Continuo a esplorare per te
l’insondabile e l’ignoto
a porre domande
alla vetta della montagna,
pensando a scendere
come il cielo vuoto,
a sedermi a terra
come la pietra muta.
Al collo un rosario
a centootto grani[1],
centootto abbracci
centootto vite
centootto morti,
mentre cammino
mentre mi inchino.
Continuerò per te,
senza fretta
a tornare indietro
nel mondo che verrà.
[1] Il numero 108 è considerato sacro nel buddismo, nell’induismo e nel taoismo nonché in numerose filosofie orientali. Il Mala, o Rosario buddista, è costituito di centootto grani.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
