“Ritorno ad Ancona e altre storie” di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi, recensione di Paolo Ragni

Ritorno ad Ancona ed altre storie
di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi
Lettere Animate Editore, 2012
Recensione di PAOLO RAGNI

 
Lorenzo Spurio e Sandra Carresi, qualche decennio di differenza tra i due, un centinaio di chilometri, tre racconti scritti insieme. Già questo incuriosisce.
Gli autori in che modo hanno collaborato? Si distinguono le parti di uno e dell’altra? Personalmente avremmo dovuto leggere tutto quel che hanno fatto singolarmente, prima di adesso, per sapere meglio chi ha fatto che cosa. Ma non ci pare che tale argomento, in astratto importante, abbia poi tanta rilevanza in riferimento ad un libro in cui i tre testi sembrano scritti realmente da una sola mano, in cui il tono è sorprendentemente omogeneo e in cui, casomai, si può intravedere solo una certa prevalenza di una componente femminile. Del resto, quando si gustano le opere scritte a più mani, ci viene sempre da pensare a Masolino ed a Masaccio, e a come ancor oggi la critica ragioni e discuta sull’apporto e dell’uno e sull’apporto dell’altro…
Ha scritto di più Sandra? No so, certo la sensibilità è più femminile, visto anche il ruolo importante che assumono i personaggi femminili: ma non si tratta di una narrativa in cui il genere acquista tanta importanza, e del resto l’immedesimazione degli autori nei personaggi e nelle storie sembra avere raggiunto un grande risultato in termini di coesione. Chiunque scrive, del resto, deve sapersi immedesimarsi nei personaggi, qualunque ne sia il sesso o l’età: chi non ha scritto almeno un racconto rovesciando pezzi di sé in ruoli e situazioni assai differenti? Magari poi scopriamo che l’interazione tra Spurio e Carresi è stata tale da superare la nostra immaginazione: come Eco che, parlando del Nome della rosa, osservò che originali erano le parti attribuite dalla critica ad Eco, e di Eco erano inserti creduti originali.
Si tratta di tre storie senz’altro quotidiane, delicate, storie prevalentemente di amore, di amori. Il tema non stanca mai, vista la bravura degli autori nel condurre le storie, anche quando in realtà non pare succedere niente che rovesci la vita dei protagonisti. In genere gli eventi sembrano destinati ad essere risucchiati nel vortice della vita quotidiana: così capita, ad esempio, proprio nel Ritorno ad Ancona, dove la circolarità di una storia estiva non permette che la straordinarietà dell’accaduto riesca a produrre Storia, come se gli incontri non fossero fondanti, ma mere increspature, belle, ma che non scavano.
Non sempre però è così. Ci sono eventi che riescono a cambiare i rapporti umani, c’è una eredità -lasciata da un padre colpevolmente distratto- che poi, in modo sapientemente verosimile, riesce a rimettere insieme pezzi di una storia cancellata o mai saputa. Ci sono tentativi lodevoli di fare qualche cosa di buono, tipo un’adozione, e poi scopriamo il fallimento di un matrimonio, il crollo della fiducia nella persona amata, ci troviamo davanti alla morte e non siamo mai pronti a sufficienza per accettarla. Quello che alla fine prevale è forse proprio questo sentimento di accondiscendenza, di accettazione, come se i protagonisti si sforzassero di ricavare sempre qualcosa di buono dalle loro storie. I personaggi, in realtà, sia che ci sia un lieto evento sia no, in fondo comprendono il senso di quel che accade. Forse la vita non può cambiare, il nostro modo di vederla lì. Il messaggio che rimane, che ci è rimasto, è che vale la pena impegnarci e conoscere situazioni e persone, anche se non sempre queste ci cambiano nel profondo: a qualcosa, misteriosamente, la vita con le sue giravolte serve, qualcosa ci insegna, non siamo più esattamente quelli di prima.
I temi trattati sono tratti da storie molto vicine a noi, di personaggi come noi, che mangiano come noi, ascoltano le canzoni come noi, si muovono etc.. L’attenzione alle piccole cose, al dettaglio, è senz’altro uno dei punti forti della narrazione, perché rende visibile ogni piccolo gesto al lettore, rende abbordabile il personaggio che si incontra, proprio come se lo conoscessimo o ne avessimo l’opportunità, come capita, ad esempio, coi colleghi di lavoro, che magari non sono amici ma buoni conoscenti.
Quello che si potrebbe osservare, come punto debole, è forse che proprio la grande attenzione al dettaglio e il procedere analitico, cronologicamente scansionato e concatenato, talvolta può levare
un po’ di fantasia: il procedere è disseminato di tracce assai circostanziate, sembra quasi di sapere tutto dei protagonisti perché l’analisi psicologica è sempre particolarmente approfondita. Sfugge invece, talvolta, la motivazione più profonda, quella che ti fa credere di non essere solo conoscente ma realmente amico dei personaggi, può saltare quella adesione emotiva, quella sospensione dell’incredulità che può rendere credibile l’incredibile. Qui è tutto realmente credibile, verosimile e ben spiegato, forse appena troppo spiegato. A noi piacerebbe una narrazione meno psicologica e assai più fatta, ad esempio, di dialoghi e di gesti che parlino da sé. Un po’ troppo si vuole dare la spiegazione di un comportamento, mediante una disamina dei perché che, alla fine, ottiene l’effetto di non lasciare molto margine di interpretazione al lettore. La chiarezza psicologica ad ogni costo toglie la sorpresa e non fa lavorare il lettore. Noi crediamo che il libro lo debbano fare in due, scrittore e lettore. Qui in tre (dato che gli scrittori sono due!).
Ecco, se ci fosse permesso dare un suggerimento, sarebbe proprio quello di insistere sulla visività dei personaggi, in maniera più dichiaratamente teatrale, che dia loro una vita propria anche senza le spiegazioni autoriali. Probabilmente questo bel libro non può in alcun modo prestarsi a questo tipo di intervento, perché così è nato e non è modificabile a tal punto senza rischiare di subirne uno snaturamento. E’ solo un invito a liberarsi un po’ dall’io narrante e far vivere con più libertà i protagonisti, che non sono oggetti o strumenti di racconti a tesi, né tanto meno uomini e donne misteriosi i cui gesti debbano essere spiegati: se sono come noi, tanto vale levare loro i binari e lasciarli muovere come meglio piaccia a loro stessi. Forse le storie si arricchiranno in termini di maggiore vivacità ed anche la lingua, molto piana e corrente, potrebbe avere quel surplus di ricchezza di cui alle volte si può sentire il bisogno.

PAOLO RAGNI

05/09/2012

E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O RIPRODURRE LA RECENSIONE IN FORMATO INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

“Ritorno ad Ancona e altre storie” di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi, recensione a cura di Santina Russo

 “ RITORNO AD ANCONA E ALTRE STORIE”

di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi

Recensione di Santina Russo

“Ritorno ad Ancona e altre storie” è una raccolta costituita da tre racconti, tre storie diverse, protagonisti diversi accomunati da sentimenti di insicurezza, di emozioni spesso travolgenti e inspiegabili, a volte illusorie ma, non per questo, prive di valore.  Storie di  uomini e donne comuni che rappresentano l’universalità degli eventi quotidiani e abituali che possono capitare a chiunque, portando il lettore ad immedesimarsi in maniera del tutto naturale nei personaggi delle storie che legge.

Le storie sono intercalate in contesti narrativi e descrittivi caratterizzati da un’accuratissima attenzione al dettaglio, al particolare. Sono dettagliatamente e accuratamente descritti non solo le ambientazioni geografiche ma anche, e soprattutto, le analisi introspettivi dei personaggi, il travaglio delle loro emozioni spesso soffocate, altre volte vissute pienamente, ora con timore e titubanza, ora con ardore e impulsività.

Nel primo racconto “Telefonate anonime” i protagonisti sono figure femminili, una giovane donna e sua madre, ed è quasi impossibile per una donna non riconoscersi in almeno una di queste donne o delle situazioni che vivono in questo racconto.

La narrazione inizia con un accento noir, un alone di mistero avvolge la giovane protagonista Giada, preoccupata dalla ricezione continua e scandita da un preciso ritmo temporale, di telefonate anonime. Dopo una serie di eventi che, per certi aspetti, possano sviare il lettore portandolo a ipotizzare conclusioni azzardate sul mistero delle telefonate, la soluzione dell’enigma si rivela del tutto inaspettata e inusuale. Dietro la cornetta non c’era, come di solito si pensa, qualcuno che cercava di colpire, di spaventare, di fare del male ma una persona colpita e spaventata a sua volta, che cercava il bene.

Nella storia intervengono anche diverse figure maschili, alquanto controverse. Uomini legati alle due donne protagoniste da un rapporto ambiguo, come quello di Giada con il brillante avvocato del quale al primo sguardo s’invaghisce; da un rapporto svanito molto tempo fa e improvvisamente riemerso in forme del tutto inattese, come quello dei genitori di Giada e infine, da un rapporto nato quasi per una forzatura del destino che pone Giada di fronte a Jacopo.

Il secondo racconto “Ritorno ad Ancona” vede come protagonista Rebecca, una donna matura ma ancora piacente, che sfugge alle pene vissute a causa del divorzio, cercando un po’ di pace e di relax a Ischia.  In una cornice pittoresca descritta con l’ormai tipica ricercatezza e cura del particolare, l’incontro con il dottor Vincenzo Pistola avviene in maniera del tutto casuale, come capita spesso in vacanza di imbattersi in persone nuove.  Dall’incontro alla passione travolgente passa ben poco, Rebecca inspiegabilmente si concede ad un uomo quasi sconosciuto che la intriga e la conquista per la sua gentilezza e pacatezza. Il rapporto si fa profondo, nonostante il pochissimo tempo a disposizione, all’attrazione fisica si aggiunge ben presto la consapevolezza di un sentimento che va al di là del piacere. Il ritorno ad Ancona, dopo la breve ma intensa vacanza, costituisce per Rebecca un ritorno alla realtà, un ritorno alla quotidianità. Rebecca ha vissuto un duplice viaggio, uno fisico che l’ha portata prima ad Ischia e poi ad Ancona, dove ha fatto ritorno ed uno sentimentale che dal naufragio del divorzio con il marito l’ha portata ad esplorare nuovi orizzonti. Sarà, quest’ultimo, un viaggio senza ritorno?

Il terzo racconto “Un cammino difficile” porta un titolo alquanto emblematico. E’, fra tutti, il racconto più sofferto, a tratti anche commovente. Protagonisti anche qui uomini e donne comuni, con i loro difetti e i loro pregi. Alberto ed Eva s’innamorano, si sposano quasi subito e il forte desiderio di famiglia li porta ad adottare due bambini di origine russa. Ben presto, però, Alberto va via da casa, soffocato dalle nuove responsabilità di padre, lascia Eva e i bambini, sentiti più come un peso che come un dono.  In questo racconto affascina molto l’introspezione psicologia di Eva, una donna che ama di un amore incondizionato e smisurato. Eva è l’amore, la tenacia, la maturità; Alberto è l’egoismo, la frivolezza, l’immaturità.

Gli autori, non a caso, hanno scelto il titolo del secondo racconto per intitolare tutta la raccolta: “Ritorno ad Ancona”. In effetti, tutte le storie alludono in qualche modo al viaggio, in ciascuna storia i protagonisti affrontano un viaggio, non solo fisico ma soprattutto sentimentale. Viaggia molto Giada per lavoro da Firenze a Roma, il viaggio la porta a fare nuove conoscenze, ma sarà soprattutto un viaggio a ritroso nel tempo a sconvolgere la sua quotidianità, un viaggio in un passato che le è del tutto ignoto.

Viaggia Rebecca, per la sua vacanza ad Ischia. Viaggiano Alberto ed Eva, insieme, quando si recano in Russia per incontrare i bambini che adotteranno come loro figli, ma il “cammino difficile” è quello svolto da Eva che da sola si fa carico delle proprie responsabilità per crescere, educare ed amare i suoi figli, ed è quello svolto da Alberto quando lotta contro la sua malattia.

Una narrazione semplice e lineare, impreziosita da dettagli minuziosamente descritti, assicura al lettore una lettura piacevole e rilassante. Alla fine si ha quasi l’impressione di aver letto nei diari di questi personaggi, che hanno confidato i loro sentimenti al lettore, il quale non può non sentirsi partecipe dei loro eventi.

 

a cura di SANTINA RUSSO

http://www.santinarusso.com/Ritornoancona612.htm

“Ritorno ad Ancona e altre storie” di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi: DOVE TROVARLO

RITORNO AD ANCONA E ALTRE STORIE

di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi

Lettere Animate Editore, 2012

 

 

 Ti segnalo, poi, che se intendi acquistarlo, per soli 10 Euro puoi trovarlo presso:

 – LIBRERIA INCONTRI, Costa Mezzalancia, JESI

– LIBRERIA CATTOLICA, Corso Matteotti, JESI

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Qui puoi trovare la pagina FB sul libro, per saperne qualcosa in più, ci sono alcune recensioni e commenti.

Lorenzo Spurio e Sandra Carresi: Ritorno ad Ancona e altre storie

 

Comunicato stampa diffuso da Vivere JesiCorriere AdriaticoRivista l’Indiscreto, Firenze News e Area Press.

Clicca qui per aprire la pagina del libro sul sito dell’editore

 

Vedi il book trailer:

“Ritorno ad Ancona e altre storie” di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi

 In uscita il libro del giovane autore jesino Lorenzo Spurio
immagineLa vita e la sua ordinaria esistenza, a volte può rivelarsi una trama convincente e coinvolgente. E’ questo che trasuda dalla ricche righe di “Ritorno ad Ancona e altre storie” libro edito dalla giovane casa editrice Lettere Animate e scritto a quattro mani da Lorenzo Spurio (nato a Jesi nel 1985) e Sandra Carresi (Bagno a Ripoli), un libro nato da un’idea di Lorenzo Spurio e dalla sua voglia di raccontare la vita con tutta la sua straordinaria e prepotente vigoria.

E’ un’opera che coinvolgerà il lettore dalla prima all’ultima riga, perché ricco di sfaccettature quotidiane che sapranno catturare l’interesse di chi si lascerà trasportare dalle “avventure” narrate. Dalla presentazione di Antonella Ronzulli (Direttore di Collana): “Il primo numero della Collana Insieme è “Ritorno ad Ancona e altre storie” una scelta editoriale precisa e voluta, perché ne rappresenta il vero significato.

Lorenzo Spurio, giovane laureato in Lingue e Letterature Straniere e Sandra Carresi, madre e moglie con amore per la scrittura e la lettura, vivono due mondi differenti, in una realtà maschile e una femminile. Grazie alla loro amicizia, hanno unito l’esperienza del loro vissuto, l’approccio alla vita quotidiana stessa, e la fantasia, creando un libro di pregevole qualità.

La scrittura perfetta e coinvolgente, le storie attuali, arricchite da affascinanti descrizioni dei luoghi, conducono il lettore ad immedesimarsi nei protagonisti stessi, a porsi interrogativi sulle scelte attuate, forse anche a riconoscersi in loro”.

I vari temi trattati, amore, dolore, speranza, egoismo, fragilità, emozioni, presenti nel quotidiano di ogni essere umano, sono affrontati con intelligenza e sensibilità.

Il libro è in pre-ordine dal sito della casa editrice www.lettereanimate.com, dove sarà possibile anche vedere il mini-spot dell’opera e gli aggiornamenti e la sua evoluzione, un nuovo modo di fare editoria per giovani talenti come Lorenzo Spurio.

NOTIZIA TRATTA DA “VIVERE JESI” DEL 03-02-2012.

http://www.viverejesi.it/index.php?page=articolo&articolo_id=334769

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