Se fossimo vetro
staremmo attenti
a sbatterci contro l’un l’altro
faremmo scorta di umanità
come una colonia di formiche fa scorta di cibo
ci guarderemmo per vedere “simili”
non “quegli altri”,
tra le crepature che non taglierebbero nessuno
poiché la pelle è solo un lusso su cui speculare
tolta siamo nudi davanti alla miopia della disuguaglianza
ingenuamente cattiva.
Se fossimo…
ma non siamo
sperando di poter essere
granelli di quarzo
sciolti prima, solidi poi
diventare magari un ampio vaso
dove la natura può riporre il nuovo fiore
della inumata pace.
Per ora attraverso un vetro frantumato
non mi riconosco
buco nero di me.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autore ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
