“Verso la luce” di Rita Fulvia Fazio, recensione di Ester Monachino

Recensione di ESTER MONACHINO

L’autrice del libro

Introdotta da un intenso testo di Nazario Pardini, che ben mette a fuoco i movimenti interiori che fanno da basalto nella scrittura poetica di Rita Fulvia Fazio, leggiamo la recente silloge poetica Verso la luce edita da The Writer; ben assaporiamo questo mobile momento del percorso poetico della Fazio, certamente non sedimentato in alcunché di manieristico o di scontata versificazione. Incarnate in un linguaggio vivo e mobile, le composizioni plasmano una espressività cristallina e felicemente prensile.

Tema portante è l’Amore che ha ed è Luce: il poeta nella sua ricerca incessante e consapevole avvia in sé, e specularmente nell’alterità oggettiva, un processo di riconoscimento etico ed estetico pronunciabile e pronunciato in versi.

Attingere all’ineffabile è certamente arduo ma la predisposizione alla Luce innesca nell’animo poetico uno svelamento che è conduttore alla chiarezza.

La via verso la Luce porge barlumi di interconnessione con la filosofia orientale e con la ricerca di un’illuminazione secondo le tracce del poeta Kerouac, l’aderenza ad una poetica simbolica che di certo fa da nutrimento e respiro ai versi stessi.

Uno stralcio significativo da “Aura celeste”, pag. 25:

“…la mia bianca casa

ha radici d’intelligenze pure,

evocazioni simboliche,

equilibri tersi;

…sul sentiero etereo della luce”.

Versi indicatori e suggeritori di dettato, evocatori di un magma interiore reso cristallino nell’emersione scritturale e sorgente di significati non soltanto singolari.

In “Baricentro d’Amore”, pag. 35, ultima di queste dieci composizioni, leggiamo:

“Offriamo al silenzio

il canto della vita,

nell’intreccio del rèfolo

ineludibile del mare,

che soffia

fra eros e thanatos”.

Canto d’anima senziente, fianco a fianco della natura, nell’abbraccio e nel brivido tra vita e morte, perenne dualità del vivere; roccia ferma sull’Amore e nell’Amore che è Presenza e Silenzio che tutto dice, scaturigine di Parola e speranzosa Luce.

ESTER MONACHINO

L’autrice della recensione ha autorizzato la pubblicazione su questo blog senza nulla chiedere né all’atto della pubblicazione né in seguito.

Tre poesie inedite di Rita Fulvia Fazio

Segnalazione a cura di Lorenzo Spurio

 

Grida

 

Gradito è a te

che sempre vai

nell’universo

di quell’altro

spirito del male.

Lo sai, il maligno

che non tradisci

ti tradirà quando

al cospetto di verità

lo subirai.

 

*

 

Demiurgica salsedine

 

Sovrasta

il respiro incessante del mare

che, dell’onda,

dilegua l’oro degli scogli

traboccanti; distesi

al sole dell’inverno.

Tu, sul molo, passeggi

l’ora lenta

alla vertigine alta:

schiumosa frange

al luccichio che lampa il cuore,

stanco, al miraggio

festoso e straniante.

D’azzurro, riafferri slanci,

pupille in gioia.

È breccia il setter,

che là, a riva,

scava tra la sabbia

al vento dell’attesa.

E tu, vai,

a quel vento perdoni;

sollievi impronte gentili

sulla battigia,

volte al passo solitario

di un destino audace.

È uno strappo, e svapora

l’orizzonte smeraldino

nell’attimo di vermiglia

compassione.

Svaniscono frammenti riarsi

dell’altrui sete di vendetta.

Giustizia richiama gloria:

specchia, di conchiglia in conchiglia,

lo sguardo;

in luce tesse merletti di silenzi

e dipinge occhi di madreperla.

È gloria di isole

sparse tra le stelle

in un cielo di salsedine.

 

*

 

Vita d’amore

 

Portami con te

nel giardino di cera

esuberante

che scalza la vita

dall’incanto slavato.

Portami al sorriso di gioia;

dei fiori, il soave profumo;

alla carezza che vela

lo sguardo magico,

anima d’incanto.

Portami tra le tue braccia

candide

migliaia e più stelle,

le più belle;

all’onda salsedine;

al passo leggero;

al volo d’azzurro più in alto,

nell’incanto del canto.

Nel sole tramonta

la sera vermiglia;

la notte serena

lieve pace alletta;

profuma d’aurora estasiata

l’aria che spira

il tuo verticale, sottile silenzio,

parola d’amore.

 

IMG-20200514-WA0005Rita Fulvia Fazio è nata a Imperia, ove risiede. Ha svolto l’impiego lavorativo nel settore pubblico e privato. Ha sempre coltivato il suo spiccato interesse per l’arte e la cultura. Nata anacoreta nell’azzurro della meditazione contemplativa, depone la traccia dell’esistenza nel seme poetico poiché, dice “è in me, con me, semplice, eterno”. Condivide, infatti, pienamente, quanto scrive Platone nel Simposio a proposito del legame tra arte e conoscenza: “Individua un qualcosa che è sempre, che né cresce, né decresce […] ma in se stesso, con se stesso, semplice, eterno.” Ispirata dai riflessi caleidoscopici delle sorprese, offerte dal gioco della vita; e dal desiderio di trascendere l’animo umano per ricongiungersi nello spirituale azzurro, il suo omaggio va alla libertà. E perciò ricorda qui le celebri parole dell’Ulisse Dantesco: “Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza.” (Inferno, XXVI, 118). È stata inserita, con il racconto “Desiderio”, nell’antologia Raccontare IMPERIA (2017); con tre poesie nell’antologia poetica Riflessi di Ponente (2018). Ha pubblicato la raccolta poetica Metamorfosi e sublimazioni (2019) e, per la narrativa, Echi di luce (2019). Ha conseguito vari premi di poesia tra cui il Premio speciale “Ossi di seppia”, il Premio speciale “La nuova poesia”, sezione poesia religiosa (2019), il Premio speciale silloge “Formigine e il suo castello 2020”. È collaboratrice del Blog Alla volta di Lèucade.  È stata recensita con varie letture, saggi da Nazario Pardini, Rossella Cerniglia; Sandro Angelucci, Elio Caterina, Mario Santoro, Anna Castrucci, Francesca Luzzio, Ester Monachino, Enzo Concardi e Mattia Leombruno.

 

La riproduzione del presente testo e dei brani poetici riportati (dietro consenso dell’autore), sia in forma di stralcio che integrale, non è consentita in qualsiasi forma senza il consenso scritto da parte dei relativi autori.

“Metamorfosi e sublimazioni” di Rita Fulvia Fazio. Recensione di Anna Castrucci

Recensione di Anna Castrucci 

 

Si usano gli specchi per guardarsi il viso

e si usa l’arte per guardarsi l’anima.

 G.B. Shaw

Fazio Rita Fulvia 2019 [EL] - Metamorfosi e sublimazioni [fronte].pngRita Fulvia Fazio al suo esordio letterario, è ospite di Guido Miano Editore nella collana Poesia Elegiaca del Maestri Italiani dal ‘900 con l’opera Metamorfosi e sublimazioni (2019).

Questa autrice va letta con estrema attenzione. In Ritmo tra sogno e realtà alla pag. 55 l’autrice con semplicità ed estrema grazia pare offrirci il suo programma poetico. Dichiara insomma di cosa sia fatta la sua Poesia, che essenzialmente si nutre di natura, traendo però misura e ritmo dall’immaginazione. In una poetica così intesa c’è tutta la vita di Rita Fulvia Fazio. Attraverso la Poesia, la natura ispiratrice le invia i suoi messaggi ed attraverso la poesia l’autrice risponde alla natura, facendosi canale di trasmissione e recezione di poetiche   missive.

Ella utilizza il mezzo poetico, per chiedere agli elementi della natura stessa di esprimere la loro essenziale perfezione poiché solo così ha senso per l’autrice, la sua stessa esistenza: “Esisto, eppure / non per me vorrei / chiedere al tempo / d’esistere… vorrei /…/ ma per… chiedere / alla fonte d’essere viva, / sempre; / alla rosa di crescere, / perfetta; / al mare di avvolgersi / nell’onda dal sapore / di salsedine…” (Scintilla d’eternità).

Ma vi è sicuramente di più. È senza dubbio un occhio innamorato a guidare il senso poetico di Fulvia Fazio e le sue liriche si possono ben considerare figlie della poesia elegiaca contemporanea, soprattutto quando nel prevalere degli aspetti soggettivi, ella si ripiega in se stessa e osserva il suo io, la sua anima o quanto di intoccabile e invisibile possa esistere nel processo di cambiamento e metamorfosi in un essere umano.

Le liriche di Rita Fulvia Fazio, hanno proprio questo pregio specifico: condurre il lettore lungo il percorso di vita fatto dalla sua stessa anima, curiosa e per taluni versi impavida. Una strada che, al pari dell’autrice, con l’aiuto della Poesia, ognuno di noi può compiere.

I temi e i motivi della sua ispirazione sono molteplici e tra loro sovente intrecciati. Spaziano dalla condizione umana vera e propria alla sua personale sensibilità amorosa. L’amore che ella sente e descrive, è a volte infelice e a volte fonte di gioia e di felicità.

È nell’incontro con la sofferenza però, che questo sentimento diviene,  nell’espressività di Fulvia Fazio,  esclusivo e totalizzante. In alcune sue liriche, a poetessa evidenzia un cuore continuamente senza pace, il sentimento sembra portatore di angoscia più che di serenità, tanto che in una incessante azione selezionatrice, esso diviene quanto mai strumento di altissima elevazione spirituale. Di pari, si innalza la sua ricerca poetica a speculare i temi dello spazio, del tempo e del proprio Sé, introducendo il lettore in atmosfere spazio temporali davvero rarefatte e talvolta dal sapore metafisico. È questo il modo che la poetessa predilige per agire una vera e propria fuga dalla realtà.

Ciò nonostante appaiono sublimi le sue evasioni in un mondo di sogni, dove lo spirito si rasserena e rinfranca e i problemi quotidiani, i desideri irrisolti, le aspirazioni deluse, immersi in paesaggio idilliaco, fatto di pace gioia e serenità,  sembrano perdere consistenza perché è proprio in quell’onirico mondo in cui Rita Fulvia Fazio vuole nel tempo  ritrovare,  oltre se stessa,  anche chi di più le è caro: “Tre affetti / e li porto con me / ma, aspettatemi, perché / se rinasco, lì vi voglio trovare…” (Trucioli).

Siamo di fronte ad una splendida autrice dalla plurima sensibilità da cui derivano anche i molteplici significati, taluni apparenti, altri volutamente nascosti, che il suo messaggio poetico reca. Immergersi tra le liriche di Fulvia Fazio è come trovarsi in una fantasmagorica sala degli specchi dove l’anima, in mille modi riflessa, tenta di risolvere l’enigma e il mistero della sua esistenza temporale. A noi dunque solo resta “… con mani di calce bianca /…/ intonacata /…tra cielo e mare, / la meraviglia!” (Accordi)  e con la sua arte concordare.

ANNA CASTRUCCI

 

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