Franco Buffoni, Elio Pagliarani, Tomaso Kemeny, Mariella Bettarini, Giorgio Linguaglossa, Donatella Bisutti e tanti altri ancora.

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Il prossimo numero della rivista, che propone un tema nevralgico e al tempo attualissimo, fonte di indagini di carattere sociali e di studi veri e propri su tendenze dei nostri giorni, sarà dedicato a “La cultura al tempo dei Social Networks”, vale a dire ci si domanderà, nelle forme che ciascuno reputa maggiormente proprie, quale è l’incidenza di internet e dei social, la potenzialità e quanto funziona, in termini sociali e collettivi come collante o, al contrario, come deterrente. Culturalmente, in un’età in cui le riviste cartacee stanno scomparendo o sono già avito ricordo di un’età di splendore delle Lettere, cosa apportano o come migliorano la nostra conoscenza i Social Network se, effettivamente, ci poniamo nell’ottica di riconoscegli una propensione e una finalità comunicativa e sociale? 

Sarà possibile partecipare al prossimo numero della rivista inviando i propri elaborati (attenendosi alle Linee redazionali contenute sul sito cliccando qui) entro il 31 Luglio 2017 inviando le proprie proposte unitamente a una propria scheda biobibliografica o curriculum letterario alla mail rivistaeuterpe@gmail.com 

Per chi, invece, voglia avvicinarsi alla rivista come “lettore”, facilitiamo il link di riferimento al sito dove possono essere localizzati tutti i numeri precedenti divisi in ordine cronologico e per tematica. Numeri che possono essere scaricati facilmente in formato .pdf, salvati e letti comodamente a titolo gratuito. 

E’ uscito “News(paper) revolution. L’informazione online al tempo dei social network” di Umberto Lisiero

News(paper) Revolution – L’informazione online al tempo dei social network
di Umberto Lisiero
Fausto Lupetti Editore, 2012
PAGINE: 205
PREZZO: EURO 15.00
 
novita-newspaper-revolution-umberto-lisiero-L-hGhj6YNews(paper) Revolution è un saggio sulle modalità di approccio dei quotidiani alla Rete, su alcuni dei tratti distintivi del Web (multimedialità, ipertestualità, interattività…) e sul modo con il quale questi vengano sfruttati per diffondere le notizie. Nessuna ambizione di
riuscire a “imbrigliare” un mondo – quello online – sempre in continuo mutamento e sviluppo, quanto piuttosto una riflessione sullo scenario attuale e su come sia cambiato il modo di comunicare, sulle odierne sfide e sui nuovi strumenti a disposizione.
Il volume risponde alle esigenze sia dei professionisti del settore (giornalisti, docenti, responsabili PR e comunicazione) sia a quelle di studenti universitari e semplici lettori che vogliano approfondire e comprendere appieno le potenzialità della comunicazione online.
Il libro, frutto di uno studio dell’autore iniziato nel 2006, concilia la teoria con la pratica, per delineare i tratti della comunicazione online e chiarire le caratteristiche essenziali della Rete.
Il volume, con prefazione di Angelo Perrino (fondatore e direttore Affaritaliani.it), è strutturato in cinque sezioni. La prima è una breve introduzione sulle nuove tecnologie della comunicazione, la seconda è la cronistoria del giornalismo online, la terza sintetizza i cambiamenti del ruolo del giornalista, dell’editore e della redazione. La quarta sezione espone le caratteristiche salienti del quotidiano online mentre l’ultima analizza gli sviluppi futuribili del “quarto potere”. Chiudono il libro, come appendice, le considerazioni di Mario Tedeschini Lalli (vicedirettore, direzione Innovazione e Sviluppo, Gruppo Editoriale L’Espresso).
 
Umberto Lisiero – , nato a Padova, laureato in Scienze della Comunicazione indirizzo Giornalismo, Master in Comunicazione e Marketing Web & Nuovi Media, è co-founder di Promodigital, società acquistata nel 2010 da Ebuzzing, gruppo francese specializzato nella diffusione di video online. Giornalista pubblicista, è incuriosito da tutto ciò che concerne dinamiche e implicazioni della comunicazione con i nuovi strumenti digitali. È tra i co-autori di Buzz Marketing nei Social Media del 2009 e di Viral Video del 2012, entrambi editi da Fausto Lupetti Editore.
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“Preso nella rete” di Chiara Santoianni, recensione di Lorenzo Spurio

Preso nella rete

di Chiara Santoianni

Sesat Edizioni, 2012

ISBN: 978-88-97822-08-0

ISBN e-book: 978-88-97822-09-7

Pagine: 94

Costo: 8 €

 

 

Recensione a cura di Lorenzo Spurio

 

Questo libro di Chiara Santoianni è una facile lettura da fare in poche ore, piacevole. Un testo principalmente diretto a un pubblico giovane; ce ne rendiamo conto dalle prime pagine con le quali entriamo direttamente nel “diario di Matteo”, una narrazione diaristica fatta di annotazioni come un muro bianco pieno di post-it. E’ il racconto di Matteo a cui viene regalato un computer che subito si tramuta in un amico molto importante per lui in virtù della varietà delle operazioni che con esso possono essere fatte: chattare, giocare, scaricare musica e tanto altro. Niente di strano, una storia completamente realistica se teniamo in considerazione quanto il pc, i videogiochi e la televisione, occupino il tempo di giovanissimi, spesso addirittura con effetti deleteri. Ma non è propriamente questo il messaggio che Chiara Santoianni vuol mandare, perché questo libro in fondo è una favola contemporanea, un racconto che, però, fa riflettere.

Il pc per Matteo è infatti il custode dei suoi pensieri dato che viene da lui utilizzato anche e soprattutto come “amico elettronico”. E’ semplicissimo: con una password si può occultare un mondo tutto personale, trasposto nel mezzo tecnologico, e rimanere intatto, sconosciuto a tutti. Un amico fedelissimo al quale con regolarità si sente il bisogno di raccontarsi, aggiornarsi, un custode prezioso, un catalogo che giorno dopo giorno si arricchisce. Ed è in questa prospettiva che veniamo a conoscere della vita scolastica del ragazzo: interrogazioni, amici secchioni e altri meno studiosi e Pamela, la ragazza della quale si sente innamorato.

Come si diceva poc’anzi ogni mezzo della nostra contemporaneità può essere utilizzato in vari modi: con un uso pratico e coscienzioso, con un uso ossessivo e perturbante, un abuso pericoloso che conduce alla mania. E’ il caso che Chiara Santoianni mette in luce: quanto un pc inizialmente pensato come ausilio allo studio, per le ricerche, ben presto si tramuti in  un gioco accattivante del quale non si riesce a fare a meno sino a un pericoloso gioco senza via d’uscita: il gioco d’azzardo. Tutto questo fa quasi sorridere se pensiamo che il protagonista è giovanissimo, quasi con la bocca ancora sporca di latte e che se questi sono i presupposti di crescita, non ci è dato immaginare cosa diventerà da grande.

La narrazione, però, non è fine a se stessa e nella parte finale Chiara Santoianni dedica un’ampia porzione del libro che assume una dimensione conoscitiva-didattica volta alla spiegazione di cosa è un virus e un antivirus, delle tipologie di programmi scaricabili, della terminologia utilizzata in internet, delle periferiche e delle componenti fondamentali per la buona padronanza del mezzo informatico. Questo sussidiario, di facile utilizzo, può essere utilizzato con praticità e concretezza con i più giovanissimi per permettere loro di avvicinarsi al computer, tenendo bene in considerazione quali possono essere i problemi ai quali ci si espone. Al chiudersi in sé, isolandosi dalla famiglia, a creare una vita parallela da quella di tutti i giorni, a minare pesantemente le relazioni sociali. Proprio ciò che succede con Matteo nella prima parte del libro.

 

Lorenzo Spurio

(scrittore, critico-recensionista)

 

Pamplona, 05-11-2012

 

E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O PUBBLICARE LA PRESENTE RECENSIONE IN FORMATO INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

 

 

“Racconti dietro l’angolo” di Lorella Fanotti, recensione a cura di Lorenzo Spurio

Racconti dietro l’angolo
di Lorella Fanotti                               
con prefazione di Marco Montori
Editrice Don Chisciotte, 2012   –  http://donchi.com/
ISBN: 978-88-88889-37-5
Numero di pagine: 118
Costo: 10,00 €
 
Recensione a cura di Lorenzo Spurio
 Aveva preteso di continuare a dividere lo stesso letto
e la notte mi prendeva con cattiveria,
ero una cosa sua da usare e ci teneva a farmelo capire (p. 24).
 
L’hanno messa in un buco sottoterra,
il prete dice che poi l’anima si stacca e va in paradiso, con gli Angeli,
ma intanto l’hanno lasciata in quel buco buio.
Che farà ora la maestra Clelia? (p. 41).

E’ un’assodata realtà che la narrativa breve, nella forma del racconto, in Italia non sia mai stata considerata alla pari della poesia o del romanzo. Una sorta di pregiudizio tutto nostrano (della critica e, forse, dei letterati stessi) che considerano quello che gli americani chiamano short story come una produzione breve, leggera e che vede nella sua concisione proprio la mancanza d’invenzione, di sperimentazione. Una letteratura che almeno in Italia è sempre stata considerata come “seconda” alle altre forme di espressione letterarie. Completamente diversa la situazione in Inghilterra, basti pensare ad autrici come Virginia Woolf, Katherine Mansfield o alle americane Patricia Highsmith o Flannery O’Connor. Unica eccezione nel panorama italiano, forse, solamente Calvino.

Questo libro di Lorella Fanotti è uno dei tanti chiari esempi nella nostra contemporaneità che la supposta “inferiorità del racconto breve” sia un mero pregiudizio, una sorta di leggenda metropolitana che non risponde a verità. Inoltrandoci nella lettura di Racconti dietro l’angolo, l’autrice accompagna il lettore a braccetto in numerosi spaccati quotidiani, episodi del tutto normali ed estremamente variegati. Non c’è niente di fantastico, né di surreale. La scrittura completamente piana, per nulla “accademica” dell’autrice consente al lettore di assaporare le pagine del libro e le varie storie in maniera compulsiva. Concluso un racconto, il lettore è subito pronto ad inaugurane un altro e, quando è consapevole che è giunto all’ultimo, prova un leggero dispiacere.

Questo genere si mostra congeniale a una scrittrice come Lorella Fanotti che fa della sua scrittura un’attenta analisi della realtà umana, con problemi, vicissitudini poco felici, ansie, ripensamenti, dolori. L’autrice si mostra in questo libro come narratrice del quotidiano; lo sguardo, infatti, è sempre posato su quello che accade attorno a lei. L’autrice non dà molta rilevanza a quella che è la Storia ufficiale, fatta di date, episodi, guerre o momenti politici – tranne che in “Incontro a Garibaldi”- proprio per l’espressa volontà di dipingere delle storie che sono private, che appartengono al popolo.

La raccolta affronta molti temi, ma il tutto è sempre finalizzato a sottolineare l’importanza della famiglia intesa come nucleo originario d’amore e di stabilità e soprattutto la difficoltà che ha l’uomo contemporaneo di riconoscerci completamente tale (mariti ossessivi, uomini convinti dalla validità di una “pseudo-setta” religiosa per altro non riconosciuta dalla Chiesa ufficiale, un anziano professore cieco che deve sottostare ai diktat prepotenti della società, una lesbica prostituta).

Pur utilizzando un linguaggio che ha molto del parlato, come in “Il culo delle donne”, questo non risulta mai essere volgare ed anzi, in alcuni punti finisce per rubare al lettore un sorriso in questo cocktail incalzante di cronaca d’oggi che sottolinea debolezze, mancanze, vizi e degenerazioni a più livelli.

E’ una scrittura completamente attuale quella di Lorella Fanotti come lo è il suo frequente riferirsi a Internet che, come sappiamo, può essere un ottimo strumento se utilizzato bene e anche il mezzo d’incontro fortuito di due persone, ma che allo stesso tempo può rivelarsi in una famelica trappola per vittime deboli, inermi, giovani, confuse. E’ ciò che accade ad esempio in “Una mano per chi?”, racconto thriller dagli risvolti agrodolci ma nella dinamica del serial killer quanto mai verosimile e specchio di tragici avvenimenti che spesso sentiamo al telegiornale. Il sesso ne sta alla base. E’ un sesso malato che provoca perversione, stalking, minacce compulsive; un sesso che si realizza attraverso l’abbordaggio in internet e poi l’abbindolamento nella convinzione che  “la chat ogni tanto poteva essere un palliativo per esaudire quei desideri che nessuno avrebbe condiviso in un letto” (p. 78).

Se da una parte la silloge di racconti si manifesta come uno spaccato della società d’oggi, non mancano racconti d’impostazione verista che si riferiscono, invece, a un mondo andato, a una società prevalentemente agricola, a famiglie di campagna dedite al lavoro. Contadini, orfani, poveri, tessitrici, campi da lavoro, matrimoni contadineschi che ricordano quasi alcuni personaggi verghiani.

Complimenti a Lorella Fanotti per questa ricca e variegata silloge nella quale i toni e i temi crepuscolari (malattia, dolore, morte) non riescono a dominare del tutto perché osteggiati da elementi positivi che richiamano il ricordo, la memoria, il passato andato di un’età migliore. In questo percorso, però, la scrittrice mette in scena anche crimini, manie, devianze e stravaganze, perché il mondo è anche questo tanto che in un racconto osserva: “Il giornale era troppo tetro, voleva una rivista, un settimanale” (p.88). Meglio distrarsi e dimenticarsi per un attimo che il mondo è tanto crudele.

 

Chi è l’autrice?

Lorella Fanotti ha sempre trovato piacere nel leggere. La scrittura l’ha coinvolta invece in un secondo momento quando, a partire dal 2001, ha cominciato a partecipare a un laboratorio di scrittura tenuto da Elena Gianini Belotti. In quell’occasione sono nati i suoi primi racconti. Ha continuato poi a scrivere e, negli anni, i racconti si sono accumulati nel cassetto. Sono piccole storie a volte prese dall’esperienza quotidiana, altri esercizi di scrittura partendo da un incipit o da un titolo. Da questa raccolta è nato “Racconti dietro l‘angolo”.

Lorenzo Spurio

scrittore, critico-recensionista

Blog Letteratura e Cultura

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