Intervista a MAURO BIANCANIELLO
Autore di Hai smesso i pantaloni corti
Lulu Edizioni, 2011
a cura di Lorenzo Spurio
LS: Come dobbiamo interpretare il titolo che hai scelto per la tua ultima opera pubblicata?
MB: E’ un inno alla costante giovinezza, il diniego dell’idea diffusa che l’adulto non voglia più calzare i pantaloni corti dell’infanzia, che si liberi dalla fanciullezza, mentre invece è la gioia dell’infanzia che c’invita a cogliere la magia del mondo.
LS: Un autore negherà quasi sempre che quanto ha riportato nel suo testo ha un riferimento diretto alla sua esistenza ma, in realtà, la verità è l’opposto. C’è sempre molto di autobiografico in un testo ma, al di la di ciò, il recensionista non deve soffermarsi troppo su un’analisi di questo tipo perché risulterebbe per finire fuorviante e semplicistica. Quanto c’è di autobiografico nel tuo libro? Sei dell’idea che la letteratura sia un modo semplice ed efficace per raccontare storie degli altri e storie di sé stessi?
MB: Mentre credo che chi scrive prosa debba alienarsi da sé per immergersi nel personaggio, la poesia si presta all’autoanalisi, al racconto di sé e delle proprie emozioni.
LS: Quali sono i tuoi autori preferiti? Quali sono le tendenze, le correnti italiane e straniere e i generi letterari che più ti affascinano? Perché?
MB: Cerco di leggere di tutto e di tutti. Alesteir Crowley diceva che dobbiamo imparare di tutto e, in questo senso, son convinto che in ogni autore vi sia qualcosa che possa nutrire l’animo. Spiccata è la mia voglia di leggere storie ricche di veri sentimenti (Garcia Marquez e Benni in testa), tuttavia m’impongo di leggere più autori possibili. E se la narrativa moderna italiana spesso mi lascia con l’amaro in bocca, devo dire che preferisco orientarmi su autori vivaci quali Nothomb.
LS: So che rispondere a questa domanda sarà molto difficile. Qual è il libro che di più ami in assoluto? Perché? Quali sono gli aspetti che ti affascinano?
MB: Devo dire che rispondo con facilità: Cent’anni di solitudine. Tutto è perfetto, la maestria in cui si legano i personaggi tra di loro, questo stile assolutamente brioso eppure introspettivo.. non troppo lungo, né troppo corto, un classico moderno giustamente riconosciuto.
LS: Quali autori hanno contribuito maggiormente a formare il tuo stile? Quali autori ami di più?
MB: Oltre all’osannato Garcia Marquez, mi influenzano gli autori che più amo, tra tutti Benni, Irving e la Dickinson. Poi, come un affamato, mi nutro di tutto quello che mi passa tra le mani, cercando d’imparare da quanto mi colpisce.
LS: Collabori o hai collaborato con qualche persona nel processo di scrittura? Che cosa ne pensi delle scritture a quattro mani?
MB: Purtroppo sono troppo indipendente nello scrivere prosa e poesia… Tuttavia collaboro volentieri con gli attori nelle sceneggiature teatrali che scrivo. Credo che in qualunque team ci debba essere un leader, altrimenti si rischia la confusione.
LS: A che tipo di lettori credi sia principalmente adatta la tua opera?
MB: A persone che guardino con felicità e sincerità la persona che hanno davanti.
LS: Cosa pensi dell’odierno universo dell’editoria italiana? Come ti sei trovato/a con la casa editrice che ha pubblicato il tuo lavoro?
MB: L’autopubblicazione di Lulu è stata semplicemente fantastica, in quanto mi ha consentito di produrre esattamente ciò che volevo.
Da autore esordiente, invece, denoto una gran voglia di far soldi che ammala l’editoria italiana: si pubblica anche merda, basta che l’autore paghi. In questo modo abbiamo troppi prodotti mediocri. Un conto l’autopubblicazione, ma se un editore non segue la propria convinzione di pubblicare libri che lo appassionano con che faccia si potrà mostrare al suo pubblico?
Bisogna investire e sostenere il nuovo, indirizzandolo correttamente. Il resto è mera speculazione cieca.
LS: Pensi che i premi, concorsi letterari e corsi di scrittura creativa siano importanti per la formazione dello scrittore contemporaneo?
MB: Credo che la formazione avvenga attraverso lo studio e l’esperienza. Premi e concorsi sono troppo soggettivi: l’autore si forma nel suo confronto con il pubblico direttamente, con i saldi delle copie vendute. Quindi bisogna leggere molto e scrivere tanto… oltre a far leggere e non avere paura del feedback.
LS: Quanto è importante il rapporto e il confronto con gli altri autori?
MB: Trovo spesso autori troppo innamorati dei loro libri per parlare francamente, in questo modo spesso il confronto è stato poco produttivo… ma io continuo a provarci.
LS: Il processo di scrittura, oltre a inglobare, quasi inconsciamente, motivi autobiografici, si configura come la ripresa di temi e tecniche già utilizzate precedentemente da altri scrittori. C’è spesso, dietro certe scene o certe immagini che vengono evocate, riferimenti alla letteratura colta quasi da far pensare che l’autore abbia impiegato il pastiche riprendendo una materia nota e celebre, rivisitandola, adattandola e riscrivendola secondo la propria prospettiva e i propri intendimenti. Che cosa ne pensi di questa componente intertestuale caratteristica del testo letterario?
MB: Credo che sia ormai raro inventare qualcosa di nuovo, con tutto il genio che ha percorso la storia della letteratura. Basta ricordarsi di non plagiare, ma di adattare un’idea e trasformarla, rendendola propria.
a cura di Lorenzo Spurio



Esce oggi, come il 10 di ogni mese la Rivista Fucinando, mensile delle attività del Collettivo Artistico Libero e Indipendente Fucina CHI diretto da Mauro Biancaniello. Nella rivista sono presenti poesie di Anna Bonarrigo, un racconto di Patrizia Poli, recensioni al romanzo “Vedere” di Mattia Zadra, estratti di libri, recensioni a La scatola nera di Amos Oz, Cuore di pietra di Sebastiano Vassalli, design della carta di Rosamaria Francucci, foto di Matthias Bianchi e di Laura Dolfini, il racconto Vindiciae (Sentenza) di Gianluca Paolisso e la segnalazione del
Sono molti e universali i temi che attraversano la raccolta di liriche “Hai smesso i pantaloni corti” di Mauro Biancaniello: l’amore, la memoria, la guerra, il dolore, il fulgore dell’estate, un eros fantasticato e represso in un legame concreto e maturo.