Una selezione di poesie della padovana Alessandra Pennetta

A cura di Lorenzo Spurio

Alessandra Pennetta è nata a Padova nel 1971. Ha iniziato a scrivere nel 2018. In Italia le sue poesie sono state pubblicate su Grado Zero, Frammenti, Tam Tam Bum Bum, Lido dell’Anima, L’Irrequieto, Poetarum Silva, Amado Mio, Il Grimorio del Fantastico, L’Altro Femminile, Radura Poetica, Neobar, Hook Literary Magazine, Inverso – Giornale di Poesia, Larosainpiu, Segreti di Pulcinella, Alma Poesia, nelle antologie Ecce Homo e Transiti Poetici, nelle antologie dei Premi Città di Montegrotto Terme (2019), Città di Melegnano (2019), Apollo Dionisiaco (2021) e nel IV volume della collana I Maestri (2021). All’estero le sue poesie sono state tradotte e pubblicate sulle riviste Centro Cultural Tina Modotti (Venezuela), Oltart (Romania) e Azahar (Spagna). Nel 2021 è stata finalista nella VIII edizione del Premio Apollo Dionisiaco con la poesia “La cena”, ha ricevuto un Attestato di Merito nella XXV edizione del Premio Letterario Internazionale Trofeo Penna d’Autore per la poesia “Apri la porta” e una Segnalazione Speciale nella XVII edizione del Concorso Nazionale di Poesia Fiori d’Inverno per la poesia “Imeros”. 

Presentiamo a continuazione alcune poesie dell’autrice.


“Mi hai portato sotto il sole d’estate”

Di ALESSANDRA PENNETTA

Mi hai portato sotto il sole d’estate

non dà pace a nessuna cosa, vivente o no

affligge in maniera uguale

arroventa i campi bruciando noi 

distesi come una distesa di baci 

colonie di cicale, le cavità addominali degli uccelli 

tenuti a terra dalla fame

Mi hai portato sotto il martello dell’estate

battente in maniera uguale

schiacciati inceneriti polverizzati

in un unico calderone noi gli uccelli le cicale


“Hai attraversato la città”

Di ALESSANDRA PENNETTA

Una spina tra i tuoi capelli

Dove sei stata amore mio?

Mi sono annoiato mentre ti aspettavo

ho contato tutte le mie ossa, tutti i miei peli

ho guardato sotto la mia pelle

dentro di me 

(non ho trovato niente di così interessante come te)

Sai di zolfo e rosa

Hai attraversato la città

dove gli uomini bestemmiano

e si rincorrono

Fuori città ti ho aspettato, scalzo e nudo

(le scarpe e i vestiti li portano quelli che sanno tutto)

alla fine sei arrivata, a passi pigri

per la curiosità di conoscere la città


“Apri la porta”

Di ALESSANDRA PENNETTA


Apri la porta 

Sono sulla soglia

L’aria brucia

Il mio corpo non è infinito

Sento che ci sei e stai bevendo 

Sento il tuo passo fresco

Più forte mi stringo alla tua porta

più ti sento. Ancheggi

Stringerei i tuoi fianchi

Sei il centro del mondo

Io sono il mondo. E brucio per te

(Questa poesia è risultata vincitrice di un attestato di Merito nella XXV edizione del Premio Letterario Internazionale Trofeo Penna d’Autore nel 2021)


“La cena”

Di ALESSANDRA PENNETTA

Lei ha fame e 

la bocca spalancata

Cammina su di lui

che non protesta

Lui le ha preparato la cena

Lei ha una finestra scura 

senza tende

Lui ha 

un candeliere, il fuoco dentro e

un’adorazione per lei 


(Questa poesia è risultata finalista all’VIII Premio Accademico Internazionale di Poesia e Arte Contemporanea Apollo Dionisiaco nel 2021)


“Forse non sei di questo pianeta”

Di ALESSANDRA PENNETTA

Forse non sei di questo pianeta

di questa città

di queste compagnie

le tue scarpe

le tue scarpe sono pulite

tu non tocchi terra

sei femmina di uccello

mi fissi dal cielo

io non capisco da che mondo arrivi


“Avevo voglia di vederti”

Di ALESSANDRA PENNETTA

La sera di nuovo calda

Presto le vene mi scoppieranno

Mi sono bruciato le piante dei piedi

mentre venivo da te, mi ha accecato il solleone

Ho allungato il passo per rimanere vivo

(per non venire completamente incenerito)

perché avevo voglia di vederti e ora 

mi ritrovo cieco a tastare con le dita la tua porta


“Sei passata per il giardino”

Di ALESSANDRA PENNETTA

Due guance rosse sul tavolo

acqua e foglie

una spina nel labbro

sei passata per il giardino

Ti ho lasciato la porta aperta 

ma tu sei entrata 

come un uccello 

rosso e bianco

dalla finestra 

(Poesia pubblicata su «Hook Literary Magazine» nel giugno 2021 e nel XXVIII volume dell’antologia Transiti Poetici nel luglio 2021)


NOTE:

Le poesie qui pubblicate, laddove non specificato diversamente, sono inedite. L’autrice dichiara, dietro sua unica responsabilità, di essere frutto del proprio ingegno e di detenerne i diritti a ogni titolo.

L’autrice delle poesie ha autorizzato alla pubblicazione delle stesse su questo spazio senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in seguito.

La riproduzione delle poesie ivi presenti, in forma integrale o di stralci e su qualsiasi tipo di supporto, non è consentita in assenza dell’autorizzazione dell’autrice.

“Pensieri in movimento” di Rosa Maria Chiarello, recensione di Gabriella Maggio

Recensione di Gabriella Maggio

Leggendo Pensieri in movimento, raccolta di poesie di Rosa Maria Chiarello recentemente pubblicata per il Convivio, ho prestato attenzione al titolo ed in particolare alla parola movimento, che mi ha suggerito due versi di Dante (Purgatorio, C. III, vv. 13-14): la mente mia, che prima era ristretta, / lo ‘ntento rallargò, sì come vaga. Vago, nel lessico dantesco,esprime un desiderio intenso e nello stesso tempo indeterminato, ma anche l’idea di un movimento dettato da un impulso interiore. È questo movimento interiore che si fa parola poetica, espressione di emozioni e sentimenti nel costante dialogo di Rosa Maria Chiarello con se stessa e con la natura.

Tra gli elementi naturali un posto centrale occupa il mare, sin dall’immagine di copertina costituita dal dipinto di Antonino Scarlata Di terra e di mare. È mare di sogno e di sirene, ma anche di vita, di dolore e di morte, quello immaginato dalla poetessa nei testi posti in maniera emblematica all’inizio della silloge, Di terra e di mare, e alla fine, Mediterraneo.

La poesia di Pensieri in movimento è fatta d’immagini che uniscono l’aleatorio con il tutto:  scendere le scale del firmamento;  l’amore che colora di rosso le mie notti; orme di sofferenza; corpi uniti nell’abbraccio / offrono anime.  Immagine è immaginazione, parola che si collega  al potere creatore del cuore secondo l’etimologia della parola  che  ha le sue origini nel temine sufi “himma”. Immaginazione rimanda, quindi, all’autenticità e alla ricchezza del sentimento che genera la poesia.

I temi dellamemoria, soprattutto della madre amatissima, del sentimento del tempo che scorre inesorabile, degli affetti familiari, dell’amore, dei sofferenti segnano la continuità con le raccolte poetiche precedenti. Cambia il modo di dirli poeticamente.

Lo scavo interiore appare più profondo e maturo e Pensieri in movimento sembra costituire un capitolo, il più recente, di un’opera unitaria in fieri. Più urgente rispetto alle altre raccolte poetiche si fa il desiderio di pace e innocenza di fronte alla violenza e alla falsità del mondo.

In Spogliati la metafora della pelle nuda si protende verso l’innocenza del primo vagito che illumina il buio delle menti. In rilevo anche la riflessione sulla poesia: Non chiedetemi da dove/ vengono le parole/ non ne ho la coscienza/…e il definirsi poeta errante che va verso l’infinito e non s’arrende/ ancora canterà d’amore e carità, l’affermazione della necessità della poesia: l’unico amico/è una penna e un foglio perché la poesia è canto di liberazione: confessione e analisi dell’io.

“Chi non comprende la voce della poesia, è un barbaro”, aveva detto Johann Wolfgang von Goethe. A queste parole fa eco la poesia Essere: Fino a quando l’ultimo uomo/ …si commuoverà al suono  di una poesia…si avrà ancora la certezza/ che l’umanità  non si è dissolta / al suono del potere e del vile denaro….

Per quanto Rosa Maria Chiarello appaia consapevole del male e del dolore della vita, non manca mai di trovare una speranza, nel dialogo con luna e stelle, rose e cielo, tradizionali contraltari della poesia lirica, nella cui tradizione s’inserisce con voce autonoma e una luce che illumina le tenebre attraverso la fede.

La versificazione è libera, il linguaggio piano e colloquiale.  Non si presta però a una lettura superficiale, ma richiede attenzione per coglierne le risonanze emotive.

L’autrice del testo ha autorizzato la pubblicazione su questo spazio, senza chiedere nulla in cambio all’atto della pubblicazione né in seguito. La riproduzione del testo, in formato integrale o di stralci, su qualsiasi tipo di supporto, non è consentito senza il permesso dall’autrice.

“Sfinge di pietra / A stone sphinx” di Claudia Piccinno. Recensione di Lorenzo Spurio

Recensione di Lorenzo Spurio

La frenetica e instancabile attività di traduttrice di testi poetici di vari autori di Claudia Piccinno (nata a Lecce nel 1970, residente da molti anni nel Bolognese) non poteva non contemplare anche una sua opera tradotta in lingua straniera. È il caso del volume Sfinge di pietra / A stone of sphinx che, per i tipi de Il Cuscino di stelle di Pereto (AQ), è stata pubblica nel 2020.

Il motivo della sfinge, a cui si allude già in apertura, nel titolo, è assai pregnante e significativo a intendere un possibile percorso di filosofia, e di accettazione della vita, che vede nell’arbitrarietà come pure nella inesorabilità degli eventi i dettami principali. Oltretutto essa compariva già nel titolo di una precedente pubblicazione, La sfinge e il pierrot (Aletti, 2011). Il noto indovinello della sfinge, pur nella sua plateale semplicità e nell’irrevocabile confluenza alla necessità di un senso di concretezza e razionalità, è ben capace di evidenziare la tendenza rabdomantica e di perlustrazione dell’uomo – di qualsiasi età – nel cercare di rasentare la verità delle cose, dal momento che essa spesso non è contenuta e sigillata, quanto appunto, diffusa e priva di limiti di sorta.

Ecco, sapientemente anche Dante Maffia – puntuale e costante chiosatore delle opere di Piccinno – che sigla la breve nota di prefazione, è dell’avviso che tale opera della salentina Piccinno vada nella direzione di un approfondimento – o per lo meno di una ricerca del senso – delle vicende umane per mezzo delle sue manifestazioni, occorrenze e avvenimenti. Questo viene fatto mediante percorsi che sembrano diversi ma che, in realtà, sono paralleli, quando non addirittura contermini o confluenti in un’unica via. La Piccinno, infatti, produce una poesia tendenzialmente piana e glabra, priva di forme ridondanti od orpelli di maniera, per giungere con precisione e nettezza al mallo delle questioni che intende trattare.

Sono poesie di sentimenti (Francesca Ribacchi nella postfazione parla, a ragione, di trascrizione delle “motilità dell’animo”, 132), ma anche di riflessioni e delusioni, di ripensamenti e gioie, nutrite da un alto impegno attivo in quanto a essere umano nei termini di pietas, compartecipazione, solidarietà e propria partecipazione umana. Sebbene il tema della sfinge attiri a sé l’idea di qualcosa di misterico ed enigmatico, di non facilmente indagabile, avvolto da brume e da incomprensioni, Maffia evidenzia come “nel suo enigmatico sorriso, […] dolore e gioia alla fine sono necessari per comprendere la vita nel suo intersecarsi con il cielo e con il mistero” (5).

Alcuni versi tratti dall’opera risultano imprescindibili per un avvicinamento all’arte poetica della Nostra; citiamo direttamente in lingua originale, rimarcando il fatto che l’opera è bilingue e che, dunque, ai testi in italiano si associano, “a specchio”, le relative traduzioni in lingua inglese curate dalla stessa Autrice.

In “Sfinge di pietra”, componimento che fa da preludio e apri-pista all’intera “narrazione” in versi, nell’explicit è possibile leggere: “Piovono parole nuove / senza alcun senso, / a dare misura di questo vuoto / che parla sospeso / in attesa di un verso” (16).

Nella ricorrenza dei settecento anni dalla morte del Bardo toscano, Dante Alighieri, risulta impossibile non fare riferimento alla lirica dedicata all’autore della Vita Nova dove la Nostra così si rapporta all’immortale cantore dell’umana specie: “Tu esule per scelta, / che dell’esilio ne facesti un vanto / trovasti nello scibile un facile alleato / ignorando per certo / che della poesia italiana / il padre / saresti diventato” (24). Un omaggio modesto ma elegante, privo di encomiastica melensa – e per fortuna – che troppo frequentemente assistiamo in epicedi, elogi o in poetiche intenzionate a innalzare personaggi già di per sé ben noti.

Scorrendo i versi ci rendiamo conto che essi contengono in maniera così ampia e fruttuosa le varie questioni del diorama esistenziale dell’uomo: tra pause e riflessioni, sentimenti pacificati e inquietudini: “Il tempo è trascorso invano, / nulla è cambiato” (in “Rassegnazione a km 0”, 28); “salutare chi ha intrapreso / un viaggio senza ritorno / […] / devo ignorare la paura / se voglio restare” (in Bianco vessillo”, 32). Quello della paura è un tema che, esperito in varie forme, ritorna nel corso della silloge: “Mi sono persa dietro la paura, / […] / Nulla mi ha condotto / al traguardo, / nessuno mi ha preso / per mano” (in “Mi sono persa dietro la paura”, 36); “La mia paura a reiterare atti di fiducia, / a interloquire coi silenzi di un tormento / antico, preesistente a questo noi in forse” (in “Imparerò la pazienza”, 64). Eppure, a contrastare il buio, ci sono anche convinzioni che si uniscono a esigenze proprie della vita: “Sono nei libri che ho letto / e nei versi che ho scritto, / […]/ Sarò altrove ad osservare schegge / di libertà negata / scansandone gli spigoli taglienti” (in “Sono vetro”, 44). Tale percorso non può avvenire in maniera compiuta se non dopo una meditazione attenta e una perlustrazione vagliata dai moniti emotivi che dettano scelte e motivano atteggiamenti nel contesto sociale: “prodiga di perdono / per non restare legata / al rancore” (in “Le parole che cercavo”, 42); “Io credo ai segni, / […] / ho visto credi sgretolarsi / dentro dogmi perfetti” (in “In fase di imbarco”, 56).

L’opera della Piccinno s’iscrive in un luminoso e ampio tracciato di pubblicazioni poetiche che ne hanno contraddistinto, nel tempo, la particolare voce nello scenario contemporaneo, complici considerazioni critiche di elevata levatura che ne hanno sottolineato lo spessore nonché il grande impegno quale promotrice culturale. La poetessa, residente in provincia di Bologna, ha precedentemente dato alle stampe La sfinge e il pierrot (Aletti, 2011), Potando l’euforbia (Rupe Mutevole, 2012), Il soffitto, cortometraggi d’altrove (La Lettera Scarlatta, 2013; in versione anche tradotta in inglese, pubblicata nel 2014); Tabahnha (2014), Ragnatele cremisi (La Lettera Scarlatta, 2015). Recentemente Armando Iadeluca ha raccolto una cospicua quantità di testi critici scritti da poeti, giornalisti, critici e artisti in genere sulla produzione letteraria della Nostra, confluiti nel volume In ordine sparso (Il cuscino di stelle, 2020) di cui, cliccando qui, è disponibile una mia recensione.

In Sfinge di pietra / A stone sphinx i temi della storia collettiva, dell’esigenza del ricordo, delle battaglie civili – ben presente in altri volumi della Nostra – si ritrova anche qui nelle forme di alcuni accenni a vicende geopolitiche nostrane e internazionali che, in maniera impellente, ci chiamano a ricordare, riflettere, argomentare nei limiti di una razionalità che spesso è inefficace a descrivere vicende abnormi e per lo più inarginabili: “è la memoria la pietra miliare / di questa esistenza, / il prima e il dopo / del proprio ponte Morandi” (in “Il ticchettio dell’abitudine”, 60); “fermiamo il potere schiavo delle leggi / economiche; / fermiamo chi alimenta i pregiudizi / per evitare le sinergie dal basso” (80). Sebbene l’urlo di condanna sulla degenerazione umana e la costernazione appaiono in forma velata e non palese o gridata, il messaggio rimane ugualmente chiaro: è impegno dell’uomo costruire la concordia collettiva. Non si può sempre attendere un gesto da parte dell’altro.

LORENZO SPURIO

Jesi, 11/07/2021

Note: La riproduzione del presente testo, sia in formato integrale che di stralci e su qualsiasi tipo di supporto, non è consentito se non ha ottenuto l’autorizzazione da parte dell’autore. E’ possibile, invece, citare da testo con l’apposizione, in nota, del relativo riferimento di pubblicazione in forma chiara e integrale.

“Fiori di poesia”: l’iniziativa dell’Ass.ne Euterpe per la Giornata Mondiale della Poesia

Per la Giornata Mondiale della Poesia che si festeggia il 21 marzo l’Associazione Culturale Euterpe di Jesi invita a partecipare all’iniziativa da remoto “Fiori di poesia”. Fino alla mezzanotte del giorno 20 marzo sarà possibile inviare la propria adesione alla mail eventi.online.euterpe@gmail.com

Gli autori che intenderanno partecipare dovranno inoltrare una loro poesia in lingua italiana o in dialetto (in questo caso con la relativa traduzione in italiano), edita o inedita, di lunghezza non superiore ai 30 versi che contenga – nel titolo o al suo interno – almeno un riferimento esplicito al mondo floreale. L’invito è esteso anche ai poeti-haijin che potranno inviare un loro haiku che contenga, come per la poesia, un riferimento esplicito al mondo floreale.

I testi dovranno avere un contenuto moralmente responsabile, non presentare forme che istituiscano o alludano a contenuti razzisti, blasfemi, pornografici o politici. L’Associazione si riterrà liberamente autorizzata, senza necessità di fornire motivazioni, a non pubblicare opere che non ritiene rispettose, dignitose, accettabili e consone, che possano urtare la sensibilità della collettività.

Si raccomanda di inviare testi in formato Word.

Le opere poetiche verranno pubblicate sulla bacheca della pagina Facebook dell’Associazione Euterpe per tutta la giornata del 21 Marzo 2021.  Data l’alta affluenza in termini di partecipazione riscontrata in precedenti iniziative analoghe, viene richiesto di prestare pazienza e di non contattare l’organizzazione per sapere quando il proprio testo verrà pubblicato. Si consiglia, pertanto, di visitare la pagina in vari momenti della giornata per visionare lo stato dei vari caricamenti

INFO: ass.culturale.euterpe@gmail.com

Letture poetiche sull’amore. L’appuntamento il 14 febbraio con l’iniziativa dell’Ass.ne Euterpe

Nella giornata del 14 febbraio l’Associazione Culturale Euterpe darà pubblicazione sulla pagina Facebook le poesie a tema sull’amore degli autori che vorranno partecipare a questa iniziativa online. Le poesie dovranno essere di propria unica ed esclusiva produzione. Assieme alla poesia (lunghezza massima 40 versi, non in dialetto né lingua straniera) è richiesto di allegare una foto (di propria produzione o, se presa dalla rete, libera da diritti), collegata al tema in oggetto. I testi dovranno essere privi di offese alla morale, religione e scevri da contenuti ideologici, pornografici, xenofobi o volti a denigrare o marginalizzare, l’Associazione – a suo unico e insindacabile giudizio – è libera di decidere di non pubblicare opere che non ritiene consone.L’invio va fatto alla mail: ass.culturale.euterpe@gmail.com – indicare anche il proprio nome e cognome. Le poesie e le foto verranno pubblicate nella giornata del 14 febbraio. Le sole partecipazioni che perverranno nelle ultime ore della giornata verranno pubblicate nella mattinata del giorno successivo. Non ci saranno proroghe di partecipazione.

Al via la VI edizione del Premio “Il Parnaso” in memoria di Angelo La Vecchia

L’importante competizione letteraria , nella sua edizione 2021, viene lanciata nel giorno in cui Angelo La Vecchia avrebbe festeggiato cento anni

Il 29 settembre 2020 ricorre il centenario dalla nascita di Angelo La Vecchia. Ha rappresentato la cultura nella nostra terra per oltre 50 anni diventando una icona del teatro per la nostra città. Nonostante le opportunità che la vita gli ha presentato nel corso degli anni è rimasto fortemente ancorato alla sua famiglia e alla sua terra.

Il direttore artistico ha scelto questo giorno per lanciare la VI edizione del Concorso Internazionale di poesia “Il Parnaso – Premio Angelo La Vecchia”; “L’anno scorso doveva essere l’edizione del centenario ma gli eventi hanno impedito che si svolgesse la manifestazione conclusiva prevista a marzo 2020” ci dice amareggiato il prof. Calogero La Vecchiasperiamo che questa sesta edizione si svolga in un contesto più sereno”. Le premesse ci sono tutte. Il Concorso si compone di diverse sezioni tre delle quali realizzate con paesi stranieri: Daghestan, Crimea e Macedonia. Quest’anno sarà proposta anche la II edizione del concorso per le scuole del primo ciclo “La Poesia è la mia Lingua” che nella scorsa edizione ha visto la partecipazione di tre scuole straniere e diversi istituti italiani.  Riproposta anche la sezione dedicata alla poesia Sperimentale destrutturalista.

Ringrazio l’associazione Culturale Athena che anche quest’anno sarà al mio fianco nella organizzazione del Concorso e della manifestazione finale” – ci dice il prof. Calogero La Vecchia – “e ringrazio tutti coloro che mi incoraggiano in questa bellissima ma faticosa avventura. Devo molto al conforto morale e spirituale del prof. Gaetano Augello che, in qualità di viaggiatore piazzista del Parnaso Canicattinese, mi tiene costantemente in contatto con gli Immortali del Parnaso”.

Anche quest’anno ci sarà il patrocinio del Ministero della Cultura Italiano, del Ministero della Cultura del Daghestan e del Comune di Canicattì che è stato sempre presente al Concorso.

Quest’anno ci saranno delle novità che verranno comunicate in seguito. “Speriamo di fare una conferenza stampa con alcuni dettagli e alcune importanti novità” conclude il prof. Calogero.

Regolamento alla pagina http://concorsoparnaso.weebly.com/regolamento-202021.html .

Si potrà partecipare inviando le poesie fino alla data del 15 dicembre 2020 utilizzando la pagina facebook del concorso: www.facebook.com/concorsoparnaso o l’email concorsoparnaso@gmail.com.

Premio “Il Poeta Ebbro” 2020 – Edizione Romana

Il Premio “Il Poeta Ebbro”, pregevole creazione della nota poetessa romana Anna Manna Clementi, si svolge in due tappe in due diverse città e con diverse Commissioni di Giuria. A Spoleto, infatti, nella verdeggiante Umbria, si è appena conclusa quella che può essere considerata la prima tappa con i premi speciali che sono stati attribuiti a eminenti personalità della cultura nazionale lo scorso 29 agosto nella sontuosa sede dell’Hotel dei Duchi[1]. L’evento, che ha avuto un copioso risultato in termini di pubblico, critica e attenzione mediatica, è stato permesso anche all’importante connubio formatosi con il “Festival dei due Mondi”, appuntamento immancabile del piccolo centro umbro.

Ci si prepara ora per la seconda tappa di questo importante Premio che avrà luogo nella Capitale e che vedrà la consegna di importanti superpremi, tuttavia la data rimane ancora da scegliere e l’individuazione della stessa rimane sospesa per le note condizioni sanitarie dettate dal Coronavirus.

Ci si augura – è questa la vera volontà della frizzante organizzatrice – che la cerimonia di premiazione sia, oltre che un momento per attribuire premi a chi, con merito si è distinto nei vari campi, ma anche per gettare l’avvio di un periodo che si auspica più sereno per tutti, libero da preoccupazioni che limitano comportamenti che potrebbero favorire il diffondersi del virus.

Le nuove giurie del Premio, volutamente distinte per le due diverse “tappe”, hanno lavorato secondo lo schema organizzato con vivace fantasia dalla fondatrice la scrittrice e poetessa romana Anna Manna Clementi. Per la sezione letteraria il presidente di giuria è il poeta di fama internazionale, ex giurista Corrado Calabrò. Si è decretato, quale vincitore dell’edizione 2020 de “Il Poeta Ebbro” il poeta abruzzese (da sempre attivo nella Capitale) Renato Minore, scrittore di successo, giornalista di chiara fama e di riconosciuto impegno.

In tale contesto è stato attribuito un premio anche alla poetessa Jole Chessa Olivares che ha appena pubblicato la traduzione in portoghese del suo libro di poesie Nel finito…mai finito edito da Nemapress, volume risultato già premiato all’esordio del Premio “Il Poeta ebbro” a Palazzo Sora, sede del Sindacato Libero Scrittori Italiani.

La vulcanica Anna Manna Clementi, ideatrice e fondatrice del Premio “Il Poeta Ebbro”

Per quanto attiene, invece, alla sezione della letteratura e arti figurative è stato incaricato di presiedere la giuria il dott. Franco Leone. Premiati sono risultati Silvana Lazzarino e, per la sezione “Dal Lazio con poesia” Rosa Giordano. Per quanto attiene, invece, alla sezione fotografia la Presidente Manna Clementi ha osservato che i nominativi dei vincitori saranno resi noti al momento della cerimonia ufficiale.

“La caratteristica del Premio, che individua i vincitori a insindacabile giudizio della Giuria, consiste nel premiare la persona non tanto per una sua opera, ma soprattutto per il suo impegno globale che spesso si manifesta nel lavoro di una vita intera, nell’abbraccio che a volte accompagna la professione e i giorni della vita in una simbiosi che determina ed individua l’Artista degno di questo nome” ha rivelato la Presidente Manna a sostegno delle motivazioni che hanno dettato la nascita del Premio e la sua naturale prosecuzione – con vivo successo e partecipazione – nel corso degli anni.

Il presente testo è stato adattato, rivisto e implementato dal sottoscritto, curatore di Blog Letteratura e Cultura, in data 26/09/2020 a partire dal comunicato stampa ufficiale a firma di Anna Manna Clementi, ideatrice e presidente del Premio “Il Poeta Ebbro”.


[1] Per un approfondimento, rimando al mio articolo precedente apparso sempre su “Blog Letteratura e Cultura” il 02/09/2020 e disponibile a questo link: https://blogletteratura.com/2020/09/02/allhotel-dei-duchi-di-spoleto-e-andato-in-scena-il-premio-il-poeta-ebbro-importante-incontro-culturale-firmato-anna-manna/

“The Call Center”: spavento Vs curiosità nella poesia-telefonata della performance di Francesca Fini e Davide Cortese. Articolo di Lorenzo Spurio

Articolo di Lorenzo Spurio 

Ben dice Antonietta Tiberia in un recente articolo apparso sulla rivista romana Il Mangiaparole: «Ogni tanto qualcuno ci informa che la poesia è morta. Ma non è vero: la poesia è ben viva e lo sarà finché la porteremo nel cuore. Per questo, dobbiamo ringraziare quei poeti che tanto si adoperano, con mezzi diversi, per renderla accessibile a tutti, per portarla nei luoghi dove non arriverebbe oppure proporla a persone che non la cercherebbero mai di loro spontanea volontà».[1]

Senz’altro curiosa e innovativa la performance poetica di Francesca Fini[2] e Davide Cortese[3] che lo scorso novembre (esattamente il 3 novembre 2019)[4] si è tenuta presso la stanza media del Macro Asilo a Roma. Il progetto, dal titolo inequivocabile “The Call Center”, aveva a che vedere con l’idea di un contatto diretto tra un produttore di poesia e un ipotizzabile ricettore. Un pubblico qualsiasi, trasversale, non scelto, non dotto (non necessariamente), frutto di nessun tipo di scelta e selezione, volutamente indistinto e potenzialmente teso verso un qualsiasi identikit umano. Si tratta dell’evento-avvenimento che Cortese e Fini, con le istallazioni della stessa Fini, hanno voluto portare in scena: una sorta di reading poetico cadenzato, a colpi di cornetta. Performance che non può non far pensare all’invettiva del poeta americano John Giorno (1936-2019) che in Dial a Poem, munito di una cornetta nera (esposta in mostre con suoi reperti e opere) provvedeva a chiamare a random un pubblico declamando poesie di William S. Burroughs, Allen Ginsberg, Diana De Prima, Clark Coolidge, Taylor Mead, Bobby Seale, Anne Waldman e Jim Carroll.[5]

Nel progetto di Fini/Cortese era previsto che il performer, in questo caso non semplice dicitore ma poeta egli stesso, fosse munito di un elenco telefonico della Capitale dal quale trarre numeri di casuali destinatari. Si apprestava così a chiamare, in maniera ordinata, una platea incognita di possibili fruitori della poesia, dietro sua sollecitazione. Viene fatto il numero, la cornetta dall’altro capo del filo squilla e si attende quel tempo, normalmente assai breve, affinché il destinatario si approssimi a rispondere alla chiamata. Ma chi trova dall’altra parte? Non un familiare, non un amico né un collega di lavoro. Oppure – se vogliamo – al contempo tutto questo e anche dell’altro. Trova una voce qualsiasi, di una persona sconosciuta, che chiede di poter recitare una poesia.[6] Una beffa? Forse sì per alcuni. Una perdita di tempo? Altrettanto plausibile nel pensiero di altri. C’è chi storce il naso e, sbigottito, non perde tempo a riattaccare per ritornare alle sue mansioni credute di rango superiore all’ascolto di alcuni sani e gratuiti versi. Chi, intimorito (come non poterlo essere in questa società che grida e inveisce, fatta di persone che ti cercano sembrerebbe solo per un proprio fine di qualche tipo, non di rado economico?) intuisce una possibile inchiesta su prodotti, su tendenze e usi nelle famiglie o, al contrario, di un probabile call-seller, un venditore, un molesto ripetitore di formule persuasive, procacciatore di intercalari di cortesia per cercare di allontanare la discesa della cornetta e la rottura del contatto. È ciò che accade nella gran parte dei casi, è vero, come dar torto a chi, preso in un momento di piccola pausa dal lavoro o chi, tra gli sforzi del seguire un familiare malato, riceve una chiamata imprevista il cui contenuto è nullo, privo di significato, astratto? Ed è proprio in ciò che risiede la potenzialità di questo progetto: nel cercare in uno sconosciuto – potrebbe essere il nostro vicino che mai salutiamo – di farsi accogliere nella propria casa, senza nessun fine disgiunto dal contenuto del messaggio. Quello di usufruire di un bene immateriale, collettivo, gratuito e non deteriorabile quale è la poesia. Se è vero che sono pochi coloro che possono rispondere positivamente a una chiamata di questo tipo, nel lasciarsi coinvolgere da una relazione misteriosa, nel concedere un po’ di tempo all’altro fornendo il solo ascolto nel recepire il messaggio, non c’è neppure da biasimare la poca confluenza e propensione dell’altro a rendere praticabile questo tipo di esperimento.

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Le variabili, i contorni, ne abbiamo già accennati alcuni, possono essere innumerevoli, tutti plausibili e più o meno onesti anche se, dopo che il mittente chiarifica che non si tratta di una vendita telefonica ma di una persona che si offre di leggere una poesia, non si capisce il perché della diffidenza nel continuare a sentire per qualche altro minuto. Si comprende che, al di là dei canonici motivi del poco tempo, della frustrazione collettiva, della poca fiducia nell’altro, si assommano una serie di altri motivi quali l’incomprensione propriamente detta, la considerazione della poesia alla stregua della vendita dell’enciclopedia Treccani, l’inutilità dei contenuti, finanche la paranoia vera e propria. Tutti aspetti che nascono, si fortificano e si estremizzano nel brevissimo tempo del rapporto comunicativo che intercorre tra l’alzata della cornetta e la chiusa della chiamata, in alcuni casi davvero una manciata di secondi.

Le poesie che il performer legge sono di sua produzione o appartengono ad autori del mondo classico ai quali lui (e la curatrice, come il caso di Lowell)[7] si sentono particolarmente legati; tra di essi Walt Whitman, Gregory Corso, Emily Dickinson e Amy Lowell. Cito dalla descrizione della iniziativa: «L’esperienza alienante[8] dei call center, dove il poeta Davide Cortese ha lavorato per un periodo della sua vita, si trasforma in un’azione surreale che capovolge completamente il significato delle telefonate commerciali, instaurando con lo sconosciuto dall’altra parte del filo un’inaspettata relazione poetica priva di scopi utilitaristici». Il funzionamento di questo attacco d’arte, questa performance poetico-sonora, di questo esperimento sociologico: «Davide si siede al tavolo e apre le pagine bianche. Senza pensarci troppo sceglie un numero a caso e chiama. Quando intercetta una presenza umana dall’altra parte del filo, comincia a recitare una poesia, dalla pila di libri che tiene accanto al telefono. Una roulette russa poetica, inaspettata, imprevista e imprevedibile, scevra da mediazioni, presentazioni, preliminari, filtri e formule di cortesia. Ogni nuova telefonata, una poesia: contemporanea, viscerale, secca, dura, tra i denti. Le reazioni degli sconosciuti sono altrettanto sorprendenti e inaspettate: silenzio, sconcerto e, come qualcuno ha avuto poi il coraggio di confessare, puro terrore. Nella maggior parte dei casi, appena Davide comincia a recitare le sue poesie, la gente reagisce ammutolendo. Immagino occhi sgranati e fronti aggrottate, in qualche angolo della città, davanti a qualcosa di evidentemente inimmaginabile e incomprensibile: uno sconosciuto che ti chiama per dedicarti una poesia». 

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Pur vero, come sostiene Giulia Bertotto in un recente articolo dedicato a questa performance, che la lettura di una poesia – in questo contesto e con tali modalità – è «un’azione invadente ma non prepotente».[9] Come dire, è vero… la telefonata può scioccare (oltre che scocciare!) tanto da far rimare il destinatario alla cornetta senza un filo di voce, interdetto e curioso al contempo, da motivarlo in pochi frammenti di secondi a chiudere quella telefonata-boutade o a dare qualche secondo aggiuntivo “omaggio” al chiamante per farsi meglio interpretare. Eppure, per quei pochi che lo scopriranno (che crederanno nel beneficio del dubbio), noteranno che non avranno niente da perdere: nessuno li minaccerà, nessuno chiederà firme elettroniche, pin del proprio bancomat, né dovrà sorbirsi gli intercalari osannanti e mielosi di un venditore di fumo. O forse sì, perché, in fondo, cos’è la poesia? Perché si usa la telefonata se non per comunicare qualcosa di urgente, utile o necessario? La poesia possiede qualcuna di queste caratteristiche? Sì per alcuni (pochi), no per tutti gli altri (la stragrande maggioranza). La telefonata – che giunge imprevista, puntuale, aprendo a un incognito – desta sempre un grande mistero (chi si celerà dall’altro capo del filo?; adesso, che cosa sarà successo?!; lo sapevo che mi avrebbe trovato, ora cosa faccio?!) solo una volta alzata la cornetta può svelare la sua vera natura ma nel caso di questa poetry-call (che nulla ha a che vedere con un call for paper accademico con una sua deadline) non dissipa il suo gradiente di mistero e suspence anche una volta che l’interlocutore ha chiesto “chi è?”, “cosa vuole?” dal momento che sta proprio all’interlocutore – unico padrone del mezzo, ma non del meccanismo nel quale indirettamente è stato introdotto – decidere se continuare questo “gioco”, chiamiamolo così, nella sua accezione di qualcosa di infantile e di indescrivibile al contempo, o per lo meno tentare di comprenderne un po’ meglio i contorni. Cosa che, come Cortese stesso ha rivelato, in pochi hanno deciso di fare.

Frenesia del vivere, disinteresse, disattenzione e fastidio, ma anche mancanza di coraggio – bisogna rivelarlo – nel predisporsi al nuovo, nel gettarsi verso l’incognito. Spazio sconosciuto che si può conoscere e abitare, semplicemente lasciando qualche secondo in più al mittente per recitare qualche altra battuta. E poi, in fondo, anzi in principio, la questione cardine: la poesia. Ovvero quella strana materia scolastica fondata sul ripeti a memoria, fai copia-incolla cerebrale e ripeti alla bisogna, usa e getta… quella cosa pedante da libri a rilegatura pesante di stoffa scura che prendono polvere in qualche angusta libreria di legno che sembra scricchiolare al passaggio, come un qualche lamento di anime. Può destabilizzare una poesia? Può arrecare disturbo, disagio o addirittura spavento l’assistere alla lettura di una poesia? Semmai può creare incomprensione per questa proposta che avviene in maniera incisiva e invadente… Lo spiazzamento che si crea tra l’apertura della chiamata e la decisione istintuale di mettere fine alla conversazione improbabile e assurda, viene coperto da un tempo brevissimo. In pochi – stando alle dichiarazioni dello stesso Cortese caller-poeta, poet-performer che viaggia sulle linee telefoniche – decidono di accettare la sfida e di dedicarsi tempo (non è solo un dedicare tempo all’altro, allo sconosciuto mittente, ma a se stessi, ed è questo il bello) pervasi dai propri dilemmi, ammorbati dal temperamento bizzoso di chi, con una telefonata di quel tipo, si è in qualche modo visto offeso, disturbato, quasi violato nel suo universo domestico. Ci sono anche le eccezioni, è vero e, in quanto tali, non vanno dimenticate e sono meritorie di menzioni; come ha riportato Antonietta Tiberia nel suo articolo «[Alcune] persone, specialmente donne anziane sole, hanno ringraziato per il piacevole intermezzo nel loro pomeriggio di solitudine domenicale».[10] Lo spettro delle risposte è assai ampio: dalla prepotente indifferenza che non dà scampo al performer e che lo silenzia subito chiudendo la chiamata dopo pochi secondi, a un atteggiamento di curiosità mista al tormento che, invece, motiva l’apertura della chiamata… vale a dire il destinatario non interviene (in nessun modo, in nessuna forma) ma resta in ascolto, un po’ inebetito e un po’ affascinato. Dall’altra parte ci sono casi che evidenziano un reale interesse, finanche (raro) una reale partecipazione dell’interlocutore che fa domande, interviene, commenta, addirittura (rarissimo) esprime un giudizio critico o un parere su quel testo o che, avendo introiettato il meccanismo e avendolo trovato utile e divertente al contempo, chiede di poter recitare lui stesso una sua poesia. Nel chiamare a caso i numeri tratti dall’elenco, in effetti, c’è la stessa possibilità di chiamare un meccanico che un poeta, un chirurgo appena rientrato a casa da una dura giornata di lavoro o un modesto carpentiere, come pure un italiano o uno straniero, un anziano o un bambino (e potremmo continuare così all’infinito!) ad ulteriore evidenza di questa applicazione fortemente libera e partecipativa, democratica, scevra da parametri di qualsiasi natura. Così come sono variegati i profili umani dei destinatari, altrettanto lo sono le loro risposte, le loro non risposte, le loro esitazioni, fughe, riprovazioni e condanne.

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Alcune considerazioni dello stesso Cortese in merito alla performance possono aiutarci a comprendere ancor meglio il raggio d’azione e gli intendimenti di questo procedimento, finanche gli esiti raggiunti. In una recente intervista da me condotta al poeta, questi ha rivelato che «Le mie aspettative non sono state deluse. Ero convinto che in molti sarebbero rimasti ad ascoltare, anche solo per curiosità, e così è stato. […] Certamente l’avere all’altro capo del filo un perfetto sconosciuto fa mettere sulla difensiva. Ma lo avevamo messo in conto. Faceva parte del gioco. […] Da questa performance si può desumere che anche tra quelli che non si professano amanti della poesia ci si può ritagliare uno spazio d’attenzione per quest’arte meravigliosa». 

Chi meglio della stessa ideatrice della performance può parlarcene? A continuazione qualche mia domanda posta a Francesca Fini e le sue preziose risposte.[11]

1) Com’è nata l’idea di questa performance e quali obiettivi si proponeva? Essi possono considerarsi raggiunti?

La performance è nata in seguito ad una riflessione che personalmente porto avanti da moltissimo tempo sulla possibilità concreta di realizzare una performance interattiva e immersiva, in cui la separazione tra pubblico e privato, spettacolo e spettatore, venga realmente abbattuta. La risposta a questo eterno quesito, nel caso delle performance che implicano un coinvolgimento del pubblico presente nello stesso spazio del performer, è chiaramente no. Nel senso che il coinvolgimento viene condizionato dalla consapevolezza dello spettatore di essere coinvolto nell’azione artistica, dalla sua preoccupazione di calarsi in una parte e, quindi, di vestire la maschera di ciò che ci si aspetta da lui in quanto spettatore-attore. Comincia quindi, inevitabilmente, a recitare una parte. E dove c’è recitazione, dove c’è rappresentazione, non c’è più performance art. Ho notato come quasi sempre le performance cosiddette interattive, realizzate cioè coinvolgendo il pubblico presente nello spazio performativo, consapevole di diventare parte dell’opera, naufraghino in una sciatta mistificazione concettuale, in una maldestra simulazione di spontaneità e autenticità. Ho quindi immaginato un performance radicale che si basi sul coinvolgimento di un pubblico veramente inconsapevole, ignaro di diventare parte di un’azione artistica. L’idea del telefono è stata prodotta da queste riflessioni, e da lì si è poi sviluppato il concept generale della performance “The Call Center”, con la collaborazione di Davide Cortese, che in scena è semplicemente se stesso, nella doppia veste biografica di poeta e di operatore di call center. Gli obiettivi credo siano stati felicemente raggiunti.

 

2) Porterete questa performance in altri contesti, riproponendola, con la partecipazione di un pubblico come fatto al Marco Asilo di Roma?

La performance “The Call Center” è pensata come dispositivo portatile, adattabile a qualsiasi contesto espositivo e a versioni site-specific. Sono già in contatto con altri festival interessati ad ospitarla, anche all’estero, e con una società per realizzare un vero e proprio set, con gli stessi strumenti e arredi che vengono utilizzati in un call center, lavorando con veri operatori di telemarketing commerciale, che affronteranno una sfida assolutamente nuova, quella di tenere al telefono il potenziale cliente con la poesia.

 

3) La performance può essere definita come un esperimento sociologico? Se sì, ora che è terminata, quali dati di lettura e analisi possono essere dedotti e riferiti?

Ogni opera di performance art pubblica è, di fatto, un esperimento sociologico: innesca una serie di domande, a cui spesso non si trovano risposte esaurienti, sul rapporto tra arte e vita, tra esperienza e rappresentazione, tra verità e finzione. Nel caso di “The Call Center”, questo principio è del tutto evidente. Naturalmente nessuno di noi ha scelto di registrare i dati prodotti dalla performance per una sua lettura analitica, e neppure abbiamo sviluppato preventivamente un criterio scientifico per la registrazione di questi dati. Perché abbiamo scelto di rimanere nel campo effimero dell’arte performativa, il cui impatto è sempre transitorio, la cui narrazione si apre a infinite possibili letture e il cui criterio fondamentale non è quello del senso ma della sensazione. La sensazione più clamorosa che sicuramente questa performance ci ha dato – comunicandola con forza al pubblico presente in sala, quello sì, vero spettatore oltre la quarta parete – è che oramai siamo abituati esclusivamente a comunicazioni di carattere utilitaristico e commerciale. Da cui, ovviamente, abbiamo imparato a difenderci. La comunicazione puramente empatica, priva di secondi fini, tra sconosciuti, non è più considerata qualcosa di possibile per lo stile di vita contemporaneo. Si cerca dietro la strategia, la fregatura, il trucco. La chiacchiera inutile ma utile, senza scopo ma con un fine, per ammazzare il tempo e così dargli un senso, quella dei nostri nonni e di quelli prima di loro, è severamente bandita. Con Davide abbiamo provato che invece questo tipo di comunicazione fa parte del nostro DNA già antico. Ce ne siamo accorti ascoltando lo scambio con quegli interlocutori – pochi ma buoni – che hanno deciso di far cadere il sospetto, di stare al gioco, di farsi trascinare in una situazione così insolita e surreale. E quando riattivi quella latente porzione di codice del nostro DNA, in un sonnacchioso pomeriggio domenicale, scoppia la magia.

Lorenzo Spurio

 

Bibliografia

Bertotto Giulia, “L’arte contemporanea nella poesia: The Call Center”, Slam Contemporary, 3 novembre 2019, https://slamcontempoetry.wordpress.com/2019/11/11/larte-contemporanea-nella-poesia-the-call-center/

Di Genova Arianna, “John Giorno, l’artista che regalava poesia al telefono”, Il Manifesto, 13/10/2019, https://ilmanifesto.it/john-giorno-lartista-che-regalava-poesie-al-telefono/

Tiberia Antonietta, “Poesia al telefono. Call Center poetico al MACRO asilo”, Il Mangiaparole, n°7, luglio/settembre 2019, p. 44.

Intervista a Francesca Fini per performance novembre 2019: https://www.youtube.com/watch?v=DfJ1okAHKRI

http://performart.altervista.org/the-call-center-performance-art-tv/

https://abitarearoma.it/the-call-center-davide-cortese/

https://vimeo.com/groups/21825/videos/385885170

 

Note di riferimento 

[1] Antonietta Tiberia, “Poesia al telefono. Call Center poetico al MACRO asilo”, Il Mangiaparole, n°7, luglio/settembre 2019, p. 44.

[2] Francesca Fini è un’artista interdisciplinare la cui ricerca spazia dalla video-arte al documentario sperimentale, dal teatro alla performance art, dalle arti digitali all’installazione pittorica, inoltrandosi in quel territorio di confine dove le arti visive si ibridano, cercando di proporne una sintesi nuova proprio nel linguaggio performativo contemporaneo. Negli anni ha performato ed esibito il suo lavoro in numerosi contesti di alto livello sia in Italia che all’estero tra cui al MACRO (Roma), Manege Museum (San Pietroburgo), Schusev State Museum of Architecture (Mosca), Arsenale (Venezia), a Toronto, Chicago, San Paolo, Rio. Ha realizzato “Ofelia non annega”, un lungometraggio sperimentale, che mescola il linguaggio della performance art a quello dell’archivio storico. I suoi video sono distribuiti da Video Out di Vancouver e VIVO Media Art Center.

[3] Davide Cortese è nato sull’isola di Lipari (ME) nel 1974 e vive a Roma. Per la poesia ha pubblicato ES (1998), Babylon Guest House (2004), Storie del bimbo ciliegia (2008), Anuda (2011), Ossario (2012), Madreperla (2013), Lettere da Eldorado (2016) e Darkana (2017). I suoi versi sono inclusi in numerose antologie e riviste cartacee e on-line, tra cui Poeti e Poesia e I fiori del male. Nel 2015 ha ricevuto in Campidoglio il Premio Internazionale “Don Luigi Di Liegro”. Autore anche di raccolte di racconti.

[4] Non si è trattata della prima performance di questo tipo dato che già due anni prima, nel novembre del 2017, venne realizzato, sebbene in una dimensione domestica nello studio di Francesca Fini. Qui si trova il video di quella esperienza: https://www.facebook.com/performancearttv/videos/544181842601278/ mentre a questo link un estratto della performance romana: https://vimeo.com/groups/21825/videos/385885170

[5] «Dial-A-Poem scaturì da uno scambio con il sodale Burroughs; all’inizio, le linee previste erano dieci, poi crebbero: bisognava strappare più persone possibile dalla banalità del loro everyday», in Arianna Di Genova, “John Giorno, l’artista che regalava poesia al telefono”, Il Manifesto, 13/10/2019, https://ilmanifesto.it/john-giorno-lartista-che-regalava-poesie-al-telefono/

[6] In altri casi il perfomer declama direttamente la poesia senza nessuna richiesta in tal senso e il messaggio poetico, l’attacco d’arte, anticipa un qualsiasi tipo di rapporto dialogico tra mittente e destinatario.

[7] Davide Cortese in una recente intervista privata da me fatta ha dichiarato che «Amy Lowell è un’autentica passione di Francesca Fini e piace molto anche a me. Francesca ha dedicato a questa affascinante poetessa un film meraviglioso: Hippopoetess». Nessuno dei destinatari, come rivelato dallo stesso Cortese, è stato in grado di accennare o intuire l’autore di determinate liriche lette durante la performance.

[8] L’uso del corsivo è mio per sottolineare alcune parole-chiave nella descrizione del progetto fatta dallo stesso autore-performer.

[9] Giulia Bertotto, “L’arte contemporanea nella poesia: The Call Center”, Slam Contemporary, 3 novembre 2019, https://slamcontempoetry.wordpress.com/2019/11/11/larte-contemporanea-nella-poesia-the-call-center/

[10] Antonietta Tiberia, “Poesia al telefono. Call Center poetico al MACRO asilo”, Il Mangiaparole, n°7, luglio/settembre 2019, p. 44.

[11] Intervista condotta a livello privato per e-mail il 24-01-2020.

 

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Premio “Ciampi” conferito al poeta e artista performativo Aldo Piromalli

Articolo di Lorenzo Spurio 

62036444_1608203175982192_40656821848899584_nSabato 18 gennaio alle ore 16 presso Villa Mimbelli a Livorno, nel contesto della XX edizione del noto Premio “Ciampi” indetto dall’omonima Associazione Culturale “Premio Ciampi”, verrà premiato il poeta e artista romano (da decenni ad Amsterdam) Aldo Piromalli – autore dell’irriverente e sdegnata “Affanculo” interpretata al Festival di Castelporziano nel 1979, il Woodstock italiano – segnalato alla commissione dall’artista Dora García.

A ricevere per lui il premio saranno alcuni esponenti del panorama culturale letterario, tra critici che negli ultimi anni hanno mantenuto contatti con Piromalli e approfondito la sua arte, dedicandogli anche volumi e studi. Ritireranno il premio conferito al poeta nato nella borgata operaia romana del Tufello nel 1946, Giulia Girardello, che ha pubblicato il volume Se io sono la lingua. Aldo Piromalli e la scrittura dell’esilio (2013), Alessandro Manca, che ha curato la fondamentale antologia generazionale italiana su un periodo poco trattato dalla critica canonica: I figli dello stupore. La Beat Generation italiana (2018) dove Piromalli risulta inserito e antologizzato e Mattia Pellegrini. A chiudere l’evento una performance musicale scritta da Piromalli eseguita da Marco Lenzi.

Recentemente il sottoscritto ha dedicato un ampio saggio sull’opera poetica e artistica del poliedrico Piromalli, noto come beat della scena romana nonché vicino ai provos olandesi, dal titolo “Tra la Contestazione degli anni ’60/’70 e l’esperienza della mail art: Aldo Piromalli” pubblicato sul n°29 della rivista di poesia e critica letteraria Euterpe a Luglio 2019. A compendio del saggio, oltre ad alcuni scatti giovanili in bianco e nero di Piromalli gentilmente concessi dal cognato Mattia Camellini, una scelta di sue poesie inedite.[1]

Il Premio “L’Altrarte”, meglio noto semplicemente come “Pietro Ciampi”, porta il nome del celebre artista livornese Pietro Ciampi, ricordato per aver “rotto” con una certa tradizione melodica italiana; annualmente viene attribuito a insigni esponenti del mondo cantautorale e non solo, fino a toccare varie sezioni artistiche del campo visivo come il teatro, il cinema, la letteratura, aspetti che contraddistinsero la passione dello stesso Ciampi.

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[1] In un precedente numero della stessa rivista il sottoscritto aveva riportato l’intervista concessa da Aldo Piromalli: “Intervista al poeta beat e poliedrico artista Aldo Piromalli”, Euterpe, n° 23, Giugno 2017.

Il bando del IX Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” (scadenza 30-09-2020)

Art. 1 – ORGANIZZAZIONE

Viene bandita la nona edizione del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, ideato, fondato e presieduto dal poeta e critico letterario Lorenzo Spurio e organizzato dall’Associazione Culturale Euterpe di Jesi.

Art. 2 – PATROCINI MORALI

Il Premio è patrocinato dalla Regione Marche, dall’Assemblea Legislativa della Regione Marche, dalla Provincia di Ancona e dai Comuni di Jesi, Ancona e Senigallia.

Art. 3 – PARTNERSHIPS

Il Premio gode del sostegno e della collaborazione esterna (partnership) di alcune enti e associazioni culturali che condividono gli intenti di promozione e diffusione della cultura e le finalità del concorso: Centro Studi “Sara Valesio” di Bologna, Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna, Associazione “Le Ragunanze” di Roma, Associazione Siciliana Arte e Scienza (ASAS) di Messina, Associazione “Arte per Amore” di Seravezza (Lucca), Associazione “L’Oceano nell’anima” di Bari, Associazione “Africa Solidarietà Onlus” di Arcore (Monza-Brianza), Associazione “Il Faro” di Cologna Spiaggia (Teramo), Associazione “Poesia & Solidarietà Onlus” di Trieste, AlmanHaiku e Wiki-Poesia.

Art. 4 – REQUISITI FONDAMENTALI

Si può partecipare sia con opere edite che inedite. Qualora l’opera sia edita è necessario indicare nella scheda di partecipazione il riferimento bibliografico completo dove è precedentemente apparsa (titolo opera, casa editrice, luogo e anno di pubblicazione). L’organizzazione è sollevata da qualsiasi problematica, disguido e controversia possa nascere nel caso in cui l’autore presenti la sua opera come inedita quando, in realtà, essa, alla data d’invio della partecipazione al premio, è edita.

Art. 5 – NORME DI ESCLUSIONE

a)   L’opera non deve aver ottenuto un premio da podio (1°, 2°, 3° premio assoluto o ex aequo) in un precedente concorso al momento dell’invio della propria partecipazione, pena l’esclusione. Se la singola opera fa parte di una silloge, mini raccolta o raccolta che è risultata premiata con un premio da podio potrà essere inviata ma non dovrà avere il medesimo titolo della silloge, mini raccolta o raccolta premiata, pena l’esclusione.

b)   I vincitori del 1° premio assoluto dell’edizione precedente di codesto Premio (anno 2019) non potranno concorrere nella medesima sezione di riferimento, pena l’esclusione.

c)   È fatto divieto ai Soci Fondatori e ai Soci Onorari dell’Associazione Culturale Euterpe, ai Presidenti di Giuria attivi o passati del presente premio, ai Presidenti delle Associazioni partner e ai vincitori di Premi Speciali “Alla Carriera” e “Alla Cultura” in precedenti edizioni del premio prenderne parte, pena l’esclusione.

Art. 6 – MINORENNI

I minorenni partecipano a titolo gratuito. Per la loro iscrizione è necessario che la scheda dati venga firmata in calce da un familiare (indicando tra parentesi il legame di parentela) o da un curatore o chi ne fa le veci. Si rammenta che le opere dei minorenni verranno valutate al pari di quelle degli adulti nelle  medesime sezioni di riferimento e che la loro valutazione non avverrà secondo una graduatoria a parte, non essendo dedicata una specifica sezione alla partecipazione di minori e giovanissimi.

Art. 7 – SEZIONI A CONCORSO

Il Premio è articolato in dieci sezioni identificate dalle lettere dell’alfabeto. Il partecipante può prendere parte a una o più sezioni.

SEZIONE A – POESIA IN ITALIANO: Si partecipa con un massimo di tre poesie in lingua italiana a tema libero in forma anonima che non devono superare i 40 versi ciascuna (senza conteggiare il titolo, l’eventuale sottotitolo, dedica, spazi bianchi).

SEZIONE B – POESIA IN DIALETTOSi partecipa con un massimo di tre poesie in dialetto a tema libero in forma anonima che non devono superare i 40 versi ciascuna (senza conteggiare il titolo, l’eventuale sottotitolo, dedica, spazi bianchi). Le opere dovranno avere ben indicato il riferimento al tipo di dialetto o di zona nel quale è parlato e si dovrà allegare obbligatoriamente la traduzione dell’opera in lingua italiana. Qualora la traduzione non sia stata eseguita dall’autore è necessario indicare il nome del traduttore.

SEZIONE C – POESIA IN LINGUA STRANIERASi partecipa con un massimo di tre poesie in lingua straniera a tema libero in forma anonima che non devono superare i 40 versi ciascuna (senza conteggiare il titolo, l’eventuale sottotitolo, dedica, spazi bianchi). Si considerano lingue straniere tutti quegli idiomi vivi caratteristici degli stati nazionali e federali nonché i patois e le lingue minoritarie che contraddistinguono un popolo. Non si accetteranno opere in lingue artificiali o in codici che non hanno un uso reale o non peculiari di una realtà geopolitica concreta riconosciuta dalla comunità internazionale. Le opere dovranno avere ben indicato il riferimento al tipo di lingua o alla zona nella quale è parlato e si dovrà allegare obbligatoriamente la traduzione dell’opera in lingua italiana. Qualora la traduzione non sia stata eseguita dall’autore è necessario indicare il nome del traduttore.

SEZIONE D – POESIA RELIGIOSA: Si partecipa con un massimo di tre poesie a tema religioso in forma anonima che non devono superare i 40 versi ciascuna (senza conteggiare il titolo, l’eventuale sottotitolo, dedica, spazi bianchi).

SEZIONE E – PROSA POETICA: Si partecipa con un testo in prosa (no versi) che non superi 1 cartella editoriale pari a 1.800 battute complessivi (spazi compresi) in cui l’elemento narrativo rappresenti un aspetto marginale e secondario a beneficio degli elementi più marcatamente riflessivi e descrittivi che possano far risaltare gli aspetti emozionali e sensoriali dando sfogo alla propria interiorità prediligendo composizioni costruite su un piano lirico di chiaro impatto. Non saranno conformi a tale sezione racconti canonicamente intesi fondati prevalentemente sulla costruzione del personaggio (fiction) o la narrazione di episodi.

SEZIONE F – LIBRO EDITO DI POESIASi partecipa con un solo libro di poesia pubblicato con una casa editrice o auto-prodotto dotato di codice identificativo ISBN. La partecipazione può essere inoltrata dall’autore, dal curatore del volume, dall’editore o dal (riconosciuto) erede letterario dell’autore. In caso di vittoria il premiato verrà comunque considerato l’autore del volume. Si accettano anche libri di poesie in dialetto o in lingua straniera (con traduzione a fronte), di haiku e libri di poesia corredati da immagini (foto e quadri) e antologie (in questo caso si leggano le specifiche sotto). Si accettano, altresì, libri di poesie di autori scomparsi, inviati da parenti, amici, centri culturali ed editori. Verranno in questo caso considerati, in caso di valutazione positiva della Giuria, per un Premio speciale o “Alla memoria”. Il partecipante deve inviare tre copie cartacee del libro e, qualora ne disponga, anche il file originale in formato .doc, .docx o .pdf. Si fa presente che è comunque obbligatorio l’invio delle tre copie cartacee.

Specifiche per la partecipazione con antologie e opere di AA.VV.

Si partecipa con un’antologia poetica (di qualsiasi tipo e composizione, tranne le antologie dei premi letterari) pubblicata con una casa editrice o auto-prodotta dotata di codice identificativo ISBN. La partecipazione può essere inoltrata dall’autore principale, dal curatore, dall’editore o da uno degli autori inseriti. Il partecipante deve inviare tre copie cartacee del libro e, qualora ne disponga, anche il file digitale in formato .doc, .docx, .pdf. Si fa presente che è comunque obbligatorio l’invio delle tre copie cartacee. Qualora il partecipante sia uno degli autori inseriti e non il curatore dell’antologia, il partecipante dovrà informare previamente della sua volontà di partecipare al premio il curatore del volume e dovrà tenerlo aggiornato sull’andamento del concorso e l’esito. Il partecipante sarà l’unico responsabile in materia di comunicazioni con il curatore dell’antologia per tutte le fasi relative del Premio, non potendo il curatore/editore nulla imputare all’organizzazione del Premio.

SEZIONE G – HAIKUSi partecipa con un massimo di tre haiku (5-7-5 sillabe) in lingua italiana in forma anonima.

SEZIONE H – VIDEO-POESIASi partecipa con una video-poesia che dovrà essere inviata solo con una delle due possibilità: 1) caricandola sul sito online YouTube e fornendo nella mail di partecipazione il link del video. In questo caso l’utente non deve assolutamente apportare modifiche al video né cambi di URL per tutta la durata di svolgimento del premio, pena la squalifica; 2) allegando il video (soli formati .avi, .mp4, .wmv) mediante il sito di trasferimento dati gratuito WeTransfer. Non verranno considerati validi altri sistemi di trasmissione delle opere. Non dovranno essere mandati video nei quali siano impiegate canzoni, basi e melodie d’accompagnamento che siano brani tutelati/iscritti alla SIAE. Nella scheda di partecipazione l’autore deve dichiarare di avere utilizzato per la produzione del video materiali (foto, video, musiche) propri o di dominio pubblico o, laddove siano opere di terzi, di aver ottenuto le necessarie liberatorie per l’utilizzo, sollevando l’Associazione Culturale Euterpe da qualsivoglia responsabilità.

SEZIONE I – CRITICA LETTERARIASi partecipa con una recensione, o un testo critico o un’analisi dell’opera, o un approfondimento, o un articolo, o un saggio letterario su un’opera poetica classica o contemporanea della letteratura italiana o straniera (comprensiva su autori esordienti) in forma anonima. Si potranno inviare anche note di lettura, prefazioni, postfazioni e note critiche all’interno di un volume (in questo caso esso dovrà essere corredato dei dati bibliografici) e recensioni. L’opera potrà focalizzarsi sull’analisi di una singola poesia o di più testi, di una silloge, di un libro o più, o dell’intera produzione poetica di un dato autore. Tale testo non dovrà superare le quattro cartelle editoriali pari a 7.200 battute complessive (spazi compresi), senza conteggiare il titolo, le eventuali note a piè di pagina e la bibliografia (consigliata).

Sezione L – LIBRO EDITO DI SAGGISTICA SULLA POESIA: Si partecipa con un solo libro di saggistica / critica letteraria (saggio, volume critico, approfondimento, monografia, tesi di laurea pubblicata) su qualsiasi aspetto relativo alla poesia, sia locale, nazionale che internazionale, pubblicato con una casa editrice o auto-prodotto dotato di codice identificativo ISBN. La partecipazione può essere inoltrata dall’autore, dal curatore del volume e dall’editore. In caso di vittoria il premiato verrà comunque considerato l’autore del volume. Il partecipante deve inviare tre copie cartacee del libro e, qualora ne disponga, anche il file originale in formato .doc, .docx o .pdf. Si fa presente che è comunque obbligatorio l’invio delle tre copie cartacee.

Art. 8 – CONTRIBUTO:

Per prendere parte al Premio è richiesto un contributo di € 10,00 a sezione a copertura delle spese organizzative. È possibile partecipare a più sezioni corrispondendo il relativo contributo. Gli associati dell’Associazione Culturale Euterpe regolarmente iscritti all’anno di riferimento (2020) hanno diritto a uno sconto del contributo pari al 50% per sezione.

Bollettino postaleCC n° 1032645697

Intestazione: Ass. Culturale Euterpe – Jesi – Causale: IX Premio di Poesia “L’arte in versi”

Bonifico bancarioIBAN: IT31H0760102600001032645697

BIC / SWIFT: BPPIITRRXXX (per pagamenti dall’Estero)

Intestazione: Ass. Culturale Euterpe – Jesi – Causale: IX Premio di Poesia “L’arte in versi”

Contantinel caso si invii il materiale per posta tradizionale, la quota di partecipazione potrà essere inserita in contanti, ben occultata all’interno del plico.

Art. 9 – SCADENZA E INVIO

La scadenza di invio dei materiali (opere, scheda di iscrizione compilata e ricevuta del contributo versato) è fissata al 30 settembre 2020. I materiali dovranno pervenire in forma digitale (per le opere esclusivamente in formato .doc; per gli altri materiali anche in formato .pdf o .jpg) alla mail premiodipoesialarteinversi@gmail.com indicando come oggetto “IX Premio di Poesia “L’arte in versi” – 2020”. In alternativa, l’invio può avvenire in formato cartaceo; in questo caso fa fede la data di spedizione. Il plico dovrà essere inoltrato a:

IX Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”

Associazione Culturale “Euterpe”

c/o Dott. Lorenzo Spurio

Via Toscana n°3

60035 – Jesi (Ancona)

Le sezioni F (Libro Edito di Poesia), H (Video-Poesia) e L (Libro Edito di Saggistica) prevedono modi diversi di invio delle proprie opere. Per prendere visione delle modalità, si rimanda al precedente art. 7 del bando.

 

Art. 10 – ELABORATI

Le opere a concorso non verranno in nessun modo riconsegnate. Per quanto concerne le sezioni F (Libro edito di poesia) e L (Libro edito di saggistica) le copie dei volumi partecipanti verranno donate alla Biblioteca del Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e ad altre biblioteche. Una copia rimarrà nell’Archivio dell’Associazione Culturale Euterpe.

Art. 11 – MOTIVI DI ESCLUSIONE DELLA PROPRIA OPERA

Saranno esclusi dalla Segreteria le partecipazioni che non saranno considerate conformi al bando ovvero le opere che:

a)      riportano nome, cognome, soprannome dell’autore, il motto o altri segni di riconoscimento o di possibile attribuzione dell’opera (con eccezione delle sezioni F,H,L).

b)      sono risultate vincitori di un 1°, 2° o 3° premio in un precedente concorso;

c)      appartengono ad autori che hanno vinto il 1° premio assoluto nella medesima sezione nella precedente edizione del Premio;

d)      appartengano ad autori che sono stati premiati con Premi Speciali “Alla Carriera” e “Alla Cultura” in precedenti edizioni del Premio.

e)      presentano elementi razzisti, xenofobi, denigratori, pornografici, blasfemi, di offesa alla morale e al senso civico, d’incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione di ciascun tipo o che fungano da proclami ideologici, partitici e politici;

f)       appartengono ai soci fondatori e onorari dell’Associazione Culturale Euterpe; ai Presidenti di Giuria attivi o passati del presente premio; ai Presidenti delle Associazioni che collaborano esternamente;

g)      sono giunte prive della scheda dei dati personali e/o del contributo di partecipazione e/o dei testi con i quali s’intende partecipare, e/o con la scheda di partecipazione illeggibile e/o non completata in ogni campo, e/o con modalità non conformi a quanto richiesto dal bando, e/o oltre i termini di scadenza.

Art. 12 – COMMISSIONE DI GIURIA

Le Commissioni di Giuria, differenziate per le varie sezioni, sono costituite da poeti, scrittori, critici letterari, giornalisti ed esponenti del mondo culturale e letterario: Cinzia Baldazzi, Stefano Baldinu, Fabia Binci, Stefano Caranti, Valtero Curzi, Mario De Rosa, Cinzia Demi, Fabio Grimaldi, Giuseppe Guidolin, Francesca Innocenzi, Antonio Maddamma, Emanuele Marcuccio, Francesco Martillotto, Vincenzo Monfregola, Morena Oro, Alessandro Ramberti, Antonio Sacco, Rita Stanzione e Michela Zanarella. La Giuria è presieduta da Michela Zanarella. Il giudizio della Giuria è definitivo e insindacabile.

Art. 13 – PREMI

Per ciascuna sezione saranno assegnati tre premi da podio: 1° Premio: targa placcata in oro 24 kt, diploma, motivazione della giuria e tessera socio ordinario Ass. Culturale Euterpe anno 2021; 2°/ 3° Premio: targa, diploma e motivazione. La Giuria attribuirà il Premio del Presidente di Giuria, il Premio della Critica, il Trofeo “Euterpe”, il Premio “Picus Poeticum” (alla migliore opera di un autore marchigiano), il Premio ASAS (alla migliore opera in siciliano), il Premio “Le Ragunanze” (alla migliore opera sulla natura), il Premio “L’Oceano nell’Anima” (alla migliore opera con ambientazione classica), il Premio “Arte per Amore” (alla migliore opera a tema amoroso), il Premio “Il Faro” (alla migliore opera sul mare), il Premio “Africa Solidarietà” (alla migliore opera sul multiculturalismo), il Premio “Poesia & Solidarietà” (alla migliore opera sulla legalità e solidarietà). Fuori concorso verranno assegnati i Premi Speciali “Alla Memoria”, “Alla Cultura” e “Alla Carriera” a insigni poeti del nostro Paese.

La Giuria potrà proporre ulteriori premi, indicati quali “Menzione d’onore”, ad altrettante opere meritorie non rientrate nei premi da podio.

Nel caso in cui non sarà pervenuta una quantità di testi numericamente congrua o qualitativamente significativa per una sezione, l’organizzazione si riserva di non attribuire determinati premi.

Tutte le opere risultate vincitrici a vario titolo verranno pubblicate nell’antologia del Premio, disponibile gratuitamente il giorno della premiazione.

Art. 14 – RESPONSO

Il responso della Giuria sarà inviato per e-mail a tutti i partecipanti. A tutti i partecipanti verrà inviato il verbale di Giuria a mezzo e-mail. Esso verrà pubblicato sul sito dell’Associazione Culturale Euterpe (www.associazioneeuterpe.com) e sui siti www.literary.it e www.concorsiletterari.it I risultati e i testi vincitori della sezione haiku saranno pubblicati sul portale “Alman Haiku” – Annuario Italiano degli Haiku Premiati all’indirizzo www.almanhaiku.blog Non si darà seguito a richieste in merito a posizionamenti e punteggi ottenuti, analisi estetico-valutative né a commenti critici sulle proprie opere presentate.

Art. 15 – PREMIAZIONE

La cerimonia di premiazione, qualora le condizioni sociali e le normative governative lo consentiranno, si terrà a Jesi (AN) nella primavera del 2021. A tutti i partecipanti verranno fornite con preavviso le informazioni inerenti alla data e al luogo di premiazione. I vincitori sono tenuti a presenziare alla cerimonia per ritirare il premio; qualora non possano intervenire hanno facoltà di inviare un delegato. In questo caso, la delega va annunciata a mezzo mail, all’attenzione del Presidente del Premio entro una settimana prima dalla cerimonia di premiazione all’indirizzo presidente.euterpe@gmail.com. Non sarà possibile delegare membri della Giuria. Non verranno considerate le deleghe annunciate in via informale a mezzo messaggistica privata di Social Networks né per via telefonica. I premi non ritirati personalmente né per delega potranno essere spediti a domicilio mediante Poste Italiane, previo pagamento delle relative spese di spedizione a carico dell’interessato, con eccezione dei premi rappresentati da targa oro 24kt che dovranno essere ritirati necessariamente dal vincitore o delegato il giorno dell’evento. In nessuna maniera si spedirà in contrassegno.

Art. 16 – PRIVACY

Ai sensi del D.Lgs 196/2003 e del Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali n°2016/679 (GDPR) il partecipante acconsente al trattamento, diffusione e utilizzazione dei dati personali da parte dell’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (AN) che li utilizzerà per i fini inerenti al concorso in oggetto e per tutte le iniziative culturali e letterarie organizzate dalla stessa.

Art. 17 – ULTIME

Il presente bando di concorso consta di diciassette articoli compreso il presente. La partecipazione al concorso implica l’accettazione tacita e incondizionata di tutti gli articoli che lo compongono.

 

 

Dott. Lorenzo Spurio

Presidente del Premio

Presidente Ass. Euterpe

 

Dott.ssa Michela Zanarella

Presidente di Giuria

 

 

 

INFO:

www.associazioneeuterpe.com – ass.culturale.euterpe@gmail.com

PEC: ass.culturale.euterpe@pec.it

Tel. (+39) 327 5914963 – Anche Sms e WhatsApp

Segreteria del Premio: premiodipoesialarteinversi@gmail.com

 

 

 

SCHEDA DI PARTECIPAZIONE

La scheda si compone di 2 pagine. È fondamentale che sia compilata in ogni spazio, pena l’esclusione.

 

Nome/Cognome __________________________________________________________________

 

Nato/a a ____________________________________________ il__________________________

 

Residente in via __________________________________________________________________

 

Città _____________________________ Cap ___________________Provincia_______________

 

Tel. _______________________________________ E-mail _______________________________

 

Partecipo alla/e sezione/i:

 

 A  Poesia in italiano 

 

 B – Poesia in dialetto specificare dialetto: _________________________________________________)

 

 C – Poesia in Lingua Straniera specificare lingua: __________________________________________)

 

 D – Poesia religiosa

 

 E – Prosa poetica

 

 F – Libro edito di poesia

 

 G – Haiku

 

 H – Video-poesia

 

 I – Critica Letteraria

 

 L – Libro edito di saggistica

 

Per le sezioni A, B, C, D, E, G, H, I indicare il titolo delle opere, specificando vicino se sono EDITE o INEDITE e, nel caso di EDITE, dove sono precedentemente comparse.

Per le sezioni F, L specificare il titolo del libro, casa editrice e anno.

Per la sezione G, essendo gli haiku privi di titolo, non dovrà essere indicato niente.

Per la sezione H specificare il titolo della video-poesia e di eventuali nomi di regista, musiche e voce recitante. Musiche, canzoni, brani usati non devono essere iscritti/tutelati dalla SIAE.

 

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 Data_____________________________________ Firma ___________________________________

L’autore è iscritto/ tutelato dalla SIAE?                                Sì                  No

 

I testi presentati al concorso sono depositati alla SIAE?      Sì                  No

 

Se Sì indicare quali testi ______________________________________________________________

 

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DICHIARAZIONE PER I PARTECIPANTI DI TUTTE LE SEZIONI

  Dichiaro che le opere non presentano in nessuna forma elementi che possano rimandare a una lettura, interpretazione, collegamento e/o richiamo a impostazioni ideologiche di tipo razziste, xenofobe, denigratorie, pornografiche, blasfeme, di offesa alla morale e al senso civico, d’incitamento all’odio o alla differenza e all’emarginazione, nonché di tipo politico, partitico o di ogni altra impostazione e fazione che possa richiamare un clima di violenza, lotta, incomprensione, intolleranza e insubordinazione, e che sono, comunque, l’unico responsabile sugli stessi sollevando gli organizzatori da qualsivoglia problematica o disputa possa sorgere.

 Dichiaro che i testi presentati sono frutto del mio unico ingegno. Dichiaro, pertanto, che essi non sono soggetti a D.A. (Diritti d’Autore) in quanto non ripresi da testi coperti da tutela di cui alla L. 22/04/41 n°633 e successive modificazioni e integrazioni.

 Autorizzo l’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (AN), organizzatrice di questo Premio, a pubblicare in cartaceo i miei testi all’interno dell’opera antologica del Premio senza nulla avere a pretendere né ora né in futuro.

Autorizzo l’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (AN) al trattamento dei miei dati personali ai sensi della disciplina generale di tutela della privacy (D.Lgs n. 196/2003 e Regolamento Europeo 2016/679 – GDPR) allo scopo del concorso in oggetto.

□ Autorizzo l’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (AN) al trattamento dei miei dati personali ai sensi della disciplina generale di tutela della privacy (D.Lgs n. 196/2003 e Regolamento Europeo 2016/679 – GDPR) per le iniziative, progetti ed eventi organizzati dalla stessa.

 

Data_____________________________________ Firma ___________________________________ 

 

 

DICHIARAZIONE PER PARTECIPANTI ALLA SEZIONE H

 

   Dichiaro, sotto la mia unica responsabilità, di non aver fatto uso di brani, musiche, canzoni, melodie iscritte/tutelate dalla SIAE nella mia video-poesia.

   Dichiaro, sotto la mia unica responsabilità, di aver fatto uso, nell’elaborazione della video-poesia di immagini/video/suoni di mia proprietà o di dominio pubblico o, laddove abbia usufruito di materiali di terzi, di aver provveduto a richiedere relativa liberatoria degli autori per l’autorizzazione a usarli nell’elaborazione del video, sollevando l’Organizzazione da qualsiasi disputa possa nascere in merito all’attribuzione di paternità dei componenti della video-poesia.

 

Data_____________________________________ Firma ___________________________________

Il 19 ottobre al S. Rocco (Senigallia) la nuova tappa della gara poetica nelle antiche terre picene “Ver Sacrum”

La nuova tappa con il “Ver Sacrum – Gara poetica nelle antiche terre picene”, progetto da noi ideato e che prevede una giuria popolare, dopo il recente appuntamento di Macerata tenutosi agli Antichi Forni, si terrà a Senigallia all’Auditorium San Rocco il 19 ottobre 2019.

I poeti risultati vincitori dei precedenti incontri sono Sabrina Galli di San Benedetto del Tronto, Francesca Costantini di Pesaro e Fulvia Foti di Macerata.
Per iscriversi e partecipare si rimanda al Regolamento consultabile e scaricabile a questo link: https://drive.google.com/open?id=1OIChmmR0_RqhCZNEzevKKhNZmkzPCKje

Info:
www.associazioneeuterpe.com
ass.culturale.euterpe@gmail.com
Tel. 327 5914963

 

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Domenica 30/06 a Marsala l’atteso incontro poetico “Recital nella Città del Vino”

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Domenica 30 alle ore 17:30 presso la prestigiosa Sala Conferenze “Enzo Genna” del Complesso Monumentale S. Pietro di Marsala (Trapani) si terrà l’atteso appuntamento culturale “Recital nella Città del Vino” voluto e organizzato dall’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (AN).

Sull’onda di altre iniziative analoghe organizzate dall’attiva Associazione marchigiana sul territorio siciliano nel corso degli ultimi anni, dopo gli incontri dell’anno passato tenutisi a Messina e Catania, l’Associazione ritorna nella Sicilia Occidentale. Sabato 29 giugno alla Sala delle Lapidi di Palazzo delle Aquile a Palermo si terrà “Versi a Palazzo delle Aquile: incontro letterario” e, a seguire, il giorno successivo, domenica 30 giugno il “Recital nella Città del Vino” a Marsala

L’iniziativa è patrocinata dalla Regione Siciliana, dal Comune di Marsala e dall’Accademia Regionale dei Poeti Siciliani “Federico II” nella persona del Presidente-Rettore Rag. Salvatore Mirabile. Quest’ultimo, nel corso dell’evento letterario, consegnerà le insigne ad alcuni accademici di questa pregevole accademia.

Il reading che si terrà a Marsala vedrà la presenza e gli interventi di Lorenzo Spurio (Presidente Ass. Euterpe), Salvatore Mirabile (Presidente dell’Accademia Regionale dei Poeti Siciliani “Federico II”), lo scrittore e recensionista Vittorio Sartarelli di Trapani, i poeti palermitani Emanuele Marcuccio e Luigi Pio Carmina. L’artista “Acnaz” allieterà la serata con un suo intervento artistico estemporaneo.

 

La S.V. è invitata a partecipare.

L’evento è aperto al pubblico fino a esaurimento posti consentiti.

 

Alcune foto dell’evento