“Spesso ti dicono di non arrenderti” di Santi Moschella, recensione di Anna Maria Folchini-Stabile

Spesso ti dicono di non arrenderti
di Santi Moschella
Armando Siciliano Editore, 2012
ISBN: 9788874426744
Pagine: 136
Costo: 10€
 

Recensione a cura di ANNA MARIA FOLCHINI-STABILE (poetessa e scrittrice)

copertina santi moschella_copertina definitiva perlungo.qxdIl romanzo si sviluppa intorno a un luogo sacro nella memoria collettiva degli Italiani, la stazione di Bologna, dove nel 1980 si compì la tremenda strage impunita che vide perire, tra gli altri, Onofrio Zappalà, un giovane ferroviere siciliano che casualmente si era trovato sul luogo dell’attentato e che morì insieme alle numerosissime vittime.
Dopo molti anni nella medesima stazione si ritrova un altro Onofrio,  il protagonista del romanzo che è in attesa del treno, in considerevole ritardo, che lo riporterà a casa dopo un colloquio di lavoro che gli permetterà, lasciata la sua Sicilia, di raggiungere quella stabilità economica tanto agognata  per realizzare i suoi progetti futuri di uomo e di vita professionale.
Una trama molto semplice che, peró, permette all’Autore di affrontare molti temi che costituiscono le radici stesse del vivere civile e sociale e che ben si offrono alla lettura personale , ma anche guidata nella discussione in classe, su argomenti molto sentiti e dibattuti in questi anni.
Se emerge in primo piano il dibattito sull’immigrazione e sul fatto che il lavoro delle giovani generazioni è tema scottante di questi tempi, non mancano nel corso della narrazione suggerimenti all’approfondimento del discorso sull’ambiente e sulla cura e il rispetto dovuti al contesto ambientale in cui si vive. Fortissimo è il legame tra il protagonista e i due anziani che fanno da contorno alle sue vicende, la nonna Carmela e  lo “zio” Cola Presti che rappresentano il “ponte” affettivo e di memoria tra le generazioni a testimonianza che siamo tutti figli ed eredi del passato che ci ha preceduto e che, quindi, nessun uomo può prescindere dalla sua “storia”.
Importanti momenti narrativi sono quelli dedicati al valore del volontariato e dell’associazionismo, all’impegno – anche politico e inteso come scelta di fronte – per comprendere che in nessun ambito il cittadino puó rinunciare alla capacità di maturare una coscienza propria che gli permetta di scegliere la sua posizione nella giungla degli opportunismi che condizionano il vivere nel mondo attuale.
Un libro “buono” da leggere e meditare per riscoprire quelli che sono i valori e gli ideali fondamentali che costituicono l’uomo nella sua essenza e favoriscono i rapporti tra gli uomini tutti.
“Onofrio [il protagonista] é la parte più nobile che c’è in ciascuno di noi. È l’anima che attraverso il sogno riesce a vedere una nuova realtà e si batte per costruire giorno dopo giorno uomini migliori”.
Un libro “necessario” nel momento storico in cui stiamo vivendo e in cui la superficialità dei modelli proposti dai mezzi di comunicazione tende ad abbassare le mire personali giovanili invalidando gli insegnamenti e i suggerimenti educativi oppure a ridurre il tutto a fuga dalle responsabilità personali purchè si affermi l’egoismo del singolo.
Un libro da leggere che si inserisce nella tadizione dei grandi scrittori siciliani e che di nulla manca rispetto a Sciascia e Bufalino, perchè Santi Moschella riporta il lettore al messaggio fondamentale e chiarissimo: ogni essere umano che ha in sè “valori”, è egli stesso “valore” e il vivere sociale è una ricchezza che trova fondamento nella parte positiva del cuore dell’uomo.

Anna Maria Folchini Stabile

Angera, 13 dicembre 2012

 

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“Spesso ti dicono di non arrenderti” di Santi Moschella

Spesso ti dicono di non arrenderti
di Santi Moschella
Armando Siciliano Editore, 2012
ISBN: 9788874426744
Pagine: 
Costo: 10 €

copertina santi moschella_copertina definitiva perlungo.qxdSinossi: Stazione di Bologna: il 2 agosto del 1980 muore Onofrio Zappalà, emigrante siciliano. Son passati tanti anni e un altro Onofrio si trova lì ad attendere, emigrato anche lui, dopo tante resistenze, e con la testa ancora rivolta alla sua Sicilia: «L’uomo dai capelli brizzolati non cessa di parlare: “Se noi assumessimo che questo è un paese dalla memoria corta, saremmo costretti a giungere a delle conclusioni devastanti. Chi ha la memoria corta o disonesta non può sognare. Infatti il sogno non è la capacità di intraprendere lavori secolari per consentire al – l’uomo di trovare se stesso? E di migliorare questa società? Tutto ciò non potrebbe avvenire oscurando o mistificando il passato”. Onofrio e i ragazzi trascinano le valigie lungo il marciapiede, l’uomo prosegue leggero: “Ma vi sono accezioni negative del verbo ‘sogno’. Ricostruito questo paese dopo la guerra, legalità e di ritto al lavoro sono rimasti valori non attuati. La disoccupazione svuota i nostri paesi. Il più giovane ha settant’anni”».

Chi è l’autore

Santi Moschella nasce a Santa Teresa di Riva (Messina) nel 1957. Diplomatosi nel locale Liceo-Ginnasio, partecipa alla vita politica e sociale (Polisportiva Jonica, Centro Sporti vo Italiano, “Città insieme”, Teleradio Empire, “Fantasia” e “C’era una volta un Borgo Marino”). Laureato in giurisprudenza, lavora presso la Commissione Tributaria a Varese, città nella quale svolge attività di volontariato con le parrocchie di Masnago e di Casbeno.

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