Grazie al mio sito (www.paolomerenda.it) e al mio lavoro di giornalista e recensore di testi, da qualche tempo ho potuto leggere molti generi diversi. Leggere il lavoro di un esordiente mi ha portato ad alcune riflessioni: perché alcuni libri, nonostante la bellezza oggettiva, restano meno venduti, meno letti e meno famosi di quelli degli autori “passati” alla scrittura?
In molti casi il motivo è semplice: un piccolo o medio editore non può competere con la Mondadori quanto a pubblicità, promozione e presenza dei titoli nelle librerie. Ma siamo sicuri che se un giovane pubblicasse un gioiello della letteratura il grande pubblico se ne accorgerebbe?
Giorni fa ho affrontato l’argomento durante la presentazione di un libro di cui sono coautore, a margine della serata con alcuni amici si è arrivati a parlare del boom di vendite di “Cotto e mangiato”, il libro di Benedetta Parodi. Il traino del programma televisivo ha influito, certo, ma a mio modo di vedere non è stato l’unico motivo del successo in classifica.
Non sono il primo a dirlo, ma in Italia non si legge. Di conseguenza, se Fabio Volo, Benedetta Parodi o un altro personaggio televisivo pubblica un libro, qualche vendita arriva per il nome dell’autore, non certo per il contenuto.
Fabio Volo non vende solo perché famoso, ma anche perché ormai il pubblico si è abituato e aspetta il suo libro non per leggere lui, ma per leggere. Lo stesso vale per chi segue solo Ken Follett o qualunque altro scrittore, italiano o no. La crisi influisce, ma comprare così poco porta a scegliere determinati autori.
Altro problema sul perché il pubblico scelga determinati autori, sempre gli stessi. Il motivo è identico a quello per cui molti italiani vanno una sola volta l’anno al cinema, a Natale per il cinepanettone. Non c’è la volontà di vedere un film, o leggere un romanzo, che porti a pensare, a profonde elucubrazioni mentali. Le persone vogliono poter dire di leggere, ma per farlo non si impegnano affatto. Il nodo è questo, e se sugli scaffali non ci fossero Fabio Volo, Dan Brown, Giorgio Faletti o Benedetta Parodi ci sarebbero altri nomi, altre facce, ma la situazione non cambierebbe di una virgola.
PAOLO MERENDA
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