III Concorso di poesia/narrativa “La pelle non dimentica” (contro la violenza di genere)

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III CONCORSO DI POESIA-NARRATIVA “LA PELLE NON DIMENTICA”

CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE

 

Art. 1 – PROMOTORI –  Le Mezzelane Casa Editrice in collaborazione con l’associazione Artemisia di Firenze e l’associazione culturale Euterpe di Jesi  indicono il III concorso “La pelle non dimentica” per sensibilizzare la popolazione verso un problema che affligge i nostri giorni: la violenza sulle donne, lo stupro e il femminicidio.

Art. 2 – PARTECIPANTI – Il concorso è aperto a tutti i soggetti che abbiano compiuto i 18 anni d’età

Art. 3 – QUOTA D’ISCRIZIONE – La partecipazione al concorso è gratuita.

Art. 4 – ELABORATI –  I partecipanti potranno presentare un elaborato di loro produzione, scritto in lingua italiana e rigorosamente inedito, seguendo le regole delle categorie contenute  nell’articolo 4 bis.

Art. 4 bis – CATEGORIE – Gli elaborati, che avranno come argomento principale la violenza sulle donne, potranno essere basati sia su una storia vera sia inventata; potranno anche essere presentati elaborati a tema libero.

A) Poesie inedite a tema libero: dovranno essere 5 (cinque) poesie scritte con carattere Times New Roman corpo 12, ogni poesia non dovrà superare i 30 versi.

B) Poesie inedite a tema violenza di genere: dovranno essere 5 (cinque)  poesie scritte con carattere Times New Roman corpo 12, ogni poesia non dovrà superare i 30 versi.

C) Racconto a tema libero inedito: dovrà essere compreso tra le 15.000 e le 18.000 battute (max 10 cartelle editoriali), compresi gli spazi, scritto con carattere Times New Roman corpo 12

D) Racconto a tema violenza di genere inedito: dovrà essere compreso tra le 15.000 e le 18.000 battute (max 10 cartelle editoriali), compresi gli spazi, scritto con carattere Times New Roman corpo 12

E) Silloge poetica inedita: la silloge dovrà essere inedita, scritta con carattere Times New Roman corpo 12

F) Silloge poetica edita: la silloge dovrà essere inviata in formato pdf, completa di copertina in jpg alta risoluzione

G) Romanzo inedito a tema violenza di genere: la lunghezza del romanzo dovrà essere compreso tra le 150.000 e le 200.000 battute compresi gli spazi, scritto con carattere Times New Roman corpo 12

H) Romanzo edito a tema violenza di genere: il romanzo dovrà essere inviato in formato pdf. completo di copertina in jpg alta risoluzione

I) Fotografia a tema violenza di genere: l’immagine in alta risoluzione dovrà essere inviata in formato jpg e pdf (no immagini di nudo)

L) Corto: il video dovrà essere inviato in formato AVI, durata massima 18 minuti

Art. 5 – MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE – Il testi delle sezioni A/B/C/D/E/G dell’articolo 4/bis dovranno essere prodotti in forma anonima su file word in formato *.doc o *.docx  o odt. Ogni partecipante potrà inviare un elaborato per una o più categorie tra quelle proposte dagli organizzatori. Ogni partecipante dovrà attenersi alle specifiche richieste, ovvero la lunghezza del racconto, il numero e la lunghezza delle poesie, il formato richiesto. Nel file non dovrà esser scritto alcun nome. Nella mail dovrà essere allegata la liberatoria compilata (che trovate qui) con i propri dati, messa a disposizione in formato scaricabile dall’organizzatore. Tutti gli altri elaborati dovranno essere prodotti seguendo le indicazioni date in ogni categoria. Gli elaborati pervenuti in maniera diversa da quello indicato verranno immediatamente scartati.

Art. 6 – SCADENZA – L’elaborato dovrà essere spedito tramite mail al seguente indirizzo: concorsi@concorsi.lemezzelane.eu entro e non oltre le ore 23.59 del giorno 31 ottobre 2018. I testi pervenuti successivamente non verranno presi in considerazione. In oggetto dovrà essere specificato “concorso La pelle non dimentica” e la sezione alla quale si partecipa.

Art. 7 – VALUTAZIONE – Tutti i lavori (tranne le sillogi e i romanzi editi) saranno inviati in forma anonima  a una giuria designata dagli organizzatori. La giuria determinerà una classifica basandosi sulla propria sensibilità artistica e umana, in considerazione della qualità dello scritto, dei valori dei contenuti, della forma espositiva, delle emozioni suscitate, delle immagini e delle riprese video. Il giudizio della giuria sarà inappellabile ed insindacabile. I vincitori saranno informati secondo le modalità indicate da ciascun partecipante nel modulo di partecipazione.

Art. 8 – PREMIAZIONE – I primi venti delle sezioni A/B/C/D  verranno inseriti in una antologia a cura di Le Mezzelane casa editrice. I primi tre autori di ogni sezione verranno premiati con una proposta editoriale della casa editrice Le Mezzelane, con un diploma con la menzione della giuria, con una copia dell’antologia e altri premi messi in palio a cura dell’organizzatore. La proclamazione dei vincitori e la consegna dei premi avranno luogo, molto probabilmente, in una località della riviera adriatica che indicheremo prima della scadenza del concorso.

Art. 9 – DIRITTI D’AUTORE – Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicazione al promotore del concorso senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore. Il volume sarà pubblicato in cartaceo e sarà edito da Le Mezzelane Casa Editrice. I diritti rimarranno comunque degli autori, che potranno, quindi, far uso dei propri elaborati come vogliono.

Art. 10 – PUBBLICITÀ – Il concorso e il suo esito saranno opportunamente pubblicizzati attraverso le pagine dedicate al concorso, sul sito dell’editore e sul sito delle associazioni.

Art. 11 – ALTRE NORME – La partecipazione al concorso implica l’accettazione integrale del presente regolamento, senza alcuna condizione o riserva. La mancanza di una sola delle condizioni che regolano la validità dell’iscrizione determina l’automatica esclusione dal concorso letterario.

 

Anna Maria Balzano su “Chesil Beach” di Ian McEwan

Chesil Beach 

di  Ian McEwan

Einaudi, Torino, 2007

Recensione di ANNA MARIA BALZANO

9788806197681Una prosa limpida, bellissima. Non sempre leggendo opere di grandi scrittori stranieri consideriamo con il giusto e dovuto rispetto in che misura il traduttore  contribuisca al loro successo nel mondo. La traduzione di Chesil Beach di Susanna Basso nell’edizione Einaudi è davvero eccellente. Conoscere a fondo una lingua non vuole sempre dire sapere interpretare e rendere il pensiero d’un autore, i sentimenti dei suoi personaggi. Tradurre è un’arte che non s’impone con prepotenza e arroganza, è un’arte discreta, che tuttavia può essere determinante per l’affermazione e la diffusione di un’opera.

In questo romanzo McEwan affronta un tema che fu importante negli anni sessanta immediatamente precedenti la rivoluzione sessuale. Florence è una ragazza bella e delicata, studia  musica e ha un avvenire come concertista, Edward è un ragazzo onesto e studioso, anche lui con tanti sogni da realizzare. Sullo sfondo le loro famiglie, ciascuna con i suoi limiti e i suoi pregi. Tutto appare essere nella normalità più assoluta. Florence e Edward si amano, ma i pregiudizi e le inibizioni che hanno condizionato l’educazione dei giovani di quell’epoca, portano i due al matrimonio senza aver avuto precedenti esperienze. In realtà nessuno dei due conosce a fondo se stesso, non ha mai sperimentato le proprie reazioni di fronte a un rapporto sessuale completo: la loro prima notte di nozze diventa dunque il terreno su cui si realizzerà lo scontro più lacerante.

Come sempre nelle opere di McEwan la lettura viene proposta su due livelli.

A un primo livello, è chiara la critica a quella generazione di educatori che costringevano i figli, più specificamente le figlie, a rispettare il preteso valore della verginità, molto spesso con il fine tanto pratico quanto ipocrita di evitare fastidiose e ingombranti conseguenze. In questi casi ci si poteva trovare di fronte a vere e proprie patologie del tutto sconosciute, tanto difficili da affrontare nel momento in cui la coppia aveva  già iniziato una vita insieme. Il sesso è da sempre stato il  punto di incontro o di scontro, una carta da giocare nella riconciliazione o nella separazione. Il problema fondamentale si rivela quando l’amore che dovrebbe accompagnare il sesso non è abbastanza forte  da superare eventuali ostacoli.  Con la rivoluzione sessuale e la conseguente liberalizzazione dei rapporti uomo-donna, si è giunti a una conoscenza più approfondita di se stessi, del proprio corpo, e del corpo dell’altro, delle reazioni che esso manifesta in casi specifici. La conoscenza non è mai un fatto negativo, essa anzi aiuta a crescere: in questa prospettiva l’emancipazione dei costumi, quando non degeneri in inutile eccesso, è sempre auspicabile.

A un secondo, non meno interessante livello, McEwan crea, come già ho notato in modo particolare in “Espiazione”, un personaggio che si proponga come metafora dell’arte: la purezza di Florence  è la purezza dell’arte che non ammette contaminazioni. L’arte in tutte le sue forme, che sia musica, letteratura o arte figurativa deve mantenere la sua integrità, non può accettare di diventare funzionale a un fine che non sia se stessa. Ma è qui il vero quesito che, io credo, McEwan pone ancora una volta: è davvero giusto perseguire questo concetto decadente di un’arte fine a se stessa, o non è più giusto e attinente ai tempi moderni adeguare anche il concetto dell’arte alle esigenze del mondo moderno? Perché per esempio non un’arte con un fine sociale?  Chi è più funzionale oggi, un Wilde con la sua indiscutibile magia descrittiva o un Guttuso con la capacità di esprimere il dramma della società moderna? In realtà credo non sia neanche giusto dare una risposta, anche se personalmente tendo più verso Guttuso che verso Wilde. Non è giusto, perché l’arte è sempre arte, come la vuole l’artista, e se è in grado di esprimere concetti universali, il suo valore è sempre indiscutibile.

ANNA MARIA BALZANO

 

QUESTA RECENSIONE VIENE QUI PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE.

E’ SEVERAMENTE VIETATA LA DIFFUSIONE SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTRICE.

“Cinquanta sfumature di grigio” di E.L. James, recensione di Lorenzo Spurio

Cinquanta sfumature di grigio
di E.L. James
Mondadori, Milano, 2012
ISBN: 9788804623236
Pagine: 548
Costo: 12€
 
Recensione di Lorenzo Spurio

   

La sessualità di molti esseri umani di sesso maschile contiene un elemento di aggressività –un desiderio di dominare, che la biologia sembra mettere in relazione con la necessità di superare la resistenza dell’oggetto sessuale con mezzi differenti dalla seduzione. Così il sadismo non sarebbe altro che una componente aggressiva dell’istinto sessuale divenuta indipendente ed esasperata, e che, spostandosi, ha usurpato la posizione di guida.

(Sigmund Freud, Tre Saggi sulla sessualità, 1905)

50-sfumature-di-grigio-recensioneNon sono un appassionato del genere erotico, ma ho deciso di leggere Cinquanta sfumature di grigio perché se ne è parlato tanto negli ultimi tempi e, nel bene o nel male, è diventato uno dei più grandi best seller. Purtroppo, bisognerebbe aggiungere, almeno per una serie di motivi che cercherò di tratteggiare in questa recensione.

La storia contenuta nel romanzo, prima parte di una trilogia scritta dall’autrice nel corso di un anno è mezzo, è semplice al punto di apparire ripetitiva, poco originale e ridondante. La ventiquattrenne Anastasia Steele è una studentessa di letteratura inglese che sta preparando una tesina su Tess dei d’Urbervilles, romanzo di Thomas Hardy con il quale l’autrice E.L. James credo abbia voluto costruire un rimando: la protagonista, Tess, viene stuprata dall’uomo del quale poi sarà costretta a sposare, un certo Alec, un’unione forzata che animerà nella mente di Tess l’omicidio e che la condurrà essa stessa all’esecuzione. Chi conosce la narrativa di Thomas Hardy sa che lo scrittore vittoriano ha sempre dato una grande peso alla concezione fatalistica della vita secondo la quale le cose succedono non perché conseguenza di altre o perché qualcuno le ha decise, ma semplicemente perché debbono accadere e dunque essere accettate così come si presentano, ineluttabilmente. E’ ciò che avviene alla giovane Tess che, ferita nell’onore e in condizioni disagiate dopo la morte del padre è costretta ad accettare di vivere con l’uomo che la violentò convertendosi in sua moglie, ma chi ben conosce il romanzo sa che questa situazione è impossibile da essere trasportata e genererà la tragedia. Eros e Thanatos che si incontrano.

Ritornando alle Cinquanta sfumature di grigio, l’altro personaggio centrale della narrazione è Christian Grey chiamato semplicemente Mr. Grey, un uomo spavaldo, egoista, che gestisce una grande azienda. I due personaggi non potrebbero essere più diversi: studiosa e in cerca di lavoro lei, ignorante e imprenditore lui, di modeste condizioni economiche lei, ricchissimo lui, sensibile e vergine lei e opportunista e perverso lui. L’occasione d’incontro dei due personaggi è il momento dell’intervista che Kate, l’amica di Anastasia, avrebbe dovuto fare a Mr. Grey ma che, a causa di un’influenza non può fare e per questo viene sostituita da Anastasia. L’intervista va bene, ma subito tra i due si crea un’attrazione particolare che porterà poi Mr. Grey a re-incontrare Anastasia, corteggiarla e riempirla di regali. C’è inizialmente una vera infatuazione di Anastasia nei suoi confronti: è allettata dai regali e dalle attenzioni di lui e affascinata dalla sua bellezza tanto che si lascia andare dagli eventi, convinta che quella è una occasione proprio da non lasciarsi perdere.

Ma le cose non tardano a mostrarsi essere diverse quando Mr. Grey, pur attratto ed interessato a lei, si mostra schivo e freddo, sprezzante e autoritario: Anastasia crede di poter “far l’amore con lui”, ma lui subito l’avverte che “non fa l’amore, ma fotte”. A partire da questo punto in Anastasia nasce una sorta di risentimento o dubbio che la logora: da una parte è attratta da quell’uomo e vorrebbe buttarsi a capofitto in quella storia, dall’altro lui è a tratti enigmatico, ha comportamenti bipolari, attuando a volte in maniera dolce altre in maniera sgarbata: “E’ un uomo così imprevedibile, sensuale, intelligente e spiritoso. Ma i suoi sbalzi d’umore… e la sua voglia di farmi del male. Dice che terrà conto delle mie riserve, ma mi fa paura lo stesso. Chiudo gli occhi. Cosa posso dire? Dentro di me, vorrei solo di più, più gesti affettuosi, più giocosità, più… amore” (cap. 20).

111Alla fine Anastasia deciderà di accettare il suo brutto comportamento e tutto ciò che questo comporta accettando un po’ per amore un po’ per abnegazione le sue condizioni sebbene non arrivi mai a sottoscrivere il contratto che Mr. Grey ha preparato per lei. Il contratto è una scrittura preoccupante nella quale Mr. Grey ha previsto una serie di diritti-doveri delle parti che garantiranno il loro rapporto sessuale, un rapporto di tipo sadomasochistico tra Dominatore e Sottomessa. Lì, inoltre, sono previste le modalità, le tempistiche e l’elencazione delle pratiche che verranno portate avanti all’interno di questo perverso gioco. La Stanza Rossa o Stanza delle Torture sarà la stanza della casa di Mr. Grey appositamente dotata di bende, funi, divaricatori ed altri strumenti per queste pratiche devianti. Anastasia è affascinata e impaurita allo stesso tempo, galvanizzata e tormentata, eccitata e dibattuta, ma alla fine deciderà di accettare tutto questo un po’ alla volta, convertendosi in una serva silenziosa e pronta a tutto.

La narrazione, come si diceva, è abbastanza ripetitiva nelle scene che vengono fornite e, benché la varietà delle perversioni e degli atteggiamenti sessuali sia abbastanza eterogenea, nella lettura si ravvisa una certa piattezza nel tono. Il linguaggio, pure, è semplice e colloquiale –nel corso del romanzo i due protagonisti parlano spesso attraverso il linguaggio della posta elettronica- ma di certo consono per una storia di questo tipo: arcaismi o elementi retorici avrebbero di gran lunga appesantito la lettura che già di per sé è pesante. La scrittrice avrebbe benissimo potuto tagliare alcune parti –e quindi un’abbondante numero di pagine, se non di capitoli- senza mutare granché il senso del libro. Perché in fondo in un libro un senso c’è sempre, vero? E allora quale dovrebbe essere il significato di questo atlante delle perversioni sessuali? Non mi è chiaro.

In questo clima di profonda soggezione e tormento che provoca nella protagonista sensazioni completamente contrastanti c’è spazio per un momento di riflessione: l’utilizzo della violenza fisica in un rapporto bondage dà o sembra dare la convinzione alla protagonista che con quel mondo ha chiuso e che quindi ne verrà fuori a testa alta. Ma dato che il lettore sa che la storia non è che una trilogia siamo giustamente portati a pensare che la protagonista ricada in questo tunnel di sesso e violenza, apparentemente senza sbocco. C’è però uno spiraglio di luce in questa narrazione perversa: Anastasia, pur assoggettata completamente, è consapevole che l’ossessione per il sesso e per le pratiche BDSM di Christian sia segno di malattia, di un disturbo psichiatrico da fronteggiare ed è lei stessa che pensa di poter essere la sua ancora di salvezza: “Quest’uomo all’inizio mi sembrava un eroe romantico, un ardito cavaliere bianco dall’armatura scintillante, o un cavaliere nero, come dice lui. Invece non è un eroe; è un uomo con gravi, profonde lacune emotive, e mi sta trascinando nel buio. Non potrei, invece, essere io a guidare lui verso la luce?” (cap. 20).

Freud nei famosi “Tre saggi sulla sessualità” aveva avuto modo di parlare di come nascono le perversioni a partire dalla giovane età dal soggetto e da cosa sono animate o motivate. Parlando del sadomasochismo, oltre a definirne il peculiare atteggiamento di dominazione e sottomissione aveva osservato che spesso il sadomasochista ha come genesi del suo comportamento deviato un trauma pregresso e la stragrande maggioranza delle branche psicologiche che da essa dipartono sono di questo avviso: “Stoller ritiene che l’essenza della perversione sia la “conversione di un trauma infantile in un trionfo adulto”. I pazienti sono spinti dalle loro fantasie di vendicare umilianti traumi infantili causati dai loro genitori. Il loro metodo di vendetta è quello di disumanizzare ed umiliare il loro partner durante la fantasia o l’atto perverso”.[1]

L’idea che si potrebbe azzardare è che l’accecante perversione di Mr. Grey, il suo cieco sadismo e la sua voglia indomabile di dominare sugli altri (al lavoro, come nella vita privata) non solo sia frutto di un atteggiamento narcisistico, ma ha chiaramente una genesi nel periodo infantile che, come l’autrice narra, è di certo stata difficile e traumatica: ha subito maltrattamenti dalla madre che era violenta e si ubriacava ed è stato poi dato in adozione ad un’altra famiglia, episodi che fanno dire a Christian “ho avuto una dura introduzione alla vita”.

Pure non è da sottovalutare il fatto che da ragazzo abbia avuto rapporti sessuali con una donna più grande di lui, una certa Mrs. Robinson, esperienza che probabilmente l’ha traumatizzato similmente a quanto avviene ai personaggi nei romanzi di John Irving. Si tratterebbe qui di capire se questo rapporto gerontofiliaco[2] (di differente età tra i partner) sia avvenuto consensualmente, ossia con il tacito e innocente consenso dell’allora ragazzo o se, invece, abbia presupposto una certa violenza e coercizione da parte della donna tanto da diventare un atteggiamento pedofilico come Anastasia nel romanzo pensa che sia stato.

A questo punto mi viene in mente una domanda che in un certo modo ha animato la mia intera lettura del romanzo. Ma ne avevamo realmente bisogno? C’è qualcuno che ha letto il libro che possa rispondere affermativamente per qualche ragione? Trovo pressocchè banale e semplice rispolverare De Sade con il mero scopo di “far parlare di sé”. Perché se questo romanzo è uno di quelli di cui “basta che se ne parli”, allora lo scopo è di sicuro stato raggiunto. Ma perché se ne parla? Semplicemente perché il proibito affascina, l’erotico esalta e fa risvegliare sogni latenti nell’immaginario dell’uomo. C’è da augurarsi, allora, che questo non avvenga, per la salvaguardia dell’umanità tutta e soprattutto dell’archetipo femminile ampiamente degradato con questa narrazione.

Lorenzo Spurio

Jesi, 28-01-2013

BIBLIOGRAFIA

Berra, Ludovico, Le perversioni sessuali, Edizioni Libreria Cortina, Torino, 1999

De Sade, Donathien Alphonse, Le 120 giornate di Sodoma, qualsiasi edizione

Freud, Sigmund, Tre saggi sulla sessualità (1905), qualsiasi edizione

James, E.L., Cinquanta sfumature di grigio , Mondadori, Milano, 2012.


[1] Ludovico Berra, Le perversioni sessuali, Edizioni Libreria Cortina, Torino, 1999, p. 20.

[2] In realtà il termine è usato in maniera inappropriata perché la gerontofilia prevede che una persona giovane ricerchi il rapporto sessuale con un anziano e sarebbe proprio la presenza di caratteristiche senili del corpo quale malattie, affaticamento o scarsa mobilità gli elementi ricercati ed eroticamente eccitanti.

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