“I giardini incantati”, silloge di Stefano Labbia

I giardini incantati di Stefano Labbia

Talos Edizioni, 2017, ISBN: 978-88-98838-72-1

Sinossi:

L’autore si confida con noi, aprendo le porte del suo mondo, del suo vissuto: all’interno de “I Giardini Incantati” troviamo poesie centrate su una cifra stilistica originale e su una I Giardini Incantati.jpgdimensione espressiva che si confronta con temi esistenziali, mantenendo la forza simbolica e la carica emotiva del testo. Sono testi efficaci, quelli del poeta romano, classe 1984, che, oltre a possedere una certa originalità di impostazione, elaborano un linguaggio vivo, moderno e coinvolgente, valorizzando efficacemente l’itinerario espressivo e i contenuti in una chiave personale e significativa, di grande essenzialità. Il Labbia insomma riesce a coniugare l’aspetto lirico (proprio della poesia) con quello di canto attuale, moderno in un volume davvero significativo nel panorama poetico letterario italiano. I suoi versi sono sottolineati da belle immagini, sono incisivi e tutto l’impianto d’insieme è bene architettato, composto con avvedutezza e curato stilisticamente tanto da sembrare anche di poter cogliere un accoramento esistenziale che è sicura prova di genuinità espressiva dell’autore.

L’autore:

Stefano Labbia Manfredi, classe 1984, è un giovane autore italiano di origine brasiliana. Nato nella Capitale, ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Gli Orari del Cuore nel 2016 per Casa Editrice Leonida. Al lavoro sulla sua prima serie televisiva originale inglese di stampo teen drama, dal titolo “Fear”, di cui è unico ideatore e sceneggiatore, nel 2017 vedrà la luce la sua seconda silloge poetica, I Giardini Incantati per Talos Edizioni. Vive tra Roma e Londra. Collabora dal 2016 con le testate 2Duerighe.com (nella sezione spettacolo (cinema e teatro)), MyReviews (cinema – cultura), The Freak (autore – poeta) ed Oubliette Magazine (cinema, arte, teatro e musica). Ha inoltre collaborato alla stesura e all’ideazione di “Rivka” (Serie Italiana – 2016), “Boh” (Sitcom – finalista all’Infinity Film Festival di Mediaset 2016 – Ideazione, regia e sceneggiatura), “Butterfly Lies” (2015 / 2016 idea, soggetto e sceneggiatura), “Safe” (Soggetto e sceneggiatura – Tv Show USA – 2015), “Life Goes On – La Vita Va Avanti” (Soggetto e sceneggiatura – Film – 2015), “American Inn” (soggetto e sceneggiatura – Sitcom – USA – 2015).

Link al volume sul sito della casa editrice

“La metafora del giardino in letteratura” di L. Spurio e M. Acciai, recensione di Anna Maria Balzano

La metafora del giardino in letteratura 
di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai
Faligi Editore, Aosta, 2011
Genere: Saggistica / Critica letteraria
ISBN: 978-88-574-1703-5
Costo: 20 €
 
Recensione di Anna Maria Balzano

 

frontIl saggio di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, dal titolo “La metafora del giardino in letteratura”, ci guida attraverso l’esame d’una vasta selezione di testi letterari allo scopo di individuare il significato simbolico che ha assunto nei secoli la descrizione del giardino. Si parte dall’Eden, luogo delle delizie, e  dal giardino coranico che può ospitare anche trasgressione e piaceri carnali: si mette in risalto il rapporto giardino-vita, non tralasciando i riferimenti ai classici latini, come per esempio alle Metamorfosi di Ovidio. Il giardino può rappresentare il bene o il male,  può essere il “locus amenus” di Tasso; esso può essere recintato e protetto, ma anche magico e fantastico, come quello in cui avviene l’iniziazione della piccola Alice di Lewis Carroll o come i Kensington Gardens di Peter Pan. L’analisi affrontata è di ampio respiro e riporta brani di opere inglesi, americane, italiane, russe, sottolineando il diverso uso che gli autori hanno fatto della metafora del giardino. Esso può ospitare la memoria dolorosa da cancellare, come nel caso di Burnett, o può essere luogo di guarigione del corpo e dell’anima. Il giardino come microcosmo, dunque. Esso può accogliere amori omosessuali, come nel caso del “giardino essenziale” di Lesbo, per usare una definizione di Fiorangela Oneroso. Il giardino non è solo luogo d’amore, ma anche di morte, come nel racconto di Buzzati “Le gobbe nel giardino”, dove il terreno nasconde “strati di memoria”; esso diviene testimone dell’estinzione d’una intera famiglia nel “Il giardino dei Finzi Contini”, così come può essere il luogo dove la natura è in lotta con il cemento, come nel racconto di McEwan, o essere il testimone della decadenza di grandi famiglie, come nel Gattopardo. L’analisi si sofferma su grandi autori, da Leopardi a Calvino a Buzzati, senza trascurare Wilde, le sorelle Bronte per giungere anche a Stephen King, arricchendosi di particolari, nel citare le produzioni cinematografiche tratte dalle opere di alcuni degli autori esaminati. 

Un saggio di grande respiro, dunque, che guida ad una lettura approfondita destinata a stimolare ed arricchire il lettore più attento.

ANNA MARIA BALZANO

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Il simbolismo nella poesia di William Blake, un commento di Pina Vinci

A CURA DI GIUSEPPINA VINCI

 

220px-William_Blake_by_Thomas_PhillipsLa produzione poetica di Blake si caratterizza di simboli. The Lamb e The tiger, sono simboli mondi reali, aspetti contrapposti, sentimenti contrastanti.

Il Cristianesimo si avvale di simboli. Per fare un esempio Il pesce per i primi cristiani rappresenta la nuova fede nel figlio di Dio fatto uomo. Il testo sacro è fonte di ispirazione per la produzione artistica narrativa e poetica del nostro Poeta. Il Bene e il Male sempre presenti, si intrecciano, coinvolgono, e  l’Essere umano teso, dilaniato perennemente in conflitto, alla Ricerca di un equilibrio emerge orgoglioso, non sconfitto.

Nella  scelta continua a cui è chiamato, gli ‘’opposti complementari’’ non annullano l’individuo, lo obbligano a intraprendere un cammino,”senza contrari non vi è progresso’’, sviluppo dinamico della Persona. Personalità complessa, affascinante, singolare, geniale, Blake, sempre Attuale

I temi della sua Poetica non circoscritti, non chiusi, non delimitati ma eterni, senza tempo, appartengono all’uomo di tutti i tempi, di tutte le epoche, l’uomo colto o non, è costretto a darsi una risposta e anche a rimettere in discussione ogni eventuale risposta.

Le origini dell’Universo, Dio creatore, Dio che plasma, forgia, modella, sia l’Agnello sia la Tigre, l’Innocenza e l’esperienza, la mitezza e mansuetudine e la violenza, il Bene e il Male, l’amore e l’odio, la bontà e l’aggressività…. ‘’Opposti complementari’’, l’uno necessita dell’altro, dualismo necessario, aspetti della stessa Realtà razionale e non. The Marriage of heaven and hell, paradiso e inferno, eden e ade, contrari coesistono, si attraggono, si completano.

Significati antichi e nuovi, messaggi apparentemente banali e scontati, significanti, simboli, segni per rappresentare la sfera del razionale e del Sentimento, della Percezione e Intuizione.

 

Giuseppina Vinci

Docente di Lingua e civiltà inglese al Liceo Classico Gorgia di Lentini