Le verità provvisorie
Mi faccio vanto
d’essere incostante
e credere in un “vero” provvisorio,
nella certezza come ipotesi
per fare.
Un pragmatismo comportamentale
che vale per risolvere i quesiti
di un modo di coesistere usuale
di contrapposti miti.
La logica perfetta ha più eccezioni
di un libro di grammatica.
E’ illusione
pensarsi inamovibili e coerenti
come una roccia in mezzo alla corrente.
Vorrei potermi dire “sacerdote”
di un credo esistenziale innovativo,
di verità valevoli per gioco,
di un “vero”
che paia eterno ma che duri poco.
Il tempo necessario e non di più.
*
Illuminazione, sentire prima di capire
La vaga suggestione
di insolite sequenze di parole,
comunica, alle volte, un’emozione,
senza che sappia come.
La conoscenza transita per strade
ben poco frequentate;
si affida spesso solo ad intuizioni,
a strane relazioni tra le cose,
senza nessuna logica o evidenza.
La spiegazione è sempre irrazionale
e, per viaggiare lungo altri binari,
ha avuto il nome di “illuminazione”.
S’apre la strada al senso del nonsenso,
all’anarchia di un ordine perverso,
all’illusione che la verità
trovi una casa solamente dove
si ferma la ragione.
Sentire venga prima di capire,
è un misticismo nuovo,
un credo esistenziale innovativo.
Io mi emoziono ancora
con le parole solite, in sequenza;
un brivido mi corre per la schiena
al suono della rima più normale,
al fascino segreto di assonanze,
alla magia del dire più banale.
*
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