È uscito “Note condivise”. Un volume sulla poesia e l’attualità, di Gioia Lomasti e Luciano Somma

Segnalazione di Lorenzo Spurio

La gradevole collaborazione tra la poetessa e direttrice di “Vetrina delle Emozioni” Gioia Lomasti (che in precedenza ha pubblicato, tra gli altri, un volume poetico dedicato a Fabrizio De André) e il noto poeta partenopeo Luciano Somma ha dato alla luce un pregevole volume dal titolo “Note condivise” nei quali i due autori dibattono e approfondiscono temi di attualità e relativi al mondo poetico. La pubblicazione è distribuita da Youcanprint.

L’assidua frequentazione dei due poeti ha portato negli anni a una significativa collaborazione sulle onde della scrittura e ha permesso di raccogliere una serie di articoli e approfondimenti su tematiche di vario genere, d’interesse collettivo e calate nella quotidianità di noi tutti.

Gioia Lomasti è nata a Ravenna, è un’appassionata di letteratura sin da bambina. Negli anni ha conquistato l’attenzione della critica letteraria con la partecipazione a concorsi di poesia ed eventi culturali che l’hanno vista premiata nel podio, oltre a varie recensioni alle sue opere. Molti suoi scritti sono dedicati al cantautorato italiano.

Luciano Somma è nato a Napoli. Ha iniziato a scrivere testi per canzoni e poesie dall’età di tredici anni. Ha all’attivo moltissime pubblicazioni poetiche singole o in antologie, anche a scopo scolastico. Ha scritto e scrive su un numero imprecisato di periodici, centinaia i premi vinti, è risultato vincitore per ben due volte della prestigiosa Medaglia d’argento del presidente della Repubblica e di una Laurea Honoris Causa che gli è stata attribuita nel 1987.

Lorena Di Bitonto esce con la sillog poetica “Candori poetici”

Candori poetici_coverNel mese di settembre 2018 è uscita l’opera prima di Lorena Di Bitonto Candori Poetici (Youcanprint Edizioni). Curatori d’opera sono Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio mentre l’impaginazione e adattamento di copertina sono a cura di Gioia Lomasti e Marcello Lombardo. Nel volume sono contenuti pensieri liberi, emozioni autentiche che si svincolano dal quotidiano per raggiungere un universo altro, poetico e sublime.

L’autrice, Lorena Bitonto, è nata in provincia di Bari nel 1977.  Ha studiato Lingue Straniere all’università di Bari e poi Cooperazione Internazionale e Diritti Umani all’università Roma Tre. Si è trasferita in Inghilterra dove attualmente lavora nel settore viaggi. L’autrice è particolarmente innamorata alla letteratura e alla poesia, legge poeti romantici e simbolisti, spesso fonte d’ispirazione nella scrittura delle sue poesie. Studia recitazione e sta approfondendo il metodo Meisner, tecnica basata sul “senso del vero” e sull’importanza degli impulsi nel lavoro della recitazione. Ama viaggiare, visitare il mondo, esplorare differenti culture e tradizioni.

“Ferite del tempo”, l’antologia in beneficenza per i terremotati ha donato i ricavi

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Sono stati versati, per un importo di settecentocinquanta euro (€ 750), alla Protezione Civile – Emergenza Terremoto, i ricavi derivanti dal Progetto antologico Autori Vari ideato e curato dai poeti Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio «Nelle Ferite del Tempo. Poesia e Racconti per l’Italia» a pochi mesi dall’uscita.

Realizzazione progetto locandina a cura dello scrittore Gaetano Cuffari. Ringraziamo per l’acquisto e la promozione dell’opera o tutto ciò non sarebbe stato possibile.

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Pubblicata l’antologia “Nelle ferite del tempo” a sostegno dei terremotati

La voce di oltre settanta autori in «Nelle ferite del tempo», antologia a cura di Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio

Comunicato Stampa

cover-per-comunicatoE’ uscita lo scorso 30 Settembre 2016 «Nelle ferite del tempo. Poesia e racconti per l’Italia», Antologia di poesia e racconti per la cura editoriale dei poeti Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio, ivi presenti con due liriche. L’opera si apre con una prefazione a cura del poeta Luciano Somma ed è impreziosita da un’opera xilografica del maestro Stephen Alcorn.

Il ricavato vendite andrà in primis per i terremotati del centro Italia. L’acquisto di questo testo, la cui lettura è gradevole, anche per i giovani, potrà permettere alle nuove generazioni di avvicinarsi alla solidarietà in modo attivo e diretto.

Questi gli autori partecipanti al progetto:  Stephen Alcorn e Sabina Fascione Alcorn, Oliviero Malaspina, Luciano Somma, Norman Zoia, Marzia Abatino, Fabio Amato, Elvio Angeletti, Francesco Arena e Anna Lisa Dimitri, Silvana Balloni, Gennaro Bertetti, Carmen Biella, Maria Elena Biondo, Lucia Bivona, Lucia Bonanni, Mariano Brustio e Imma Saulo, Donatella Camatta, Massimo Canton, Fiorella Cappelli, Gastone Cappelloni, Daniele Capuozzo, Sergio Carion, Vito Enzo Casavola, Vittoria Caso, Giorgia Catalano, Ivan Cavallo, Maria Salvatrice Chiarello, Giovanna Cimino, Andrea Collalto, Gaetano Cuffari, Sergio De Angelis, Rosalba Di Vona, Roberto Fratini, Valter Fornasero, Stefano Galazzo, Charles Gaudiée, Stefano Gherbi, Gianni Gozzoli, Giovanna Guardiani, Salvatore Gurrado, Antonina La Menza, Marta Lock, Gioia Lomasti e Marcello Lombardo, Leonardo Manetti, Alessia Marani, Emanuele Marcuccio, Rosanna Mariniello, Roberta Marzi, Maura Masia, Marina Masotti, Maria Rita Massetti, Guido Mattioni, Pier Mazzoleni, Mao Medici, Giorgio Milanese, Federico Negro, Maria Palumbo, Maria Lidia Petrulli, Victor Poletti, Maria Rosaria Ponzio, Antonio Rocchi, Silvana Rossellini, Sergio Rossi, Manrico Rossi, Maria Rotolo, Fabio Salvi, Davide Scuotto, Lorenzo Spurio, Caterina Tagliani, Chiara Taormina, Arianna Verduci, Francesca Tombari, Roberta Tonelli, Mariella Viazzi, Marco Zanardi, Maryna Zhubryk.

 

SCHEDA DEL LIBRO

TITOLO: Nelle ferite del tempo.  Poesia e racconti per l’Italia

A cura di:  Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio

PREFAZIONE: Luciano Somma

EDITORE: Photocity Edizioni

Link di acquisto: 

GENERE: Poesia/Narrativa/Antologie

PAGINE: 128 – Costo 10€

ISBN: 978-88-6682-798-6 

FAN PAGE

Un tributo in poesia “Artisticamente in noi” di Gioia Lomasti e Gaetano Cuffari


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Una raccolta di versi che ripercorrono i brani di alcune delle grandi firme del cantautorato italiano aprendo proprio con Fabrizio De André.

ARTISTICAMENTE in NOI  di Gioia Lomasti e Gaetano Cuffari edizioni Photocity.it, uscita il  28 Dicembre 2013,

Affascinante viaggio poetico firmato da Gioia Lomasti e Gaetano Cuffari che trae ispirazione dai versi di alcuni dei brani che hanno fatto la storia della musica italiana in un effervescente mix di due differenti stili compositivi che rende omaggio alla canzone d’autore attraverso una raccolta di versi che scruta dentro l’anima stessa dei brani, sottolineandone lo spirito e l’essenza, con la freschezza del ritmo poetico che ne evidenzia i significati utilizzandoli poi come pretesto per raccontare molto altro.

 

http://ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=21033&formato=10013

NELLE MIGLIORI LIBRERIE OPPURE ORDINABILE TRAMITE CANALI WEB

 

Artisticamente in noi

scritto da Gioia Lomasti e Gaetano Cuffari

 

Curatore d’Opera
Marcello Lombardo
Con il prezioso contributo di
Norman Zoia
Co-curatori e promotori d’Opera
Emanuele Marcuccio , Francesco Arena, Marco Nuzzo, Matteo Montieri
Linoleografie gentilmente concesse da
Stephen Alcorn – The Alcorn Studio & Gallery

Prefazione

Luciano Somma

Introduzione

Elisa Donato

 

ISBN 978-88-6682-525-8

EDITORE Photocity Edizioni

 

Gioia Lomasti nasce nel Luglio 1973 a Ravenna, lavora come impiegata in ambito culturale. Sin da bambina riversa nella scrittura la sua più grande passione, attraverso la composizione di opere in poesia-prosa riscuotendone numerosi riconoscimenti da parte della critica grazie alla sua partecipazione a concorsi di poesia ed eventi culturali. Autrice di molte pubblicazioni che spaziano dalla poesia alla narrativa,  promotrice di scrittura – direzione di antologie AA.VV. e singoli autori. Cura rassegne e promozioni dedite all’arte e alla musica sui suoi portali web quali “vetrinadelleemozioni.com” e blog, dirige le puntate di Vetrina delle Emozioni che prende il nome dal suo sito, un laboratorio creativo per radio Sonora nel quale promuove libri e musica e collabora alla direzione di un web magazine. Opera nel sociale, crede nel valore dell’amicizia.

Gaetano Cuffari è nato a Catania nel 1976. I suoi interessi spaziano dal campo artistico e poetico all’impegno civile e sociale. Laureato in Scienze Socio-Psico-Pedagogiche presso l’Università degli Studi di Catania, nel 2012 ha pubblicato un volume di versi intitolato “Spine d’arancio” collana Phoetica edito da Lettere Animate ed ha iniziato a collaborare successivamente come articolista con il sito web “vetrinadelleemozioni.com”.

 

 CONTATTI

https://www.facebook.com/pages/Artisticamente-in-Noi-di-Gioia-Lomasti-e-Gaetano-Cuffari/413755315427246

http://gioialomasti.eu/

https://www.facebook.com/pages/GIOIA-LOMASTI/173531265164

http://gaetanocuffari.blogspot.it/

https://www.facebook.com/pages/La-fabbrica-delle-rime-guaste/154972124536655

http://www.vetrinadelleemozioni.com/ – PROMOZIONE AUTORI & ARTISTI

A cura di vetrinadelleemozioni.com

http://www.vetrinadelleemozioni.com/

A favore delle biblioteche modenesi: “La luce oltre le crepe”. Recensione di Lorenzo Spurio

La luce oltre le crepe
di AA.VV.
Curatori: Roberta De Tomi e Luca Gilioli
Prefazione a cura di Giuseppe Pederiali
Bernini Editore, 2012
ISBN: 978-88-95822-07-5
Pagine: 65
Costo: 10€
 
Recensione a cura di Lorenzo Spurio

 

Un profondo, cupo brontolio
di nostra, amata, madre terra
e più nulla sarà come prima:
perch’io qua… non son più!
(“Il muto fantasma” di Tommaso Campera, p. 10)

 

ImmagineLa luce oltre le crepe raccoglie poesie di numerosi poeti contemporanei che si sono uniti in questa esperienza lodevole per un fine umanitario: quella di finanziare e salvaguardare le biblioteche modenesi dopo il forte sisma che la provincia emiliana ha subito nel maggio del 2012. I proventi derivanti dalla vendita di questo libro, infatti,  verranno interamente dedicati a questo fine benefico (nel colophon, inoltre, è riportato il codice IBAN sul quale è possibile inviare del denaro per questa causa).

I curatori del testo, Roberta De Tomi e Luca Gilioli, hanno deciso di fare un lavoro di qualità: ce ne rendiamo conto guardando l’immagine di copertina, semplice e significativa, quella di un muro scrostato, rotto e infranto dalla grande forza della natura. L’interno è altrettanto curato e si susseguono liriche potenti in versi per lo più asciutti, scarnificati, dai quali il lettore non farà difficoltà a percepire la sofferenza del poeta che ne ha steso sulla carta quei versi. Perché una crepa è sempre sinonimo di qualcosa che divide, si rompe, che ci conduce a una realtà diversa dalla precedente, poiché ogni rottura in fondo non potrà essere mai più risanata completamente. Rimarranno segni, cicatrici, tracce indelebili nel tempo e soprattutto nella memoria di chi quei traumi li ha vissuti sulla propria pelle. L

’intero progetto che sta alle base di questa pubblicazione, come ricorda egregiamente Giuseppe Pederiali nella nota di prefazione, è quello di “non essere dimenticati, perché qualcuno non faccia finta di non conoscere la gravità di quanto è accaduto”. Il libro si apre con una bellissima poesia di Giuseppina Abbate che tratteggia il misto di sensazioni di quella notte tremenda in cui “il buio divenne veglia e morte” e poi la terra che trema, le macerie, le urla e la polvere tanto da far pensare che sia davvero arrivata la fine del mondo, “come se il maestro avesse rotto l’incanto” (p.2). La poetessa conclude speranzosa che la notte che si succederà sia “senza paura di scosse e lamelle” (p.3), ma sappiamo che non lo sarà: tanto il terrore di chi ha ancora la morte negli occhi che non consentirà nel breve e forse mai di non aver paura: “Mi addormenterò ancora,/ ma chi ho fatto sussultare/ vivrà sempre con quel singulto/ nel cuore” scrive Miriam Ballerini in “L’Italia che trema” (p.5).

Perché la natura si accanisce sull’uomo? C’è una ragione? C’è un disegno che sottende alle calamità naturali? Il poeta Alfredo Bruni in “Terremoti” fa sue queste considerazioni chiedendosi se eventi come questi siano “legg[i] di natura” (p.8) per passare a vedere poi nell’uomo stesso e nella sua attività spregiudicata l’origine di catastrofi come queste, mentre Roberta De Tomi, riferendosi alla natura, si chiede: “E’ davvero matrigna?” (p. 21). L’immagine della madre natura come divinità del Creato, florida e fertile, lascia il posto a un’arcigna creatura degli inferi che genera male e dolore: “madre terra diventi maligna/ più non ci abbracci/ ma di dosso ci scrolli/ come fastidiosi insetti” scrive Giovanni Degli Esposti in “Ricominciare a contare ancora” (p. 22). Daniela Gregorini in “Ricostruire” scrive: “S’arrende, questa pianura/ all’autorità della Madre. Despota” (p. 39).

finale_emilia_torre_orologio4_1Luca Artioli nella sua “E siamo stati come case” sottolinea l’inesistenza e la perdita stessa d’identità dell’uomo privato della sua dimora, il complesso di affetti, ricordi e speranze. L’elemento fisico e materiale è ormai perduto, infranto, deteriorato tra le macerie; rimane lo spirito abbattuto dell’uomo: “le poche cose rimaste/ora si radunano in gesti” (p.4), e Marzia Carocci nella sua “Tutto tace” ci da’ l’immagine di un paese nel quale non si ode più nessun rumore dopo la tragica scossa che ha prodotto un atroce boato e fatto crollare case. C’è silenzio e assenza: la poetessa cerca di dare senso all’esistenza, ma i chiari simboli della normale vita dell’uomo sono ormai violentati e scomparsi: “Le case senza tetti,/ le chiese senza Croci/ la Croce che tu invochi/ per riveder la luce” (p.12).

Respiriamo i colori e i profumi di un territorio locale, quello della Bassa, della provincia modenese  (“quella terra che amo/ e che mi ha tradito” per usare i versi di Maria Michelina Castelli, p. 13) in uno scenario desolante dove sembra che non ci sia più speranza e possibilità di rialzarsi. Quelle suggestioni che questa terra infonde in chi l’ha vissuta, l’ha conosciuta o tutt’ora la vive, sono esse stesse motivo per andare avanti a testa alta, rifuggendo spiccioli atteggiamenti vittimistici che non porteranno a niente.

Il terremoto non è solo morte e desolazione, ma anche una riflessione sulla vita per chi rimane su questo mondo, una chiamata non-voluta a riscrivere se stessi, una sfida potente lanciata dalla natura che violentemente detterà per sempre l’esistenza della società. Le macerie, la polvere, le grida, il sangue e le lacrime sono immagini ricorrenti in questo scenario apocalittico dove ogni certezza è ormai sfumata per sempre lasciando l’uomo in un inquietante limbo alla mercé del freddo, della mancanza di riparo, della privazione di cari e del delirante dubbio alla ricerca della ragione per la quale la natura prima da’ all’uomo, per poi togliergli tutto, compresa la vita stessa. Il sisma è così sinonimo di cesura tra un prima e un dopo, tra la spensieratezza e la depressione, tra la felicità e l’angoscia. Anche se la terra ha tremato per una manciata di secondi, gli uomini rimarranno scossi per sempre: “Mentre la vita cambia,/ il dopo prevale sul prima/ di una serenità incrinata/ come un bicchiere di cristallo” (“Dopo” di Roberta De Tomi, p. 21).

La forza destabilizzatrice che si sprigiona dal centro della terra, il terremoto, viene descritto dai poeti nelle forme più varie, utilizzando parallelismi, metafore o analogie: per Pierina Cilla è  “il dubbio che corre nel filo del tempo” (p. 15), per Vincenzo Ciminello è “[l’] attimo prima del boato” (p.16), per Giovanni Degli Esposti è “un sisma universale delle anime” (p. 22), per Andrea Garbin è  “una sorta di tonfo” (p. 31), per Giorgio Mancinelli è “il rimuginare della Terra” (p. 46), mentre per Pietro Pontieri è “un’anteprima d’Apocalisse” (p. 55).

In “Tremuli pioppi” di  Pietro Erasmo Fasani (p. 25) il poeta mette in luce la cattiveria umana che si sprigiona in un momento tragico come quello del dopo-sisma: lo sciacallaggio tra i detriti delle case mentre in “Terremoto”, Silvano Fini (p. 27) ricorda l’impegno umanitario di civili e forze dell’ordine per cercare di salvare vite: “Tanti angeli si sono prodigati/ rischiano la medesima vita/ per soccorrere, aiutare e salvare” (p. 27). E sono queste due poesie, poste una di seguito all’altra a mostrare la doppiezza dell’animo umano di fronte alla tragedia e alla distruzione di tutto: chi si è salvato e furtivamente ruba qualcosa tra le macerie o si introduce nelle case dichiarate inagibili e chi, invece, consapevole del rischio che corre, si dona alla società cercando di salvare vite.

C’è voglia di fare e di ricostruire.

Ricostruire una casa è come ricostruire se stessi e rinascere: “Bambino mio, sogna ancora/ e non piangere non piangere/ c’è tanto da rifare/ dal sorriso alla carezza/ ricostruire tutto nuovo” (“!SPACCA CASCA SPACCA!” di Serse Cardellini, p. 11). Maria Grazia Fabbri in “La tua Finale” (Finale Emilia fu la città più interessata dal sisma) chiude la lirica con speranza, voglia di andare avanti, come uno spiraglio di luce che, seppur fioco, riesce a rompere le tenebre: “Appena la terra smette di tremare/ ci mettiamo tutti d’accordo/ e pietra dopo pietra/ con le nostre braccia/ lo tiriamo su il nostro paese.// La torre dell’orologio e il castello/ il duomo, il municipio e il teatro/ e vedrai papà che lo torniamo a fare/ ancora più bello” (p. 24). Forte è il bisogno di ricostruire il passato per dar senso al presente e per affidarsi al futuro.

Questo libro è un mattone importante nel processo di ricostruzione delle coscienze del dopo-sisma emiliano che può e deve essere preso come modello di quel desiderio insanabile dell’uomo di celebrare la vita anche quando sembra che la disperazione sia ormai padrona di tutto.

 

La terra ha urlato
-ma oggi ha ancora il suo domani-
avvolto il cuore nell’abbraccio
siamo vivi –vivi!-
Figlio.
(“29 Maggio” di Sara Bellingeri, p. 6)

  

Lorenzo Spurio

(scrittore, critico-recensionista)

 

Jesi, 14-02-2013

E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O PUBBLICARE LA PRESENTE RECENSIONE SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

45 autori uniti per “Il viaggio- Il canto”, primo volume di un progetto di Vetrina delle Emozioni

IL VIAGGIO – IL CANTO

Progetto di Vetrina delle Emozioni (Progetto web-CD)

 

Vetrina delle Emozioni, il Viaggio, il Canto Vol. 1Il Progetto Vetrina delle Emozioni. Il Viaggio, il Canto. Vol. 1 nasce come progetto di promozione comune grazie alla partecipazione di tutti gli autori – artisti presenti nella suddetta opera.

Questo progetto è stato realizzato da 45 artisti…. non c’è miglior luce, del piacere di condividere le nostre emozioni.

http://www.vetrinadelleemozioni.com/cd-book-vol-1/il-viaggio.html
info@vetrinadelleemozioni.com

© TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

Il Progetto Vetrina delle Emozioni. Il Viaggio, il Canto. Vol. 1 è stato curato da: Gioia Lomasti, Marcello Lombardo, Stephen Alcorn, Francesco Arena, con un’introduzione a cura di Lorenzo Spurio e una nota di chiusura  a cura di Emanuele Marcuccio.

Editing impaginazione a cura di: Francesco Arena e Gioia Lomasti

Editing creazione supporto digitale a cura di: Marcello Lombardo e Gioia Lomasti

Original images: Sthephen Alcorn – www.alcorngallery.com

Original photos: Nicola Matta, Alessia Cutrufo

Editing images & photos: Francesco Arena, Gioia Lomasti 

 

SI RINGRAZIANO TUTTI COLORO CHE HANNO PARTECIPATO CON UN LORO RACCONTO O POESIA

Stephen Alcorn, Norman Zoia, Fabio Amato, Francesco Arena, Ivan Bacchion, Gennaro Bertetti, Carmen Biella, Carlo Bonanni, Mariano Brustio, Daniele Capuozzo, Donatella Calzari, Susanna Cargasacchi, Tamara Cavina, Vincenzo Cinanni, Gaetano Cuffari, Alessia Cutrufo, Alessandro Maria Marcello D’Angelo, Sergio De Angelis, Rebecca Figini, Mario Fiori, Valter Fornasero, Flavio Girardelli, Luca Ispani, Stefano Leoni, Gioia Lomasti, Marcello Lombardo, Emilio Lonardo, Fausto Giovanni Longo, Alessia Marani, Emanuele Marcuccio, Gilda Massari, Nicola Matta, Guido Mattioni, Matteo Montieri, Federico Negro, Marco Nuzzo, Cristina Pelucchi, Ornella Pennacchioni, Giacomo Seccafien, Alessandro Spadoni, Lorenzo Spurio, Chiara Taormina, Michela Zanarella, Anna Pizzuti.

 

A cura della Sezione di promozione Autori ed Artisti
www.vetrinadelleemozioni.com

“Un passaggio verso le emozioni” di Giorgia Catalano, prefazione di Emanuele Marcuccio

Un passaggio verso le emozioni

di Giorgia Catalano

Photocity Edizioni, Pozzuoli (Na), 2012, pp. 63

ISBN: 978-88-6682-321-6

Prefazione: Emanuele Marcuccio

Co-curatrice: Gioia Lomasti

Cover: Francesco Arena

Foto di copertina e illustrazioni: Giorgia Catalano

Prezzo: 8,14 €

 

PREFAZIONE

a cura di Emanuele Marcuccio

 

Giorgia Catalano - Un Passaggio Verso Le EmozioniGiorgia Catalano, che ha già pubblicato sue poesie in antologie di autori vari, esordisce in questa silloge, con la sua opera prima, dal titolo Un Passaggio verso le Emozioni.

Sperimenta la scrittura in versi fin dall’adolescenza ma, solo dal 2010, ormai in età matura, riesce a dedicarsi, con l’attenzione che merita, a una forma di scrittura così profonda e delicata; significativamente, le poesie qui raccolte, sono state scelte tra quelle scritte negli ultimi anni, precisamente dal 2010 al 2012. Quasi a voler sottolineare che quelle scritte precedentemente erano soltanto degli esercizi preparatori, un lungo periodo di apprendistato.

La prima impressione che ho avuto, dopo la lettura di queste liriche, è stata quella di una carezza gentile agli occhi e al cuore del lettore, proprio perché una poesia bisogna soprattutto ascoltarla nel profondo e nel silenzio del proprio cuore; anzi, bisogna rileggerla, per assaporarne nuove sfumature e interpretazioni a ogni rilettura.

Siamo di fronte a un poetare fluido, ricco di musicalità, indulgente verso elisioni e apocopi, un poetare spontaneo, ma che a volte si prodiga in raffinate figure retoriche, come nelle metonimie di “Porta Palazzo”: “Occhi a mandorla si perdon verso l’orizzonte / d’un monte lontano”. O come negli accusativi alla greca di “Sogno di neve”, con il soggetto abilmente in ellissi: “Lenta / cade / sull’asfalto bagnata / dalla pioggia” e, verso la chiusa “Ma poi tornano sulla strada, / sull’asfalto bagnata, / i loro piccoli pensieri,” si aggiunge anche l’ellissi del predicato. O come in “Ali d’un falco”, in cui abbiamo la raffinata figura del chiasmo: “Plasmata da mano divina / nella creta affondata” e, proseguendo nella lettura, degno di nota è l’enjambement “buoi, stambecchi e libere / ali d’un falco”.

I temi affrontati dalla Catalano, in questa silloge, sono perlopiù introspettivi, ispirati dalle gioie e dai dolori familiari. Tuttavia, anche quando l’autrice affronta i temi più dolorosi, il suo poetare non si abbandona mai a un canto disperato e i suoi versi si schiudono sempre alla speranza, come corolle di fiori che sorridono a un nuovo giorno. Come in “Anime spoglie”: “Un lampo squarcia / l’unica bianca nube seppellita da cumuli / anneriti dalla disperazione.”, quel lampo che, d’improvviso squarcia il cielo, quasi voglia alleviare il dolore di quella madre per la perdita del figlio. O come in “Più ed ora”, dove nella chiusa si apre alla speranza e al sogno: “Ora è più nulla di questo morire, / viaggiare per mare, pensare a volare. / Ora è quell’oggi / che sarà ieri, domani. / Altro futuro, / nuova traccia di vita / limpida / come mattutina goccia di rugiada”.

Auspico, dunque, come promette il titolo, che questa preziosa silloge sia davvero per il lettore Un passaggio verso le emozioni, verso emozioni vere, che non tramontano e che si rinnovano ad ogni rilettura.

 EMANUELE MARCUCCIO

Palermo, 18 aprile 2012

 

 

QUESTO TESTO VIENE PUBBLICATO DIETRO GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTORE.

È SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERLO E/O PUBBLICARLO IN FORMA INTEGRALE O DI STRALCI SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

 

Qui, invece, è presente l’intervista che il poeta Emanuele Marcuccio ha rivolto all’autrice Giorgia Catalano:

https://blogletteratura.com/2011/09/15/intervista-a-giorgia-catalano-a-cura-di-emanuele-marcuccio/

“Dolce al soffio di De André” di Gioia Lomasti, la nuova edizione

Gioia Lomasti  presenta la sua nuova Opera  Dolce al soffio di De André di Gioia Lomasti – Riedizione Ottobre 2012 Rupe Mutevole Edizioni

COMUNICATO STAMPA

 
Si inaugura la riedizione di “Dolce al soffio” di Gioia Lomasti, al Milano Book Fair – Ottobre 2012, opera poetica dedicata al cantautore Fabrizio De André ed ispirata alle sue canzoni, che ne sottolinea i passaggi in tintura e in vernissage particolari, provocazioni al piatto sentimento che si concretizzano nella Poiesis, nella costruzione della Femina Faber, la Lomasti, appunto, che assurge fra distici, terzine edenjambement, concretizzando il sogno di De André in quella “Direzione ostinata e contraria“, seppur restando nella propria sublimità di una quasi impercezione. Non siamo di fronte ad un esercizio di metrica, ma è interessante il verso nell’abituare il lettore al canto intimato, mai forzato eppur scorrevole e ritmico.

Un must per gli amanti del Cantautorpoeta e per chi ha piacere nella lettura della poesia di valore.

Ad impreziosire ulteriormente questa seconda ristampa, partecipano Stephen Alcorn per la concessione delle linoleografie in copertina e all’interno libro, Norman Zoia, paroliere/coautore di Pino Scotto e dei Vanadium, Mariano Brustio, memoria storica del Faber, il giornalista e critico Alessandro Spadoni, Alessandro D’AngeloMarco Nuzzo e Marcello Lombardo per la Direzione d’opera.

L’opera include la bibliografia dell’autrice a cura di Emanuele Marcuccio, la biografia curata da Marcello Lombardo e la sezione progetti a cura di Francesco Arena.

Dolce al soffio di De André Opera edita da Rupe Mutevole edizioni, e’ inserita nella collana Sopralerighe diretta da Gioia Lomasti.

Di Marco Nuzzo e Marcello Lombardo

 

DALLA PREFAZIONE

La poesia è liberazione dell’anima, capacità di andare oltre il reale per raggiungere quell’indefinita sfera del nostro essere che è l’inconscio. È un’operazione complessa, autentica, inimitabile se condotta con l’unico fine di comprendere l’umanità nascosta in ciascuno di noi e quelle spinte interiori che ci muovono e ci rendono unici e irripetibili. È un viaggio difficile, mai sicuro, e che non sempre paga. Molti sono coloro che si sono perduti o hanno preferito rinunciare e affidarsi al tecnicismo modaiolo che oggi imperversa in ogni ambito della cultura. Pochi hanno tenuto duro con costanza e abnegazione raggiungendo il cuore più profondo del “fare poesia”. Non c’è alcuna ricompensa, se non quella di aver tentato di dare un senso alle dinamiche oscure che ci circondano, di aver messo in luce quel sublime assurdo impasto di passioni, istinti, egoismi che identificano la nostra anima. In questo Gioia Lomasti è certamente una navigatrice esperta che ha saputo unire alla melodia del verso la più profonda capacità di muoversi attraverso i gorghi dei sentimenti umani per renderli manifesti al lettore nella loro drammaticità e intensità. L’impegno della poetessa ravennate va oltre il compiacimento estetico della parola e si concentra su quella musicalità dolente e densa di significato che affonda le sue radici nella più genuina e spontanea espressione delle problematiche umane. A questo si unisce la riflessione sulla lezione del grande cantautore Fabrizio De André che ha non solo influenzato la prosa metrica della Lomasti, ma ha anche definito l’ossatura di un pensiero poetico che si è sviluppato e concretizzato nella sua profondità di intenzione e ragionamento. Lungo il delicato fraseggio della sua poetica si scorge la “delicatezza” di un’anima che intende andare incontro all’altro, comprenderlo, amarlo. Nessun giudizio, nessuna pretesa di imporre una propria visione dell’esistenza che è sempre particolare, soggettiva, imperfetta, ma un autentico desiderio di far nascere nel lettore passioni inaspettate che le mettano in condizioni di riflettere sul proprio agire quotidiano, sui propri errori e di porvi in qualche modo rimedio. In questa azione “maieutica” di rimessa in discussione delle proprie certezze fa da sponda una padronanza assoluta del linguaggio metrico, della parola evocativa che scardina i sigilli dei nostri segreti per arrivare al nocciolo della nostra esistenza, del nostro “esserci qui ed ora” con tutte le fragilità, le differenze, le debolezze che ci caratterizzano e ci rendono così meravigliosamente umani. La lettura è diretta, rapida, ma, al tempo stesso, di sconvolgente complessità in modo tale che nulla è dato per scontato e il significato va recuperato solo al termine della lettura. Un libro che non va soltanto letto, ma afferrato nella sua autenticità, nella sua bellezza, nella sua sensibile emotività.

A cura di Alessandro Spadoni
Giornalista e critico letterario

 

 

DIRITTI IMMAGINI LINOLEOGRAFICHE

STEPHEN ALCORN

©2012 THE ALCORN STUDIO & GALLERY

www.alcorngallery.com

 

Gioia Lomasti nasce nel luglio 1973 a Ravenna dove vive e lavora in ambito culturale Promotrice di scrittura.
Redazione e rassegna stampa presso vetrinadelleemozioni.blogspot.com, direzione di collane editoriali dedite alla poesia-prosa-narrativa, direzione di antologie AA.VV. Coordina assieme a Marcello Lombardo e al suo Staff di collaboratori il sito vetrinadelleemozioni.com quale canale per un supporto di promozione artistica dedita agli autori. Cura centinaia di pagine nel web e su Facebook ponendo in risalto autori emergenti di talento. Opera nel sociale, crede nel valore dell’amicizia, fonte di vita e condivisione.

Link di riferimento: www.poesiaevita.com

 

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“Profumo di tigli in fiore” di Maristella Angeli, prefazione a cura di Emanuele Marcuccio

Profumo di tigli in fiore (Poesie d’amore)
di Maristella Angeli
Rupe Mutevole Edizioni, 2012 – Collana: Sopra le righe
ISBN: 978-88-6591-220-1
Genere: Poesia
Prefazione e cura dell’opera: Emanuele Marcuccio
Prezzo: 10,00 €

 

 

PREFAZIONE

a cura di EMANUELE MARCUCCIO

 

Maristella Angeli, nota poetessa nel panorama letterario emergente, ci offre in questa sua ultima silloge, la settima per la precisione, un ampio squarcio di vita amorosa, con tutti i suoi dolci profumi e sapori che l’accompagnano, quasi palpabili, a partire dal titolo Profumo di tigli in fiore, come a denotare – ci rivela l’autrice nell’omonima lirica (incipit dell’intera raccolta) – una primavera d’amore, che si vorrebbe non finire mai.

Un’intera raccolta di poesie d’amore, in cui questo sentimento universale, come ben lo definisce la Angeli nella presentazione, viene affrontato in tutte le sue più ampie sfaccettature; dai sogni di bambina di “Amore ritrovato”, dove l’amore viene rappresentato come la concretizzazione di tutti i sogni “ricordi/ immagini di bambina/ […] fiori di campo/ ora trovo sul tavolo/ eterno amore/ ritrovato” al felice incontro amoroso di “Notte”, dove la premurosa presenza dell’amato è necessaria per non perdersi nel buio misterioso della notte: “mistero di un mondo onirico/ la tua mano stringe la mia/ dà conforto/ […] affinché non mi perda/ in quel buio”. Dall’idillio amoroso di “Boccioli di tenere rose”, dove nell’amplesso le categorie di spazio e di tempo sembrano per sempre smarrite “colgo l’attimo/ fermo l’orologio della vita/ entro nella goccia del tuo profumo/ assorbendomi in te” esprimendo così un amore incontaminato di due anime e di due corpi fusi indissolubilmente, all’ansia per la lontananza dell’amato in “Senza di te”: “così naturale è il vivere insieme/ la lontananza sembra impossibile./ Riguardo le nostre foto/ […] per non perdere neanche un attimo/ di noi”.

Non mancano, però, temi più giocosi, dolcemente ingenui e fanciulleschi, come in “Un mondo tutto per noi”, basta chiudere gli occhi per immaginare un mondo favoloso e incantato: “per tetto il cielo con stelle di meringa/ una luna di formaggio per te/ per coperta un manto/ di petali di petunia e rododendro/ […] la cucina costruita da gnomi pazienti/ odore di zenzero e canna da zucchero/ alle finestre tendine cucite con raggi di sole”. È evidente che la nostra autrice non ha mai smarrito lungo il cammino la bambina di un tempo, “quando i girasoli sembravano seguirmi”. Come scrisse il grande Pablo Neruda (1904-1973), “Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé”.

Tra tutte si stende solitaria una lirica sulla delusione amorosa “La prima delusione d’amore”: “parvenza graziosa/ solo apparenza/ sentimento non era/ […] lui è con un’altra/ e giurava amore per te”.

Degni di nota sono i vari termini inglesi, adoperati sempre con grande delicatezza e musicalità, come in “Gli attimi vissuti con te”, “se il tempo esaudisse i desideri/ apporrei dei post chiedendo/ di afferrare gli attimi/ vissuti con te”; o come nelle interessanti metonimie di “Foto di vita”, “foto in versi descrittivi/ feed-back di ieri/ flash incorniciati di fiori.

Una raccolta che vi rapirà per la sua semplicità di espressione e profondità dei contenuti, per la musicalità abilmente impiegata e la fluidità del verso, dove i segni di interpunzione sono quasi del tutto assenti, raramente l’autrice vi ricorre e, quando lo fa, esclusivamente per esigenze di musicalità e di fluidità del verso. Un poetare maturo, che concorre a costruire una mirabile architettura di passioni e di emozioni, dove l’eloquio poetico non è dato dal significato delle parole o dai correlativi oggettivi utilizzati ma dall’abile e consumata disposizione e posizione sul verso.

 

EMANUELE MARCUCCIO

 

Palermo, 7 maggio 2012

 

QUESTO TESTO VIENE PUBBLICATO DIETRO GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTORE.

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“Pensieri minimi e massime” di Emanuele Marcuccio, recensione a cura di Antonio Colosimo

Questa recensione è stata già pubblicata nella rivista on-line internazionale italo-venezuelana “Suroeste”, agosto-settembre 2012, pp. 64-65

 

Pensieri minimi e massime

di Emanuele Marcuccio

PhotoCity Edizioni, Pozzuoli (Na), 2012, pp. 47

ISBN: 978-88-6682-240-0

Genere: Saggistica/Aforismi

Prefazione, a cura di Luciano Domenighini – Postfazione, a cura di Lorenzo Spurio

Curatrice d’opera: Gioia Lomasti – Cover: Francesco Arena

Prezzo: 7,60 €

 

Recensione a cura di Antonio Colosimo

 

Aprendo a caso la raccolta di aforismi del nostro Autore, ciò che più colpisce è lo svelamento dell’interiorità di un poeta sensibile proteso a esaminare, con occhio critico ma benevolo, tutte le sfaccettature dell’animo umano. Tutti gli aspetti della vita, perciò, sono trattati con uguale delicatezza in questa breve opera. Ma al centro di tutto Emanuele Marcuccio pone lei, la poesia.
N. 63: “La poesia è anima che si fa parola.”.
Ecco, credo che in questo pensiero si racchiuda l’origine e lo scopo essenziale di questo libro. L’autore cerca di indagare da dove proviene quel lampo della mente e del cuore che poi, espresso a parole si trasforma in versi e s’indirizza ad altre anime e cuori pronti ad accoglierli con identica passione, assimilando e facendo proprie immagini e metafore, con l’unico scopo di godere del prezioso frutto della condivisione tra anime elette.
Il volume è composto di ottantotto pensieri da leggere anche senza un ordine preciso, perché ognuno di essi ha bisogno di un particolare raccoglimento per assimilare fino in fondo il vero pensiero che l’ha generato ed entrare in sintonia col poeta e conoscerlo non solo dal punto di vista artistico ma anche umano.
Appunto per questo, a mio parere, sintetizza molto bene tutta l’opera di Marcuccio il pensiero N.65: “La poesia è voce nel silenzio e visione nel buio.”.

 

a cura di Antonio Colosimo

19 luglio 2012

Chi è l’autore?

EMANUELE MARCUCCIO è nato a Palermo nel 1974.  Scrive poesie dal 1990, nell’agosto del 2000 sono state pubblicate sue poesie, presso l’Editrice Nuovi Autori di Milano, nel volume antologico di poesie e brevi racconti Spiragli ‘47. Partecipa a concorsi letterari di poesia ottenendo buone attestazioni e la segnalazione delle sue opere in varie antologie. Nel marzo 2009 è uscita la sua raccolta di poesie Per una strada, SBC Edizioni, recensita da vari studiosi e critici tra cui Luciano Domenighini, Alessandro D’Angelo, Lorenzo Spurio, Nazario Pardini e Marzia Carocci. Una sua poesia edita è stata pubblicata nell’agenda 2010 Le pagine del poeta. Mario Luzi, da Editrice Pagine di Roma. Nel 2010 ha accettato la proposta di collaborare con una casa editrice per la scoperta di nuovi talenti poetici, tra giugno 2010 e luglio 2011 ha presentato tre autori, riuscendo così a far pubblicare tre libri di poesie e, dal 2011 è consigliere onorario del sito “poesiaevita.com”, che promuove anche una sezione editoriale ospitante le collane di opere da lui curate. Dal 1990 sta scrivendo un dramma epico ambientato al tempo della colonizzazione dell’Islanda, di argomento storico-fantastico. Ha inoltre scritto vari aforismi, ottantotto dei quali sono stati raccolti nella silloge Pensieri minimi e massime, Photocity Edizioni, edita nel giugno 2012. Ha curato prefazioni a sillogi poetiche e varie interviste ad autori esordienti ed emergenti su blog letterari. È collaboratore della rivista on-line di letteratura Euterpe. È stato membro di giuria nella prima edizione del concorso nazionale di poesia “L’arte in versi” (2012). È presente su blog, siti e forum letterari, tra cui “Literary”, con una scheda bio-bibliografica nell’Atlante letterario italiano. Ha in programma la pubblicazione di una seconda silloge di poesie.

 

QUESTA RECENSIONE VIENE PUBBLICATA QUI SU QUESTO SPAZIO DIETRO GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTORE DEL LIBRO E PER GENTILE CONCESSIONE DI APHORISM.IT

 

“Pensieri minimi e massime” di Emanuele Marcuccio, recensione a cura di Annamaria Pecoraro

Pensieri minimi e massime

di Emanuele Marcuccio

PhotoCity Edizioni, Pozzuoli (Na), 2012, pp. 47

ISBN: 978-88-6682-240-0

Genere: Saggistica/Aforismi

Prefazione a cura di Luciano Domenighini

Postfazione a cura di Lorenzo Spurio

Curatrice d’opera: Gioia Lomasti

Cover: Francesco Arena

Prezzo: 7,60 €

 

Recensione a cura di Annamaria Pecoraro

 

Emanuele è un poeta “ribelle” (59), che usa la poesia come strumento di dialogo intimo verso Dio (66), e come lama sottile per colpire la grettezza politica che usa lo “Stato”, impoverendolo (19,37, 72). La poesia è arma che disarma (41, 46, 51), che attraversa il dolore e diventa musica (36, 57), follia (45), ricerca (22, 27, 75), amore (24, 62), “trasfigurazione” ed “ispirazione” di sogni (64). Via che alimenta i progetto quotidiani, diventando memoria di ciò che realmente dovremmo essere. Riscoprendo archetipi classici, che vedono la donna, nelle vesti di Elettra e dell’ uomo giusto in Oreste, e non nei tanti Egisto, che purtroppo, ghettizzano e mortificano la condizione dell’ essere umano (39). Emanuele cammina trovando nel dialogo e nell’essere “fanciullo” (11, 30, 34), la forza di osare e dire al mondo quanto meraviglioso sia emozionarsi (27), e coltivare valori che testimoniano il dono della vita. La radice della cultura (18), sta nel non aver paura di essere sé stessi, senza pretese di giudizio (23) o di ottenere onori, ma di non essere stanchi di arricchirsi nella diversità che ci circonda, trovando anche nel silenzio (47), l’intesa e il vigore di scegliere difendendo anche la propria origine (20, 38). Ottantotto aforismi tutti da gustare e da portare come propositi attivi nel nostro status vivendi.  

 

a cura di Annamaria Pecoraro

 

6 agosto 2012

 

QUESTA RECENSIONE VIENE PUBBLICATA SU QUESTO SPAZIO PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE E DELL’AUTORE DEL TESTO.