Elisa Roselli discute una tesi su “Il giardino segreto” di Frances Hodgson Burnett

Lo scorso 17 maggio a Roma, presso l’Università “Guglielmo Marconi”, è stata discussa una tesi di laurea, a firma di Elisa Roselli, interamente dedicata alla celebre opera letteraria (con numerosi sviluppi anche nella cinematografia) Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett dal titolo “Quando la realtà si fa “magia”: Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett”. Ringrazio la studiosa per aver voluto citare più volte, nel corso della sua dissertazione e in bibliografia, il mio libro La metafora del giardino in letteratura (Faligi, Aosta, 2011, scritto insieme a M. Acciai) che affronta lo studio di un vasto repertorio di giardini nella letteratura italiana e straniera, compreso quello della celebre opera della Burnett. Mi complimento con lei per il grande risultato ottenuto in sede di discussione.

“La metafora del giardino in letteratura” di L. Spurio e M. Acciai, recensione di Anna Maria Balzano

La metafora del giardino in letteratura 
di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai
Faligi Editore, Aosta, 2011
Genere: Saggistica / Critica letteraria
ISBN: 978-88-574-1703-5
Costo: 20 €
 
Recensione di Anna Maria Balzano

 

frontIl saggio di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, dal titolo “La metafora del giardino in letteratura”, ci guida attraverso l’esame d’una vasta selezione di testi letterari allo scopo di individuare il significato simbolico che ha assunto nei secoli la descrizione del giardino. Si parte dall’Eden, luogo delle delizie, e  dal giardino coranico che può ospitare anche trasgressione e piaceri carnali: si mette in risalto il rapporto giardino-vita, non tralasciando i riferimenti ai classici latini, come per esempio alle Metamorfosi di Ovidio. Il giardino può rappresentare il bene o il male,  può essere il “locus amenus” di Tasso; esso può essere recintato e protetto, ma anche magico e fantastico, come quello in cui avviene l’iniziazione della piccola Alice di Lewis Carroll o come i Kensington Gardens di Peter Pan. L’analisi affrontata è di ampio respiro e riporta brani di opere inglesi, americane, italiane, russe, sottolineando il diverso uso che gli autori hanno fatto della metafora del giardino. Esso può ospitare la memoria dolorosa da cancellare, come nel caso di Burnett, o può essere luogo di guarigione del corpo e dell’anima. Il giardino come microcosmo, dunque. Esso può accogliere amori omosessuali, come nel caso del “giardino essenziale” di Lesbo, per usare una definizione di Fiorangela Oneroso. Il giardino non è solo luogo d’amore, ma anche di morte, come nel racconto di Buzzati “Le gobbe nel giardino”, dove il terreno nasconde “strati di memoria”; esso diviene testimone dell’estinzione d’una intera famiglia nel “Il giardino dei Finzi Contini”, così come può essere il luogo dove la natura è in lotta con il cemento, come nel racconto di McEwan, o essere il testimone della decadenza di grandi famiglie, come nel Gattopardo. L’analisi si sofferma su grandi autori, da Leopardi a Calvino a Buzzati, senza trascurare Wilde, le sorelle Bronte per giungere anche a Stephen King, arricchendosi di particolari, nel citare le produzioni cinematografiche tratte dalle opere di alcuni degli autori esaminati. 

Un saggio di grande respiro, dunque, che guida ad una lettura approfondita destinata a stimolare ed arricchire il lettore più attento.

ANNA MARIA BALZANO

QUESTA RECENSIONE VIENE PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE.

E’ SEVERAMENTE VIETATO RIPRODURRE E/O DIFFONDERE LA PRESENTE RECENSIONE IN FORMATO INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTRICE.

“La metafora del giardino in letteratura”, testo di critica letteraria di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, recensione a cura di Marzia Carocci

“La metafora del giardino in letteratura”
di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai
prefazione a cura di Paolo Ragni
Faligi Editore, 2011
Genere: Saggistica/Critica letteraria
ISBN: 978-88-574-1703-5
Costo: 20 €
 
Recensione a cura di Marzia Carocci
 

Come definire questo libro?

Un itinerario fra i giardini nelle varie epoche, attraverso visioni  di scrittori diversi?

Un atlante istruttivo e dettagliato d’analisi e concentrati di scrupolose notizie?

Un incanto attraverso tante meravigliose menti che hanno descritto luoghi fatati, paurosi, curiosi, tetri, allegri, bui o pieni di luce?

Questo libro è tutto questo.

Un volume, scritto da due giovani e preparati autori; Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, che passo dopo passo, attraverso i loro modi di vedere, ci regalano le loro impressioni in una sorta di commenti ben elaborati ed estremamente delineati da un ottica attenta e critica,  riuscendo a creare veri e propri saggi sull’argomento, saggi che arricchiscono la curiosità nel lettore, proponendo alcune pagine di  testi letterari scritti da autori di opere fantasy e altri testi  scritti da autori di contenuti classici.

Autori come Lewis Carroll, C.S. Lewis, Borges, Dino Buzzati, Anton Cechov ecc..

Sarà un viaggio attraverso i giardini in decadenza, giardini poveri di alberi, di fiori e di verde, giardini sfarzosi e incredibilmente vasti, giardini sterili e di cemento, giardini rigogliosi e prosperi.

Di ogni giardino, ne verrà data visione  attraverso alcuni  passi tratti da romanzi, opere e poesie e analizzata in maniera encomiabile da Spurio e Acciai che identificheranno con precisione e accuratezza,   il simbolismo, l’essenza, il periodo storico, di queste aree verdi dove da sempre sono luogo di amori, nascondigli, estasi, o cupi anfratti, tetre boscaglie o confini per alcuni.

Una lettura che appassiona, che coinvolge e che regala il piacere di saperne di più, perché la metafora del giardino non è altro che la simbiosi fra l’uomo e la natura, la materia e lo spirito, giardini dove, come nell’uomo, si nasconde un dualismo fatto di bene e male, di gioia e peccato.

Vi saranno le descrizioni sugli stili dei vari giardini a secondo delle località e del periodo storico, e quindi riferimenti ai giardini barocchi, inglesi, rinascimentali e non mancheranno  le descrizioni ai giardini paradisiaci come il giardino dell’Eden che nella sua bellezza, nasconde il mistero e  la paura.

Il giardino, che attraverso gli occhi degli autori è sicuramente sinonimo di vita, di germoglio, di percorso, dove a volte vi sono fiori, altre volte recinti, altre ancora fontane; giardini come metafore alla vita e alla sua emozionalità, vite aride come giardini cementati, vite felici come i giardini rigogliosi, esistenze misteriose come i giardini fantastici, bui come l’angoscia, aridi come la solitudine.

Simbolismi e similitudini, in un girotondo di continua morte/vita come lo è la vita di una pianta/fiore o la speranza della vita stessa dopo la morte terrena.

Il giardino emblema di un luogo caro, cercato, costruito e desiderato fin  dall’antichità  come scelta dell’uomo nella funzione di oasi di qualcosa oltre la materia, un luogo dove sognare e sperare, ma anche piangere e chiudersi in solitudine.

Un libro che può dare mille risposte, a secondo di cosa un lettore cerca: conoscenza?, curiosità?, riflessione?.

Senza dubbio Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, ci aprono una finestra nella visione totale di un pensiero e a tante considerazioni che , forse, senza questo libro, non ci avrebbero  neppure sfiorato!.

 

Marzia Carocci

 

Firenze, 11 Luglio 2012

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