III Premio Letterario De Leo-Bronte, edizione 2014

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La Professoressa Maddalena De Leo, importante studiosa, traduttrice e autrice di romanzi riguardanti le famose scrittrici inglesi Charlotte, Emily ed Anne Brontë, nonché consulente editoriale per l’Italia del periodico inglese Brontë Studies, indice per la terza volta un concorso letterario riguardante l’opera e la vita delle suddette autrici.

 

REGOLAMENTO

art. 1 Sezioni
Il concorso si articola in tre sezioni.

SEZIONE 1:  POESIA in lingua italiana o inglese ispirata alla vita, al luogo natale o all’opera di una delle sorelle Brontë. (E’ requisito necessario, pena l’esclusione, il riferimento esplicito a un luogo o nome brontëano nel corso della lirica).

SEZIONE 2: NARRATIVA: composizione (in lingua italiana o inglese) sul tema: ‘come ho conosciuto e come ho iniziato ad amare (o ad odiare) le sorelle Brontë?’

SEZIONE 3: Una DOMANDA da rivolgere ad una delle sorelle Brontë (in italiano o inglese) ispirata alla loro vita, al luogo natale, all’opera oppure ad un loro personaggio con relativa immaginaria RISPOSTA.

art. 2 Modalità di partecipazione
Ogni autore può partecipare liberamente a massimo due sezioni del concorso.

È possibile partecipare a ciascuna sezione con un massimo di 3 poesie, 2 composizioni o 2 domande/risposte.

Ogni poesia deve avere una lunghezza non superiore ai 30 versi.
Ogni composizione deve avere una lunghezza non superiore a 30.000 battute.

Ogni domanda/risposta deve avere una lunghezza non superiore a 20.000 battute.

art. 3 Invio delle opere
Le opere devono essere inviate al seguente indirizzo e-mail:
deleom@tiscali.it
Le opere vanno inviate in allegato in formato WORD .doc

Alla e-mails va allegata anche una scheda contenente i seguenti dati:
– Generalità dell’autore (Nome, cognome, data di nascita, indirizzo, CAP, recapito telefonico, email)
– Titolo dell’opera
– La seguente dichiarazione:

Io sottoscritto NOME E COGNOME dichiaro di essere l’autore del testo e di detenerne tutti i diritti a titolo esclusivo. Si autorizza al trattamento dei dati personali secondo le normative vigenti.

———————————

L’invio delle opere in formato cartaceo tramite servizio postale è facoltativo, in aggiunta all’invio tramite e-mail.
In tal caso le opere dovranno pervenire in un unica copia anonima e in una scheda a parte dovranno essere indicati i dati sopra elencati per l’invio tramite e-mail.
In formato cartaceo le opere devono essere inviate al seguente indirizzo:

Prof.ssa Maddalena De Leo
Via  della Ferrovia 14
84046 Ascea Marina (SA)

art. 4. La partecipazione al concorso è gratuita.

art. 5 Termine di consegna delle opere
Le opere partecipanti devono essere inviate secondo le modalità previste dall’articolo 3 entro e non oltre la mezzanotte del giorno 30 aprile 2014.

art. 6 Giuria

Presiederà la giuria di valutazione la prof.ssa De Leo coadiuvata da altre due studiose brontëane italiane, la prof.ssa Elisa Fierro e la prof.ssa Caterina Lerro.

art. 7 Premi
Saranno selezionate le opere migliori fra tutte quelle pervenute.

Al  1° classificato per ciascuna sezione sarà assegnato:

–          un DVD  della BBC in lingua inglese riguardante un romanzo Brontë

Al  2° classificato per ciascuna sezione sarà assegnato un CD  Brontë in italiano o in inglese

Al  3° classificato per ciascuna sezione andrà un oggetto brontëano (segnalibro, penna ecc.)

I diritti d’autore rimarranno di proprietà esclusiva dell’autore.

A tutti gli autori classificati dal 1° al 3° posto verrà rilasciato un diploma di merito con i giudizi espressi dalla prof.ssa De Leo sulla propria opera.

Tutte le opere selezionate saranno inserite nell’antologia ‘Brontëana III’ .

La prof.ssa De Leo si riserva la facoltà di assegnare menzioni speciali ad opere particolarmente meritevoli presso la sezione italiana della Brontë Society o segnalazioni sui siti Internet internazionali BrontëBlog e Brontë Parsonage Blog.

I vincitori della precedente edizione del Premio potranno partecipare ed eventualmente essere presenti nell’antologia senza però poter essere inclusi fra i primi tre premiati di ogni sezione.

 

PREMIAZIONE

Non ci sarà una cerimonia di premiazione pubblica.
I vincitori saranno avvisati via email e i premi saranno inviati via posta.
La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento 

Risultati del II Concorso De Leo-Bronte

PREMIO LETTERARIO DE LEO-BRONTË 2013 –  RISULTATI

 

copertina antologia 2013 La Commissione giudicatrice del Premio suddetto, chiamata ad esprimere il proprio parere in merito alle 18 poesie, alle 12 lettere  e agli 11 drabbles  pervenuti si è espressa nel modo seguente:

 Sono stati considerati finalisti e quindi pubblicabili nell’Antologia tutti gli elaborati pervenuti – senza alcuna esclusione – in quanto tutti qualitativamente validi.

  • Sono stati inclusi per il giudizio della Commissione e la pubblicazione nell’antologia anche gli elaborati pervenuti in lingua inglese, come espressamente enunciato nel Regolamento del Premio.
  • Pur essendo presenti nell’antologia, sono stati esclusi dall’attribuzione dei primi tre Premi di ogni sezione gli autori vincitori dell’edizione 2012.

 .

  • Le tre poesie vincitrici sono le seguenti:

 1^ classificata:    AMORE DI RUGGINE  di  Tiziana Tunzi   (Bari)

 Motivazione: 

            La poesia, con un impatto immediato sul lettore, gioca sull’iterazione della parola ‘ruggine’, presente in tutte le strofe oltre che nel titolo, intesa a sottolineare il senso di inadempiuto e di finito che pervade Wuthering Heights. Ottima la suggestione, struggente l’espressione lirica.

 

Premio: Doppio DVD Drammatizzazione BBC  2006 Jane Eyre

              Attestato di merito e segnalazione su Brontëblog

 

  • 2^ classificata:    ‘si e’ fatta avanti’  di Francesco Sicilia    (Agropoli)

 Motivazione:

           Ispirata dalle parole di Charlotte, la poesia descrive con parole ammirate gli ultimi momenti della vita di Emily constatandone il coraggio e la forza di carattere. Il lessico misurato e l’alternarsi continuo del concetto ‘morte-vita’ contribuiscono a evidenziarne il messaggio quasi mistico.

 

Premio:  CD audio book romanzi di Charlotte Brontë

              Attestato di merito e segnalazione su Brontëblog

 

  • 3^ classificata: NON TI LASCERO’ MAI  di Davide Lucarelli  (Fiano Romano, RM))

            Motivazione:

          Con tono cadenzato ed evocativo l’autore rievoca con efficacia attraverso le parole di una Catherine ormai fantasma l’atmosfera cupa e fredda della casa delle Heights. Particolarmente evidenziato nell’ultima strofa il filo invisibile che unisce ancora i due protagonisti anche dopo la morte di lei.

           Premio:  Segnalibro Brontë

                        Attestato di merito e segnalazione su Brontëblog

  

  • Le tre lettere vincitrici sono le seguenti:

 1° classificato:  CARISSIMA CATHERINE  di Alessia Ranieri (Roma)

 Motivazione:

 Il componimento epistolare traduce superbamente con la forza enfatica e passionale delle parole l’ipotetico appello di Heathcliff alla sua amata durante i tre anni d’assenza successivi alla fuga da Wuthering Heights. E’ un inedito ‘voler rompere il silenzio’ e va a suturare con particolare abilità narrativa il momento più oscuro e meno visitato del romanzo di Emily Brontë.

  

Premio: Doppio DVD Drammatizzazione BBC 1978 Wuthering Heights

Attestato di merito e segnalazione su Brontë Blog

 

  • 2° classificato: CARISSIMA EMILY di Serena Gobbo  (S. Stino di Livenza – VE)

 Motivazione:

Il tono intimo-confidenziale di una sorella che scrive all’altra mentre è da lei lontana caratterizza questa lettera di Charlotte ad Emily. Ricco di particolari della vita quotidiana a Haworth e a Stonegappe, accurato e minuzioso nelle descrizioni, il componimento epistolare si distingue per l’espressione fluida e la similarità nell’emulazione.

Premio:  CD Audiobook romanzi di Charlotte Brontë

Attestato di merito e segnalazione su Brontëblog

 

  • 3° classificato: LETTERA A CHARLOTTE di  Aurora Bardi  (Majano–UD)

 Motivazione:

Molto dolce ed empaticamente sentita, questa lettera si distingue per la semplicità con cui la giovane autrice si pone in linea con Charlotte dimostrando come le Brontë, in un mondo che sta perdendo ogni tipo di valori,  possano essere ancora vicine per modo di sentire ai giovani d’oggi con il loro messaggio.

 Premio: Segnalibro Brontë

Attestato di merito e segnalazione su Brontëblog

  

  • I tre drabbles vincitori sono i seguenti:

 1° classificato:   VISIONE  di  Ivonne Defant  (Terlago, Trento)

 Motivazione:

Il drabble, attraverso una minuziosa descrizione della cornice ambientale che circonda la protagonista, riesce a cogliere in maniera illuminata l’attimo di ispirazione di uno degli episodi di svolta di Wuthering Heights. Con un procedimento creativo tipico di Emily Brontë, la descrizione del reale filtrata attraverso il pensiero si rarefa elevandosi a visione per poi tornare ad arricchire con perizia i tratti distintivi dei vari personaggi.

 Premio: Doppio DVD drammatizzazione BBC Jane Eyre

Attestato di merito e segnalazione su Brontëblog

 

  • 2° classificato:    ANIMA VAGANTE di Angela D’Angelo (Ascea Marina – SA)

 Motivazione:

L’autrice è riuscita a descrivere in maniera puntuale il nucleo emotivo di Wuthering Heights proponendolo con ritmo cadenzato e incalzante servendosi di particolari suggestioni audio-visuali e gestuali. Determinante l’interrogativo finale.

         Premio: CD Audiobook romanzi Charlotte Brontë

       Attestato di merito e segnalazione su Brontëblog

 3° classificato: IL BUIO CHE MI COMPLETA di Carola Boniotti  (Trezzo sull’Adda – MI)

 Motivazione:

Il drabble fotografa con parole efficaci l’attimo della morte di Charlotte dando spazio al rimpianto per una vita travagliata e non del tutto vissuta. Con prosa lieve e toccante, il componimento risulta immediato ed evocativo.

         Premio: Segnalibro Charlotte Brontë

        Attestato di merito e segnalazione su Bronteblog

 

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L’antologia ‘BRONTËANA II’ può essere richiesta all’indirizzo di posta elettronica deleom@tiscali.it

 

“Brontës: i nostri più antichi segreti” ritorna a Roma

brontesBrontës: i nostri più antichi segreti nuovamente in scena dal 17 maggio al centro giovanile Giovanni Paolo II (GP2)  che dopo l’enorme successo di pubblico e critica, ottenuto lo scorso autunno, ha concesso all’intero cast, di interpretare la bellezza e la particolarità di questo spettacolo teatrale nella suggestiva Cripta Borromeo. Lo spettacolo ideato e scritto da Giuseppe Giulio, si arricchisce di numerosi e inediti aspetti, tra questi la musica, la quale dominerà incontrastata insieme all’ interpretazione e alla narrazione di tre donne, che riporteranno alla luce i più antichi segreti di tre sorelle vissute a cavallo del XIX secolo e che hanno immortalato per sempre le loro opere e poesie nel firmamento della letteratura britannica e mondiale. Charlotte, Emily e Anne Brontë torneranno sul palco per raccontare al pubblico italiano segreti nascosti nella raccolta poetica “Poems by Currer, Ellis e Acton Bell”pubblicata nel 1846. Molte sono le poesie estratte da questa raccolta e che saranno interpretate dal talento e dalla passione di Lavinia Lalle nel ruolo di Anne Brontë e Sarah Mataloni nel ruolo di Emily Brontë, mentre la più grande delle tre, Charlotte Brontë verrà interpretata dalla solare e grintosa poetessa e attrice Alessandra Martino, le tre donne verranno sempre accompagnate dalle musiche composte dal maestro Francesco Paniccia. Quattro nuovi ed entusiasmati atti che insieme alla voce del narratore, condurranno gli spettatori dalle frasi più belle, estratte dai più celebri romanzi delle tre sorelle, da Cime Tempestose a Jane Eyre, fino alle poesie, le quali ancora oggi rappresentano un enorme segreto per gli appassionati di letteratura comparata nel mondo e che incorniciano una delle ere storiche più affascinanti al mondo: l’era Vittoriana. Uno spettacolo diverso dalla sua prima stesura, e che si avvale di un importante approfondimento teatrale e musicale e soprattutto letterario, grazie anche alla narrazione scritta da Tania Zulli (e interpretata da Stefania Ninetti)  la quale concederà al pubblico, un approccio accademico allo spettacolo, una visione storica ma anche letteraria del periodo vittoriano e della vita delle tre sorelle protagoniste, svelando ancora una volta attraverso la letteratura prodotta dalle tre sorelle, i loro più antichi segreti, molti non ancora svelati dalla critica al pubblico.Uno spettacolo colmo di sorprese e di emozioni, di musica e di teatro che proietterà il pubblico in un viaggio che riporterà il pubblico tra le mura dell’antica cittadina di Haworth, nell’ovest dello Yorkshire fino a Roma, per riassaggiare ancora una volta il destino romantico e passionale di tre donne, vissute tra cielo e terra.

 da un’idea di: Giuseppe Giulio
con la collaborazione artistica di Alessandra Martino

con Stefania Ninetti nel ruolo di narratrice
Lavinia Lalle: Anne Bronte
Alessandra Martino: Charlotte Bronte
Sarah Mataloni: Emily Bronte
Musiche di Francesco Paniccia
Ufficio stampa e promozione: Giuseppe Giulio e Sarah Mataloni

 

II Edizione del Premio Letterario De Leo-Bronte

PREMIO LETTERARIO  NAZIONALE

DE LEO – BRONTȄ  2013

2^ edizione

 Immagine

La Professoressa Maddalena De Leo, importante studiosa, traduttrice e autrice di romanzi riguardanti le famose scrittrici inglesi Charlotte, Emily ed Anne Brontë, nonché consulente editoriale per l’Italia del periodico inglese Brontë Studies, indice un concorso letterario riguardante l’opera e la vita delle suddette autrici.

 

REGOLAMENTO

art. 1 Sezioni
Il concorso si articola in tre sezioni.
SEZIONE 1:  POESIA in lingua italiana o inglese ispirata alla vita, al luogo natale o all’opera di una delle sorelle Brontë. (E’ requisito necessario, pena l’esclusione, il riferimento esplicito a un luogo o nome brontëano nel corso della lirica).

SEZIONE 2:  NARRATIVA: composizione di una lettera ideale (in lingua italiana o inglese) riferita a una delle sorelle Brontë o a un personaggio dei loro romanzi.

SEZIONE  3: DRABBLE (100 parole compreso il titolo) in italiano o inglese ispirato alla vita, al luogo natale o all’opera di una delle sorelle Brontë (E’ requisito necessario, pena l’esclusione, il riferimento esplicito a un luogo o nome brontëano nel corso dell’elaborato).

art. 2 Modalità di partecipazione 
Ogni autore può partecipare liberamente a massimo due sezioni del concorso.

È possibile partecipare a ciascuna sezione con un massimo di 3 poesie, 2 racconti o 2 drabbles.
Ogni poesia deve avere una lunghezza non superiore ai 30 versi.
Ogni lettera deve avere una lunghezza non superiore a 30.000 battute.

art. 3 Invio delle opere
Le opere devono essere inviate al seguente indirizzo e-mail:  deleom@tiscali.it
Le opere vanno inviate in allegato in formato WORD .doc

Alla e-mail va allegata anche una scheda contenente i seguenti dati:
– Generalità dell’autore (Nome, cognome, data di nascita, indirizzo, CAP, recapito telefonico, email)
– Titolo dell’opera
– La seguente dichiarazione: “Io sottoscritto NOME E COGNOME dichiaro di essere l’autore del testo e di detenerne tutti i diritti a titolo esclusivo. Si autorizza al trattamento dei dati personali secondo le normative vigenti”.
L’invio delle opere in formato cartaceo tramite servizio postale è facoltativo, in aggiunta all’invio tramite e-mail.
In tal caso le opere dovranno pervenire in un unica copia anonima e in una scheda a parte dovranno essere indicati i dati sopra elencati per l’invio tramite e-mail.
In formato cartaceo le opere devono essere inviate al seguente indirizzo:

Prof.ssa Maddalena De Leo
Via  della Ferrovia 14
84046 Ascea Marina (SA)

art. 4. La partecipazione al concorso è gratuita.

art. 5 Termine di consegna delle opere
Le opere partecipanti devono essere inviate secondo le modalità previste dall’articolo 3 entro e non oltre la mezzanotte del giorno 30 aprile 2013.

art. 6 Giuria
art. 7 Premi
Saranno selezionate le opere migliori fra tutte quelle pervenute.

Al  1° classificato per ciascuna sezione sarà assegnato:

–          un DVD  della BBC in lingua inglese riguardante un romanzo Brontë

Al  2° classificato per ciascuna sezione sarà assegnato un romanzo Brontë in italiano o in inglese

Al  3° classificato per ciascuna sezione andrà un oggetto brontëano (segnalibro, penna ecc.)

I diritti d’autore rimarranno di proprietà esclusiva dell’autore.

A tutti gli autori classificati dal 1° al 3° posto verrà rilasciato un diploma di merito con i giudizi espressi dalla prof.ssa De Leo sulla propria opera.
La prof.ssa De Leo si riserva la facoltà di assegnare menzioni speciali ad opere particolarmente meritevoli presso la sezione italiana della Brontë Society o segnalazioni sui siti Internet internazionali BrontëBlog e Brontë Parsonage Blog.

I sei vincitori della precedente edizione del Premio potranno partecipare ed eventualmente essere presenti nell’antologia senza però poter essere inclusi fra i primi tre premiati di ogni sezione.

 

PREMIAZIONE 

Non ci sarà una cerimonia di premiazione pubblica.
I vincitori saranno avvisati via email e i premi saranno inviati via posta.
La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento

“La metafora del giardino in letteratura” di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai

La metafora del giardino in letteratura

di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai

Faligi Editore

Genere: critica letteraria

ISBN: 978-88-574-1703-5

Numero di pagine: 240

Prezzo: 20,00

La metafora del giardino in letteratura è la recente pubblicazione a quattro mani di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, edita per la Faligi Editore. Si tratta di una raccolta di saggi di breve-media lunghezza che analizzano il tema del giardino e il suo significato in numerosi libri della letteratura europea, prevalentemente quella italiana e quella di lingua inglese. La passeggiata che i due autori ci fanno fare in questi giardini – alcuni edenici, altri misteriosi, altri in decadenza – si apre con una interessante riflessione del poeta e scrittore fiorentino Paolo Ragni che, gentilmente, ha scritto una nota di prefazione. L’opera in questione, come osserva lo stesso Acciai nella postfazione, non ha “nessuna pretesa di esaustività, abbiamo seguito i nostri gusti e sensibilità per dare uno sguardo personale all’argomento”.

Il percorso parte dall’immaginario del giardino nei testi religiosi e nel mito per poi passare alla letteratura moderna e contemporanea; i capitoli si susseguono volutamente senza seguire un criterio cronologico per rendere la lettura più varia e meno dottrinale. Acciai ha prediletto prevalentemente lo studio e l’analisi di testi che appartengono al genere fantasy e al fantascientifico, tra cui opere di Asimov, Tolkien, C. S. Lewis, Oscar Wilde, G.H. Wells mentre Spurio si è dedicato ad analizzare la “metafora del giardino” in vari classici (Jane Eyre di Charlotte Brontë, Il giardino segreto di F.H. Burnett, Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll…).

Nella introduzione, a cura di Lorenzo Spurio, è chiarito l’intento del libro: analizzare come uno dei maggiori locus del romanzo e della letteratura in generale è stato impiegato per significare simbolicamente o allegoricamente dell’altro. Nella stessa introduzione si fornisce un breve excursus del giardino come prodotto umano, a partire dalla giardino biblico.

Il testo fornisce, infine, una adeguata bibliografia in lingua italiana e in lingua originale delle opere trattate e di altri testi saggistici per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente l’argomento.

LORENZO SPURIO (Jesi, 1985) ha ottenuto la Laurea Magistrale in Lingue e Letterature Straniere presso l’università degli studi di Perugia nel 2011. Ha pubblicato saggi di critica letteraria su alcune riviste di cultura e letteratura italiana (“Osservatorio Letterario”, “Le Reti di Dedalus”, “Sagarana”,..), dove pure ha pubblicato vari racconti. Dal 2010 è redattore della rivista di letteratura e cultura “Segreti di Pulcinella” dove pure svolge la mansione di impaginatore della rivista in formato pdf e gestore di “Blog Letteratura e Cultura”, spazio internet dedicato alla pubblicazione di racconti, recensioni e segnalazioni di concorsi o autori esordienti. Dal 2011 è direttore della rivista di letteratura on-line “Euterpe” e socio fondatore della Associazione Culturale TraccePerLaMetaNel 2012 assieme alla scrittrice fiorentina Sandra Carresi ha pubblicato il libro “Ritorno ad Ancona e altre storie” (Lettere Animate Editore), una raccolta di tre racconti scritti a quattro mani.

MASSIMO ACCIAI (Firenze, 1975) ha ottenuto la Laurea in Lettere presso l’università degli studi di Firenze nel 2001 con una tesi sulla comunicazione nella fantascienza. Ha collaborato alla rivista “L’area di Broca” e all’attività di varie organizzazioni esperantiste; nel 2003 ha fondato la rivista di letteratura e cultura varia “Segreti di Pulcinella”, di cui è direttore. Ha pubblicato numerosi racconti e poesie su varie riviste ed antologie letterarie e nel 2009 presso la Faligi Editore ha pubblicato “La sola absolvita / L’unico assolto” in formato di e-book. Ha scritto inoltre vari testi musicali, musicati da Paolo Filippi. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo fantasy “Sempre ad Est” presso la Faligi Editore.

 

Il testo può essere acquistato in qualsiasi libreria italiana, dietro prenotazione, e su ogni libreria online. Per accorciare i tempi, però, si consiglia di:

 –          ordinarlo direttamente alla casa Editrice Faligi

Rue Amerique 9

c/o Centro Direzionale “La Rotonda”

11020 Quart (Aosta)

Valle d’Aosta – Italia

Tel/ Fax  +39 0165 765709

www.faligi.eu      info@faligi.eu

–          ordinarlo a uno dei due autori che poi trasmetteranno la richiesta alla Casa Editrice:

Lorenzo Spurio:   lorenzo.spurio@alice.it                –               Massimo Acciai:  massimoacciai@alice.it

–          è possibile l’invio di una copia gratuita a docenti universitari che siano REALMENTE interessati a prendere in considerazione l’opera come eventuale strumento di studio per corsi di laurea, o testo di riferimento.

Premio Letterario Naz.le De Leo – Bronte – Risultati finali e verbale di giuria

Su gentile richiesta della professoressa Maddalena De Leo, promotrice del premio letterario, si diffonde di seguito la scheda dei risultati e il verbale di giuria. Per maggiori informazioni si consiglia di contattare direttamente la sig.ra De Leo al suo indirizzo internet.

PREMIO LETTERARIO DE LEO-BRONTË 2012 –  RISULTATI

 

 La Commissione giudicatrice del Premio suddetto, chiamata ad esprimere il proprio parere in merito alle 39 poesie e agli otto racconti pervenuti si è espressa nel modo seguente:

 Sono state considerate finaliste le poesie che nel testo contenevano un esplicito riferimento ai romanzi, ai personaggi e/o ai luoghi brontëani nonché alle stesse autrici Brontë.

  • Nessuno dei poeti partecipanti è stato escluso, di ogni poeta è stata scelta almeno una poesia. Sono state incluse per la pubblicazione nell’antologia massimo due poesie di uno stesso autore. Per l’esclusione della terza ci si è basati quasi sempre sulla minore aderenza alla tematica richiesta.
  • Sono stati inclusi per la pubblicazione nell’antologia sei degli otto racconti pervenuti (nell’ordine in cui si sono classificati). I rimanenti due risultavano non rispondenti ai canoni fissati dal Regolamento del Premio.

 

  • Le tre poesie vincitrici sono le seguenti:

 1^ classificata:    PROMESSA  di  Carla De Falco  (Napoli)

 Motivazione: 

            Dolce e delicata manifestazione di un desiderio d’amore intenso anche se timidamente   espresso, la poesia demanda all’amato con parole semplici l’impegno di una futura vita felice. Nell’ultima terzina l’autrice riesce in maniera brillante e con un solo aggettivo             a motivare in maniera incisiva la specificità della richiesta.

 Premio: Un numero del periodico Brontë Studies,  Novembre 2003,   Attestato di merito e segnalazione

 2^ classificata: VIA DA GRASSDALE MANOR di Anna Maria Dall’Olio                             (Pistoia)

 Motivazione:

           La poesia riproduce in soli tredici versi gli aspetti più evidenti e i momenti-chiave del secondo romanzo di Anne Brontë. In modo fotografico e con frasi d’effetto l’autrice riesce ad enucleare con maestria l’universo psicologico della protagonista di ‘The Tenant’           connotandolo anche epistemologicamente.

 Premio:  Drammatizzazione BBC 1978 Wuthering Heights,     Attestato di merito e segnalazione

 3^ classificata: HAWORTH  di Silvia Mazzanti (Chivasso, TO)

Motivazione:

   Tristemente evocatrice, la poesia ‘Haworth’ sembra indugiare su suoni e ambienti che  accompagnarono sin dall’inizio la vita solitaria delle Brontë. Anche il lento ritmo scandito dalle tre strofe contribuisce a rendere questi versi malinconicamente belli.

    Premio:  CD Anois con poesie di Emily Brontë in musica,    Attestato di merito e segnalazione

 

I tre racconti vincitori sono i seguenti:

 1° classificato:  IL MIO MONDO  di Francesca Santucci  (Bergamo)

 Motivazione:

Lavoro pregevole in cui è evidente la perfetta empatia avvertita dall’autrice Francesca Santucci verso l’argomento trattato. Sostenuto da una prosa ricca, espressiva e quanto mai precisa, il testo è la confessione spirituale di Emily Brontë così come lei stessa l’avrebbe scritta nell’ultimo mese della sua vita. I ricordi della prima infanzia e di un’adolescenza povera danno spazio ben presto alla descrizione minuziosa e attenta di quella natura che fu davvero il mondo della Brontë. La pagina dedicata alla brughiera, sintetizzando perfettamente l’estro creativo che è alla base della sua poetica, costituisce di conseguenza il fulcro del racconto e lo rende verosimilmente pseudo-brontëano.   

 Premio: Un numero del periodico Brontë Studies, Marzo 2008, Attestato di merito e segnalazione

 2° classificato: IO, JANE  di Marzia Ciardi  (Rosignano Marittimo – LI)

 Motivazione:

Una originale scrittura su due piani contraddistingue questo racconto: da un lato vediamo l’autrice Charlotte che cerca di allontanarsi impersonalmente dal proprio dramma d’amore durante la stesura di Jane Eyre, dall’altro la discepola zelante e innamorata ma soprattutto rassegnata a sacrificare un amore che la segnerà per la vita. Scritta in forma epistolare e arricchita a inizio e fine da citazioni tanto classiche che contemporanee, questa sofferta confessione al professor Heger viene talvolta interrotta da interessanti squarci di vita domestica che riescono a ristabilire l’equilibrio narrativo del testo facendo ad esso da cornice.

 Premio:  DVD The Brontë Sisters, Classic Literature, Red Duke 2008, Attestato di merito e segnalazione

 

  • 3° classificato: NE’ TERRA, NE’ MARE, NE’ CIELI TERSI  di Eleonora Muriello (S.Nicola la Strada –CE)

 Motivazione:

Il racconto, dalla prosa semplice e lineare, è una originale esegesi familiare narrata dal punto di vista di Anne Brontë che, in prima persona e senza indugiare su sé stessa, descrive in maniera asciutta e realistica gli avvenimenti e i momenti di vita più salienti della vita dei propri cari. L’ammirazione e l’affetto provati da sempre per la sorella Emily hanno chiaramente la priorità e ciò viene ben sottolineato dall’autrice con le frequenti citazioni di versi tratti dalle poesie di Emily Brontë. Molto interessante dal punto di vista contenutistico, il testo riesce a dare l’esatta dimensione del particolare ‘afflato’ che caratterizzò sempre il rapporto d’affetto tra le due sorelle minori.

  Premio: CD ANOIS Poesie di Emily Brontë trasposte in musica, Attestato di merito e segnalazione

  

  • L’ordine di classificazione dei sei racconti pervenuti è il seguente:
  •  

1)      Il mio mondo di Francesca Santucci

2)      Io, Jane di Marzia Ciardi

3)      Né terre, né cieli, né mari di Emanuela Mauriello

4)      Back to the West Indies di Lorenzo Spurio

5)      Riflessioni di Angela D’Angelo

6)      Il sosia di Zamorna di Emanuela Fidanza

 

 L’antologia ‘BRONTËANA’ può essere prenotata all’indirizzo di posta elettronica deleom@tiscali.it

 

La Commissione giudicatrice:

 

1)      Prof.ssa Maddalena De Leo (organizzatrice del Premio – traduttrice, scrittrice Brontëana e consulente editoriale italiana Brontë Studies)

2)      Prof.ssa Elisa Fierro (Kansas University, Lawrence, U.S.A. – referente Brontë sezione americana)

3)      Prof.ssa Caterina Lerro (Liceo Statale Gandhi – Casoria (NA) – esperta shakespeareana e autrice di testi scolastici in  lingua inglese)

4)      Dott.ssa Raffaella Pazzaia (grafica editoriale e socio promotore sezione italiana Brontë Society)

Premio Letterario Nazionale De Leo-Brontë

PREMIO LETTERARIO NAZIONALE
DE LEO – BRONTȄ 2012
1^ edizione

La Professoressa Maddalena De Leo, importante studiosa, traduttrice e autrice di romanzi riguardanti le famose scrittrici inglesi Charlotte, Emily ed Anne Brontë, nonché consulente editoriale per l’Italia del periodico inglese Brontë Studies, indice un concorso letterario riguardante l’opera e la vita delle suddette autrici.

REGOLAMENTO

art. 1 Sezioni Il concorso si articola in due sezioni.

SEZIONE 1: POESIA in lingua italiana ispirata alla vita, al luogo natale o all’opera di una delle sorelle Brontë.

SEZIONE 2: NARRATIVA: un racconto in lingua italiana in cui si parli della vita, del luogo natale o dell’opera di una delle sorelle Brontë.

art. 2 Modalità di partecipazione Ogni autore può partecipare liberamente a una o ad ambedue le sezioni del concorso. È possibile partecipare a ciascuna sezione con un massimo di 3 poesie o di 2 racconti. Ogni poesia deve avere una lunghezza non superiore ai 30 versi. Ogni racconto deve avere una lunghezza non superiore a 30.000 battute.

art. 3 Invio delle opere Le opere devono essere inviate al seguente indirizzo e-mail: deleom@tiscali.it Le opere vanno inviate in allegato in formato WORD .doc Alla e-mails va allegata anche una scheda contenente i seguenti dati: – Generalità dell’autore (Nome, cognome, data di nascita, indirizzo, CAP, recapito telefonico, email) – Titolo dell’opera – La seguente dichiarazione:
Io sottoscritto NOME E COGNOME dichiaro di essere l’autore del testo e di detenerne tutti i diritti a titolo esclusivo. Si autorizza al trattamento dei dati personali secondo le normative vigenti.

L’invio delle opere in formato cartaceo tramite servizio postale è facoltativo, in aggiunta all’invio tramite e-mail. In tal caso le opere dovranno pervenire in un unica copia anonima e in una scheda a parte dovranno essere indicati i dati sopra elencati per l’invio tramite e-mail. In formato cartaceo le opere devono essere inviate al seguente indirizzo:

Prof.ssa Maddalena De Leo

Via della Ferrovia 14

84046 Ascea Marina (SA)

art. 4. La partecipazione al concorso è gratuita.

art. 5 Termine di consegna delle opere Le opere partecipanti devono essere inviate secondo le modalità previste dall’articolo 3 entro e non oltre la mezzanotte del giorno 15 aprile 2012.

art. 6 Giuria Sarà l’ ideatrice e organizzatrice del concorso Prof.ssa Maddalena De Leo, insieme ad altre esperte italiane delle sorelle Brontë, a valutare gli elaborati presentati riservandosi la possibilità di riunirli e pubblicarli in un’antologia brontëana da lei curata.

art. 7 Premi Saranno selezionate le opere migliori tra tutte quelle pervenute.

Il 1° classificato per ciascuna delle due sezioni riceverà:
– un numero del famoso periodico in lingua inglese Brontë Studies

Al 2° classificato per ciascuna sezione sarà assegnato:
– un DVD della BBC in lingua inglese riguardante un romanzo Brontë

Al 3° classificato per ciascuna sezione andrà un oggetto brontëano (segnalibro, penna ecc.)

I diritti d’autore rimarranno di proprietà esclusiva dell’autore.

A tutti gli autori classificati dal 1° al 3° posto verrà rilasciato un diploma di merito con i giudizi espressi dalla prof.ssa De Leo sulla propria opera. A tutti i partecipanti che ne faranno richiesta verrà rilasciato un attestato di partecipazione. La prof.ssa De Leo si riserva la facoltà di assegnare menzioni speciali ad opere particolarmente meritevoli presso la sezione italiana della Brontë Society o segnalazioni sui siti Internet internazionali BrontëBlog e Brontë Parsonage Blog.
PREMIAZIONE

Non ci sarà una cerimonia di premiazione pubblica. I vincitori saranno avvisati via email e i premi saranno inviati via posta.

La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento

Jane Eyre, una rilettura contemporanea di Lorenzo Spurio, recensione a cura di Patrizia Poli

Jane Eyre. Una rilettura contemporanea

di LORENZO SPURIO

Lulu Edizioni, 2011, pp. 101

ISBN: 9781447794325

Recensione di Patrizia Poli

Se una caratteristica distingue l’odierna critica letteraria è la multimedialità e l’accostamento della letteratura “alta” a mezzi espressivi non convenzionali e non immediatamente ad essa correlati, dalla narrativa di genere, al cinema, fino ai giochi di ruolo. La smitizzazione del mother text è accompagnata da un’estrema semplificazione del linguaggio critico e da un utilizzo di veicoli non tradizionali quali, ad esempio, le interviste virtuali.

In “Jane Eyre, una rilettura contemporanea”, Lorenzo Spurio si avvicina al testo originale di Charlotte Bronte, per poi  allontanarsene, compiendo un excursus su una serie di rewriting successivi e adattamenti anche cinematografici e televisivi, a partire dal famoso prequel del 1966, “Wide Sargasso Sea”, per finire con la parodia mash up del 2010, “Jane Slayer”, dove la protagonista si trasforma in ammazza vampiri.

Invece di puntare sugli aspetti classici e tipici del romanzo della Bronte, come la travagliata infanzia di Jane a Lowood e l’amore romantico per tenebroso Rochester, Spurio mette in evidenza caratteristiche secondarie, ma interessanti, amplificate dalle riscritture successive.

La prima di queste peculiarità è l’aspetto gotico del testo, con continui richiami a “Northranger Abbey” di Jane Austen.

L’altra è senz’altro l’importanza focale data al personaggio minore di Bertha Mason. Laddove la Bronte non ci spiega le ragioni della pazzia che affligge la prima moglie di Rochester, nei prequel e sequel presi in esame da Spurio, Bertha giganteggia con tutto il suo passato tropicale. Si ha compassione, e c’è addirittura rivalutazione, del personaggio. In ogni versione, Bertha presenta aspetti diversi ma è sempre connessa col riso demoniaco-animalesco e col fuoco, entrambi simboli del male, così come con la natura vampiresca del suo morso.

Nel suo saggio, Spurio prende in esame il colonialismo e si spinge fino a concludere che la Bronte ha inteso punire con la cecità Rochester per il suo razzismo, più che per l’inganno e l’amore adulterino nei confronti dell’ingenua Jane.

Mettendo in risalto la generica benevolenza della Bronte verso gli schiavi e le donne, Spurio tocca temi alternativi e affascinanti. Si parte dal Codice Nero, promulgato nel 1685, a sancire il concetto di schiavo come oggetto, si continua con  “A Vindication of the Rights of Women”, dove Mary Wollstonecraft (Shelley), in polemica con Rousseau, rivendica i diritti delle donne, per finire con la magia nera Obeah, trapiantata in America dall’Africa, e simile al Voodoo di Haiti, patria degli zombie.

03-11-2011

a cura di Patrizia Poli

RECENSIONE PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE. E’ VIETATO PUBBLICARE STRALCI O L’INTERA RECENSIONE SENZA IL PERMESSO DELL’AUTRICE.

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Jane Eyre, il nuovo film – Regia di Cary Fukunaga (2011)

a cura di Lorenzo Spurio

Da grande estimatore e studioso di Jane Eyre, romanzo vittoriano pubblicato nel lontano 1847 da Charlotte Brontë, non mi sono perso il nuovo adattamento cinematografico che ne è stato tratto. Il film porta l’omonimo titolo del romanzo ed è firmato dalla regia di Cary Fukunaga; tra gli attori principali figurano MiaWasikowska (Jane Eyre), Michael Fassbender (Mr. Rochester), Jamie Bell (St. John Rivers) e  Judi Dench (Mrs. Fairfax).

La sala di proiezione era quasi totalmente desolata, al massimo dieci persone e l’età media di certo non era inferiore ai 60-65 anni. Non c’è da meravigliarsi. Quasi nessuno legge più il romanzo, figurarsi la gente che va a vedere un film tratto da una storia che non conosce. Inutile dire che vedendo il film il mio metro di giudizio, inconsciamente o forse no, è stato  portato a raffrontare il film con l’altro adattamento cinematografico che ne venne tratto nel 1996 per la regia di Franco Zeffirelli. Dirò da subito che, tra i due, ho preferito la versione di Zeffirelli per vari motivi che cercherò di spiegare ma un giudizio di questo tipo è semplicistico. Si deve, infatti, considerare il nuovo film per quello che è e, magari, rapportarlo al romanzo e non a un film precedente.

Entrambi i film sono molto fedeli al romanzo della Brontë e quindi possono eventualmente essere impiegati come materiale didattico accessorio nel caso di una divulgazione o di uno studio attento sul romanzo. La novità del film di Fukunaga rispetto a quello di Zeffirelli è che non rispetta il normale svolgimento della storia e quindi il canonico susseguirsi degli spazi (Gateshead Hall, Lowood, Thornefield Hall, Moor House, Ferndean Manor). Il film si apre, infatti, con Jane, ormai grande, che scappa da Thornefield e corre, sola e sofferente, per la brughiera per arrivare poi, sfinita e piangente, a Moor House. Lì viene accudita e lentamente si riprende dal suo stato; St. John Rivers le offre di lavorare in una piccola scuola di villaggio per bambine. Tramite un sistema di retrospezioni, flashback e ricordi, veniamo a conoscenza del passato di Jane: prima la sua infanzia difficile a Gateshead con l’importane episodio della red room, poi Lowood (e l’amicizia con Helen Burns) e, infine, tutta la parte concernete gli episodi di Thornefield sino alla sua fuga nella brughiera che poi si ricollega alla storia ufficiale, con il rifiuto di Jane di seguire St. John Rivers in missione in India e il richiamo di Rochester. Fukunaga stravolge il canonico susseguirsi delle fasi di crescita interiore ed esteriore di Jane per creare una trama più avvolgente e intricata, in cui forse la comprensione può essere un pizzico più difficoltosa di quella del film di Zeffirelli dove lo spettatore segue, invece, progressivamente e secondo un principio fondato sulla cronologia, i vari episodi della vita della protagonista.


Alcune mie personali considerazioni:

– Di Jane Eyre nel romanzo si sottolinea spesso il fatto che non rappresenti una bellezza femminile particolarmente attraente, che è magra, mingherlina, dal viso pallido e dai capelli scuri, descrizione perfettamente in linea con l’immagine dell’allora giovanissima attrice francese Charlotte Gainsbourg che nel film di Zeffirelli interpretava Jane Eyre. Nel film  di Fukunaga, invece,  Jane, a mio modo di vedere, è una bellissima ragazza interpretata dall’attrice Mia Wasikowska (celebre anche per il personaggio di Alice in Alice nel paese nelle meraviglie per la regia di Tim Burton). L’attrice è bionda o, almeno, castano chiaro e ha gli occhi celesti, aspetto completamente diverso da quello di Jane nella Brontë. Di contro, Blanche Ingram che nel romanzo viene detto esser bionda (com’è anche nel film di Zeffirelli dove si sottolinea la frivolezza e l’ignoranza del personaggio) nel film di Fukunaga ha i capelli neri.

–   Gli interni di Thornefield Hall nel film di Zeffirelli sembrano molto più sfarzosi e degni dell’aristocrazia inglese mentre Thornefield Hall nel film di Fukunaga sembra un po’ meno lussuoso tanto che la stessa Jane riconosce che la residenza della zia a Gateshead era di gran lunga più bella.

–   Mancano nel film di Fukunaga i personaggi di Bessie, la governante di Jane (che viene solo nominata una volta) e della caritatevole Miss Temple, istitutrice a Lowood.

–   Nel film di Fukunaga Mrs. Fairfax rivela a Jane che non sapeva niente dell’esistenza della prima moglie del signor Rochester, mentre nel romanzo la governante era a conoscenza di tutto.

–   Nel finale del film di Fukunaga  non è un anziano della zona, come nel romanzo, a rivelare a Jane che Thornefield Hall è andato a fuoco e che il padrone è rimasto ferito ma è lei stessa che entra nel castello ormai annerito e in macerie e trova Mrs. Fairfax forse lì giunta per recuperare qualcosa del vecchio castello.

–   Nel film di Fukunaga, Mr. Rochester perde la vista ma non soffre l’amputazione di un arto a seguito del crollo del castello.  Il film si chiude con la coppia che si scambia il proprio amore. Ferndean Manor, la nuova residenza, non viene mai nominata. Non vediamo la coppia avere dei figli, né tantomeno Rochester riacquistare la vista.

–   I personaggi meglio costruiti e più fedeli alle descrizioni della Brontë sono Mrs. Fairfax, Helen Burns e Brocklehurst (al quale tuttavia viene dato più spazio nel film di Zeffirelli). Pochissima attenzione viene riservata invece a Grace Poole (personaggio molto importante) e a Bertha Mason. Quest’ultima viene mostrata solo una volta, nella scena in cui Rochester, dopo il matrimonio negato, fa vedere a Jane, al legale e al fratello di Bertha, chi è sua moglie. Bertha non ha sembianze animalesche (non fa dei versi) né tantomeno selvagge ed è, invece, raffigurata come una donna addirittura attraente. Poco spazio viene riservato però a questo personaggio, ad esempio l’episodio del velo nunziale rotto da parte di Bertha è completamente assente.

–   Una signora seduta a vedere il film qualche fila dietro della mia quando ha visto Bertha ha detto ad alta voce “la matta” con un fare offensivo e denigratorio, per marchiarla o etichettarla come degenerata, perversa. Le avrei detto con molto piacere che l’origine della sua pazzia era proprio il signor Rochester e che lei era stata sradicata dalla sua terra, mercificata e tenuta in schiavitù. Avrei, insomma, cercato di farle capire che, forse, era errato e fuorviante vedere Bertha come il marchio del Male, come una sorta di Satana, solo perché il motivo dell’inghippo del matrimonio tra Rochester e Jane. Avrei voluto dirle di leggersi Il gran mare dei Sargassi della Rhys, tanto per farsene un’idea. In questo, nella creazione del personaggio di Bertha, in effetti, la Brontë è stata marcatamente etnocentrica, istituendo una significativa discriminazione razziale, come ho anche avuto modo di sottolineare nella mia raccolta di saggi: Jane Eyre, una rilettura contemporanea, Lulu Edizioni, 2011, pp. 101, ISBN: 9781447794325).

–   Richard Mason, fratello di Bertha, che viene dalla Jamaica, contrariamente a quanto narra la Brontë (e contrariamente all’adattamento di Zeffirelli), non ha una carnagione scura in quanto esponente della componente creola dell’isola ma ha una carnagione molto chiara.

–   St. John Rivers e le sue sorelle, che nel romanzo poi scoprono di essere cugini di Jane, nel film di Fukunaga rimangono suoi amici, senza vincoli di parentela, con i quali decide però di dividere equamente la sua eredità ottenuta con la morte dello zio John Eyre di Madeira.

Un buon film che consiglio a tutti coloro che conoscono il romanzo e ne apprezzano le qualità. La realizzazione di Zeffirelli resta, secondo me, la migliore in assoluto per una serie di elementi che ho cercato di tratteggiare e anche per la prestigiosa e azzeccatissima presenza di William Hurt nelle vesti di Rochester, che appare più interessante, più aristocratico, più austero e romantico, più inglese, più brontiano.

LORENZO SPURIO

E’ SEVERAMENTE VIETATA LA RIPRODUZIONE DI STRALCI O DELL’INTERA RECENSIONE SENZA IL PERMESSO DELL’AUTORE.

Jane Eyre, una rilettura contemporanea di Lorenzo Spurio, recensione a cura di Monica Fantaci

Jane Eyre. Una rilettura contemporanea

di LORENZO SPURIO

Lulu Edizioni, 2011, pp. 101

ISBN: 9781447794325

Recensione di Monica Fantaci

L’autore ha preso spunto dal noto romanzo Jane Eyre di Charlotte Brontë per fare un’analisi comparativa con gli altri romanzi che si sono ispirati allo stesso utilizzando riscritture, parodie, stravolgendo la caratteristica dei personaggi del testo madre, è per questo che, nelle prime pagine, sintetizza i quattro libri presi in esame. Spurio evidenzia le dinamiche comportamentali presenti in questi romanzi, focalizzando l’attenzione, in primis, sulla pazzia di Bertha Mason, identificata come appartenente al genere animale e legata al caldo e al fuoco, prosegue con l’analisi del tema coloniale e razziale, quindi l’emarginazione, la ribellione degli schiavi, che coincide con l’inferiorità della donna rispetto all’uomo, che all’epoca era molto evidente, ricordando l’atteggiamento del marito (Rochester) nei confronti di Bertha. In seguito, l’autore passa dalla narrazione della vita di Bertha a quella della magia e della figura degli zombi e lo fa in maniera del tutto naturale, non stancando il lettore e facendo ruotare i temi in maniera chiara e discorsiva.

Nel capitolo successivo, Spurio fa un excursus ben preciso sulle tappe del romanzo, soffermandosi sulle argomentazioni dei cinque ambienti dove viene inserita la vicenda di Jane; il libro contiene anche un’intervista fatta dallo stesso Lorenzo Spurio all’autrice  Sherri Browning Erwin, che ha reso Jane un personaggio vampiresco. Infine, l’autore cita la tradizione letteraria contemporanea di Jane Eyre attraverso le riscritture di tutti i generi letterari, dal romanzo all’horror, dal fantasy all’erotico, per concludere menzionando le rappresentazioni del piccolo e grande schermo sulla protagonista del romanzo di C. Brontë. 

Nel saggio si intervallano le storie dei romanzi targati Jan Eyre: si parte dal testo madre della  Brontë, per poi proseguire con Il gran mare dei Sargassi di Jean Rhys, con Charlotte, l’ultimo viaggio di Jane Eyre di D. M. Thomas, con Jane Slayre di Sherri Browning Erwin ed infine con La bambinaia francese di Bianca Pitzorno. La scelta dello scrittore di usare questo ritmo, per analizzare le storie, dà la possibilità al lettore di estendere le prospettive e di percepire tale libro come un archivio dove si raccolgono e dove si raccontano le varie generazioni all’interno di ogni romanzo infatti, all’analisi comparata dei testi si affianca un breve racconto sul periodo storico degli autori che hanno scritto i vari romanzi su Jane Eyre, ciò è fondamentale per comprendere le varie vicissitudini all’interno di ogni racconto, un quadro vasto sul contesto socio-culturale rende consapevole il motivo della preferenza dei personaggi e delle ambientazioni. E’ un testo saggistico ad ampio raggio che risponde alle esigenze letterarie di ogni lettore, permettendogli di riflettere, di rapportare i vari romanzi, per dare una continuità storica dall’età vittoriana fino ad oggi, appurando le somiglianze e le differenze delle varie epoche, in un romanzo che non avrà mai fine.

Monica Fantaci

Palermo, 2 Settembre 2011

RECENSIONE PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE. E’ VIETATO PUBBLICARE STRALCI O L’INTERA RECENSIONE SENZA IL PERMESSO DELL’AUTRICE.

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Jane Eyre, una rilettura contemporanea di LORENZO SPURIO

Jane Eyre. Una rilettura contemporanea

di LORENZO SPURIO

Lulu Edizioni, 2011, pp. 101

ISBN: 9781447794325


Recensione di Anna Maria Folchini Stabile

Perché Jane Eyre è da ritenere un testo letterario tanto significativo nella storia della letteratura moderna da meritare ancora oggi una lettura attenta e meditata? Lorenzo Spurio nel suo saggio Jane Eyre. Una rilettura contemporanea ce ne fornisce la ragione spiegandone il perché: l’opera ha in sé tutti gli elementi narrativi atti a determinarne il valore di caposcuola del genere, tanto da essere punto di riferimento per tutte le opere letterarie che trattano il tema dell’orfano, i problemi razziali e coloniali, il tema del folle e della redenzione collettiva dei personaggi che tra tali argomenti prendono corpo e si muovono. Il saggio di Lorenzo Spurio nell’Introduzione motiva l’importanza e la novità del romanzo Jane Eyre  di Charlotte Brontë che, per la prima volta nel panorama letterario europeo e per il suo tempo, ha come protagonista una figura femminile marginale e sottovalutata nella società inglese di quel tempo: l’orfana povera che passando attraverso innumerevoli traversie personali, diventa istitutrice acquisendo indipendenza economica. Successivamente ella sale nella scala sociale, recuperando il proprio status e la propria ricchezza perduta, realizzando così anche il suo sogno d’amore. La donna con la Brontë assume nuova dignità sociale, tanto che Jane alla fine del suo percorso di crescita può affermare a pieno diritto: «Sono padrona di me stessa».

Ma Lorenzo Spurio supera l’analisi del testo in sé e sviluppa il suo saggio sull’analisi dei temi che concorrono tutti insieme all’originalità del testo della Brontë: la sofferenza di Jane che forgia un carattere forte superando incredibili angherie, la figura della pazza, presenza negata nel contesto delle vicende narrate eppure assolutamente determinante nello svolgimento delle stesse, il problema dei rapporti della società inglese con le colonie e con i coloni, condizionati dalle distanze e dagli stili di vita differenti dalla madrepatria. Ciò che interessa dell’opera di Spurio è il confronto comparativo del testo della Brontë con i sequel di Jean  Rhys, Wide Sargasso Sea (1966), di D.M.Thomas, Charlotte (2000), di  Sherri Browning Erri, Jane Slayre (2010) e di Bianca Pitzorno, La bambinaia francese (2004). In tutti questi romanzi i temi cari alla Brontë ritornano e ogni autore dà una sua personale interpretazione ai personaggi che la scrittrice traccia, spostando il punto di vista sulle colonie, come fa la Rhys che dà voce al sentire della comunità creola  di Giamaica, alle commistioni razziali, al disprezzo inglese per i creoli che invece si percepiscono inglesi, pienamente legati e   collegati all’Inghilterra di cui si sentono emanazione e parte viva, giustificando disagi e follie, condannando Rochester, l’uomo amato da Jane nel romanzo originale e qui rivisitato nelle vesti di un prepotente razzista insensibile, non vittima di un matrimonio artefatto, ma causa della pazzia delle moglie ormai folle che si consuma nella sua stanza. Lo stesso avviene per la Pitzorno che ripropone e sviluppa il tema dell’orfana, del rapporto con le comunità delle Indie occidentali, il problema della schiavitù e dell’abolizionismo. Il tema sociale è dominante. Nel testo Charlotte di D.M. Thomas il sequel ambienta la narrazione nel 2000, ma rimanda in continuo a vicende passate di cui la protagonista, studiosa di letteratura e del personaggio Jane Eyre, conosce  i particolari tanto che si immedesima in esse fino a riviverle in prima persona. Jane Slayre, crea un romanzo horror in cui non mancano vampiri e crudeltà di ogni genere e Jane trionfa, ma in qualità di assassina di vampiri, traslato di ingiustizie che percorrono tutta la narrazione.

Non mancano nel saggio di Lorenzo Spurio i riferimenti anche alla filmografia dell’opera che testimonia la validità e l’attualità del personaggio di cui si narra. Ciò che emerge dalla lettura è soprattutto l’attenzione che Spurio ha concentrato sull’analisi del testo e la conoscenza approfondita di esso e delle opere comparate. Significativa è, inoltre,  l’intervista a lui rilasciata da Sherri Browning Erri che inquadra la sua Jane Slayre come un omaggio alla Jane originale, ma usando i modi espressivi alla moda in questi nostri tempi  in cui i vampiri impersonano i cattivi e Jane, buona, trionfa uccidendoli. Perché Jane Eyre, in fondo, per tornare alla domanda iniziale, è il trionfo dell’happy end  e, forse, in questo sta il suo perdurante successo. Lorenzo Spurio ne è convinto.

 Anna Maria Folchini Stabile

Angera (Va), 15 agosto 2011


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Cinderella theme: due storie a paragone

Elisa di Rivombrosa (2003) e Pamela (1740) hanno ben poco in comune.  La regista Cinzia T.H. Torrini ha espressamente riconosciuto che la sua serie televisiva per Mediaset intitolata Elisa di Rivombrosa e trasmessa nel 2003 era basata sul personaggio di Pamela dell’omonimo romanzo di Samuel Richardson (1689-1761). Ci sono varie comunanze tra i due personaggi femminili e tra le due storie narrate ma sono allo stesso tempo molto diverse tra loro.  Il primo elemento d’unione, il più vistoso e quello che salta all’occhio più velocemente, è che entrambe le donne sono delle serve. Entrambe appartengono ai bassi strati della società e sono impiegate come membro della servitù al servizio di un signore: il conte Fabrizio Ristori in Elisa di Rivombrosa e Mr. B. in Pamela. Entrambe le storie presentano il Cinderella theme (tema di Cenerentola) ossia un’iniziale situazione d’impostura tra un uomo potente e nobile e una donna povera o serva che passa poi alla ricompensa finale contraddistinta dall’unione amorosa dei due.

Un altro elemento di contatto tra le opere è che ci troviamo di fronte a due donne modeste, remissive ma che cercano di preservare in maniera accanita la loro virtù più grande, ossia la verginità.

In Elisa di Rivombrosa, Elisa Scalzi rinominata dalla servitù della tenuta di Rivombrosa come Elisa di Rivombrosa è al servizio dei Ristori, i nobili della tenuta. In maniera particolare Elisa si occupa dell’anziana contessa Agnese e è la sua dama di compagnia. Il figlio della contessa, il conte Fabrizio Ristori, rimane affascinato dalla sua bellezza e di tutta prima crede che sia un membro dell’aristocrazia. S’interessa a lei ma quando scopre che è una serva della sua tenuta, cerca di ottenerla non in modo romantico ma con la forza, tentando più volte di stuprarla. Secondo il conte Ristori, tutto ciò che è racchiuso dal fastoso palazzo di Rivombrosa gli appartiene: le stanze, la biblioteca, l’aria, la servitù e quindi anche lei.  Nella serie televisiva vengono presentate varie vicende tra le quali la morte della contessa Agnese, la corruzione del marchese Alvise Radicati, cognato del conte Fabrizio e la congiura dei nobili piemontesi contro il re. Nel corso di queste vicende, parallelamente, viene descritto il rapporto tra Elisa e il conte Fabrizio che, partito da un’iniziale astio e odio, si tramuta in interessamento fino ad arrivare all’amore. La serie televisiva mette in scena la storia d’amore tra Elisa e il conte Fabrizio.  Le serie televisive successive: Elisa di Rivombrosa – II stagione (2005) e La figlia di Elisa (2007) sono dei sequel della prima serie e spostano l’attenzione ad altri avvenimenti che seguono alla morte del conte Fabrizio Ristori.

 

Il romanzo di Samuel Richardson (1689-1761) Pamela, porta come sottotitolo The Virtue Rewarded ossia la virtù premiata e venne pubblicato nel 1740. Si tratta di un romanzo epistolare cioè che si basa sullo scambio di una serie di lettere, la maggior parte delle quali scritte dalla stessa Pamela Andrews.

Pamela è una ragazza molto bella che lavora come serva per Lady B. e alla morte di questa passa al servizio di suo figlio Mr. B. Similmente a Fabrizio Ristori, Mr. B. è molto attratto da Pamela e cerca di averla con la forza, cercando di stuprarla in più di un’occasione. Quando Mr. B. capisce che non l’avrà mai con la violenza, comincia a corteggiarla dolcemente e ben presto Pamela s’innamora di lui.  Mr. B. riuscirà a sposare Pamela solamente dopo due richieste di matrimonio fattole.[1]

Al termine della storia i due si sposano e vivono felici e contenti. Pressappoco come avviene in Elisa di Rivombrosa. Entrambe le spose, ex serve e di umili origini, vengono inoltre accettate dall’ambiente dell’epoca (dalla nobiltà piemontese in Elisa, dall’ambiente aristocratico anglosassone in Pamela).

Queste le due storie e i punti di contatto. Elisa di Rivombrosa sembra essere una storia molto più patinata, con la presenza di una sfarzosa e potente nobiltà[2], fastosi palazzi, congiure di palazzo contro la monarchia ed inganni. In effetti la coppia Elisa-Fabrizio Ristori godrà di un brevissimo periodo di pace dopo il loro matrimonio perché ben presto si presenteranno nuovi conflitti, odi, rancori, congiure e contrasti militari nei quale il conte Fabrizio Ristori, nobile ligio al dovere e alla monarchia e per questo scomodo a molti nobili spregiudicati e irrispettosi della Corona, sarà coinvolto e dove troverà la morte.

Va inoltre ricordato che le due storie hanno ambientazioni temporali e spaziali estremamente differenti. Elisa di Rivombrosa è ambientato in Piemonte alla fine del 1700, sotto il regno di Carlo Emanuele III mentre Pamela è ambientato in Inghilterra, nel Bedfordshire, in un periodo di tempo imprecisato ma individuabile puritanesimo del  XVIII secolo.

La regista Cinzia T.H. Torrini ha sapientemente elaborato la storia creata da Richardson nel lontano 1740 fornendoci una storia accattivante, interessante e ricca di intrighi, congiure e colpi di scena che fanno da contorno alla storia d’amore di Elisa e il conte Fabrizio Ristori.

 

LORENZO SPURIO

13-02-2011

 

 


[1] Va notato che anche Jane Eyre nell’omonimo romanzo di Charlotte Brontë (1816-1855) del 1847 acconsente a sposare Mr. Rochester solamente dopo due richieste di matrimonio. Questi romanzi mettono in risalto quanto il matrimonio fosse importante all’epoca e quanto una decisione di questo tipo necessitasse una grande fiducia nei confronti l’uomo oltre ad una completa convinzione. Non era dunque infrequente che la donna rifiutasse la prima richiesta di matrimonio. I rifiuti di matrimonio della donna, più che dei veri rifiuti, erano in effetti un modo per poter avere più tempo a disposizione per comprendere se era ciò che realmente voleva e, al tempo stesso, un modo per preservare la sua innocenza e verginità.

[2] Nell’opera la nobiltà piemontese è molte importante. Oltre alla famiglia dei Ristori, vengono presentati numerosi altri nobili (il conte Giulio Drago, il marchese Maffei, il Marchese Alvise Radicati, la marchesa Lucrezia Van Necker,..) e dei nobili si sottolineano pregi e difetti, vizi e virtù.

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