a questa roccia benedetta
con il mio gregge giungo
e il cumulo depongo di antiche pene
o san michele che squarci le tenebre
principe degli angeli
accogli la mia prece
e i doni che ti porgo benedici
se pur umili e semplici
vengo dagli alti monti pel tratturo
che fino al mare giunge in piano
e come vele ho immaginato le tue ali
lungo il viaggio a proteggermi
non sarei qui se la tua spada
non avesse il varco aperto tra i perigli
non sarei qui riconoscente a offrire
povere parole e latte e cacio e le mie cioce
consunte come vita che le stagioni
insegue a suon di zufolo o zampogna
o ciaramella son pastore
e il gregge guido tra scampanii di luce
san michele che difendi il mondo dai demòni
a te m’inchino e prego che m‘aiuti
contro la malasorte l’infermità l’invidia
che il serpe antico sparge senza tregua
ferocemente barbaramente intorno
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
