Concorso Letterario Rivista “Segreti di Pulcinella”

in occasione dei festeggiamenti per i 10 anni dell’attività della rivista

organizza il

Concorso Letterario Rivista “Segreti di Pulcinella”

 

..festeggia i dieci anni della Rivista con noi!!!

 La rivista “Segreti di Pulcinella” è nata a Firenze nel 2003 per volere di Massimo Acciai e Francesco Felici. Si è sempre occupata delle varie branche della cultura: letteratura, saggistica, musica, pittura, filosofia ed ha sempre accolto a braccia aperte nuovi collaboratori, sparsi in tutta Italia e all’estero. Nel corso degli anni l’organigramma della redazione si è andato ampliando; sono state numerose le collaborazioni e le partecipazioni a questo progetto culturale. Sulla rivista hanno, inoltre, scritto penne famose quali Massimiliano Chiamenti, Mariella Bettarini, Federica Bosco, Monia B. Balsamello ed altri.

BANDO DI PARTECIPAZIONE

 

-1- Il concorso è aperto a tutti gli scrittori italiani e stranieri, purché presentino opere in lingua italiana. Composizioni in dialetto non verranno prese in considerazione.

-2- Il concorso è a tema libero e completamente gratuito.

-3- Il concorso si articola in tre sezioni:

SEZIONE A – POESIA: un solo testo, massimo 30 versi

SEZIONE B – RACCONTO BREVE: un solo testo, massimo 3 cartelle

SEZIONE C – SAGGISTICA: un solo testo, massimo 3 cartelle

 -4- Non verranno accettati testi che presentino elementi razzisti, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio, alla violenza, alla discriminazione di alcun tipo.

-5- Gli autori si assumono ogni responsabilità in ordine alla paternità degli scritti inviati esonerando la rivista “Segreti di Pulcinella” da qualsivoglia responsabilità anche nei confronti dei terzi. Gli autori devono dichiarare di possedere a pieno i diritti sull’opera che presentano.

-6- Per partecipare al presente concorso, ciascun autore dovrà inviare le proprie opere e la scheda di partecipazione in formato digitale (in Word) compilate e scannerizzate all’indirizzo di posta elettronica segretidipulcinella@hotmail.it entro la data del 20 Gennaio 2013.

-7- Ciascun autore, nell’allegato contenente le proprie opere, deve inserire il proprio nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico, indirizzo e-mail, la dichiarazione che l’opera è frutto esclusivo del proprio ingegno, la dichiarazione che l’autore ne detiene i diritti e l’espressa autorizzazione al trattamento dei propri dati personali ai sensi del D.lgs. n. 196/2003, compilando la scheda allegata al bando.

-8- La Commissione di lettura e valutazione dei testi è composta da una Giuria della quale fanno parte Massimo Acciai (direttore della rivista “Segreti di Pulcinella”, poeta e scrittore), Lorenzo Spurio (vice direttore della rivista “Segreti di Pulcinella”, scrittore, critico letterario e direttore della rivista “Euterpe”), Alessandro Rizzo (vice direttore della rivista “Segreti di Pulcinella”, scrittore e direttore della rivista “Le voci dell’Agorà” ), Iuri Lombardi (poeta, scrittore e redattore della rivista “Segreti di Pulcinella”), Annamaria Pecoraro (poetessa e redattrice della rivista “Segreti di Pulcinella”), Rossana D’Angelo (poetessa, scrittrice e redattrice della rivista “Segreti di Pulcinella), Ivana Orlando (poetessa, collaboratrice della rivista “Segreti di Pulcinella”), Adriana Gloria Marigo (poetessa), Cristina Vascon (poetessa),  Maria Lenti (poetessa, scrittrice, critico), Sara Rota (poetessa, recensionista).

Il giudizio della Giuria è definitivo e insindacabile.

-9- Il concorso è finalizzato alla pubblicazione di un’opera antologica che verrà pubblicata con codice ISBN per celebrare i dieci anni d’attività della rivista. Nell’antologia verranno pubblicati i testi dei primi tre vincitori di ciascuna sezione e di quelli di alcuni autori segnalati. L’antologia, inoltre, conterrà dei testi apparsi sulla rivista “Segreti di Pulcinella” durante questi dieci anni, per tracciare un po’ la storia della stessa e sottolineare le varie collaborazioni con la rivista tra cui testi degli organizzatori stessi del Concorso.

-10- E’ prevista una cerimonia di premiazione del concorso nella quale si festeggeranno i dieci anni d’attività della rivista. La cerimonia si terrà a Firenze in data e luogo da stabilirsi. Verranno proclamati un vincitore, un secondo e terzo classificato per ciascuna sezione. A giudizio della commissione giudicante, potranno essere segnalati anche altri autori. Al primo vincitore di ciascuna sezione verrà dato il diploma e una copia gratuita dell’Antologia. Ai secondi e terzi vincitori verrà dato il diploma e a tutti gli autori segnalati verrà dato diploma di segnalazione.

-11- L’Antologia potrà essere acquistata il giorno della premiazione – nella quantità richiesta- dietro ordinazione fatta alla segreteria della rivista oppure potrà essere acquistata online (i siti e i link per raggiungere il libro verranno poi forniti).

-12- Gli autori, per il fatto stesso di inviare le proprie opere, dichiarano di accettare l’informativa sulla Privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196 del 30 giugno 2003.

-13- Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al presente concorso, autorizzano la rivista “Segreti di Pulcinella” a pubblicare le proprie opere sull’antologia, rinunciando, già dal momento in cui partecipano al concorso, a qualsiasi pretesa economica o di natura giuridica in ordine ai diritti d’autore ma conservano la paternità delle proprie opere.

-14- Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al presente concorso, accettano integralmente il contenuto del presente bando.

Per richiedere il bando in formato pdf comprensivo della scheda di iscrizione al concorso, scrivi qui:  segretidipulcinella@hotmail.it

“Le voci della memoria” di Anna Scarpetta, recensione a cura di Lorenzo Spurio

Le voci della memoria

di Anna Scarpetta

Ismeca Libri, Bologna, 2012

ISBN: 978-88-8810-039-3

Prezzo: 12 Euro

 

Recensione a cura di Lorenzo Spurio

 

La caratteristica principale di questa silloge di poesie di Anna Scarpetta, celebre poetessa di origini napoletane, sta nel fatto che l’origine della gran parte delle sue liriche si collochi nel ricordo del passato, di alcuni momenti comuni e rituali che appartenevano a una sua età passata. Questo ricordo, palpabile pagina dopo pagina, a tratti trasfonde una sensibilità nostalgica e quasi crepuscolare, altre volte, invece, è il motivo d’indagine sociale del presente. La prima poesia raccolta nella silloge, “Le voci della memoria”, quella che dà il nome all’intero libro, ci inserisce subito in questa dimensione: il ricordo è forte e sempre vivo “ad ogni stagione, ogni amaro inverno, sempre” (p. 9). Il ricordo, sembra suggerire la poetessa, ci appartiene sempre, anche quando non ne siamo consapevoli ed è la somma di tutti i ricordi, di quelle pietre preziose, che danno senso al nostro esistere.

“Io sono qui” si configura come una sorta di preghiera laica nella quale Anna Scarpetta sottolinea l’importanza del hic et nunc: sono qui ora, penso, rifletto, mi faccio domande, considero il nulla, vaglio il mistero, sempre consapevole di quella cosa che ogni secondi si autodistrugge, il tempo. E’ questa una presenza costante nelle poesie di Anna Scarpetta: il tempo presiede ed osserva tutto, invisibile e a volte impercettibile e, come la morte –che poi è la fine del tempo-, è un’entità che ci rende umani e tutti uguali: “così tu, alla fine, tempo/ sei uguale per tutti dovunque” (p. 11).

Le liriche della poetessa ci consegnano una poesia vivida e riflessiva, solo a tratti filosofica, di semplice lettura, frutto di un’attenta e continua analisi dell’inconscio di una donna ricca dentro, consapevole del trascorso del tempo e che ha fatto e fa tesoro dei momenti passati, per imprimerli sulla carta. E’ un tentativo, questo, di affrescare la vita anche se – come sostiene lei stessa- “ci vorrebbe un’altra vita/ per capire cos’è la vita” (p. 12).

Anna Scarpetta è una donna che non rifugge il passato, né che ci ha litigato, ma che ci dialoga, lo interroga e lo richiama quasi che esso fosse lì, personificato, davanti ai suoi occhi. E’ un passato fatto di gioie e dolori, come quello di ognuno di noi ma che in più punti appare come una grande mamma che accoglie, riscalda, protegge con la sua “calda memoria” (p. 14).

Un interessante omaggio e lode al nostro paese è contenuto in “Italia bella patria” dove si fa riferimento alla grandezza del popolo italiano e dei suoi uomini illustri. Il canto dell’inno è –forse- il momento in cui l’Italia si riscopre fiera della sua italianità; per la Scarpetta l’Italia è “bella e sospirosa” (p. 18), segno forse che c’è qualcosa negli italiani che provoca disinteresse, tormento, affanno e credo non sia errato leggere in questa caratterizzazione un riferimento alla presente crisi economica, causa di tanti disagi sociali. E’ infatti forte il tema sociale in “Soffrono i bambini del mondo”, un canto accorato dai toni cupi e mesti che parla di bambini orfani, soli, non amati, abbandonati, affamati, che la poetessa affida nelle mani della Madre: “avvolgi e consola” (p. 21). Nella figura della Madre va vista la Vergine, la nostra madre celeste ma anche la Madre Terra, la divinità precristiana che si identificava con la Terra e ogni manifestazione attiva nella natura.

Scorrendo da una poesia all’altra la poetessa mantiene un dialogo continuo con il dio Chronos “con il suo sguardo regale di marmo” (p. 23)

La Scarpetta è una donna che dà tutto alla poesia e che, al tempo stesso, da essa riceve tutto. La poesia è fonte di conoscenza del mondo e di noi stessi, dà senso alle cose ma sa anche “lenire in silenzio e quietare il dolore/ di chi si accusa con colpa e patisce” (p. 24).

Nella bellissima poesia “Chi siamo noi” la poetessa risponde che siamo dei sognatori, dei lavoratori, delle anime sensibili. Siamo ammassi di memorie, eredi del passato, viaggiatori.

In “Verranno tempi migliori” si respira, forse, l’atmosfera più ottimista e speranzosa dell’intera silloge: la poetessa intravede tempi più felici e prosperi per tutti che saranno capaci di soprassedere alle logiche materialistiche e personalistiche dell’oggi (narcisismo, consumismo) attraverso la fede, unica vera arma di salvezza. In “Il tempo  è di Dio”, Anna Scarpetta ci ricorda che il tempo non è nostro ma che “è innanzitutto di Dio” (p. 32) e che ci è dato sotto forma di un regalo. C’è l’implicito avvertimento a non sprecarlo, a dargli il giusto valore e a utilizzarlo bene. Rallentamenti, ellissi, retrospezioni, acceleramenti sono segni dell’utilizzo umano del tempo mentre il Signore ce lo ha affidato come una materia bianca, compatta e unica.

La poetessa è talmente coraggiosa di prevedere anche uno scenario futuro che la riguarderà nella poesia “Quando vacillerà la mia memoria”: quando la memoria verrà meno – e con essa tutti i vari ricordi- allora non sarò niente ed avrò perso tutto; in un’altra poesia osserva “voglio ricordare tutto, senza azzerare mai nulla”.

Degna di nota la poesia che Anna Scarpetta dedica ad Anna Frank, la povera ragazza olandese nascostasi con la sua famiglia nell’appartamento di Prinsengracht  ad Amsterdam per vari mesi prima di essere scoperta e mandata in un lager. Con un ricco complesso aggettivale, la Scarpetta ripercorre i vari momenti dell’esistenza della ragazza, dalla giovinezza spensierata e felice mai avuta che, in altri contesti, le avrebbe di sicuro consentito di sviluppare una vita di soddisfazioni e di gioie terrene.

Grazie ad Anna Scarpetta per questo bellissimo percorso che ci fa fare. La sua scrittura ha un leggero andamento narrativo, quasi che il verso le stia un po’ stretto per raccontarsi. E’, infatti, una donna che ha tanto da narrare e da donare – tramite la scrittura – agli altri.

Chi è l’autrice?

Anna Scarpetta è nata nel 1948 a Pozzuoli (Na). Si è poi diplomata Perito ragioniere a Napoli, dove ha vissuto molti anni e dove ha studiato presso la Scuola di recitazione e spettacolo di Napoli. Ha lavorato a Milano presso la Rete Ferroviaria Italiana ed attualmente risiede a Novara. Si è sempre dedicata alla poesia, narrativa e saggistica. Ha collaborato con numerose e prestigiose riviste culturali, è stata presidente onorario per la Città di Napoli del MOPEITA (Movimento per la diffusione della poesia in Italia), è membro Honoris Causa a Vitae del Centro divulgazione Arte e Poesia; ha ottenuto numerosi riconoscimenti e prestigiosi premi in molti concorsi letterari. E’ presente in numerose Antologie di poesia contemporanea e ha già pubblicato Poesia (liriche, Ed. Gabrieli, 1985), Frantumi di tempo (poesie, Ed. Lo Faro, 1991), L’altra dimensione della vita (poesie, Ed. Libroitaliano World, 2004).

 

A cura di Lorenzo Spurio

 E’ SEVERAMENTE VIETATO RIPRODURRE E/O DIFFONDERE LA PRESENTE RECENSIONE IN FORMA INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

In uscita “Nella terra della nuvola bianca” di Sarah Lark

Sarah Lark

Nella terra della nuvola bianca

Sonzogno, pp. 511, € 18.50

 

Il 13 giugno arriva finalmente in Italia, in libreria e in ebook, il primo romanzo di Sarah Lark, autrice della saga ambientata in Nuova Zelanda che ha conquistato il pubblico tedesco, con oltre un milione di copie vendute, e da un anno è in vetta alle classifiche spagnole.


Per cominciare a “viaggiare con la mente e con il cuore” (Brigitte) in questa terra incantata, Sonzogno regala ai suoi lettori un’anteprima ebook, che contiene un estratto del libro, un’intervista all’autrice e un’affascinante selezione fotografica della Nuova Zelanda. Per scaricarlo gratis clicca qui

La stampa europea ha definito Nella terra della nuvola bianca

“La storia senza tempo di una straordinaria amicizia al femminile. L’affresco vibrante e accurato di un’epoca in bilico tra tradizione e modernità” – El País
“Una saga epica e romantica sulla cultura dei Maori e la colonizzazione della Nuova Zelanda”  – Der Spiegel

“La migliore letteratura di viaggio: da assaporare durante le vacanze” – Nurnberger Nachrichten

E tu che ne pensi? Segui il romanzo su Facebook e condividi la tua esperienza con gli altri lettori!

Le montagne svettavano oltre le nubi, sembrava che fluttuassero in un ovattato candore. Si racconta che i primi uomini ad arrivare in canoa dalla Polinesia si trovarono di fronte a questa stessa visione. Per questo il nome maori della Nuova Zelanda è Aotearoa, la Terra della nuvola bianca.

Intorno a me ampi paesaggi di infinita bellezza, ma a tutta questa magnificenza manca un centro che porti luce e amore nella mia vita. Sì, vorrei una donna pronta a intrecciare il suo destino con il mio. Potreste essere voi questa donna?

Londra, 1852. Due giovani donne diversissime tra loro ma accomunate da una grande senso dell’avventura e dalla passione per la libertà, si imbarcano dirette in Nuova Zelanda e ben presto stringono un’amicizia destinata a durare per sempre. Per entrambe questo è l’inizio di una nuova vita come future spose di due uomini che non conoscono ma che rappresentano per loro un sogno di emancipazione e di romanticismo. Gwyneira, di origini nobili, è promessa al figlio di un magnate della lana mentre Helen, istitutrice di professione, ha accettato la proposta di matrimonio di un contadino. Gwyneira e Helen seguono il loro destino in una terra che ha i colori e i profumi del paradiso. Ma riusciranno davvero a trovare l’amore e la felicità dall’altra parte del mondo?

Sarah Lark ha lavorato per molti anni come guida turistica e ben presto si è innamorata della Nuova Zelanda che l’ha stregata con i suoi paesaggi dalla bellezza quasi irreale. Nella terra della nuvola bianca, il suo romanzo d’esordio, è il primo libro di una saga in cinque episodi che ha come palcoscenico la favolosa terra dei maori.

“Ritorno ad Ancona e altre storie” di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi, recensione a cura di Santina Russo

 “ RITORNO AD ANCONA E ALTRE STORIE”

di Lorenzo Spurio e Sandra Carresi

Recensione di Santina Russo

“Ritorno ad Ancona e altre storie” è una raccolta costituita da tre racconti, tre storie diverse, protagonisti diversi accomunati da sentimenti di insicurezza, di emozioni spesso travolgenti e inspiegabili, a volte illusorie ma, non per questo, prive di valore.  Storie di  uomini e donne comuni che rappresentano l’universalità degli eventi quotidiani e abituali che possono capitare a chiunque, portando il lettore ad immedesimarsi in maniera del tutto naturale nei personaggi delle storie che legge.

Le storie sono intercalate in contesti narrativi e descrittivi caratterizzati da un’accuratissima attenzione al dettaglio, al particolare. Sono dettagliatamente e accuratamente descritti non solo le ambientazioni geografiche ma anche, e soprattutto, le analisi introspettivi dei personaggi, il travaglio delle loro emozioni spesso soffocate, altre volte vissute pienamente, ora con timore e titubanza, ora con ardore e impulsività.

Nel primo racconto “Telefonate anonime” i protagonisti sono figure femminili, una giovane donna e sua madre, ed è quasi impossibile per una donna non riconoscersi in almeno una di queste donne o delle situazioni che vivono in questo racconto.

La narrazione inizia con un accento noir, un alone di mistero avvolge la giovane protagonista Giada, preoccupata dalla ricezione continua e scandita da un preciso ritmo temporale, di telefonate anonime. Dopo una serie di eventi che, per certi aspetti, possano sviare il lettore portandolo a ipotizzare conclusioni azzardate sul mistero delle telefonate, la soluzione dell’enigma si rivela del tutto inaspettata e inusuale. Dietro la cornetta non c’era, come di solito si pensa, qualcuno che cercava di colpire, di spaventare, di fare del male ma una persona colpita e spaventata a sua volta, che cercava il bene.

Nella storia intervengono anche diverse figure maschili, alquanto controverse. Uomini legati alle due donne protagoniste da un rapporto ambiguo, come quello di Giada con il brillante avvocato del quale al primo sguardo s’invaghisce; da un rapporto svanito molto tempo fa e improvvisamente riemerso in forme del tutto inattese, come quello dei genitori di Giada e infine, da un rapporto nato quasi per una forzatura del destino che pone Giada di fronte a Jacopo.

Il secondo racconto “Ritorno ad Ancona” vede come protagonista Rebecca, una donna matura ma ancora piacente, che sfugge alle pene vissute a causa del divorzio, cercando un po’ di pace e di relax a Ischia.  In una cornice pittoresca descritta con l’ormai tipica ricercatezza e cura del particolare, l’incontro con il dottor Vincenzo Pistola avviene in maniera del tutto casuale, come capita spesso in vacanza di imbattersi in persone nuove.  Dall’incontro alla passione travolgente passa ben poco, Rebecca inspiegabilmente si concede ad un uomo quasi sconosciuto che la intriga e la conquista per la sua gentilezza e pacatezza. Il rapporto si fa profondo, nonostante il pochissimo tempo a disposizione, all’attrazione fisica si aggiunge ben presto la consapevolezza di un sentimento che va al di là del piacere. Il ritorno ad Ancona, dopo la breve ma intensa vacanza, costituisce per Rebecca un ritorno alla realtà, un ritorno alla quotidianità. Rebecca ha vissuto un duplice viaggio, uno fisico che l’ha portata prima ad Ischia e poi ad Ancona, dove ha fatto ritorno ed uno sentimentale che dal naufragio del divorzio con il marito l’ha portata ad esplorare nuovi orizzonti. Sarà, quest’ultimo, un viaggio senza ritorno?

Il terzo racconto “Un cammino difficile” porta un titolo alquanto emblematico. E’, fra tutti, il racconto più sofferto, a tratti anche commovente. Protagonisti anche qui uomini e donne comuni, con i loro difetti e i loro pregi. Alberto ed Eva s’innamorano, si sposano quasi subito e il forte desiderio di famiglia li porta ad adottare due bambini di origine russa. Ben presto, però, Alberto va via da casa, soffocato dalle nuove responsabilità di padre, lascia Eva e i bambini, sentiti più come un peso che come un dono.  In questo racconto affascina molto l’introspezione psicologia di Eva, una donna che ama di un amore incondizionato e smisurato. Eva è l’amore, la tenacia, la maturità; Alberto è l’egoismo, la frivolezza, l’immaturità.

Gli autori, non a caso, hanno scelto il titolo del secondo racconto per intitolare tutta la raccolta: “Ritorno ad Ancona”. In effetti, tutte le storie alludono in qualche modo al viaggio, in ciascuna storia i protagonisti affrontano un viaggio, non solo fisico ma soprattutto sentimentale. Viaggia molto Giada per lavoro da Firenze a Roma, il viaggio la porta a fare nuove conoscenze, ma sarà soprattutto un viaggio a ritroso nel tempo a sconvolgere la sua quotidianità, un viaggio in un passato che le è del tutto ignoto.

Viaggia Rebecca, per la sua vacanza ad Ischia. Viaggiano Alberto ed Eva, insieme, quando si recano in Russia per incontrare i bambini che adotteranno come loro figli, ma il “cammino difficile” è quello svolto da Eva che da sola si fa carico delle proprie responsabilità per crescere, educare ed amare i suoi figli, ed è quello svolto da Alberto quando lotta contro la sua malattia.

Una narrazione semplice e lineare, impreziosita da dettagli minuziosamente descritti, assicura al lettore una lettura piacevole e rilassante. Alla fine si ha quasi l’impressione di aver letto nei diari di questi personaggi, che hanno confidato i loro sentimenti al lettore, il quale non può non sentirsi partecipe dei loro eventi.

 

a cura di SANTINA RUSSO

http://www.santinarusso.com/Ritornoancona612.htm

E’ uscito “Pensieri minimi e massime” di Emanuele Marcuccio, una raccolta di aforismi

Il poeta palermitano Emanuele Marcuccio, dopo la silloge “Per una strada” (Ravenna, SBC Edizioni, 2009) torna con un nuovo pregevole lavoro. “Pensieri minimi e massime”, edito da Photocity Edizioni è una corposa raccolta di aforismi, la maggioranza dei quali vertono sulla poesia.

L’opera è arricchita da una Prefazione a cura di Luciano Domenighini e una postfazione a cura di Lorenzo Spurio.

CLICCA SULL’IMMAGINE CHE SEGUE PER ACQUISTARLO.

“Qualche lontano amore” di Carla De Bernardi, recensione a cura di Lorenzo Spurio

Qualche lontano amore

di Carla De Bernardi

Ugo Mursia Editore, 2011

ISBN:  978-88-425-43701-

Prezzo: 16,00 Euro

 

Recensione a cura di Lorenzo Spurio

 

 “Pensava che l’amore fosse complicato e a volte faticoso e che potesse essere coraggioso, delicato, devoto, ingenuo, impavido, impertinente, irresponsabile, irriverente, paziente, puro e naturalmente anche impuro, sincero, sfacciato… Chi più ne ha più ne metta. Ma pensava anche che fosse violento. Non perché usa la forza, ma perché esercita un potere, il potere di uno sull’altro.” (p. 101)

La narrazione si apre con un prologo in cui ci vengono narrati piccoli episodi che fanno riferimento all’infanzia della piccola Clara, una tipa ribelle, poco considerata nell’ambiente familiare, il cui unico motivo delle sue “marachelle” era quello di poter essere presa un po’ in considerazione. E’ un’infanzia difficile, fatta di privazioni e di castighi insensati (come la sadica punizione della sorella Elisabetta) e addirittura anche la sua festa di compleanno, che dovrebbe essere il giorno più bello per la ragazza, finisce per diventare una sterile e insignificante “festa di adulti” (p. 14). A questa infanzia poco felice segue un’adolescenza altrettanto traumatica, fatta di amori difficili, allontanamenti e momenti di cupa solitudine e l’autrice subito sottolinea – un aspetto che poi avremo modo di verificare noi stessi durante la lettura del romanzo – che “L’amore per lei era la cosa più importante, tutto il resto contava poco” (p. 11).

Il primo capitolo continua la retrospezione del prologo e ci conduce in Egitto, nell’anno 1959,  anno di importanti cambiamenti storico-politici che pure l’autrice tratteggia per caratterizzare la società del momento ma l’aspetto centrale di questa parte del romanzo è di certo la presentazione di Juan, “alto, sorridente, forte, ma con un’espressione piena di dolcezza” (p. 42), l’amico-amante di Clara con il quale riesce a concedersi dei momenti, pur sapendo che lui una famiglia ce l’ha già. E’ da questo punto che la narrazione prende una piega diversa per confluire su temi quali la lontananza, la mancanza dell’altro, la durevolezza dell’amore, l’adulterio, lo struggimento di chi, solo, preferisce compiere un gesto estremo. Nel romanzo, così, prendono forma due diverse forme d’amore: quello matrimoniale, cristiano, vincolo saldo di responsabilità e di doveri e quello autentico, spontaneo, senza vincoli di nessun tipo ma adultero, segreto, in contrasto con il primo che l’autrice definisce “un amore fervido, un amore di frontiera” (p. 49).

Poi man mano veniamo a conoscenza di nuovi tasselli della vita della protagonista: il suo matrimonio con un uomo più grande di lei di brevissima durata e l’arrivo nel 1978 (con tanto di riferimenti storico-politici all’anno in questione) di un figlio, Giovanni; “tutto sarebbe stato diverso, da adesso in poi, adesso che c’era Giovanni” (p. 69), osserva la protagonista quasi rinata da quel rito di passaggio che è la Vita. Istinti autolesionistici e isolamento caratterizzano la fase adolescenziale di Giovanni che reca una vera e propria pena in Clara che, in ultima battuta, fa una sorta di fioretto promettendosi di intraprendere il Cammino di Santiago. Il Cammino di Santiago è un cammino religioso che parte dal sud della Francia (il camino francés) per arrivare sino alla capitale della Galizia, Santiago di Compostela, dove il corpo dell’apostolo Giacomo è conservato in una maestosa cattedrale barocca.

La narrazione prosegue incalzante tanto da generare nel lettore solidarietà, vicinanza e amicizia nei confronti del personaggio di Clara che, dopo tante pagine, abbiamo imparato a conoscere bene ed accolto nelle nostre case. Lo stile lucido e attento, la narrativa spigliata e cadenzata nell’utilizzo di appropriati sistemi di aggettivazione, rende il romanzo avvincente e di taglio completamente contemporaneo. Durante la lettura cerchiamo di immaginarci se dietro al personaggio di Clara si celi in realtà la stessa autrice dell’opera e, senza doverci sforzare troppo a trovare la risposta, è lei stessa che nei Ringraziamenti osserva: “Spero che capiscano che Clara non sono io. Almeno, non sempre..” (p. 203). Complimenti all’autrice per aver mantenuto questa narrazione sino alla fine a metà tra vita e letteratura, tra realtà e finzione.

Carla De Bernardi scrive dell’amore: di come lo pensiamo, di come lo vorremmo, di come è in realtà, trasponendo sulla carta una serie di flussi di coscienza della protagonista Clara (che, curiosamente, è l’anagramma del nome stesso dell’autrice). L’adulterio e i momenti d’amore clandestini di alcuni personaggi che l’autrice descrive non hanno niente di amorale o di spregevole ma, anzi, sono particolarmente autentici e credo – mia personale osservazione – specchio di molte nostre storie d’oggi.

Leggendo l’opera ho avuto l’impressione che l’autrice si sia dedicata principalmente a rappresentare un mondo alto-borghese fatto di feste, incontri, aperitivi, descrivendo uno scenario di mondanità e opulenza che, di contro, poco ha a che vedere – a mio modesto parere – con l’esistenza pratica dell’uomo (il lavoro, le sue preoccupazioni, il suo impegno materiale nella vita di tutti i giorni). Ma questo è il trampolino di lancio di questa narrazione che fa del viaggio (la partenza, il ritorno, il weekend lontano da casa, la gita fuori porta, la visita di una città) uno dei temi centrali dell’intero romanzo. Con questa narrazione Carla De Bernardi ci fa viaggiare per le città italiane ed europee, assaporare vini tipici di zone regionali, respirare l’aria di mare o sentire il calore di una giornata d’estate trascorsa in compagna. Onnipresenti e interessanti i riferimenti alla storia, alla politica, al mondo della musica, della lirica, della letteratura e dei complessi architettonici italiani ed europei. Un viaggio, questo che ci propone Carla De Bernardi, che deve assolutamente essere fatto!

BOOK TRAILER:

 Chi è l’autrice?

Carla De Bernardi è nata ad Alessandria d’Egitto e ha trascorso l’infanzia a Parigi. Vive a Milano, dove svolge l’attività di fotografa specializzata in ritratti e foto di interni, esposti in numerose mostre nazionali e internazionali. Ama camminare sulle strade degli antichi pellegrinaggi medievali e ha percorso la Via Francigena, il Cammino Aragonese, il Cammino di Santiago e il Cammino di Assisi, sui quali ha pubblicato con Mursia Contare i passi (2010) e Tutte le strade portano ad Assisi (2011). Scrive di viaggi per il web magazine www.stileedintorni.it, di cui è vicedirettore, e su diversi blog della comunità dei pellegrini e dei camminatori.

a cura di Lorenzo Spurio

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