“Cobalto”, poesia della palermitana Monica Fantaci

COBALTO

 

 

Sempre più in alto,
 cavalcando nuovi confini,
 verso Cobalto,
 luoghi sempre più vicini,
 tratto d’un canto,
 si allargano le braccia,
 sospiro d’incanto,
 seguendo una traccia,
 l’ambiente vivo,
 sulla vernice del colore,
 si sagoma l’arrivo,
 dall’arte dell’amore.

Palermo, 05/01/2012

Monica Fantaci

QUESTA POESIA VIENE PUBBLICATA SU QUESTO SPAZIO PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE.

E’ uscita l’antologia del concorso “L’arte in versi” – Edizione 2012

L’antologia del Concorso Naz. Le di Poesia “L’arte in versi” 

organizzato da Lorenzo Spurio, Massimo Acciai, Monica Fantaci, Marzia Carocci, Emanuele Marcuccio, Patrizia Poli, Iuri Lombardi, Annamaria Pecoraro, Luciano Somma, Martino Ciano e Sara Rota.

è stata pubblicata ed  è acquistabile qui: http://ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=19078&formato=8676

L’antologia è stata curata da Lorenzo Spurio, Massimo Acciai, Monica Fantaci. Presenta una introduzione di Lorenzo Spurio, una prefazione a cura di Annamaria Pecoraro e una postfazione di Marzia Carocci.

“Scrivere non è semplice, è un’arte che coniuga versi con le emozioni del cuore. E’ forza espressiva di materializzare quello che sente e vede intorno. Spesso, c`è chi è più motivato e si spinge oltre, tentando di compiere, in pochi versi un volo ad alta quota. Donare quello che siamo, per come possiamo, è oggi un grande compito. C’è chi dice che la Poesia sia morta, ma cade in errore! Questa antologia né la tangibile prova. Le emozioni, animano il nostro essere e noi, animiamo le emozioni! Sicuramente le difficoltà del quotidiano, portano ad essere sballottati, e nella paura di essere sempre in un mare in tempesta, riuscire ad aggrapparsi, a navigare, a cavalcare l’onda giusta, è un cammino denso di esami di coscienza e di forza applicativa di reazione. Il pensiero che avvolge il nostro “Filosofare”, si perde nel Mistero, restando attoniti di fronte a quello che capita.”

(dalla Prefazione di Annamaria Pecoraro)

“Questa Antologia, raccoglie la “voce” interiore di donne e di uomini che attraverso la loro scrittura hanno dato vita a un canto ricco di sentimento, di sincerità dell’anima, un inno al movimento più vero, più eccelso che l’essere umano possa esprimere, il movimento poetico, quella conca sensibile priva di menzogne, di egoismi, di opportunismi, dove si riesce ancora ad essere veri, leali, obiettivi e produttori di pura essenza: l’essenza di una coscienza in evoluzione… ”

(dalla Postfazione di Marzia Carocci)

“Battiti d’ali nel mondo delle favole” di Sandra Carresi e Michele Desiderato, recensione di Monica Fantaci

Battiti d’ali nel mondo delle favole
di Sandra Carresi e Michele Desiderato
Ilmiolibro, 2009
pp. 64

Recensione a cura di Monica Fantaci

La letteratura dell’infanzia ha sempre accompagnato l’essere umano nella crescita, lo ha avviato al piacere e al gusto per la lettura, a comprendere che oltre la realtà può esistere il mondo della fantasia, fatta di sogni e nuove prospettive, di personaggi e antagonisti. I testi per l’infanzia hanno modo di dare un messaggio morale al piccolo lettore e/o ascoltatore che, anche se viene letto e definito in un’opera dove tutto è finzione, può essere applicato al reale.
La favola permette al bambino di capire meglio, attraverso i personaggi, qual è il comportamento corretto e quale quello scorretto, alla fine di ogni storia viene esplicitato l’atteggiamento etico che il piccolo dovrà seguire lungo il corso della sua vita.
Nel libro di Carresi e Desiderato ci si immerge nella letteratura per l’infanzia, ricca di sfumature e invenzioni, dove gli accadimenti vengono narrati in maniera del tutto naturale, utilizzando un linguaggio pratico, alla portata di tutti.
Il lettore si renderà conto della precisazione dei luoghi, dei particolari di ogni narrazione, della tematica attuale, ad esempio nella prima favola presente nel testo “Una fermata utile a Middeltown” si menzionano un centro commerciale e la tecnologia, dando modo di render chiare le intenzioni di questi racconti, inoltre si evince che ognuno di essi sono frutto di una realtà modificata, come si volesse sottolineare che oggigiorno la finzione prende il sopravvento sul reale, storpiandolo quasi spontaneamente.
L’ingegno personale degli autori è una forza che garantisce la sequenzialità degli eventi, che mutano, che generano sempre nuovi comportamenti e iniziative, i personaggi sono ben ancorati nel loro ruolo, ciò che accade ad ognuno di loro viene discusso in modo dettagliato, identificando bene l’intreccio, una parte che nella favola interessa maggiormente e che dà un significato decisivo a tutto il componimento letterario, trascinando lo scrittore, e successivamente il lettore, verso la conclusione etica, il vero scopo di ogni vicenda delle favole.
Le tematiche si susseguono in ogni storia e sono sempre differenti, si parla di giusta alimentazione, della paura e del modo per eliminarla, di avventura, dell’importanza della famiglia…
I “Battiti d’ali nel mondo delle favole” sono battiti di vita della letteratura per l’infanzia che, grazie alla sua moralità, entra a far parte della quotidianità.

a cura di Monica Fantaci

QUESTA RECENSIONE VIENE PUBBLICATA SU QUESTO SPAZIO PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE.

Due palermitani scrittori: “Pensieri minimi e massime”, raccolta di aforismi di Emanuele Marcuccio, recensione di Monica Fantaci, poetessa e recensionista

Pensieri minimi e massime (1991-2012)

di Emanuele Marcuccio

PhotoCity Edizioni, Pozzuoli (NA), 2012

ISBN:978-88-6682-240-0

Genere: Aforismi

Prezzo: 7,60 €

 

 

Recensione a cura di Monica Fantaci

Pensieri minimi e massime, di Emanuele Marcuccio, è una raccolta di ottantotto aforismi. Scrivere aforismi è, essenzialmente, condividere dei propri pensieri, affinchè gli altri possono ritrovarsi.

L’autore tratta argomenti filosofici ed etici che vengono abbinati ad alcuni elementi naturali, come il mare, la stella, la tempesta: «Il dolore è come il mare, nel suo indistinto ondeggiare e rifluire incessante» (aforisma N°1),  «La stella dei poeti è la nostra ispirazione, capricciosa padrona che spesso tarda a farci visita» (aforisma N°28), «Cupo è il nostro tempo, cupa è la scena di questo mondo e il nostro sentire in una tempesta si inabissa» (aforisma N°42).

Il tema principale è la poesia «Musicalità, fluidità e spontaneità, sintesi folgorante, ispirazione senza mediazioni, né di metrica, né di rima: tutto questo è vera poesia» (aforisma N°58).

Marcuccio affronta il senso della vita, la valenza della cultura, della lettura, dell’istruzione come fonti per affermare la libertà d’essere «Ognuno per sua stessa natura, è viandante, alla continua ricerca del proprio sé, alla continua ricerca della felicità ma, solo dei lampi fuggevoli, solo uno stormir di fronde ci sono concessi, e questi attimi di felicità si perdono nella nebbia dei giorni, si perdono nel vento degli anni» (aforisma N°77).

L’autore accosta la fede religiosa alla poesia, sostenendo che il divino dona l’ispirazione «Il cuore, in apparenza semplice, nasconde un profondo abisso che, solo Dio conosce, che spira a noi il vento della poesia, donandoci solo dei barlumi, dei lampi fuggevoli di questo profondo abisso» (aforisma N°66).

Il libro presenta, in appendice, un’introduzione alla poesia, che denota il forte legame che Marcuccio ha con essa. La parola poesia allude al fare, al costruire qualcosa cantando, il testo cita le prime opere poetiche tramandate oralmente e per iscritto, si menziona Omero, l’Iliade e l’Odissea.

La poesia è parte della nostra anima, del nostro sé, cammina insieme a noi, ci fortifica con le radici dei suoi alberi, avvia un cambiamento per mezzo del suo vento, risente delle emozioni che tutti i punti dell’esistenza partoriscono dal cuore, facendo scattare la scintilla creativa ispiratrice «L’ispirazione è breve, fuggitiva e svelta, ai poeti il compito di afferrarla e trattenerla stretta al proprio cuore. La meraviglia, lo stupore, i sogni, l’amore: inesauribili alimenti per l’ispirazione».

A cura di Monica Fantaci

16 luglio 2012

QUESTA RECENSIONE VIENE PUBBLICATA SU QUESTO SPAZIO PER GENTILE CONCESSIONE DA PARTE DELL’AUTRICE. 

E’ uscita l’Antologia del I° Concorso “Esordi Amo” – Edizione 2011

AI PARTECIPANTI E AI SEGNALATI

AL 

I° CONCORSO LETT. NAZIONALE “ESORDI AMO” – EDIZIONE 2011

ORGANIZZATO DA

Blog Letteratura e Cultura

Rivista Segreti di Pulcinella

Blog Intingendo d’inchiostro

SI COMUNICA CHE

con imperdonabile ritardo, siamo ad informarla che l’Antologia del I° Concorso “Esordi Amo” indetta l’anno scorso, è finalmente uscito. La pubblicazione del volume antologico è stata curata da Lettere Animate Editore, una nuova casa editrice ma con ampie qualità.

Per ora il volume può essere ordinato e acquistato mediante questo link: http://www.lettereanimate.com/eshop/index.php?route=product%2Fproduct&product_id=68

direttamente dal sito della casa editrice. Seguendo le indicazioni e fornendo i dati richiesti, sarà semplice acquistarne quante copie si desidera.

Nelle settimane che seguiranno il libro verrà inoltre inserito negli usuali cataloghi delle librerie online attraverso le quali potrà essere acquistato.

Ricordiamo che il I° Concorso “Esordi Amo” è stato organizzato e curato da Lorenzo Spurio, Massimo Acciai e Monica Fantaci nell’anno 2011. Ci scusiamo per la lentezza con la quale questa antologia è stata pubblicata ma –assicuriamo – tali ritardi non sono dipesi da noi.

Nell’antologia trovano posto i testi risultati segnalati dalla Giuria, la cui lista può essere vista a questo link: https://blogletteratura.com/2011/12/05/esito-i-concorso-esordi-amo-2011/

Rimanendo a vostra disposizione per ciascun tipo di richiesta, porgiamo cordiali saluti.

Lorenzo Spurio

Blog Letteratura e Cultura

www.blogletteratura.com

Concorso Nazionale di Poesia “L’arte in versi” – verbale finale della giuria

I° CONCORSO NAZIONALE  DI POESIA “L’ARTE IN VERSI”

Edizione 2012

 Organizzato da

Blog Letteratura e Cultura

Rivista Segreti di Pulcinella

Rivista Euterpe

Blog Intingendo d’Inchiostro

20 Giugno 2012

 

La Commissione di Giuria del detto concorso, composta da Lorenzo Spurio, (curatore Blog Letteratura e Cultura, Direttore Rivista Euterpe, scrittore e critico letterario), Massimo Acciai (Direttore Rivista Segreti di Pulcinella, scrittore e poeta), Monica Fantaci (curatrice Blog Intingendo d’Inchiostro, vice direttrice della Rivista Euterpe, poetessa), Sara Rota (poetessa, recensionista), Emanuele Marcuccio (poeta e Curatore Editoriale di Rupe Mutevole Edizioni), Marzia Carocci (poetessa e critico-recensionista), Patrizia Poli (scrittrice, recensionista e curatrice di Laboratorio di Narrativa), Martino Ciano (scrittore), Annamaria Pecoraro (redattrice di Segreti di Pulcinella e Euterpe, poetessa), Iuri Lombardi (redattore di Segreti di Pulcinella e Euterpe, poeta e scrittore), Luciano Somma (poeta, autore di canzoni e critico d’arte)

 

 RENDE NOTO

 Tramite questo verbale, il giudizio finale di valutazione del concorso. Si ricorda che non esiste una graduatoria di merito e che per la pubblicazione dell’opera antologica del concorso abbiamo ritenuto segnalare i suddetti autori con le loro opere.

 

Poesia in lingua italiana

 

– Esiste in qualche luogo di ANNA ALESSANDRINO

– Non farò molto rumore di ELISABETTA AUDINO

– Lo scacco dei “lumi” di NADIA BERTOLANI

– Parole mi tengono legata di NICOLETTA BIELLO

– Il male di LUISA BOLLERI

– Il poeta e l’ingegnere di CRISTIAN BONOMI

– Pensieri di luce di COSIMO BOZZOTTA

– In salita di GIANNI CALAMASSI

– Creatura della notte di ADELE CAMPAGNA

– Fiori di campo di AURORA CANTINI

– Erano venuti dall’est di EMANUELA DI CAPRIO

– Alla finestra di ANNA MARIA FOLCHINI-STABILE

– Dalle foglie un sussurro di vita di ANDREA GATTI

– Rosa di sera di MASSIMO GRILLI

– Il mio Occidente di MAURIZIO LANDINI

– Stalle di legno di FAUSTO GIOVANNI LONGO

– Corri bambino di ANNA MARIA OBANON

– Siamo l’ultima stella della notte di FABRIZIO SANI

– Lezioni quarrantine di ROUSLAN SENKEEV

– Lunghissima attesa di GASPARE SERRA

– Ossari di RITA STANZIONE

– Melanconia di ELISABETTA TARDI

– Date a me di LENIO VALLATI

 

Poesia in dialetto

 

 

– Stidda d’amuri di ANNA BELLAMACINA

– ‘Ndo ce l’hai la coscienza? di PATRIZIA CHINI

– Gente pobura di GAVINO DETTORI

– Quando mai spiccia tuttu di FAUSTO GIOVANNI LONGO

 

Non ci sarà nessuna premiazione.

I segnalati e tutti gli altri partecipanti potranno acquistare l’opera antologica – nella quantità che vorranno – attraverso Internet. Tutte le indicazioni in tal senso verranno inviate a ciascun partecipante in tempi brevi.

Come previsto da bando di concorso, si ricorda che: “Eventuali proventi derivanti dalla vendita del volume antologico saranno regolarmente documentati e diffusi attraverso gli spazi in nostro possesso e saranno, comunque, destinati a finanziare future attività artistico-letterarie sempre all’interno dell’obiettivo principale della promozione culturale”.

Ogni autore segnalato verrà, inoltre, contattato personalmente per sottoscrivere la Liberatoria di pubblicazione.

 

Grazie per aver partecipato al Nostro concorso, al quale speriamo seguirà una nuova edizione.

 

Lorenzo Spurio, Presidente del Premio

Marzia Carocci, Presidente di Giuria

 

 

per info: blogletteratura@virgilio.it

Per ricordare la strage di Capaci: dittico poetico di Emanuele Marcuccio e Monica Fantaci

Nell’anno del XX anniversario della strage di Capaci, un dittico poetico che affianca due poeti palermitani: Monica Fantaci, con la sua “Storie stroncate” e Emanuele Marcuccio, con la sua “Urlo”, che Marcuccio scrisse nel primo anniversario della stessa strage e pubblicata nella sua silloge poetica Per una strada, nel 2009, edita da SBC Edizioni.

 

Storie stroncate

(di Monica Fantaci)

 

Fango vidi

sparso con le mitragliatrici,

bombe ed omicidi,

perché questo disprezzo,

perché non amare,

perché è da pagare questo prezzo?

La società rotola,

si schianta sugli affari,

pagine di criminalità

la giustizia qua non ci sta,

fogli di quaderno

e pagine di libri

si rincorrono nel cielo,

queste storie stroncate

durante la scrittura.

Fermare l’odio e la sua potenza,

l’amore vuole la vita,

l’odio vuole la morte

e d’amore c’è urgenza.

 

(19/5/2012)

 

 

Scrive Emanuele Marcuccio, a proposito di “Urlo”: «È stato l’urlo di dolore risuonato negli occhi pieni di lacrime di Rosaria Costa, vedova dell’agente di scorta Vito Schifani, che mi ha ispirato la scrittura di “Urlo”. Quell’urlo di dolore risuonato nei suoi occhi, durante quel discorso forzato e di circostanza ai funerali di stato».

 

 E continua così: «Una vedova che aveva appena perso il marito in una circostanza così tragica, non avrebbe mai potuto avere la forza di pronunciare quelle parole, sua sponte, ma, la voce rotta dalle lacrime fa intuire il suo urlo di dolore».

 

Urlo

(di Emanuele Marcuccio)

 

Dolore immenso e aspro,

dolore orrendo negl’occhi

della supplice gente,

pietà, giustizia;

urla di uomini prostrati,

nei cuori esplode la rabbia,

l’ira negl’occhi,

nei volti piagati,

grondanti sangue

d’amaro lutto;

scossi nel cuore,

rimossi dal silenzio

tanto a lungo profuso.

Grida di sangue risorgono

dalla città morente,

risorge

l’umano spirto di reazione:

non più vili,

non più noi chini,

non più.

Affrontiamo con forza,

ricordiamo i passati lutti,

giammai dimenticati,

sempre vivi,

mai morranno,

rimarranno sempre

nei nostri cuori dolenti e angosciati,

nei nostri cuori straziati dal dolore,

colpiti, schiantati.

Ma ora, un alito di speranza

quasi ci squarcia il cuor,

una luce soffusa d’amore

c’investe, c’innalza, ci esalta;

il riso dell’aurora rifulge:

mai morranno,

resteranno sempre

nei nostri cuori,

imploranti giustizia,

imploranti pietà.

 

(23/5/1993)

 

 (da Emanuele Marcuccio, Per una strada, pagg. 33-34, SBC Edizioni, 2009, pp. 100)

 

 

Riguardo a “Urlo”, scrive il critico letterario Luciano Domenighini, nella prima recensione[1] a Per una strada: «Con toni rutilanti, epici e tribunizi, il poeta si abbandona sdegnato a una denuncia-condanna senza appello, ricorrendo a un’enfasi tragica quasi omerica, eppure mantenendo, nel messaggio, una chiarezza lampante e inequivocabile».

 

 

(Entrambe le poesie sono protette dai diritti d’autore. Pubblicate ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l’autorizzazione dei rispettivi Autori.

La riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione dei rispettivi Autori è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge).


[1] Edita in L’arrivista. Quaderni democratici (anno I, Nr. 3), Villasanta (MB), Limina Mentis Editore, 2011, p. 126.

La poesia… nella sua real bellezza / Primavera (Dittico poetico di Monica Fantaci ed Emanuele Marcuccio)

La poesia… nella sua real bellezza

DI Monica Fantaci

Si schiude la verità

nel suo principio,

rinascita,

desìo,

incanti visti,

brillanti sfiorati,

vocalizzi di coristi,

di natura imbrattati,

canzoni dei musicanti

offerti dal creato,

allegri e andanti

nel sorriso soffiato,

si accresce,

si aggiorna,

fuoriesce,

ritorna

l’euforia,

la gaiezza,

la poesia

nella sua real bellezza.

© Monica Fantaci

 

 

Primavera

 DI Emanuele Marcuccio 

Olezzo di primavera,

fresca, aurata:

ascolto lo stormir di foglie

e il gentil chiacchiericcio

di uccelli festanti.

Canta la primavera,

nel pianto d’un bimbo

c’è la vita

e la silenziosa calma.

Canta la primavera

su per le fronde

e per gli arbusti accesi;

per i ponti e per le valli

s’innesta un ardore infinito,

ricco di luminosa calma.

 (5/10/1999)

© Emanuele Marcuccio

(Emanuele Marcuccio, Per una strada, p. 86, SBC Edizioni, 2009, pp. 100)

(Entrambe le poesie sono protette dai diritti d’autore. Pubblicate ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l’autorizzazione dei rispettivi Autori.

La riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione dei rispettivi Autori è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge).

GLI AUTORI HANNO ESPRESSAMENTE CONCESSO LA PUBBLICAZIONE DELLE LORO DUE POESIE SU QUESTO SPAZIO INTERNET. 

I Concorso Nazionale di Poesia “L’arte in versi”

BLOG LETTERATURA E CULTURA

RIVISTA EUTERPE

RIVISTA SEGRETI DI PULCINELLA

BLOG INTINGENDO D’INCHIOSTRO

LETTERE ANIMATE EDIZIONI

Organizzano il

I Concorso Nazionale di Poesia “L’arte in versi”

Edizione 2012

BANDO DI PARTECIPAZIONE:

1. Il concorso prevede un’unica sezione di partecipazione, la poesia. All’interno della  sezione si distinguono due categorie:

  1. Poesia in lingua italiana
  2. Poesia in dialetto (accompagnata, però, da relativa traduzione in italiano)

2. Il tema del concorso, al quale ci si deve attenere, è “Filosofie, credenze e sistemi di pensiero”.

3. La partecipazione al concorso è gratuita.

4. Saranno accettati testi editi o inediti, non superiori ai 30 versi.

5. Ogni autore può partecipare presentando un massimo di due testi poetici con l’accortezza di inviare su file diversi ogni poesia. E’ possibile partecipare a entrambe le categorie di cui al punto 1 del presente bando.

6. Assieme al file contenente la poesia va allegato, pena squalifica dal concorso, un file contenente i seguenti dati informativi:

NOME E COGNOME

LUOGO E DATA DI NASCITA
INDIRIZZO DI RESIDENZA
E-MAIL DI CONTATTO
NUMERI DI TELEFONO FISSO E/O CELLULARE
TITOLO DEL TESTO

SEZIONE A CUI SI PARTECIPIA (vedi punto 1 del presente bando)

ATTESTAZIONE DELLA PATERNITA’ DEL TESTO CHE SI PRESENTA, copiando in calce questa attestazione: Attesto che la poesia che presento al suddetto concorso è frutto del mio ingegno, ne dichiaro la paternità e l’autenticità.

AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI, copiando in calce questa attestazione: Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/2003 e successive modificazioni.
7. Non verranno accettate poesie che presentano elementi razzisti, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio, alla violenza, alla discriminazione di ciascun tipo.

8. Non saranno accettate poesie da parte di parenti (fino al secondo grado) dei membri della commissione.

9. Eventuali poesie presentate che sono plagi o furbeschi “copia e incolla” non saranno pubblicate se la giuria se ne renderà conto e, comunque, la responsabilità della paternità dell’opera ricade sugli autori e non sugli organizzatori del concorso, secondo quanto stabilito dal punto 6 del presente bando.

10.L’invio dei materiali avverrà solamente via posta elettronica e gli elaborati dovranno pervenire in formato Word (.doc) o Adobe (.pdf) entro e non oltre il 15 Maggio 2012 all’indirizzo: blogletteratura@virgilio.it specificando nell’oggetto “I CONCORSO L’ARTE IN VERSI”.

11.I testi devono essere completi di tutte le informazioni richieste. La mancanza di qualche elemento richiesto significherà l’esclusione dal concorso. Ogni richiesta di informazione deve essere rivolta esclusivamente allo stesso indirizzo mail.

12. La commissione del concorso è composta da:

Lorenzo Spurio, critico, curatore Blog Letteratura e Cultura e Direttore Rivista Euterpe

Massimo Acciai, poeta e Direttore Rivista Segreti di Pulcinella

Monica Fantaci, poetessa, curatrice Blog Intingendo d’Inchiostro

Francesca Fiorletta, critico e redattrice di Le reti di Dedalus

Emanuele Marcuccio, poeta e curatore editoriale di Lettere Animate Edizioni

Marzia Carocci, poetessa e critico letterario recensionista

Patrizia Poli, scrittrice, recensionista e curatrice di Laboratorio di Narrativa

Martino Ciano, scrittore

Annamaria Pecoraro, poetessa, redattrice di Segreti di Pulcinella e Euterpe

Iuri Lombardi, scrittore e redattore di Segreti di Pulcinella e Euterpe

Luciano Somma, poeta, autore di canzoni e critico d’arte

13. La commissione selezionerà le migliori venti poesie. (Ulteriori testi considerati meritevoli potranno essere selezionati ma non più di venticinque in totale).

14. La commissione giudicatrice si occuperà di diffondere i nominativi dei selezionati e vincitori al concorso nel tempo di un mese dalla data di scadenza dello stesso tramite i rispettivi siti, blog, riviste i cui indirizzi sono riportati in calce a questo documento. Tutti i  partecipanti, inoltre, riceveranno una mail in cui verranno informati dell’esito del concorso.

15. Le poesie degli autori selezionati verranno pubblicate in un’opera unica a cura delle Lettere Animate Edizioni, diretta da Roberto Incagnoli, nella collana “Insieme” curata da Antonella Ronzulli. Il volume, a cui verrà assegnato regolare codice ISBN, verrà pubblicato entro sei mesi dalla data di consegna del file e reso disponibile all’acquisto mediante librerie tradizionali e online.

16. Gli organizzatori del concorso letterario potranno, inoltre, organizzare una giornata d’incontro con i partecipanti e i vincitori del concorso nella quale verrà presentata l’opera antologica del premio. In tal caso, tutti i partecipanti saranno previamente contattati con debito preavviso.

17. Eventuali proventi derivanti dalla vendita del volume antologico saranno regolarmente documentati e diffusi attraverso gli spazi in nostro possesso e saranno, comunque, destinati a finanziare future attività artistico-letterarie sempre all’interno dell’obiettivo principale della promozione culturale.

18. La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento.

20/01/2012

 

www.blogletteratura.wordpress.com

www.rivista-euterpe.blogspot.com

www.segretidipulcinella.it

www.intingendodiinchiostroversiealtro.blogspot.com

www.lettereanimate.com

“Saffo” di Gianluca Paolisso, recensione a cura di Monica Fantaci

Saffo di Gianluca Paolisso 

Albatros Editore, Roma, 2011 

Recensione a cura di Monica Fantaci

Mi ha affascinata molto l’interessamento di un giovane scrittore verso la letteratura classica, molto spesso non valorizzata dai ragazzi. L’enorme passione di Gianluca per la poetessa Saffo si evince sin dalle prime righe, cariche di sentimenti, di interiorità, di speranza nel trionfo dell’Eros.
Il testo è diviso in due parti: la prima pone e risponde a domande sul significato di Eros, su come si manifesta l’amore, sull’unicità degli istanti nella vita dell’essere umano, sulla liberazione dell’anima.
Ciò che rende interessante il libro è l’inclinazione poetica di Saffo che si abbina perfettamente al linguaggio fresco dell’autore, quasi vivessero in simbiosi: il giovane Gianluca si rispecchia in Saffo e vive tutto ciò che vive Saffo, così che narratore e protagonista del romanzo diventano una cosa sola, formano un nucleo che dà informazioni sulla cultura classica a chi legge.
L’autore ci guida nelle vicende della storia di Saffo sull’isola di Lesbo, dove ha allieve che seguono i suoi insegnamenti lirici sull’amore, per prepararle alla vita coniugale, proprio qui la poetessa ha una storia d’amore con una sua allieva, Attis, che le darà modo di contemplare e di confrontarsi senza remora con l’amore profondo.
Dialoghi avvincenti, versi, canti, metafore sublimi si susseguono per dare la possibilità al lettore di spaziare, di avere ampie vedute dei luoghi, delle considerazioni delle donne nell’istituto del Tiaso. 
La realtà greca viene vista sotto ogni sfaccettatura: il rapporto tra Saffo e il padre, il rapporto tra Saffo e il fratello, ma soprattutto tra Saffo e la sua vita stessa, carica di amore, di passione, di desiderio verso un’altra donna che, per scelte predestinate, l’abbandona per sposare un uomo, così che la nostra poetessa si ritrova a ricercare se stessa, a ricercare l’amore, affrontando il viaggio che la conduce nell’isola dove si trova Attis, anche se dal marito viene a sapere della morte dell’amata a seguito della nascita della loro bambina. 
Saffo è tenace, pronta a lottare per l’amore, abbattendo le nubi che si trovano all’interno di se stessa, per dare luce ad un nuovo sole, attraverso le muse presenti nella sua vita, l’affetto per le sue allieve, per il padre, per il Tiaso, per la cultura greca.
Paolisso delinea l’amore tra due donne per risvegliare le coscienze, per comunicare che l’amore è uguale per tutti, senza distinzione di sesso, perché l’amore vince ogni cosa, per evidenziare l’uguaglianza di ogni essere umano, di quanto la poesia, la musica possono avvicinare l’uomo a conoscere il suo stesso animo, dando forza alla libertà di essere, di agire, di manifestare i propri sentimenti, primo tra tutti l’amore, perché esso va esternato, va vissuto pienamente e non può essere ostacolato da nessuno; in un certo qual modo il nostro scrittore vuole dirci che l’Eros non può rimanere solo tra le mura di un cenacolo di sole donne, ma è un viaggio, una scoperta continua da condividere.

Recensione a cura di MONICA FANTACI

30 settembre 2011

 

LEGGI LA RECENSIONE ALLO STESSO TESTO CURATA DA LORENZO SPURIO CLICCANDO QUI E L’INTERVISTA RILASCIATA A LORENZO SPURIO DALL’AUTORE DELL’OPERA CLICCANDO QUI.

LA RECENSIONE VIENE PUBBLICATA SUL BLOG PER GENTILE CONCESSIONE DI MONICA FANTACI, AUTRICE DEL TESTO. E’ SEVERAMENTE VIETATA LA RIPRODUZIONE DI STRALCI O DELL’INTERA RECENSIONE SENZA IL PERMESSO DELL’AUTRICE.

Emanuele Marcuccio intervista Lorenzo Spurio

Intervista a Lorenzo Spurio

a cura di Emanuele Marcuccio

EM: Da quanto tempo scrivi, come è nato in te il desiderio di scrivere e di dedicarti alla critica letteraria?

LS: Oramai scrivo da almeno tre o quattro anni. Mi piace buttare giù delle idee, delle interpretazioni di alcuni dei romanzi che leggo per fare parallelismi o alcune considerazioni più generali.

EM: Cosa significa per te scrivere, cosa non deve mai mancare in un racconto in generale e nei tuoi in particolare?

LS: Scrivere significa esprimersi. Anche se un autore nega che il suo romanzo o racconto non nasce da motivi autobiografici, c’è sempre qualcosa di sé in quello che scrive. Delle cose che abbiamo vissuto o che ci hanno sempre ossessionato, delle manie, delle cose che abbiamo sentito in giro e così viva. È veramente difficile, se non addirittura impossibile, creare una narrazione che non abbia nessun riferimento, diretto o meno, a noi stessi. Credo che quello che non debba mancare è l’originalità. Bisogna trovare sempre un modo per essere originali e non cadere nel banale. Sapersi rinnovare e cambiare, pur mantenendo un proprio stile.

EM: Dal punto di vista strettamente stilistico com’è il tuo modo di scrivere?
LS: Non saprei dirlo. Mi piace analizzare le scritture degli altri quando mi capita di fare delle recensioni ma non saprei dirti com’è il mio stile perché scrivo sempre di getto. Coloro che hanno letto qualcosa di me la giudicano una scrittura spigliata, attenta ai dettagli ma non in maniera morbosa, piacevole, che non stanca. Però, come si sa, la letteratura è una cosa molto personale: a me può piacere un autore o uno stile, che a tanti può far schifo, per cui non saprei specificare. Di certo è una scrittura contemporanea, che rifugge orpelli stilistici d’altre epoche, la retorica e anche divagazioni filosofiche. Mira al sodo e descrive la realtà com’è, senza mezzi termini.

EM: Quanto tempo impieghi per scrivere un racconto?

LS: Alcuni racconti li ho scritti in meno di un’ora, per altri ho impiegato addirittura dei mesi. Spesso mi capita di scrivere degli incipit e poi di riprenderli dopo molto tempo. Il tempo di scrittura di un racconto per me non è per niente proporzionale alla lunghezza dello stesso: ho scritto racconti abbastanza lunghi in poco tempo e racconti brevi, di poche pagine, in un tempo molto più diluito. Dipende tutto dalla storia che creo e, soprattutto, dall’atmosfera di calma e d’ispirazione che riesco o non riesco a raggiungere in certi momenti.

EM: Chi sono i lettori dei tuoi racconti, a quale o a quali generi letterari possono riferirsi i tuoi racconti?

LS: Credo che non ci siano limiti di età, sesso, religione, etnia etc. Sono trasversali e, dando immagini realistiche (a volte surreali) della realtà, credo che possano interessare tutti: dal ragazzo che può farne una lettura veloce, magari divertente e fine a se stessa, alla persona matura che, invece, dietro quelle che sembrano delle casualità o degli imprevisti, può leggere molto di più. Il libro non lo fa solo lo scrittore, ma anche il lettore. La mia interpretazione dei racconti che scrivo è una ma se qualcuno mi dice che, leggendolo, ne ha avuta una diversa allora non posso che essere contento. Il processo di scrittura deve essere fatto da entrambe le parti.

 EM: Come scrive Marcel Proust ne Il tempo ritrovato: «Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.»Preferisci scrivere a penna o al PC?

LS: Ho scritto raramente a mano, quando non avevo con me il PC ma è una cosa che cerco di evitare perché poi la ricopiatura può essere noiosa e può accadere che non riesca neppure a decifrare certe parole che ho scritto a mano velocemente a mo’ di scarabocchio. Il computer è un buon amico. Finché non sopraggiungono dei problemi e perdi tutti i dati, cosa che mi è capitata.

EM: Quali esperienze sono state per te più significative per la tua attività di scrittore, giornalista e critico letterario?

LS: La definizione di critico letterario è troppo grande e la lascerei ad altre persone che si dedicano con amore e attenzione alla letteratura sotto questo punto di vista. Ho scritto alcuni testi critici sulla letteratura, è vero, ma non sono un critico letterario. Come dicevo poc’anzi la nascita dell’amore per la letteratura è da localizzare con la mia primissima frequentazione dell’università. È stato quello il germe da cui sono partite varie idee, tentativi di scrittura, progetti e analisi prettamente letterarie.

EM: Lodevole la tua modestia ma, scusami, se scrivi testi critici di letteratura in fondo non fai il critico letterario? Cosa ti manca per esserlo davvero, forse i recensionisti scrivono testi critici di letteratura?

LS: I recensionisti si dedicano a recensire un’opera solitamente nel periodo coevo in cui questa è pubblicata. Se io scrivo un’analisi di Mrs. Dalloway quella non sarà una recensione ma avrà piuttosto la forma di un saggio o di un testo di critica letteraria. Modestia a parte, pur dedicandomi a questo tipo di scrittura con molta attenzione e piacere, devo confessare che non sono molto prolifico sotto questo punto di vista. Una profonda analisi letteraria richiede tempo e più letture, anche a distanza di tempo che ci consentano ogni volta di prediligere un punto di vista diverso.

EM: Capisco, non ritieni di essere un critico letterario perché hai scritto pochi saggi di tal genere. Come nasce in te l’ispirazione, come organizzi il tuo scrivere, ci sono delle fasi?

LS: Se parliamo dello scrivere i racconti allora non esistono delle fasi, dei modelli o dei percorsi che seguo perché mi piace scrivere di getto, senza stare troppo a pensare. Mi piace rielaborare idee e concetti che mi frullano in mente e assemblarli con alcuni episodi che magari ho vissuto direttamente, cambiandoli, stravolgendoli, mettendoci spesso anche dell’ironia. Se invece parliamo di testi critici letterari però il procedimento di scrittura è completamente diverso. In questo caso l’adozione di un metodo di analisi e di scrittura è necessario. L’inizio sta sicuramente nella lettura attenta del racconto o del romanzo che si analizza, fatta anche più volte e ricorrendo al testo in lingua originale. Poi si circoscrivono alcuni temi che sono fondamentali in quel testo e si comincia ad indagarli, riportando estratti del testo e allargando l’analisi al periodo socio-culturale, storico e letterario. La comparazione con altri testi coevi o che presentano temi analoghi trattati nella stessa maniera o stravolti rappresenta, per me, un contributo ulteriore. La lettura e la rilettura di quanto si scrive è necessaria e doverosa, anche a distanza di tempo. Scrivere un saggio è completamente diverso da scrivere un racconto, si è in un certo qual modo gessati, spersonalizzati. Ma mi piace scrivere entrambe le cose, forse perché con il saggio riesco a straniarmi e guardare il mondo dall’esterno mentre con il racconto mi mescolo con i personaggi e gli episodi.

EM: I tuoi racconti sono stati pubblicati in varie riviste letterarie, ce ne puoi parlare?

LS: È proprio così. Nel momento in cui avevo messo da parte un consistente numero di racconti, di natura anche diversa, ho deciso che era il momento di farli leggere a qualcuno. A qualcuno interessato. A qualcuno competente. A tutti coloro che sarebbero stati contenti di farlo. Per cui è iniziata la ricerca on-line di varie riviste di letteratura e cultura. Ne ho trovate molte, alcune on-line, altre anche cartacee. Alcune prestigiose, altre sconosciute. Alcune tematiche, altre a tema libero. Ho cominciato a proporre alcuni miei testi. Il primo racconto pubblicato è stato “Le spade del conte” sulla rivista Il Leviatano, rivista attualmente chiusa e che ha cambiato nome. Molti racconti sono stati pubblicati su Parliamone, una rivista on-line diretta dal sig. Bartolomeo di Monaco, altri sulla rivista Segreti di Pulcinella diretta da Massimo Acciai e della quale sono redattore. Poi numerose altre tra cui Frigidaire, Aeolo, Il Grandevetro, Osservatorio Letterario, Kenavò, Inverso ed altre. È stata una grande soddisfazione per me essere pubblicato. È giusto però che riconosca che alcune riviste abbiano rigettato i miei lavori e rifiutato di pubblicarli perché non in linea con la veste editoriale o perché considerati non buoni. Come sempre i pareri possono essere diversissimi, ed è giusto che sia così.

EM: Perché hai scelto di scrivere racconti, hai mai provato a scrivere poesie o un romanzo?

LS: Devo confessare che la poesia come genere non mi è mai piaciuto molto. A scuola non le leggevo con particolare interesse e trovavo sempre più semplice ricordarne il contenuto se facevo la parafrasi. Non sarei bravo a scrivere poesie per cui non lo faccio. Quando mi metto a scrivere ho spesso bisogno di esprimere idee anche semplici ma per le quali necessito di molte parole e non sarei in grado di utilizzare un linguaggio conciso, metaforico e condensato per esprimere ciò che voglio dire. Non escludo però che in futuro non ne possa scrivere, anche se rimango molto scettico al riguardo. Ho scritto solo racconti, alcuni dei quali anche abbastanza lunghi tanto da poter essere considerati anche come romanzi brevi. Per ora non ho ancora scritto un romanzo propriamente detto ma è probabile che un progetto di questo tipo possa riguardami in futuro. Per ora trovo il genere del racconto più congeniale e adatto a me: mi consente di creare storie semplici, quotidiane o assurde, con pochi personaggi e di cambiare la storia svoltando con degli episodi epifanici. Con il romanzo credo che non potrei fare tutto ciò e dovrei trovare un modo per coniugare la mia scrittura a questo nuovo genere. Vedremo. Assieme alla signora Sandra Carresi ho scritto già dei racconti a quattro mani abbastanza lunghi che pubblicheremo singolarmente a mo’ di romanzo.

EM: Recentemente hai pubblicato con Lulu Edizioni un tuo saggio critico Jane Eyre, una rilettura contemporanea, ce ne puoi parlare?

LS: Ti ringrazio per darmi l’occasione di parlare di questa mia recentissima pubblicazione. Questa raccolta di saggi nasce dal mio grande interesse e dalla mia grande fascinazione per questo romanzo, capolavoro della Brontë e pietra miliare della letteratura vittoriana.  Il romanzo, al di là della storia della povera Jane a partire dalla sua infanzia fino alla maturità, presenta una serie di temi importanti che pervadono tutto il romanzo: il tema dell’orfano, il tema razziale e coloniale, il tema della moglie pazza, il tema religioso e così via. Si presta a una serie di letture molto eterogenee, tutte interessantissime. È quello che ho cercato di fare in questo libro in cui il metodo di analisi utilizzato è stato quello comparativo. Il romanzo della Brontë è stato studiato confrontandolo con prequel, sequel e riscritture che sono nate proprio da questo mother text. Ho parlato così de Il grande mare dei Sargassi, romanzo dell’anglo-caraibica Jean Rhys, La bambinaia francese, romanzo per ragazzi della sarda Bianca Pitzorno, Charlotte, l’ultimo viaggio di D.M. Thomas e Jane Slayre di Sherri Browning Erwin, riscrittura horror di Jane Eyre. Nel libro si fa inoltre riferimento a numerose altre riscritture recenti dell’antico romanzo vittoriano e si fornisce il testo completo di un’intervista da me fatta alla scrittrice americana Sherri Browning Erwin, autrice di Jane Slayre. Ciò che fuoriesce da questo libro non è altro che una lettura tutta contemporanea del romanzo della Brontë. Oggigiorno sono in pochi a leggere i classici della letteratura e ancor meno in numero coloro a cui piace soffermarsi nella lettura e nell’analisi, per cui spero vivamente che il mio libro riceva un buon accoglimento.

EM: Cosa ti ha spinto a pubblicare il tuo libro?

LS: Una volta aver terminato la stesura di questi saggi e di averli riletti attentamente ho deciso di proporne la lettura ad alcuni scrittori e poeti che ho conosciuto on-line, accomunati dal loro amore per la letteratura. La premessa intuitiva che mi sono fatto è che ogni amante della letteratura doveva per forza conoscere questo grande romanzo. La gran parte lo aveva letto o, comunque, anche se non aveva letto il libro aveva avuto modo di vedere il film e quindi sapeva di che cosa si trattava. Alcuni non l’avevano letto ma non si sono rifiutati di leggere la mia raccolta di saggi, anzi a conclusione della lettura mi hanno detto che avevo fatto nascere in loro il desiderio di leggere il romanzo. Ne sono stato contento. Con la signora Anna Maria Folchini Stabile, poetessa, ho avuto l’occasione di conversare privatamente sulla grandezza del romanzo della Brontë e di scambiare considerazioni ed interpretazioni. Gentilmente ha letto il mio testo e mi ha detto che era interessante e ben costruito, si è limitata a fare un piccolo editing per il quale la ringrazio molto. Mi sono così deciso a pubblicare questa raccolta di saggi nella speranza che, qualcun altro, possa trovarne interessante non solo il contenuto ma l’approccio analitico impiegato.

EM: Personalmente, quando leggo un classico, il mio genere di lettura preferito, gli affianco un saggio sull’opera in lettura, cosa che non sempre mi è possibile. Non ho ancora letto Jane Eyre, anche se è presente nella mia libreria, anch’io lo conosco solo tramite il bel film di Zeffirelli e, sicuramente durante la lettura gli affiancherò il tuo saggio critico. Come ti sei trovato con Lulu Edizioni, perché l’hai scelta?

LS: Avrei preferito pubblicare il mio libro tramite un editore italiano (Lulu è un editore on-line e assegna ISBN americano) ma si sa quanto il panorama editoriale italiano sia inaccessibile soprattutto per un ragazzo che non ha intenzione di sborsare un euro per pubblicare il suo libro. Se poi il ragazzo non ha mai pubblicato niente in precedenza ed esordisce con una raccolta di saggi, gli editori sono ulteriormente scettici. Mi sono detto che non mi andava di aspettare un anno, magari due, prima di trovare un editore che avrebbe fatto il caso mio, così mi sono deciso a pubblicarlo tramite Lulu.com che è una piattaforma on-line molto precisa e ben curata, con spiegazioni accurate per ogni stadio di invio bozze, stampa, diffusione etc.

EM: Quali sono i tuoi autori preferiti, ce n’è uno in particolare?

LS: Ho numerosi scrittori che amo molto. Devo dire che sono anche molto diversi tra loro. Sicuramente devo citare il popolare e controverso Bukowski e l’inglese Ian McEwan, del quale ho letto tutta la produzione e sul quale ho scritto la mia tesi di laurea, John Irving, Jeffrey Eugenides, Philip Roth, Franz Kafka, Italo Svevo e soprattutto Virginia Woolf.

EM: Qual è la tua poesia preferita?

LS: Come ti dicevo sopra, non ho un buon rapporto con la poesia. Questo non significa però che non la legga. Mi piacciono le poesie “elettriche” della fase futurista di Aldo Palazzeschi e quelle crepuscolari di Gozzano, i Sonetti di Shakespeare, le poesie di Federico Garcia Lorca.
EM: Quali sono i tuoi libri preferiti, c’è un libro del cuore?

LS: Ce ne sono molti e non riuscirei a metterne uno solo, per cui ti dico che tra i miei preferiti in assoluto ci sono Le metamorfosi di Kafka, Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, Gli indifferenti di Moravia, Mrs. Dalloway di Virginia Woolf, Cuore di tenebra di Conrad, Il giardino di cemento di Ian McEwan, Riccardo II di Shakespeare, le raccolte di racconti di Millás e il suo romanzo La soledad era esto. Ma ce ne sono moltissimi altri.

EM: Mi stupisce la tua scelta di Riccardo II, cosa te lo fa preferire al più famoso Riccardo III?

LS: Riccardo II è un re buono, un po’ sfortunato, vittima degli eventi che accadono senza che lui riesca a risorgere dal suo stato di afflitto. È un re debole, che viene detronizzato e che impazzisce (fantastica è la scena della rottura dello specchio nella quale in re non si riconosce più e si avvia a una celebre spersonalizzazione). È Bolingbroke a trionfare. Ancora una volta è il cattivo, il violento, il più forte, colui che poi diverrà Enrico IV. Mi piace come Shakespeare ha tratteggiato questo sovrano sottolineandone la doppia natura, quella regale, della sacralità del corpo e quella fisica, mortale, che lo rende uguale a ogni altra persona. Riccardo III, non è altro che l’ennesimo sovrano inglese violento, assetato di sangue e che non si ferma di fronte a niente. Di sicuro, Riccardo II è un re molto più umano, anche nella sua follia.

EM: C’è un genere di libri che non leggeresti mai?

LS: Credo che non è un bene avere idee pregiudiziali nei confronti di un determinato genere, come pure non è una bella cosa nei confronti di un preciso autore. Ripeto nuovamente che la poesia non mi attrae molto, leggo poco di teatro. Principalmente mi soffermo sui romanzi e le sillogi di racconti, ma non rifiuto niente. È sempre bene leggere tutto e cambiare genere può essere proficuo anche come fonte d’ispirazione. Ad esempio Il giardino dei ciliegi di Checov, un’opera teatrale, mi piace molto, così come i drammi storici di Shakespeare.

EM: Leggeresti proprio di tutto, anche romanzi rosa?

LS: Di certo non mi attrae molto la letteratura dei romanzi tascabili Harmony ma recentemente mi è capitato di recensire alcuni romanzi che potremmo definire romanzi rosa. Non che rispecchino il mio stile di scrittura e i miei interessi veri e propri, ma non ho disdegnato di farlo. In fondo, anche Jane Eyre è un romanzo rosa, se vogliamo. Ed è affascinante.

EM: Diciamo molto in fondo… Nella tua vita ti è mai capitato qualcosa che ha rischiato di allontanarti dalla scrittura o, che ti ha allontanato per un periodo da essa?

LS: Ci sono dei momenti in cui ci si trova molto indaffarati per altre cose o semplicemente non si ha l’ispirazione necessaria per creare scrivendo. Non ho avuto dei veri e propri momenti di stasi o di momentaneo abbandono della scrittura sino ad ora.

EM: Ami la tua terra, la tua regione o vorresti vivere altrove?

LS: Mi piace la regione nella quale vivo, è molto ricca sia da un punto di vista paesaggistico e culturale. Può sempre arrivare il momento in cui la vita di provincia ti va stretta e quindi decidi di cambiar aria. Mi piace molto viaggiare, soprattutto all’estero. Amo la Spagna, ci vivrei se potessi.

EM: Cosa pensi della prosa poetica, è presente nei tuoi racconti?

LS: Non saprei esattamente cosa risponderti. Non so cosa intendi con “prosa poetica”. Credo che vuoi intendere un tipo di scrittura narrativa che ha un significato condensato e criptico come spesso è quello della poesia, una sorta di prosa intimistica e personale. Se è quello che intendi devo dirti che non mi piace molto.

EM: Hai un sogno nel cassetto?

LS: Sogni e desideri ce li abbiamo tutti, forse anche troppi, altrimenti non saremmo umani. La natura stessa dell’uomo è improntata a desiderare, a volere, ad anelare sempre a qualcosa. È una buona prospettiva per mettersi in gioco di continuo, progettare e darsi da fare. Ovvio che ho dei sogni, ma se la tua domanda successiva sarà “Quali?” allora dovrò risponderti poco elegantemente che i desideri, una volta svelati, non si verificano mai.

EM: Cosa pensi dell’attuale panorama editoriale italiano?

LS: Confesso che non conosco molto dell’editoria italiana. Negli ultimi anni mi sono però trovato spesso a contattare editori per proporre i miei lavori. Credo che l’editoria a pagamento sia non solo un furto ma anche una grande offesa. Chiunque ha da parte dei soldi può pubblicare ciò che vuole anche una collezione di scontrini o di liste per la spesa, chi invece non dispone di denaro e, magari, ha scritto un’opera veramente meritevole, si vede marchiato ed emarginato. Ci sono numerose case editrici che pubblicano senza contributo, sono di piccole dimensioni, e la scelta dei testi, proprio perché pubblicano gratis, è molto selettiva ma, credo, che vale tentare. Ai giovani autori che non sanno chi contattare o come muoversi una volta completata la loro opera sconsiglio gli editori a pagamento, consigliando invece, qualora i loro testi non abbiano trovato buon accoglimento presso editori non a pagamento, di stampare la propria opera con editori online che forniscano il codice ISBN, indispensabile per le vendite. Non posso far pubblicità ma una semplice ricerca in rete provvederà a buoni risultati in tal senso.

EM: Cosa pensi dell’attuale panorama culturale italiano?

LS: L’attuale panorama culturale italiano è molto eterogeneo e interessante. Ovviamente per cultura non dobbiamo fermarci a considerare solo la letteratura ma parlare anche di teatro, musica, arti figurative e tant’altro. Per quanto concerne la letteratura italiana del momento credo che ci siano pochi nomi che godano di troppa pubblicità e tantissimi nomi, tra cui esordienti, che invece trovano difficoltà ad imporsi a causa del vertiginoso incremento, anno dopo anno, del numero degli scrittori. Credo che le case editrici, le riviste, i quotidiani, i centri di cultura e tutti coloro che si dedicano alla letteratura debbano incrementare le loro attività anche con congressi e convegni, facilitando l’introduzione e la sponsorizzazione di giovani scrittori o di esordienti che, altrimenti, abbandonati a se stessi finirebbero per vendere pochissime copie e rimanere sconosciuti.

EM: Cosa pensi dei premi letterari, pensi siano importanti e necessari per un autore?

LS: Ho partecipato negli ultimi anni a vari premi e concorsi letterari, rigorosamente gratuiti, perché come dicevo non credo nella cultura a pagamento ma non sono mai stato segnalato né ho vinto niente. Appena ho del tempo e trovo bandi di concorso interessanti continuo a partecipare, non mi sono scoraggiato. Credo che sia un buon modo per emergere un po’ dall’attuale atmosfera culturale, farsi conoscere, oltre che sentirsi riconoscere come scrittore e valorizzare la propria opera.

 EM: Recentemente ho letto un articolo di Cesare Segre sul Corriere della Sera, riguardo all’irresistibile declino della critica letteraria agli autori contemporanei, con la conseguente perdita di prestigio della letteratura. Da critico letterario, cosa pensi a riguardo, è davvero in declino la critica letteraria?

LS: Interessante l’articolo che citi. Mi trovo completamente d’accordo con l’idea di fondo in esso contenuta. Nella società a noi contemporanea il numero degli scrittori, ahimè, è maledettamente superiore al numero dei lettori. Se da una parte può sembrare che la popolazione si caratterizzi per un alto livello di cultura per i loro impegni di scrittura, dall’altra parte il fatto è abbastanza allarmante. È bene che ci siano tanti scrittori ma sono necessari i lettori. Sia lettori del libro inteso come oggetto di consumo che di lettori attenti, critici, recensionisti, che amano analizzarne i contenuti ed i temi a livello più profondo. In parte è quello che faccio attraverso il mio blog, recensendo sillogi di poesie, di racconti e romanzi scandagliando il messaggio di fondo dei libri. Se da una parta abbondano saggi e testi critici su Calvino (per fare un esempio) sono carenti studi su autori contemporanei. Sì, la critica letteraria è di sicuro in declino.

EM: Sì, diciamo che l’autore contemporaneo italiano vivente più trattato dalla critica letteraria è Umberto Eco e pochissimi altri. Cos’è per te la letteratura, come si riconosce un’opera letteraria?

LS: Un’opera letteraria può avere numerose forme. Può essere una raccolta di poesie o di racconti, un romanzo, una raccolta di saggi, un testo teatrale, un testo critico, un diario, una raccolta di lettere. Quello che contraddistingue un’opera letteraria è il contenuto culturale, morale, didattico unito al diletto. Un libro di ricette non ha niente di morale. L’elenco telefonico non trasmette un sapere culturale. L’appartenenza dell’autore a un periodo storico, a una tendenza, a una fase letteraria ci consente di localizzarlo all’interno di una porzione della più ampia storia della letteratura.

EM: Quanto è importante per te il confronto con gli altri autori?

LS: Il confronto con altri autori è di capitale importanza per uno scrittore così come per ogni altro artista. Un regista, scrivendo la storia del suo film, avrà sicuramente in mente delle idee nate o influenzate da alcuni episodi o personaggi visti in altri film. La letteratura, allo stesso modo, è un modo per dire qualcosa di sé con parole degli altri. Quando scriviamo qualcosa non solo ci mettiamo qualcosa di noi stessi ma anche qualcosa degli altri. Degli altri scrittori che leggiamo o che ci affascinano e che, per osmosi, ci trasmettono qualcosa. La letteratura è un continuo processo di analisi, scrittura, riscrittura e rivisitazione di qualcosa. Certi testi non esisterebbero se non ne fossero esistiti altri in passato e, analogamente, non esisteranno mai certi libri se oggi non si scrivessero determinati tipi di libri. Il processo di confronto, comparazione e condivisione con altri autori (non solo vivi e del presente) è importantissimo e viene fatto di continuo anche senza che ce ne rendiamo conto.

EM: Ci sono dei consigli che vorresti dare a chi si accosta per la prima volta alla scrittura?

LS: No. Non ho ricevuto nessun consiglio né li ho chiesti nel momento in cui ho iniziato a scrivere. Per me è stata una cosa tutta mia, tutta personale. Credo che dovrebbe accadere qualcosa di analogo un po’ a tutti coloro che diventano scrittori. Non credo molto agli scrittori su commissione, ai quali viene detto “scrivi un pezzo su X” e loro lo fanno. La scrittura è un processo di creazione libero e spontaneo. Se uno si sente di scrivere lo fa, senza chiedere niente agli altri. Può far leggere agli altri i suoi testi ma consigli sull’inizio dell’attività di uno scrittore per me non ne esistono.  Anzi, troverei estremamente limitante e denigratorio che qualcuno, in virtù della sua esperienza, si offrisse di regalare consigli su come scrivere o cosa non scrivere, come farlo, cosa evitare o come cominciare. Per me le parole “cazzo” e “vaffanculo” possono star benissimo in un certo tipo di racconto e non ci trovo niente di volgare se paragonato alla banalità e alla violenza con la quale siamo abituati giorno dopo giorno. Nessuno deve trasmettere agli altri in maniera preventiva e anticipatoria sedicenti regolamenti su come diventare uno scrittore e cosa evitare. Se proprio un regolamento dello scrittore deve esistere, allora sarà lo scrittore stesso che, mano a mano, andrà creandoselo. Da solo.

EM: Sì, diciamo che quelle due parole servono in massima parte per una caratterizzazione del linguaggio che sia il più aderente alla vita di tutti i giorni. Totalmente diverso, a mio giudizio, è il caso della poesia, il cui linguaggio può anche essere quello di tutti i giorni ma che non necessita il trascendere in termini volgari, proprio perché la poesia non è mera imitazione della realtà, non è sua fredda riproposizione e, quei vari termini e verbi indecorosi sono espedienti fin troppo facili per esprimere rabbia e quant’altro tradendo la poca fantasia, la poca creatività del poeta. La poesia è “rappresentazione”, nel senso di interpretazione soggettiva della realtà e, quindi, nel senso di sua ri-creazione e trasfigurazione. Sono solo due le forme di espressione che non accetto in poesia: la volgarità e la bestemmia, termine esteso ad ogni credo religioso. Per te, quindi, le scuole di scrittura non dovrebbero esistere? Anch’io non credo nella scrittura su commissione, soprattutto riguardo alla poesia. Non daresti consigli neanche se te li richiedessero?

LS: Una scuola è sempre un centro di cultura e quindi non può che essere un elemento positivo. Non ho mai frequentato corsi di scrittura, anche se in giro ne esistono molti anche on-line (tutti rigorosamente a pagamento) e non so bene come si svolgono. Se, oltre a dare alcune dritte generali, il corso non preveda una vera e propria sudditanza di stili, di temi e di forme degli insegnanti ai loro studenti sono favorevole. Quando invece si cerca di ingabbiare la creatività di ognuno, perché poco originale o apparentemente volgare, allora sono contro.

EM: Vuoi anticiparci qualcosa su quello che stai scrivendo, prossime pubblicazioni?
LS: Come sai mi occupo di recensioni di libri di esordienti che pubblico poi sul mio blog. Sono un po’ addietro in questo e ho vari libri da leggere, recensire e poi intervistarne gli autori ma riconoscendomi una persona precisa so che porterò a termine tutto. Mi dedicherò alla promozione della mia raccolta di saggi, Jane Eyre, una rilettura contemporanea e mi occuperò della pubblicazione della mia prima raccolta di racconti. Continuerò la collaborazione con alcuni scrittori con i quali ho portato avanti racconti a quattro mani tra cui Massimo Acciai, Anna Maria Folchini Stabile, Sandra Carresi e Monica Fantaci e continuerò la mia attività di collaborazione con le riviste di letteratura e cultura, la direzione della rivista Euterpe e le altre attività che a tutt’ora mi vedono impegnato.

 EM: Grazie tante per la tua disponibilità e tanti auguri per la tua attività di scrittore e critico letterario, scusami, ma in fondo lo sei!

LS: Sono io a ringraziarti per la tua interessante intervista. Spero di non essere stato troppo lungo con certe risposte e di aver centrato le tue richieste.

EM: Assolutamente, nelle interviste che sto curando non mi preoccupo affatto della lunghezza delle risposte, anzi, auspico che si tramutino in delle autentiche conversazioni tra letterati. Non sono un giornalista ma un autore e curatore editoriale che cerca di promuovere altri autori, come del resto fai anche tu con il tuo blog.

 

A cura di Emanuele Marcuccio                                                                  

6 settembre 2011

E’ SEVERAMENTE VIETATA LA RIPRODUZIONE DI STRALCI O DELL’INTERA INTERVISTA SENZA IL PERMESSO DELL’AUTORE.

Jane Eyre, una rilettura contemporanea di Lorenzo Spurio, recensione a cura di Monica Fantaci

Jane Eyre. Una rilettura contemporanea

di LORENZO SPURIO

Lulu Edizioni, 2011, pp. 101

ISBN: 9781447794325

Recensione di Monica Fantaci

L’autore ha preso spunto dal noto romanzo Jane Eyre di Charlotte Brontë per fare un’analisi comparativa con gli altri romanzi che si sono ispirati allo stesso utilizzando riscritture, parodie, stravolgendo la caratteristica dei personaggi del testo madre, è per questo che, nelle prime pagine, sintetizza i quattro libri presi in esame. Spurio evidenzia le dinamiche comportamentali presenti in questi romanzi, focalizzando l’attenzione, in primis, sulla pazzia di Bertha Mason, identificata come appartenente al genere animale e legata al caldo e al fuoco, prosegue con l’analisi del tema coloniale e razziale, quindi l’emarginazione, la ribellione degli schiavi, che coincide con l’inferiorità della donna rispetto all’uomo, che all’epoca era molto evidente, ricordando l’atteggiamento del marito (Rochester) nei confronti di Bertha. In seguito, l’autore passa dalla narrazione della vita di Bertha a quella della magia e della figura degli zombi e lo fa in maniera del tutto naturale, non stancando il lettore e facendo ruotare i temi in maniera chiara e discorsiva.

Nel capitolo successivo, Spurio fa un excursus ben preciso sulle tappe del romanzo, soffermandosi sulle argomentazioni dei cinque ambienti dove viene inserita la vicenda di Jane; il libro contiene anche un’intervista fatta dallo stesso Lorenzo Spurio all’autrice  Sherri Browning Erwin, che ha reso Jane un personaggio vampiresco. Infine, l’autore cita la tradizione letteraria contemporanea di Jane Eyre attraverso le riscritture di tutti i generi letterari, dal romanzo all’horror, dal fantasy all’erotico, per concludere menzionando le rappresentazioni del piccolo e grande schermo sulla protagonista del romanzo di C. Brontë. 

Nel saggio si intervallano le storie dei romanzi targati Jan Eyre: si parte dal testo madre della  Brontë, per poi proseguire con Il gran mare dei Sargassi di Jean Rhys, con Charlotte, l’ultimo viaggio di Jane Eyre di D. M. Thomas, con Jane Slayre di Sherri Browning Erwin ed infine con La bambinaia francese di Bianca Pitzorno. La scelta dello scrittore di usare questo ritmo, per analizzare le storie, dà la possibilità al lettore di estendere le prospettive e di percepire tale libro come un archivio dove si raccolgono e dove si raccontano le varie generazioni all’interno di ogni romanzo infatti, all’analisi comparata dei testi si affianca un breve racconto sul periodo storico degli autori che hanno scritto i vari romanzi su Jane Eyre, ciò è fondamentale per comprendere le varie vicissitudini all’interno di ogni racconto, un quadro vasto sul contesto socio-culturale rende consapevole il motivo della preferenza dei personaggi e delle ambientazioni. E’ un testo saggistico ad ampio raggio che risponde alle esigenze letterarie di ogni lettore, permettendogli di riflettere, di rapportare i vari romanzi, per dare una continuità storica dall’età vittoriana fino ad oggi, appurando le somiglianze e le differenze delle varie epoche, in un romanzo che non avrà mai fine.

Monica Fantaci

Palermo, 2 Settembre 2011

RECENSIONE PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE. E’ VIETATO PUBBLICARE STRALCI O L’INTERA RECENSIONE SENZA IL PERMESSO DELL’AUTRICE.

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