Esistere e non poter essere
non poter restare
come un innesto su spini dipinti
che hai tracciato per mestizia del vuoto
pregavamo Dio senza conoscerlo
‒ amandolo a tratti ‒
perché crescesse un ramo vasto
di ali nella breccia sorda delle pietre
una cura allo spirito contuso
dato insonne alla notte
dal centro immeritato più preciso
più lontano più straniante
è un cammino irto che spezza l’avvento
spezza ogni corda, cadiamo giù
e soli
monchi di forma.
Mi cadde l’anello che
da bambina tenevo stretto al dito
non riuscii a dire ch’era un anello
capii che il non sapere un nome è una perdita,
ma ci perdiamo
anche coi nomi stampati nelle tempie
che stanno lì per sempre
in un estratto di eternità
‒ transitori, sradicati
bricioli d’amore.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
