La nuova opera della poetessa palermitana Francesca Luzzio è stata recentemente pubblicata per i tipi di Il Convivio Editore di Castiglione di Sicilia e porta il titolo di Cerchi ascensionali. Le motivazioni e le finalità della tetra-ripartizione dell’ampia opera poetica – che raccoglie gli inediti della più recente produzione, compresi alcuni testi apparsi su riviste e antologie – sono ben chiarite negli apparati critici introduttivi al volume a firma, rispettivamente, del professore Elio Giunta e di Angelo Manitta, critico letterario e responsabile della casa editrice Il Convivio. Nella progressione di questo percorso per “cerchi” che, come Manitta rivela, ricordano i canti di dantesca memoria,l’animo poetico della Nostra è tratteggiato a trecentosessanta gradi, esponendosi la poetessa tanto su questioni di carattere etico-sociale[1] (“La mia terra è piena di crepe,/ sofferente, come tanta gente che nulla ha”, 39), quanto su riflessioni personali ricollegati alla rievocazioni di memorie felici e veri e propri flussi di coscienza.

Il pubblico – fortuito e prevalentemente neofita di poesia – come il poetry slam nei suoi canonici principi prevede, aveva apprezzato i testi di matrice intimistica ed esistenzialista che la poetessa, nata a San Benedetto del Tronto (AP) nel 1988, aveva deciso di portare. La meritata vittoria le valse, oltre che un consenso diffuso tra pubblico e poeti partecipanti, anche un’offerta contrattuale con l’omonima casa editrice che organizzava l’evento e che, ora, a distanza di alcuni mesi, ha felicemente pubblicato quella che può essere definita la sua “opera prima”.