Il simbolismo nella poesia di William Blake, un commento di Pina Vinci

A CURA DI GIUSEPPINA VINCI

 

220px-William_Blake_by_Thomas_PhillipsLa produzione poetica di Blake si caratterizza di simboli. The Lamb e The tiger, sono simboli mondi reali, aspetti contrapposti, sentimenti contrastanti.

Il Cristianesimo si avvale di simboli. Per fare un esempio Il pesce per i primi cristiani rappresenta la nuova fede nel figlio di Dio fatto uomo. Il testo sacro è fonte di ispirazione per la produzione artistica narrativa e poetica del nostro Poeta. Il Bene e il Male sempre presenti, si intrecciano, coinvolgono, e  l’Essere umano teso, dilaniato perennemente in conflitto, alla Ricerca di un equilibrio emerge orgoglioso, non sconfitto.

Nella  scelta continua a cui è chiamato, gli ‘’opposti complementari’’ non annullano l’individuo, lo obbligano a intraprendere un cammino,”senza contrari non vi è progresso’’, sviluppo dinamico della Persona. Personalità complessa, affascinante, singolare, geniale, Blake, sempre Attuale

I temi della sua Poetica non circoscritti, non chiusi, non delimitati ma eterni, senza tempo, appartengono all’uomo di tutti i tempi, di tutte le epoche, l’uomo colto o non, è costretto a darsi una risposta e anche a rimettere in discussione ogni eventuale risposta.

Le origini dell’Universo, Dio creatore, Dio che plasma, forgia, modella, sia l’Agnello sia la Tigre, l’Innocenza e l’esperienza, la mitezza e mansuetudine e la violenza, il Bene e il Male, l’amore e l’odio, la bontà e l’aggressività…. ‘’Opposti complementari’’, l’uno necessita dell’altro, dualismo necessario, aspetti della stessa Realtà razionale e non. The Marriage of heaven and hell, paradiso e inferno, eden e ade, contrari coesistono, si attraggono, si completano.

Significati antichi e nuovi, messaggi apparentemente banali e scontati, significanti, simboli, segni per rappresentare la sfera del razionale e del Sentimento, della Percezione e Intuizione.

 

Giuseppina Vinci

Docente di Lingua e civiltà inglese al Liceo Classico Gorgia di Lentini

“The Unknown God” di Alice Meynell (1847-1922), con un commento di Pina Vinci

“The Unknown God” di Alice Meynell (1847-1922)
poetessa inglese
con un commento di Pina Vinci

Tra i poeti inglesi che amarono l’Italia, Alice Meynell merita di essere ricordata per la singolare esperienza che determinò la conversione al cattolicesimo. Contemporanea e amica di Coventry Patmore, altro poeta convertito al Cattolicesimo, ci lascia componimenti di rilevante spessore artistico da essere apprezzata da artisti non Cattolici. Ma quali i motivi che determinarono la trasformazione interiore della Meynell e di conseguenza la produzione poetica e lo stile.
Il Movimento di Oxford e, pare, l’aver conosciuto un giovane sacerdote cattolico, sono da ritenere gli stimoli più attendibili alla conversione della Meynell. I temi della sua poetica sono la Solitudine e il Silenzio. La Solitudine di Gesù Cristo sofferente e agonizzante, sembra quasi che la Poetessa partecipi del Suo estremo dolore sulla Croce. La Meynell rivive la vita di Gesù dall’Avvento alla Morte che fu pubblica, pur nella Solitudine del Messia.
In ‘’The Unknown God’’ il Dio sconosciuto, si sofferma sul Mistero della Eucarestia, sull’incontro tra Dio e l’uomo, Dio incontra l’uomo per non lasciarlo solo. La Resurrezione che segue la morte è un evento solitario “Alone, Alone he rose behind the stone..”
Solo, solo egli risorse da dietro la pietra. Il Silenzio è tra i temi più toccanti e coinvolgenti della poetica della nostra. Silenzio, prima e dopo di noi. Prima della nostra vita, il Silenzio, dopo la nostra vita il silenzio. L’uomo sta per un momento sulla terra per ritornare nell’eterno Silenzio. Il poeta coglie il mistero del Silenzio e crea La Poesia, il compositore dal Silenzio crea la Musica, entrambi la Poesia e la Musica danno corpo al Silenzio, nel breve attimo della loro vita, per ritornare all’infinito Silenzio.

The Unknown God
di Alice Meynell

One of the crowd went up,
And knelt before the Paten and the Cup,
Received the Lord, returned in peace, and prayed
Close to my side. Then in my heart I said:

“O Christ, in this man’s life—
This stranger who is Thine—in all his strife,
All his felicity, his good and ill,
In the assaulted stronghold of his will,

“I do confess Thee here,
Alive within this life; I know Thee near
Within this lonely conscience, closed away
Within this brother’s solitary day.

“Christ in his unknown heart,
His intellect unknown—this love, this art,
This battle and this peace, this destiny
That I shall never know, look upon me!

“Christ in his numbered breath,
Christ in his beating heart and in his death,
Christ in his mystery! From that secret place
And from that separate dwelling, give me grace!”

Un sito WordPress.com.

Su ↑