La corrida: il toro bravo 5/10

I tori che vengono destinati alle corride, agli encierros e alle altre manifestazioni taurine che prevedono la lidia, la lucha e il toreo appartengono alla razza brava.[1] Lo stato spagnolo stabilisce l’esistenza di un Registro de empresas ganaderas de reses de lidia nel quale vengano iscritti i vari allevamenti che forniscono tori per la lidia. Non è possibile utilizzare tori in corride e encierros che non siano riconosciuti tramite l’iscrizione del suo allevatore e allevamento nel registro. Infrazioni di questo tipo, l’utilizzo di tori non riconosciuti dallo stato, è perseguibile legalmente. I requisiti necessari che vengono richiesti a un allevatore affinchè registri la sua impresa-allevamento nel registro riguardano la presenza di almeno venticinque hembras e un semental che siano regolarmente iscritti nel Libro Genealógico de la Raza Bovina de Lidia e di una determina superficie di terreni della finca.

In nessun tipo di spettacolo possono essere toreati reses de lidia che non sono state previamente iscritti nel Libro Genealógico de la Raza Bovina de Lidia.  I tori destinati ad essere sfidati in una corrida devono avere almeno quattro anni compiuti e mai più di sei. Nelle novilladas verranno sfidati tori novillos che invece hanno un’età compresa tra tre e quattro anni mentre i tori destinati al rejoneo potranno avere qualsiasi età (essere novillos oppure no).  Il peso minimo delle reses nella corridas di toros dovrà essere pari a 460 kg (1° categoria), 435 (2° categoria) e 410 (3° categoria) mentre nelle novilladas il peso delle reses non dovrà eccedere 540 kg (1° categoria), 515 (2° categoria) e 270 kg (3° categoria).

L’allevatore di tori, el ganadero[2], fornisce agli organizzatori della corrida alcuni suoi tori che hanno raggiunto 3-5 anni di età e che sono particolarmente forti. Va tenuto presente che oltre al torero (con la sua cuadrilla) e il toro un altro soggetto importante è proprio il ganadero il nome del quale viene sempre fatto e citato nei carteles, nei cartelli che sponsorizzano l’evento, e nelle notizie che riportano i festejos taurinos. Alcuni ganaderos sono diventati molto noti per aver dato alle plazas de toros tori particolarmente forti e caparbi difficili da battere o addirittura tori scatenati che hanno causato la morte o il ferimento grave del torero.

Una volta deciso quanti tori l’allevatore deve dare alla plaza de toros questi vengono caricati su un camion, cosa che i tori non hanno mai fatto precedentemente e che contribuisce ad accrescere in loro uno stato di ansia e paura. Una volta giunti alla plaza de toros ciascun toro viene chiuso in una stanza stretta e senza finestre. Essendo abituato alla luce e agli spazi liberi non è infrequente che l’animale si rivolti nel suo stretto spazio, provocandosi ematomi e ferite.

Il giorno successivo il toro viene introdotto nel mueco, una struttura di costrizione che ne immobilizza il collo per poter procedere alla limatura delle punta delle corna. Il toro cerca di dimenarsi ma i suoi movimenti gli provocano solamente stirature di tendini e muscoli del collo che, più tardi, lo costringeranno a tenere il suo capo chino.

Prima che l’animale venga liberato e possa fare il suo ingresso in arena gli zoccoli vengono cosparsi con una sostanza abrasiva, viene introdotta dell’ovatta nelle cavità nasali e gli vengono somministrato cibo, acqua e massicce doti di purganti. A questo punto si aprono le porte della stalla e il toro è condotto nel cunicolo che lo porterà al ruedo, all’arena ma prima gli viene conficcato sul dorso un’insegna con il simbolo dell’allevamento (arpón de divisa).

Nella prossima puntata parleremo della corrida, di come avviene e quali sono le regole che la governano.


LORENZO SPURIO

21-05-2011


[1]  Nel Real Decreto 60/2001 de 26 de enero (prototipo racial de la raza bovina de lidia), pubblicato sul BOE n. 38, de 13 de febrero de 2001 si dà le regole su quale tipo di bovino debba essere considerato toro de lidia. Viene detto che si tratta di una razza particolarmente aggressiva e dal carattere inquieto e irritabile. E’ impossibile fornire un’immagine unica del prototipo di toro di questo tipo di razza perché all’interno di questa razza variano molto la cromatura del pelo, la tipologia delle corna, le proporzioni, le forme ed il peso. Ogni toro de lidia è il frutto di un attento lavoro di selezione personale fatto dal ganadero e dai suoi predecessori. Il decreto fornisce le caratteristiche del toro de lidia descrivendone le peculiarità principali e parlando poi dei vari tipi di encastes ossia di incroci e accoppiamenti tra diverse varietà della stessa razza.

[2] La maggior parte delle ganaderias sono localizzate in Andalusia ed Extremadura, regioni spagnole che vantano di una grande tradizione taurina.

La corrida, alcune nozioni preliminari (1/10)

La cultura del toro e le varie pratiche legate alla tauromachia nascono dall’antica simbiosi tra uomo e toro, utilizzato nel corso della storia principalmente nell’agricoltura. Si tratta di una simbiosi molto fruttifera che trova ampia espressione anche nelle varie mitologie, ad esempio si ricordi a questo riguardo la figura del Minotauro (raffigurato metà uomo e metà toro), figlio del Toro di Creta e di Pasifae. Il mito racconta che il Minotauro venne fatto rinchiudere da Minosse, re di Creta, nel labirinto di Dedalo e che venne ucciso fa Teseo, figlio di Egeo, re di Atene.

La corrida propriamente detta comprende al suo interno una grande varietà di pratiche della tauromachia, complessi festivi e sistemi di lotta al toro. Si tratta di un tema di ampia controversia tra coloro che si battono per la sua abolizione e coloro che invece cercano di preservarla perché espressione culturale. Nel 2010 la Generalitat, il governo autonomo della Catalogna, ha votato un decreto secondo il quale la corrida viene abolita su tutto il territorio della comunità autonoma catalana[1]. Quest’anno verranno celebrate dunque a La Monumental e nelle altre plazas de toros della Catalogna le ultime corride.

La prima cosa che va detta è che attualmente i paesi nei quali si effettuano corride sono la Spagna, il Portogallo, il sud della Francia e numerosi paesi dell’America Meridionale. In alcuni stati degli Usa tra cui il Texas e l’Arizona è frequente la pratica del rodeo che, pur utilizzando il toro, non è una forma di corrida. In passato corride o complessi festivi-celebrativi che impiegavano la lotta con il toro erano vivi anche in altre zone e si ricordi a questo riguardo che nello Sferisterio di Macerata si tenevano le cosiddette “giostre dei tori” diffuse anche in altre città che appartenevano allo Stato Pontificio.

Anche se la corrida può apparire a molti come uno spettacolo macabro e insignificante, tribale e pre-storico è senza dubbio manifestazione di una certa cultura, è la celebrazione del coraggio umano, della forza, dell’abilità e della ragione umana.

Una signora spagnola nella cui casa soggiornai per un mese un paio di anni fa mi parlò della corrida dicendomi che per lei e la sua famiglia rappresentava un aspetto imprescindibile del Dna dell’essere spagnoli. Credo che sia una condizione abbastanza diffusa anche se è vero che allo stesso tempo è diffuso anche l’interpretazione contraria. Quello che trapela della corrida in contesti non spagnoli sono gli aspetti più dichiaratamente scenici e sfarzosi (l’abito del torero, la compostezza della cuadrilla, la presenza della banda) e quelli più specificamente legati alla violenza (il massacro, i maltrattamenti, il sangue, l’uso di armi). Raccontata così la corrida finisce per perdere il suo valore che invece risiede in un significato più propriamente culturale. Nell’Aprile 2011 il governo regionale di Madrid ha riconosciuto la corrida come Bene di Interesse culturale (BI) con la finalità di proteggere il suo valore sociale, culturale, economico ed ecologico. Tra gli altri scopi di questa iniziativa c’è quello di incentivare lo studio, la raccolta di materiale storico e di incrementare la ricerca attorno all’ampio tema della tauromachia[2].

Inizia oggi con questo articolo preliminare un’analisi attenta delle tecniche e delle procedure tipiche della corrida spagnola, analizzeremo serialmente i seguenti temi:

  1. Tipologie di corrida
  2. La plaza de toros
  3. Il torero, il picador e il banderillero
  4. Il toro bravo
  5. La corrida
  6. I riconoscimenti per il torero e il toro
  7. Gli altri soggetti della corrida: el presidente y el publico
  8. La cogida
  9. La corrida portoghese: a tourada
LORENZO SPURIO
16-05-2011

[1] In realtà non si tratta della prima comunità autonoma ad abolire la corrida in quanto nel 1991 venne abolita nella comunità autonoma de las Canarias.Va inoltre notato che anche se la Catalogna ha abolito le corride sul suo territorio nazionale non ha abolito altri complessi festivi nei quali i tori vengono impiegati, utilizzati e spesso maltrattati come nelle tradizionali feste di provincia che prevedono i toros embolados o i toros en la calles (bous al carrer, in catalano).

[2] v. “La Fiesta ya es Bien de Interés Cultural”, El Mundo, 7 de Abril de 2011; “La Fiesta ya es oficialmente Bien de Interés Cultural en Madrid”, ABC, 7 de Abril de 2011.

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