Esce “Il buio della ragione. Poesie e testimonianze contro la tortura”, opera antologica a cura di Vito Davoli e Marco Cinque

A cura di Lorenzo Spurio

In questo ricco volume – frutto di un lungo e meticoloso lavoro dei curatori che hanno lanciato il progetto e curato l’intero percorso editoriale – figurano raccolte numerose testimonianze reali, frutto di ricerche e rapporti personali del giornalista e attivista Marco Cinque («Il Manifesto», «Le monde Diplomatique») con chi ha vissuto sulla propria pelle varie forme di tortura.

A compendio vi è un nutrito corpus di testi poetici, tra storici e moderni, affiancati da componimenti di autori contemporanei che hanno aderito al tema sperimentandolo, nei propri versi, in forma personale, finanche con la rievocazione di tristi episodi della storia e della cronaca odierna.

Poeti italiani e internazionali dei nostri giorni hanno aderito a questo progetto corale che ha anche un’importante finalità benefica, strettamente voluta dai curatori, il già citato Marco Cinque e Vito Davoli, noto poeta, critico e organizzatore culturale pugliese, ovvero quella di devolvere i proventi a Gazzella Onlus, un’associazione che si occupa di cure e di riabilitazione per bambini palestinesi, vittime innocenti delle brutture e delle crudeltà di una delle varie guerre ora in corso.

Sono raccolti testi a tema “la tortura” (realtà alla quale è dedicata un’apposita giornata di ricordo e sensibilizzazione, il 26 Giugno) provenienti, oltre che dall’Italia, dalla Spagna, dall’Albania, dall’America, dal Nicaragua, dall’Uruguay, dalla Palestina, dalla Costa Rica, dall’India, dal Perù, dalla Grecia, dal Messico, da El Salvador, dal Venezuela, dalla Giordania, dall’Ecuador, da Cuba, dalla Bolivia.

Il volume, che riporta in copertina uno scatto fotografico dello stesso Cinque che assomma fascino e inquietudine con lo scorcio della statua di Giordano Bruno (arso sul rogo nell’anno 1600 su decisione del Sant’Uffizio) di Campo de’ Fiori nella Capitale, si apre con la preziosa prefazione di Riccardo Noury, Responsabile per la Comunicazione di Amnesty International Italia dal titolo “Universalmente proibita, praticata ovunque: la tortura nel mondo” nella quale accenna a varie forme di tortura nel mondo orientale e ricorda anche le aberrazioni avvenute in territorio cubano nel carcere americano di Guantanamo e sul territorio iracheno nel tristemente noto Abu Ghraib, alcuni anni fa. Noury passa poi a riflettere sui nuovi metodi di tortura attuali, forse più infidi e sicuramente meno patenti, che si sviluppano nel clima omertoso e nella condizione di ostaggio ideologico o politico, che sfrutta e brutalizza ben più il pensiero che il corpo. Drammi di violenze psicologiche reiterate e abusi comportamentali, vessazioni verbali imperniate sull’accusa e la degradazione dell’io. Il prefatore non a caso parla di un nefando «approccio manageriale, in cui viene studiato ogni “punto debole del nemico” e curato ogni minimo dettaglio della conduzione degli interrogatori e del trattamento riservato a un prigioniero».

L’ampio compendio delle “testimonianze” sulle torture che fa seguito ai testi critici di apertura vede i racconti drammatici e raccapriccianti di Lynda Lyon, Scotty Moore, Robert Wallace West, Dominique Green El, Nanon Williams, Michael Sharp, Ahmed Rabbani, Enrique Mario Fukman, Shi Dong-Hyuk, Agnés Callamard, Vahit Gunes, Zhura, Italia Méndez, Loretta Rosales, Lelia Pérez, Antonin Artaud, Vittorio Bologresi, Roberto Settembre, Fernando Eros Caro, Meena Keshwar Kamal, Karl Louis Guillen, Ray “Orso-che-corre” Allen, Jumah Al-Dossari, Liubka Sevstova, Alexandro Panagulis, Simona Foconi, Silvia Giacomelli, Carlos Mauricio, Alda Merini, Maria Mercedesa Carranza, Igiaba Scego, Louis Aragon, Salvatore Quasimodo, Tommaso Campanella, John Berger, Pietro Valpreda, Bobby Sands, Roque Dalton, Ghiannis Ritsos, Ada De Judicibus Lisena, Wislawa Szymborska. Ogni nome è una storia amara, dolorosa da leggere e da accettare come reale. I curatori hanno raccolto una grande quantità di materiali e testimonianze in grado di dare una mappatura – sicuramente non completa – ma assai elaborata e rappresentativa dei vari deliri della ragione nel tempo e nello spazio. Arricchiscono queste testimonianze degli orrori, racconti inenarrabili e indelebili, quelli delle torture operate in Cile e quelle italiane in Somalia e a Nassiriya nonché quelle tristemente più diffuse nelle carceri minorili; un’intera sezione è dedicata alle “Voci dai lager libici”. Vi è anche la vicenda forse meno nota ma non per questo non meno degna di attenzione delle Residential Schools in Canada.

La sezione dei poeti contemporanei del Belpaese è ben nutrita di componimenti, tra cui quelli di (citiamo, per motivi di scarsità di spazio, solo alcuni dei poeti e delle poetesse inserite): Nicola Accettura, Marco Cinque, Vittorino Curci, Vito Davoli, Tania Di Malta, Barbara Gortan, Rita Greco, Alfonso Guida, Giuseppe Langella, Annachiara Marangoni, Giampaolo G. Mastropasqua, Guido Oldani, Rita Pacilio, Gianni Antonio Palumbo, Giulia Poli Disanto, Paolo Polvani, Anna Santoliquido, Lorenzo Spurio, Mara Venuto e Pasquale Vitagliano. Seguono le opere dei poeti stranieri e in appendice i componimenti di tre grandi letterati della nostra età: il greco Sotirios Pastakas, l’indiano Sudhakar Gaidhani e il palestinese Ali Al Ameri.

Il giornalista Angelo Selletti ha parlato in un articolo di questa crestomanzia tematica nei termini di «una sorta di olimpo della poesia, italiana e internazionale, considerando i nomi che hanno aderito al progetto poetico e solidale» richiamando le considerazioni di Davoli che ha scritto: «poeti straordinari con storie di vita e carriere formidabili. Avere avuto il privilegio di leggerli e di organizzare questa antologia godendoli tutti insieme, è stata una fatica che ha ripagato verso dopo verso, pagina dopo pagina». L’altro curatore, Marco Cinque, nel suo testo ha ricordato anche la nefanda pratica regolarizzata da un vetusto e infame sistema legislativo che, in Italia come in altri Paesi del Vecchio Continente, riconosceva il delitto d’onore: tutelando la rispettabilità dell’uomo (marito o padre) acconsentiva tacitamente all’utilizzo di forme di potere e violenza sulla donna. Cinque definisce l’operazione editoriale in maniera convinta e sentita nei termini di una «forma di resistenza partecipata e interattiva che possa fare argine alla disumanità che incombe, ormai in ogni parte del mondo».

La pubblicazione ha avuto il sostegno dell’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, dell’Associazione Verso Levante APS, del magazine letterario «Pubblicazioni Letterariæ» e della rivista di letteratura «La calce e il dado».

La prima presentazione ufficiale è prevista a Roma per lunedì, 11 novembre. Ulteriori dettagli e aggiornamenti sulla pagina Facebook ufficiale de Il buio della ragione.

Ricordando la finalità benefica dell’iniziativa editoriale, si riporta in formato grafico il codice QR la cui scansione permette di accedere alla pagina che dà notizia delle possibilità di acquisto con relativa scontistica. A continuazione si riportano i dati per coloro che vorranno sostenere le attività della Gazzella Onlus:

CC bancario nr. 1052792

IBAN: IT 54 D 05018 03200 0000 110 52792

Intestazione: GAZZELLA ONLUS – c/o BANCA ETICA di Roma

*

Contatti

Pagina Ufficiale Facebook

Link Amazon per acquisto volume

Lorenzo Spurio

Matera, 27/08/2024

Rivista “Nuova Euterpe” n°02/2024 – Lista delle opere

LISTA DELLE PUBBLICAZIONE DELLE OPERE

AFORISMI

Nr. 1 aforisma di GABRIELLA PACI – https://blogletteratura.com/2024/03/23/n-e-02-2024-un-aforisma-di-gabriella-paci/

Nr. 2 aforismi di CLAUDIO TONINI – https://blogletteratura.com/2024/04/24/n-e-02-2024-rifiorire-e-terapie-spirituali-due-aforismi-di-claudio-tonini/

Nr. 2 aforismi di EMANUELE MARCUCCIOhttps://blogletteratura.com/2024/04/03/n-e-02-2024-due-aforismi-di-emanuele-marcuccio/

Nr. 2 aforismi di LAURA VARGIUhttps://blogletteratura.com/2024/03/06/n-e-02-2024-oriente-e-gerusalemme-due-aforismi-di-laura-vargiu

Nr. 2 aforismi di LORETTA FUSCO – https://blogletteratura.com/2024/03/18/n-e-02-2024-due-aforismi-di-loretta-fusco/

Nr. 2 aforismi di MARIA PELLINO – https://blogletteratura.com/2024/04/14/n-e-02-2024-due-aforismi-di-maria-pellino/

Nr. 2 aforismi di PAOLA ERCOLE https://blogletteratura.com/2024/03/30/n-e-02-2024-due-aforismi-di-paola-ercole/


POESIA

(esercizi di mindufulness)” – Di ALESSANDRA CARNOVALE – https://blogletteratura.com/2024/04/20/n-e-02-2024-esercizi-di-minduflness-poesia-di-alessandra-carnovale/

“[Smontare le emozioni]” – Di CLARA DANUBIO https://blogletteratura.com/2024/03/30/n-e-02-2024-smontare-le-emozioni-poesia-di-carla-danubio/

“01.08.2023” – Di ROSA MARIA CHIARELLO https://blogletteratura.com/2024/05/28/n-e-02-2024-01-08-2023-poesia-di-rosa-maria-chiarello/

Abbraccio d’infinito” – Di GABRIELLA PACI https://blogletteratura.com/2024/05/15/n-e-02-2024-abbraccio-dinfinito-di-gabriella-paci/

Adagio BWV 974” – Di ALESSANDRO MONTICELLI – https://blogletteratura.com/2024/04/14/n-e-02-2024-adagio-bwv-974-poesia-di-alessandro-monticelli/

“Alba struggente” – Di ANNELLA PRISCO – https://blogletteratura.com/2024/04/17/n-e-02-2024-alba-struggente-poesia-di-annella-prisco/

“Algamemoria” e “Il mosaico del nulla” – Di MARCO COLLETTI – https://blogletteratura.com/2024/04/18/n-e-02-2024-algamemoria-e-il-mosaico-del-nulla-due-poesie-di-marco-colletti/

“Attesa” – Di MADDALENA CORIGLIANO – https://blogletteratura.com/2024/04/18/n-e-02-2024-attesa-poesia-di-maddalena-corigliano/

“Attimo” – Di ANTONINO BLUNDA – https://blogletteratura.com/2024/04/28/n-e-02-2024-attimo-poesia-di-antonino-blunda/

“Canzone triste” – Di ANTONIO MANGIAMELI https://blogletteratura.com/2024/04/04/n-e-02-2024-canzone-triste-poesia-di-antonio-mangiameli/

“Cedere” – Di ANTONIO SPAGNUOLOhttps://blogletteratura.com/2024/03/26/n-e-02-2024-di-luce-immensa-poesia-di-ornella-spagnulo/

“Com’è difficile” – Di GIUSEPPE GAMBINI – https://blogletteratura.com/2024/03/17/n-e-02-2024-come-difficile-poesia-di-giuseppe-gambini/

“Con affetto, tua madre” – Di SIMONA GIORGI https://blogletteratura.com/2024/04/01/n-e-02-2024-con-affetto-tua-madre-poesia-di-simona-giorgi/

“Cuore bianco” – Di SILVIA ROSA https://blogletteratura.com/2024/04/06/n-e-02-2024-cuore-bianco-poesia-di-silvia-rosa/

 “Dai capitoli del tempo” – Di PASQUALINO CINNIRELLAhttps://blogletteratura.com/2024/05/04/n-e-02-2024-dai-capitoli-del-tempo-poesia-di-pasqualino-cinnirella/

“Di luce immensa” – Di ORNELLA SPAGNULO – https://blogletteratura.com/2024/03/26/n-e-02-2024-di-luce-immensa-poesia-di-ornella-spagnulo/

“Distanze” – Di CAMILLA ZIGLIA – https://blogletteratura.com/2024/03/21/n-e-02-2024-distanze-poesia-di-camilla-ziglia/

“Distici dell’inespresso” – Di ROSSANA JEMMA – https://blogletteratura.com/2024/03/08/n-e-02-2024-distici-dellinespresso-poesia-di-rossana-jemma/

“El viènto” – Di TESEO TESEI https://blogletteratura.com/2024/05/07/n-e-02-2024-el-viento-poesia-in-dialetto-fabrianese-di-teseo-tesei/

“Esistono incontri” – Di IZABELLA TERESA KOSTKA https://blogletteratura.com/2024/04/21/n-e-02-2024-esistono-incontri-poesia-di-izabella-teresa-kostka/

“Figli di Dedalo” – Di DORIS BELLOMUSTO – https://blogletteratura.com/2024/04/25/n-e-02-2024-figli-di-dedalo-poesia-di-doris-bellomusto/

fissavi quella scia” – Di CINZIA DEMIhttps://blogletteratura.com/2024/05/05/n-e-02-2025-fissavi-quella-scia-poesia-di-cinzia-demi/

“Fugace” – Di FEDERICO PREZIOSI https://blogletteratura.com/2024/04/10/n-e-02-2024-fugace-poesia-di-federico-preziosi/

“Guardo” – Di EMANUELE MARCUCCIOhttps://blogletteratura.com/2024/05/05/n-e-02-2024-guardo-poesia-di-emanuele-marcuccio/

“Il cielo e lo spirituale dell’incarnato (ovvero l’azzurro e il rosa di Ettore Spalletti)” – Di RENZO FAVARON https://blogletteratura.com/2024/04/01/n-e-02-2024-il-cielo-e-lo-spirituale-dellincarnato-ovvero-lazzurro-e-il-rosa-di-ettore-spalletti-poesia-di-renzo-favaron/

“Il Fato” – Di DAVIDE MARCHESE https://blogletteratura.com/2024/03/26/n-e-02-2024-il-fato-poesia-di-davide-marchese/

“Il fiume della vita” – Di FIORELLA FIORENZONI https://blogletteratura.com/2024/04/11/n-e-02-2024-il-fiume-della-vita-poesia-di-fiorella-fiorenzoni/

“Il lungo viaggio” – Di ELEONORA BELLINI – https://blogletteratura.com/2024/04/14/n-e-02-2024-il-lungo-viaggio-poesia-di-eleonora-bellini/

 “Il silenzio muove le foglie” – Di ROBERTO CASATI https://blogletteratura.com/2024/05/25/n-e-02-2024-il-silenzio-muove-le-foglie-poesia-di-roberto-casati/

“Io resto in ascolto di te” – Di TINA FERRERI TIBERIO – https://blogletteratura.com/2024/03/04/n-e-02-2024-poesia-e-spiritualita-articolo-di-tina-ferreri-tiberio/

“Io sono essenza” – Di MARIA BENEDETTA CERRO https://blogletteratura.com/2024/04/14/n-e-02-2024-io-sono-essenza-poesia-di-maria-benedetta-cerro/

L’arbìtrio” – Di FLAVIA TOMASSINI – https://blogletteratura.com/2024/04/21/n-e-02-2024-larbitrio-poesia-di-flavia-tomassini/

“La danza” – Di IRENE SABETTA https://blogletteratura.com/2024/05/04/n-e-02-2024-la-danza-poesia-di-irene-sabetta/

“La fatica di nascere” – Di GIOVANNA FILECCIA – https://blogletteratura.com/2024/03/10/n-e-02-2024-ritornoalvuotosaggiodigiovannafileccia/

La lettera mancante” – Di RITA GRECO https://blogletteratura.com/2024/04/28/n-e-02-2024-la-lettera-mancante-poesia-di-rita-greco/

“La luna e il suo mistero” – Di LUCIA LO BIANCOhttps://blogletteratura.com/2024/05/04/n-e-02-2024-la-luna-e-il-suo-mistero-poesia-di-lucia-lo-bianco/

“La resistenza dell’amore” – Di RITA PACILIO – https://blogletteratura.com/2024/05/12/n-e-02-2024-la-resistenza-dellamore-poesia-di-rita-pacilio/

Lacrime di pace” – Di AMEDEO DI SORAhttps://blogletteratura.com/2024/04/30/n-e-02-2024-lacrime-di-pace-poesia-di-amedeo-di-sora/

“Le calde posture del sole” – Di DONATELLA NARDIN https://blogletteratura.com/2024/04/07/n-e-02-2024-le-calde-posture-del-sole-poesia-di-donatella-nardin/

“Liturgia del silenzio” – Di GABRIELE GRECOhttps://blogletteratura.com/2024/05/03/n-e-02-2024-liturgia-del-silenzio-poesia-di-gabriele-greco/

“Mantra di Speranze” – Di NICOLE FIAMENIhttps://blogletteratura.com/2024/05/03/n-e-02-2024-mantra-di-speranze-poesia-di-nicole-fiameni/

Misericordia” – Di EMANUELA MANNINO https://blogletteratura.com/2024/03/17/n-e-02-2024-misericordia-poesia-di-emanuela-mannino/

“Nel vuoto [lì per sempre]” – Di RITA STANZIONE https://blogletteratura.com/2024/05/24/n-e-02-2024-nel-vuoto-li-per-sempre-di-rita-stanzione/

“Nella nebbia” – Di MARIO DE ROSA https://blogletteratura.com/2024/05/25/n-e-02-2024-nella-nebbia-poesia-di-mario-de-rosa/  

“Oggi il sole” – Di GABRIELLA MAGGIO https://blogletteratura.com/2024/05/27/n-e-02-2024-oggi-il-sole-poesia-di-gabriella-maggio/

Parole di resurrezione” – Di GIANNI ANTONIO PALUMBO – https://blogletteratura.com/2024/03/13/n-e-02-2024-parole-di-resurrezione-poesia-di-gianni-antonio-palumbo/

“per legge naturale lussureggiano gli ibridi” e “solstizio d’inverno 2023” – Di ANNAMARIA FERRAMOSCA – https://blogletteratura.com/2024/05/31/n-e-02-2024-solstizio-dinverno-2023-e-per-legge-naturale-lussureggiano-gli-ibridi-due-poesie-di-annamaria-ferramosca/

“Poesia e anima” – Di MARIA PELLINO – https://blogletteratura.com/2024/06/03/n-e-02-2024-poesia-e-anima-poesia-di-maria-pellino/

“Poesia” – Di LUCIO ZANIBONI https://blogletteratura.com/2024/04/07/n-e-02-2024-poesia-di-lucio-zaniboni/

“preghiera a san michele” – Di ROSARIA DI DONATO – https://blogletteratura.com/2024/06/02/n-e-02-2024-preghiera-a-san-michele-poesia-di-rosaria-di-donato/

“Preghiera” – Di ANTONIETTA SIVIERO – https://blogletteratura.com/2024/05/17/n-e-02-2024-preghiera-poesia-di-antonietta-siviero/

“Preghiera” – Di MARINA MINET – https://blogletteratura.com/2024/06/01/n-e-02-2024-preghiera-poesia-di-marina-minet-2/

“Quando sarai nel vuoto” – Di MARGHERITA PARRELLI – https://blogletteratura.com/2024/05/26/n-e-02-2024-quando-sarai-nel-vuoto-poesia-di-margherita-parrelli/

“Quasi apparenze” – Di RICCARDO CARLI BALLOLA https://blogletteratura.com/2024/03/26/n-e-02-2024-quasi-apparenze-poesia-di-riccardo-carli-ballola/

“Quiete di pane e famiglia” – Di CARLA MARIA CASULA – https://blogletteratura.com/2024/03/09/n-e-02-2024-quiete-di-pane-e-famiglia-poesia-di-carla-maria-casula/

“Riflessioni” – Di GIAN LUCA GUILLAUMEhttps://blogletteratura.com/2024/04/11/n-e-02-2024-riflessioni-poesia-di-gian-luca-guillaume/

“Ritornare in mente” – Di LUIGI PIO CARMINAhttps://blogletteratura.com/2024/05/17/n-e-02-2024-ritornare-in-mente-poesia-di-luigi-pio-carmina/

Sacro vuoto” – Di TIZIANA COLUSSO https://blogletteratura.com/2024/05/23/n-e-02-2024-sacro-vuoto-poesia-di-tiziana-colusso-2/

“Se fossimo vetro” – Di SIMONE PRINCIPEhttps://blogletteratura.com/2024/05/18/n-e-02-2024-se-fossimo-vetro-poesia-di-simone-principe/

“Sei il verme della tristezza” – Di EMILIO PAOLO TAORMINA – https://blogletteratura.com/2024/05/02/n-e-02-2024-sei-il-verme-della-tristezza-poesia-di-emilio-paolo-taormina/

“Sensazioni celesti” – Di CLAUDIO MERINI https://blogletteratura.com/2024/05/29/n-e-02-2024-sensazioni-celesti-poesia-di-claudio-merini/

“Siamo anime” – Di ANGELA PATRONO – https://blogletteratura.com/2024/05/15/n-e-02-2024-siamo-anime-poesia-di-angela-patrono/

Sole!” – Di GIOVANNI TERESI – https://blogletteratura.com/2024/05/30/n-e-02-2024-sole-poesia-di-giovanni-teresi/  

“Solidarietà (Venezuela)” – Di GRAZIA FINOCCHIARO – https://blogletteratura.com/2024/05/21/n-e-02-2024-solidarieta-venezuela-poesia-di-grazia-finocchiaro/

 “Sono andata al mio funerale” – Di SANDRA MANCA – https://blogletteratura.com/2024/05/19/n-e-02-2024-sono-andata-al-mio-funerale-poesia-di-sandra-manca/

“Spazio puro” – Di PAOLA PITTAVINO – https://blogletteratura.com/2024/03/21/n-e-02-2024-spazio-puro-poesia-di-paola-pittavino/

“Tutto il resto è tempo (Seneca)” – Di GABRIELLA PISON https://blogletteratura.com/2024/04/07/n-e-02-2024-tutto-il-resto-e-tempo-seneca-poesia-di-gabriella-pison/

“Una coperta di cenere” – Di LUISA DI FRANCESCO – https://blogletteratura.com/2024/06/01/n-e-02-2024-una-coperta-di-cenere-poesia-di-luisa-di-francesco/

“Una preghiera al vento” – Di MICHELA ZANARELLA https://blogletteratura.com/2024/05/21/n-e-02-2024-una-preghiera-al-vento-poesia-di-michela-zanarella/

Vanishing Faces” – Di SILVIO RAFFO – https://blogletteratura.com/2024/03/14/n-e-02-2024-vanishing-faces-poesia-di-silvio-raffo/

“Versi” – Di LUCIA CRISTINA LANIA – https://blogletteratura.com/2024/05/22/n-e-02-2024-versi-poesia-di-lucia-cristina-lania/

*

Vengono, inoltre, pubblicate le poesie “I premiati”; “Il Giudizio finale”; “Le beatitudini” e “Gli esclusi” di GUIDO OLDANI a compendio dell’intervista rivolta al fondatore del Realismo Terminale da ANNACHIARA MARANGONI.


ARTICOLI

“Dall’oblio dell’essere al naufragio dell’essere” – A cura di GUGLIELMO PERALTA – https://blogletteratura.com/2024/04/18/n-e-02-2024-dalloblio-dellessere-al-naufragio-nellessere-articolo-di-guglielmo-peralta/

“L’antica tradizione e l’origine del Presepe” – A cura di GIOVANNI TERESIhttps://blogletteratura.com/2024/03/20/n-e-02-2024-lantica-tradizione-e-lorigine-del-presepe-articolo-di-giovanni-teresi/

“Poesia e pace?” – A cura di ENRICA SANTONIhttps://blogletteratura.com/2024/04/10/n-e-02-2024-poesia-e-pace-articolo-di-enrica-santoni/

“Poesia e spiritualità, tra confronto e identità” – A cura di VALTERO CURZI – https://blogletteratura.com/2024/04/25/n-e-02-2024-poesia-e-spiritualita-tra-confronto-e-identita-articolo-di-valtero-curzi/

“Poesia e spiritualità” – A cura di TINA FERRERI TIBERIO – https://blogletteratura.com/2024/04/14/n-e-02-2024-io-resto-in-ascolto-di-te-poesia-di-tina-ferreri-tiberio/

“Ritorno al vuoto” – A cura di GIOVANNA FILECCIA – https://blogletteratura.com/2024/05/23/n-e-02-2024-la-fatica-di-nascere-poesia-di-giovanna-fileccia/


SAGGI

“«In te mi riconforto». Appunti sulla spiritualità tassiana” – A cura di FRANCESCO MARTILLOTTO https://blogletteratura.com/2024/06/03/n-e-02-2024-in-te-mi-riconforto-appunti-sulla-spiritualita-tassiana-saggio-di-francesco-martillotto/

“Al di là di un dispersivo incanto nella pluralità dei versi di Oronzo Liuzzi” – A cura di CARMEN DE STASIO https://blogletteratura.com/2024/04/06/n-e-02-2024-al-di-la-di-un-dispersivo-incanto-nella-pluralita-dei-versi-di-oronzo-liuzzi-saggio-di-carmen-de-stasio/

“Christine Lavant, stella abbandonata da Dio” – A cura di LORETTA FUSCO https://blogletteratura.com/2024/05/03/n-e-02-2024-christine-lavant-stella-abbandonata-da-dio-saggio-di-loretta-fusco/

“Dalla spiritualità della poesia alla sua inevitabile umanità. Dante, Beatrice e Francesca” – A cura di DILETTA FOLLACCHIO – https://blogletteratura.com/2024/03/28/n-e-02-2024-dalla-spiritualita-della-poesia-alla-sua-inevitabile-umanita-dante-beatrice-e-francesca-saggio-di-diletta-follacchio/

“Eminescu” – A cura di DANTE MAFFIAhttps://blogletteratura.com/2024/05/16/n-e-02-2024-su-mihai-eminescu-saggio-di-dante-maffia/

“L’itinerario spirituale di Vittoria Colonna” – A cura di GRAZIELLA ENNAhttps://blogletteratura.com/2024/05/14/n-e-02-2024-litinerario-spirituale-di-vittoria-colonna-saggio-di-graziella-enna/

“La poesia amorosa di Borges” – A cura di DANTE MAFFIA – https://blogletteratura.com/2024/03/18/n-e-02-2024-la-poesia-amorosa-di-borges-saggio-di-dante-maffia/

“La poesia realistico-simbolica di José Russotti” – A cura di GIUSEPPE RANDO https://blogletteratura.com/2024/04/12/n-e-02-2024-la-poesia-realistico-simbolica-di-jose-russotti-saggio-del-prof-giuseppe-rando/

“La religiosità e spiritualità nelle opere delle poete lucane: da Isabella Morra ad Anna Santoliquido” – A cura di FRANCESCA AMENDOLA – https://blogletteratura.com/2024/04/16/n-e-02-2024-la-religiosita-spirituale-nelle-opere-delle-poete-lucane-da-isabella-morra-ad-anna-santoliquido-saggio-di-francesca-amendola/

“Novalis: tra filosofia, magia e spiritualità” – A cura di RICCARDO RENZI https://blogletteratura.com/2024/04/03/n-e-02-2024-novalis-tra-filosofia-magia-e-spiritualita-saggio-di-riccardo-renzi/

“Poesia e spiritualità al femminile” – A cura di FRANCESCA LUZZIO – https://blogletteratura.com/2024/04/27/n-e-02-2024-poesia-e-spiritualita-al-femminile-articolo-di-francesca-luzzio/

“Poesia e spiritualità: la ricerca interiore tra fede e laicità” – A cura di MARIA GRAZIA FERRARIS – https://blogletteratura.com/2024/04/20/n-e-02-2024-poesia-e-spiritualita-la-ricerca-interiore-tra-fede-e-laicita-saggio-di-maria-grazia-ferraris/

“POEVITÀSIA. Manifesto della Filosofia dell’Umafeminità” – A cura di NADIA CAVALERAhttps://blogletteratura.com/2024/05/05/n-e-02-2024-poevitasia-manifesto-della-filosofia-dellumafeminita-a-cura-di-nadia-cavalera/

“Tempo di realtà” – A cura di GIULIANO LADOLFI https://blogletteratura.com/2024/05/24/n-e-02-2024-tempo-di-realta-un-saggio-sulla-poesia-a-cura-di-giuliano-ladolfi/

“UT PICTURA POËSIS. La forma dello Spirito nell’opera di quattro celebri artisti-poeti” – A cura di WANDA PATTACINI – https://blogletteratura.com/2024/05/19/n-e-02-2024-ut-pictura-poesis-la-forma-dello-spirito-nellopera-di-quattro-celebri-artisti-poeti-saggio-di-wanda-pattacini


RECENSIONI

Dialoghi con la notte. Appunti su Lezione di meraviglia di Daniele Ricci – A cura di FRANCESCO FIORETTI – https://blogletteratura.com/2024/05/22/n-e-02-2024-dialoghi-con-la-notte-appunti-su-lezione-di-meraviglia-di-daniele-ricci-a-cura-di-francesco-fioretti/

Figlie di Pocahontas, a cura di Cinzia Biagiotti e Laura Coltelli – A cura di MICHELE VESCHIhttps://blogletteratura.com/2024/03/13/n-e-02-2024-figlie-di-pocahontas-a-cura-di-cinzia-biagiotti-e-laura-coltelli-recensione-di-michele-veschi/

Geografie della sete: Getsemani di Luca Pizzolitto – A cura di ANNALISA CIAMPALINI https://blogletteratura.com/2024/03/29/n-e-02-2024-geografie-della-sete-di-luca-pizzolitto-recensione-di-annalisa-ciampalini/

Le Poesie mistiche di Rumi – A cura di LAURA VARGIU – https://blogletteratura.com/2024/03/06/n-e-02-2024-oriente-e-gerusalemme-due-aforismi-di-laura-vargiu/

Meraviglie di Simone Magli – A cura di LORENZO SPURIO https://blogletteratura.com/2024/04/04/n-e-02-2024-meraviglie-di-simone-magli-recensione-di-lorenzo-spurio/

Poesie novissime di Francisco Soriano – A cura di MARIA PINA CIANCIO – https://blogletteratura.com/2024/03/22/n-e-02-2024-poesie-novissime-di-francesco-soriano-recensione-di-maria-pina-ciancio/

Prefazione a La carne y el espíritu di Alfredo Pérez Alencart – A cura di VITO DAVOLI – https://blogletteratura.com/2024/05/16/n-e-02-2024-la-poesia-di-alfredo-perez-alencart-il-panorama-dellanima-nella-carne-dellumano-prefazione-a-la-carne-y-el-espiritu-a-cura-di-vito-davoli/

Recensione a Erotanasie, poema a due voci scritto da Giannino Balbis ed Emanuela Mannino – A cura di ORNELLA MALLO – https://blogletteratura.com/2024/05/09/n-e-02-2024-recensione-a-erotanasie-poema-a-due-voci-scritto-da-giannino-balbis-ed-emanuela-mannino-a-cura-di-ornella-mallo/

Sacro minore di Franco Arminio – A cura di CRISTINA BIOLCATI – https://blogletteratura.com/2024/03/12/n-e-02-2024-sacro-minore-di-franco-arminio-recensione-di-cristina-biolcati/


INTERVISTE

“Dare respiro al sacro”. Intervista al poeta Luigi Carotenuto – A cura di FRANCESCA DEL MORO – https://blogletteratura.com/2024/04/13/n-e-02-2024-dare-respiro-al-sacro-intervista-al-poeta-luigi-carotenuto-a-cura-di-francesca-del-moro/

“La poesia tiene in vita il mondo”. Intervista a Mario Narducci – A cura di ANNA MANNA CLEMENTIhttps://blogletteratura.com/2024/04/30/n-e-02-2024-la-poesia-tiene-in-vita-il-mondo-intervista-a-mario-narducci-a-cura-di-anna-manna-clementi/

“La sacralità nella natura”. Intervista a Mirella Crapanzano – A cura di LUCIA CUPERTINO https://blogletteratura.com/2024/03/25/n-e-02-2024-la-sacralita-nella-natura-intervista-a-mirella-crapanzano-a-cura-di-lucia-cupertino/

Intervista a Silvio Aman – A cura di ADRIANA GLORIA MARIGO – https://blogletteratura.com/2024/03/15/n-e-02-2024-intervista-a-silvio-aman-a-cura-di-adriana-gloria-marigo/

Intervista al Maestro Guido Oldani, fondatore del Realismo Terminale – A cura di ANNACHIARA MARANGONI https://blogletteratura.com/2024/04/09/n-e-02-2024-intervista-al-maestro-guido-oldani-fondatore-del-realismo-terminale-a-cura-di-annachiara-marangoni/

Intervista alla scrittrice e antropologa Loretta Emiri – A cura di LORENZO SPURIO – https://blogletteratura.com/2024/04/22/n-e-02-2024-intervista-alla-scrittrice-e-antropologa-loretta-emiri-a-cura-di-lorenzo-spurio/


N.E. 02/2024 – Intervista alla scrittrice e antropologa Loretta Emiri. A cura di Lorenzo Spurio

Loretta, benvenuta e grazie per aver permesso questa intervista. Ha recentemente dato alle stampe un volume dal titolo “Romanzo indigenista” (auto-pubblicato sulla piattaforma Amazon), potrebbe parlarcene un po’?

Iniziai a scrivere questo romanzo nell’agosto del 2013 e l’ho ultimato nel novembre del 2019. La privilegiata convivenza di oltre quattro anni con gli yanomami nella loro lussureggiante patria-foresta, mi ha segnata profondamente; nella loro cultura il nome attribuito a una persona può variare nel corso della sua esistenza, quindi ho affidato il racconto della mia vita a quattro voci, che cambiano se rimandano a infanzia, adolescenza, maturità o vecchiaia. La scelta è stata influenzata anche dall’opera di Pirandello, che mi affascina fin da quando ero un’adolescente. Il contenuto del romanzo ricostruisce il mio andare e venire dal “primo” al “terzo mondo”, dal Brasile al mondo yanomami considerato “primitivo”, dall’Europa all’America Latina, dalla narrativa alla saggistica, dalla poesia alla fotografia, dalla lotta per la conquista e il riconoscimento dei diritti indigeni alla lotta per l’affermazione e il rispetto della mia individualità. Nella cultura yanomami il tempo è scandito dal susseguirsi delle stagioni, per cui possiamo definirlo “circolare”: la concezione indigena mi ha permesso di oltrepassare quella occidentale, che raffigura il tempo come se fosse una linea retta su cui le date appaiono in ordine cronologico. I paragrafi del libro rimandano ad ambiti geografici e temporali diversi; il criterio di inserimento in una sezione piuttosto che in altra, non segue l’ordine cronologico, né quello della stesura dei capitoli, ma è determinato dalla maggiore intensità con cui ho vissuto uno degli eventi durante un determinato ciclo della mia vita. Mi piace affermare che ho atomizzato e ricreato il tempo, così il passato è presente e il presente è già futuro.

*

Per il fatto che ha vissuto a contatto vari anni con la comunità indigena Yanomami in Brasile e per aver dedicato molti studi e volumi a quella realtà è considerata una delle maggiori studiose e divulgatrici nel nostro Paese. Può raccontarci come è nato il suo amore verso il mondo indigeno brasiliano e come si è avvicinata ad esso?

La ringrazio per considerarmi una delle maggiori studiose e divulgatrici, in Italia, della vita e cultura yanomami, ma a pensarla come lei è un ristretto numero di persone. Poiché lotto contro preconcetti e stereotipi, sono poche le porte che mi vengono aperte per realizzare una sensibilizzazione più ampia circa la problematica yanomami. Case editrici e mezzi di comunicazione preferiscono divulgare notizie sensazionalistiche, farcite di stereotipi, esotismo, superficialità.

Quando ero ancora una bambina, due desideri si installarono nella mia mente: diventare scrittrice e operare nel “terzo mondo”. Quando arrivò l’età giusta per fare drastiche scelte di vita, decisi che prima avrei svolto volontariato internazionale; l’esperienza, poi, mi avrebbe fornito temi interessanti da salvaguardare attraverso la scrittura, ed è ciò che ho fatto. Nelle Marche, dove ancora non vivevo, conobbi due persone che lavoravano con gli yanomami. La loro testimonianza e le stupende foto che uno dei due proiettò, mi fecero innamorare di questo popolo; la sua situazione esistenziale, all’epoca già difficile, mi fece decidere di operare in mezzo a loro, con loro.    

*

Loretta Emiri impegnata in un’attività di alfabetizzazione nel Demini, negli anni Ottanta.

Il termine “Yanomami” che contraddistingue tanto la comunità e la loro lingua, che cosa significa?

Il termine “Yanomami” è generico e fu adottato in Brasile da coloro che per primi lavorarono con questo popolo, cioè antropologi, funzionari governativi, missionari. Nel dizionario da me scritto si legge: YÃNOMAMÈ = (1) homem, pessoa, gente. (2) Yanomami de língua yãnomamè. (3) Língua yãnomamè. Per quanto riguarda la lingua, va precisato che della famiglia linguistica yanomami fanno parte ben sei lingue differenti, ognuna delle quali con molti dialetti.

*

Quale peculiarità si sente d’individuare nella comunità Yanomami rispetto alle altre del contesto dell’Amazzonia brasiliana che ha conosciuto e/o studiato nel corso del tempo?

Con gli yanomami ho vissuto a lungo; con le altre etnie presenti nello Stato di Roraima ho avuto contatti sporadici, per cui non sono in grado di determinare le peculiarità di queste ultime. Posso solo dire che la differenza maggiore è lo spazio che occupano: gli yanomami vivono in foresta, la maggioranza degli altri gruppi vive nella savana. È l’occupazione territoriale e l’utilizzo delle sue risorse che determina il formarsi delle peculiarità delle società indigene. 

*

Esiste un senso di spiritualità nella comunità Yanomami? In quali manifestazioni concrete si esplica?

Il senso di spiritualità tra gli yanomami è talmente forte che hanno preservata intatta la foresta amazzonica fino ai nostri giorni. Gli yanomami sono animisti, per cui credono che ogni essere vivente, compresi vegetali, animali, cose, possiede uno spirito ed esso, a seconda della situazione, può essere benefico o malefico. Questo concetto determina che la vita del popolo yanomami sia impregnata di spiritualità, anche nelle più banali e normali attività quotidiane.   

*

Come definirebbe il concetto di “anima”?

Moltissimi anni fa mi invitavano a partecipare ad una riunione di preparazione del “Corso di Abilitazione al Magistero per Maestri Kaingang”. Durante l’incontro, non ricordo in che contesto, impiegai la parola “anima”. Uno dei presenti mi fece notare di averla usata in modo improprio. Dal momento che la loro religione vanta molti spiriti, sostenne che un termine intimamente legato al concetto di un solo dio non poteva essere applicato ai Kaingang. Obiezione e argomentazione vennero formulate in modo così schietto e diretto che sentii di essere stata raggiunta da una rivelazione. Da qual momento, riferendomi agli indigeni (ma anche a me stessa) non ho più utilizzato la parola “anima”, preferendo l’uso della parola “spirito”. 

*

L’anima è qualcosa di strettamente legato all’umano o si ritrova anche negli altri esseri viventi? Esiste un’anima dei luoghi?

Considerando quanto detto sopra, l’anima è qualcosa di strettamente legato all’uomo di religione cristiana, che si rapporta individualmente con una sola divinità. Gli indigeni rispettano e interagiscono con i molti spiriti che popolano la foresta, con ciò riuscendo a mantenerla intatta e sana, perché la foresta tutta è il loro luogo ancestrale, sacro per eccellenza.   

*

Loretta Emiri partecipa alla conferenza di apertura del Seminario UFRR, insieme a Dawi Kopenawa Yanomami, nell’ottobre del 2023

La spiritualità dell’essere ha a che vedere imprescindibilmente con il suo attaccamento alla dimensione prettamente religiosa o può concernere anche altre dimensioni avulse alla religione?

Come abbiamo visto, nel caso degli yanomami non c’è separazione tra dimensione religiosa e dimensione fisica, materiale. Questo concetto per me è fonte di ispirazione e meditazione costante. Nel mondo occidentale, succede spesso che le belle parole sostituiscono le buone azioni, così che “tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare”. E tra il dire e il non fare c’è sempre di mezzo tanta ipocrisia, superficialità, indifferenza verso gli altri. Spesso mi capita di chiedermi se io stessa sono coerente con ciò che scrivo e ciò che nella pratica faccio; quando questo tipo di dubbio mi assale, apro l’archivio e dissotterro testi, che sempre mi tranquillizzano a rispetto.  

*

Lei ha curato un dizionario yanomami-portoghese. Esistono delle parole nella lingua yanomami che risultano di difficile traduzione in italiano? Quali? Può farci degli esempi?

Realizzai la mia ricerca nella lingua yãnomamè, che è una delle sei che fanno parte della famiglia linguistica yanomami. Sia in portoghese che in italiano le parole che risultano di difficile traduzione sono quelle che derivano dalla cosmogonia yanomami. Nel dizionario, per tradurre il termine rixi ho utilizzato la locuzione “alter ego”, seguita dalla spiegazione “essere simbolico che vive una vita parallela a quella dell’uomo”. Una parola corta come rixi è la rappresentazione di una serie di concezioni, fra cui: ogni individuo possiede un alter ego; vivendo vite parallele, le due entità mai s’incontreranno; la morte dell’alter ego provoca quella dell’uomo a cui è abbinato. Alla traduzione bisogna aggiungere spiegazioni e note affinché il lettore si avvicini il più possibile alla comprensione del sofisticato concetto che può celarsi dietro a una singola, semplice parola.  

*

Quali sono attualmente le condizioni della comunità Yanomami? Subisce interferenze e minacce dalla società consumistica o riesce a preservare la sua anima primordiale?

Il contatto degli yanomami con i fronti di espansione della società capitalista ha i connotati di un bollettino di guerra. Nel 1974, la strada Perimetrale Nord, voluta dai militari all’epoca al potere, tagliò a sud il territorio yanomami; il contatto con i lavoratori della strada ridusse tredici villaggi a otto piccoli gruppi di superstiti, a causa di epidemie introdotte e verso le quali gli yanomami non avevano anticorpi. Nel 1977, la seconda epidemia di morbillo dall’arrivo della strada uccise la metà della popolazione di tre villaggi. Nell’agosto del 1987 oligarchie e politici locali fomentarono l’invasione del territorio yanomami, dentro il quale confluirono circa quaranta mila uomini; non si sa quanti yanomami sopravvissero alle armi da fuoco e all’avvelenamento da mercurio utilizzato per l’estrazione dei minerali. Anche se l’area yanomami è stata omologata nel 1992, le invasioni non sono mai cessate. La situazione è drasticamente peggiorata durante la presidenza di Bolsonaro, che l’invasione l’ha criminosamente fomentata. Durante il suo mandato, in territorio yanomami sono entrate macchine potenti e uomini fortemente armati legati a fazioni criminose, che hanno prodotto il disastro finale. Nel gennaio del 2023 il governo Lula ha dichiarato Emergenza in Salute Pubblica di Importanza Nazionale, in decorrenza della mancata assistenza agli yanomami. Oggigiorno il popolo yanomami è in pieno collasso territoriale, sanitario, culturale.

*

Loretta Emiri prende parte in diretta alla trasmissione “Geo” di Rai Tre che ha dedicato spazio ad alcuni aggiornamenti sulla problematica yanomami. Ottobre 2023.

L’attività “storica” dei missionari cattolici del Vecchio Continente ha riguardato anche la comunità Yanomami? Quale è stata la ricezione e quali sono stati gli esiti di questa attività di evangelizzazione?

Io decisi di operare tra gli yanomami del Catrimâni perché all’epoca i missionari che con loro già lavoravano non erano preoccupati con l’evangelizzazione, ma con la sopravvivenza fisica e culturale di questo popolo. Resta il fatto che le varie chiese che tra gli yanomami hanno operato, e ancora operano, hanno contribuito a dividere questo popolo, perché ognuna di esse affronta a modo suo la situazione senza interagire, dialogare, collaborare con le altre in funzione del benessere e dell’unità del popolo yanomami. 

*

Ha assistito a feste o rituali che contraddistinguono la vita sociale della comunità Yanomami? Se sì, può raccontarcene qualcuna (le principali o quelle che l’hanno suggestionata maggiormente)?

In uno dei miei racconti, descrivo il rituale funebre, a cui ho assistito, di un giovane amico yanomami. La lettura del testo risponderebbe egregiamente alla domanda, per cui vi segnalo il link:

*

A quale divinità (o molteplicità di divinità) gli indios Yanomami sono votati?

Oltre al fatto che si rapportano con sacralità allo spirito insito in ogni cosa, gli yanomami tramandano la memoria dell’eroe mitologico Omá. Quando gli sciamani devono entrare in contatto con l’aldilà, cercano la collaborazione degli Hekurapè, spiriti minuscoli come la propria immagine riflessa negli occhi.  

*

Esistono testi in forma scritta della comunità Yanomami che hanno affrontato il tema della religiosità, della spiritualità e del rapporto con l’aldilà?

Un libro scritto dall’antropologo francese Bruce Albert e dal leader Davi Kopenawa Yanomami è stato tradotto in italiano con il titolo La caduta del cielo. È una vera e propria enciclopedia yanomami, allo stesso tempo è una biografia e un’autobiografia; c’è dentro di tutto: società, cultura, lingua, cosmogonia, religiosità, scontro con l’invasore uomo bianco. Ne suggerisco la lettura a quanti vogliano avvicinarsi alle concezioni filosofiche della società yanomami.

*

Nel 2018 ha pubblicato un libro dal titolo “Discriminati”. Può dirci di cosa si tratta e da che cosa è stata mossa per scrivere quest’opera? Chi sono i discriminati di oggi?

Discriminati è un libro che non avrei dovuto pubblicare. Il progetto iniziale includeva racconti vari e il titolo era Racconti discriminati; discriminati perché rifiutati da un’altra casa editrice. Nello sciocco desiderio di vedere un nuovo libro pubblicato, permisi che alcuni racconti fossero esclusi e un altro, che niente aveva a che vedere con la struttura del libro, vi fosse inserito. Dovetti inghiottire anche il titolo differente. Naturalmente i discriminati di oggi sono anche gli yanomami, le minoranze in generale.

*

Grazie per aver risposto con attenzione e disponibilità alle domande di questa “chiacchierata” che ci hanno fatto conoscere da più vicino la comunità Yanomami.


Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autore ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.

N.E. 02/2024 – “Poesia e spiritualità: la ricerca interiore tra fede e laicità”, saggio di Maria Grazia Ferraris

….Ma sedendo e mirando, interminati

Spazi di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo; ove per poco

Il cor non si spaura….

(Giacomo Leopardi)

Cercando  le definizioni di “spiritualità” nei dizionari  ci si trova immersi in affermazioni nebulose, ripetitive, generiche che concordano solo nell’eliminazione degli aggettivi  qualificativi, quali – interiore, religiosa, cattolica, laica, naturale, orientale… – e insistono sul tema della ricerca  interiore, introspettiva, presente e costante  in ogni essere umano, a prescindere dalla sua cultura, dalla sua confessione religiosa, dal suo “status” di persona e di valori, tensioni e aspirazioni, che fanno a meno  dal credere nel “Trascendente”. Si ipotizza una ricerca individuale, attingendo all’esperienza, ma anche al patrimonio di conoscenze e sapienza della società nella quale viviamo.

La spiritualità si caratterizza allora attraverso la valorizzazione del quotidiano perché nulla di quanto si vive è ‘profano’: cambia invece la condizione vitale che differenziandosi determina modalità diverse nel vivere la vita. Questa dimensione interpretativa è strettamente unita alla poesia e alle sue manifestazioni.

La spiritualità della poesia si innesta nella spiritualità del singolo e della sua vita, è ricerca che ha come fine la realizzazione di se stesso, o l’autocompimento esistenziale, la maturazione dell’esistenza, nel dialogo con gli altri e all’incontro con la dimensione religiosa, metafisica.

La filosofia del Novecento, ha rivalutato la funzione della letteratura e quindi della poesia anche ai fini del pensiero, di una riflessione radicata sulla verità e le sue ragioni.

L’affinità tra linguaggio religioso-spirituale e linguaggio poetico si rivela nel loro dimorare nelle profondità dell’esperienza umana, rasentando i confini del dicibile. La poesia restituisce, con assoluta evidenza, la complessità della vicenda umana alla ricerca dell’anima, del divino, in virtù di uno sguardo orientato oltre la successione del tempo e del visibile; uno sguardo che attraversa il silenzio, per attingere alla fonte della vita della parola.

Moltissimi i poeti che si sono espressi e confrontati sul tema. La spiritualità è il contatto con la propria umanità. La parola poetica riesce a toccare il nocciolo della verità ed è proprio questa sua capacità unica, senza eguali, che trasforma l’arte in una forma di umanesimo spirituale e, attraverso le parole, ci mostra il vero volto spoglio, duraturo e nitido delle cose. La poesia è la vera “lampada d’oro” che illumina il cammino di molti lettori che si accostano al canto di sirene delle parole. Per alcuni Autori che hanno fatto la scelta di coincidenza di spiritualità con fede religiosa, la poesia trova la sua strada maestra. È il caso di David Maria Turoldo.

La ricerca inquieta di Dio, Tenebra luminosa, l’invito alla preghiera, la natura, sono riflesso di Lui. Questi temi si intersecano nella sua poesia in un suo costume espressivo costituzionalmente severo, essenziale, garante dei valori di fondo di matrice evangelica e garantiti in qualche modo in un Friuli dalla civiltà contadina in condizioni di necessità più che di libertà. Una preghiera la sua che è un soliloquio, ma anche un dialogo col cielo. I luoghi, le persone (casa, paese, fiume, la terra, la vigna…) acquistano “il di più” di significato e valore da superare, la funzionalità contingente: “che io possa ancora vedere / il sole che sorge / una nuvola d’oro, / Espero che riluce la sera / in un limpido cielo.” È sempre sottinteso il fondo storico-sociale nella sua arpa, ma come larga cornice, di sapore biblico, come possiamo constatare in Preghiera: “…salutare il giorno/ e dare speranza agli umili / e dire insieme la preghiera….”, pur consapevole che la poesia, oltre che preghiera, vuol essere  invito gioioso al canto:

Svegliati, mia arpa,

che voglio destare l’aurora:

cantare i silenzi dell’alba

chiamare le genti sulle porte,

e salutare il giorno:

e dare speranza agli umili

e dire insieme la preghiera

del pane che basti per oggi:

allora anche i poveri ne avranno d’avanzo.

Amen.

(Poesia “Preghiera”)

Oppure il caso di Clemente Rebora, in Frammenti lirici, che Silvio Ramat definiva poesia “metafisica”, come se l’io fosse in attesa di una rivelazione vaga e indefinita, eppure aperta nel mondo religioso, nell’ora “divina” che prima o poi giungerà confortante: -spazio e tempo sospeso-, come se l’universo si fosse fermato improvvisamente e in tale condizione rivelasse il suo profondo essere permettendo di comprendere appieno il suo esistere. Allora, con l’inno alla vita, che si esprime sotto forma di inquieto fremente monologo, si scoprirà la malia del vivere, la profusione del sentimento che annulla il fastidio ripetitivo del giorno qualunque, sconfinando attraverso i palpiti fecondi nella vita profonda dell’universo:

Divina l’ora quando per le membra

Lene va il sangue, e vivere è malìa:

Nel vero effusa la persona sembra

Luce nell’aria; e ignora come sia.

Da fonti aperte nasce il sentimento

Che d’ogni cosa fa ruscello, e intorno

D’amorosa bontà freme anche il lento

Fastidio ch’erra nell’usato giorno.

Onde sconfina l’attimo irraggiato

Nel vasto palpitar che lo feconda,

E scopre il senso intenso in ciascun lato

dell’universo una vita profonda.

(Dalla poesia “Divina l’ora quando per le membra”)

La spiritualità laica o naturale che dir si voglia, attraversa il quotidiano, i nostri dubbi e limiti, come per Franco Loi in questa poesia carica di disincanto:

Siamo poca roba, Dio, siamo quasi niente,

forse memoria siamo, un soffio d’aria,

ombra degli uomini che passano, i nostri parenti,

forse il ricordo d’una qualche vita perduta,

un tuono che da lontano ci richiama,

la forma che sarà di altra progenie…

Ma come facciamo pietà, quanto dolore,

e quanta vita se la porta il vento!

Andiamo senza sapere, cantando gli inni,

e a noi di ciò che eravamo non è rimasto niente.

(Da Liber, 1988)

Loi medita sull’essere poeta oggi, sulle sue ambiguità e contraddizioni, sull’estraneità della poesia allo svagato mondo contemporaneo, sull’incertezza ed inquietudine che ne genera, coinvolgendoci nella malinconia del vivere.

Interessante ed originale l’itinerario compiuto dalle poetesse. Prima in assoluto mi sembra la poesia di Emily Dickinson, che ha un’anima grande, immensa, mai definibile una volta per tutte, perché rompe la quotidianità, le cornici, i quadri storici di riferimento che ogni critico si impegna a trovarle, inutilmente.  Sa immaginare la vita e la sua gioia, ma anche rasentare, frequentare l’assoluto, la “finita infinità”: il sovrumano, il divino, sa volare umilmente attenta nel suo giardino quotidiano, ma anche volare alto, più di un metafisico, sa vedere con occhi liberi: l’amore è assoluto, come la morte, come la poesia, “estatica nazione”.  Il quotidiano la sfiora, ma non la cattura, non l’impiglia, non la isola, non l’avvilisce. Lei sa uscire dalle sue strette, sa volare.

Non accostarti troppo alla dimora di una rosa:

se una brezza le preda

o rugiada le inonda

cadono con timore le sue mura.

E non voler legare la farfalla,

o scalare le sbarre dell’estasi:

garanzia della gioia

è il suo rischio perenne.

(c.1878)

E ancora: in se stessi bisogna cercare, camminare, scavare, unendo cuore e mente in un unico continente, inseguendo la bellezza, che “non ha causa”:

La bellezza non ha causa:/esiste.

Inseguila e sparisce.

Non inseguirla e appare.

Sai afferrare le crespe

Del prato quando il vento

Vi avvolge le sue dita?

Iddio provvederà

perché non ti riesca.

(c.186)

E conclude – le parole al minimo, lasciare parlare gli spazi bianchi – una lotta impari e improba ingaggiata con la forza della disperazione nei confronti della ultrapotente “parola”:

‘Ha una sua solitudine lo spazio

 solitudine il mare

e solitudine la morte- eppure

tutte queste son folla

in confronto a quel punto più profondo,

segretezza polare

che è un’anima al cospetto di se stessa –infinità finita 

Finita infinità.’

(c. 1695).

La più vicina al suo sentire mi sembra essere in Italia la poetessa milanese Antonia Pozzi, di cui ora è nota sia la storia umana che spirituale, rimanendo valido quello che di lei scriveva  la grande filologa Maria Corti: “Il suo spirito faceva pensare a quelle piante di montagna che possono espandersi solo ai margini dei crepacci, sull’orlo degli abissi”. Una vita brevissima, suicida a soli ventisei anni, ricca di interessi culturali, di incontri e di passioni contrastate, insopportabili nelle loro contraddizioni. Nel suo canzoniere, pubblicato postumo, vi è una continua ricerca dell’autenticità dell’esistenza nelle parole, e le parole della Pozzi, come ha scritto Montale, «sono asciutte e dure come i sassi», ridotte al «minimo di peso».

Tristezza di queste mie mani

troppo pesanti

per non aprire piaghe,

troppo leggere

per lasciare un’impronta.-

tristezza di questa mia bocca

che dice le stesse

parole tue

altre cose intendendo-

e questo è il modo

della più disperata

lontananza.

(PoesiaSfiducia”)

Eppure rimane il senso e il valore della ricerca, dell’approdo, la speranza di una risposta leggera e alla fine liberante:

[…] Ma giungerà una sera

a queste rive

l’anima liberata:

senza piegare i giunchi

senza muovere l’acqua o l’aria

salperà – con le case

dell’isola lontana,

per un’alta scogliera

di stelle – 

In Italia Alda Merini scrive poesie, specie religiose, che nascono dall’insistenza dolorosa e sincera sul tema dell’impossibilità per tutti di salvarsi dalle angosce…: “Quando l’angoscia spande il suo colore / dentro l’anima buia / come una pennellata di vendetta…”. L’angoscia è il senso refrattario di ciò che a noi è dovuto per diritto di vita. L’angoscia non nasce solo dalle frustrazioni che stimolano l’Es a procedere sul versante opposto a quello della follia. Il dualismo follia-ratio è un salto di qualità che viene molto spesso annullato dall’ambiente in cui si vive.… nel mio caso la poesia mi ha salvato la vita. Fatta a tentoni, fra mille burrasche e dimenticata da tutti… L’anima ha mille sentieri e soprattutto mille tentazioni nascoste. Se l’anima è franca, se ha conosciuto il valore e il peso della morte, conosce le radici della vita e sa che sono amare ma salutari. Non esiste una medicina né per l’anima né per il dolore, perché se il dolore è una vetta che sorge improvvisamente nel cuore, la morte cerca di renderlo eterno e di farne un languore umano. Ma la morte non è una nemica, è soltanto un grande filantropo che ama gli uomini e un grande filologo che conosce la natura delle parole. Ciò che vale nell’anima è la nudità…. L’anima ha la semplicità dell’acqua ed è la prima natura dell’uomo…”.

La raccolta Tu sei Pietro è del 1961. Nella chiusa della lirica Rinnovate ho per te, di questa raccolta, appare una straordinaria affermazione autobiografica: “Ché cristiana son io ma non ricordo/ dove e quando finì dentro il mio cuore/ tutto quel paganesimo ch’io vivo”. Nel 2002 ha pubblicato Magnificat da Frassinelli. Toccante e sincero il suo miserere:

Miserere di me,/ che sono caduta a terra/come una pietra di sogno.

Miserere di me, Signore,/ che sono un grumo di lacrime.

Miserere di me,/ che sono la tua pietà.

Mio figlio/ Grande quanto il cielo.

Mio figlio,/ che non è più vivo.

Miserere di me,/ o universo,

egli era la punta di uno spillo/l’ago supremo della mia paura.

Miserere di me/ Che sono morta con lui.

Miserere della mia grandezza,/miserere della mia stanchezza,

miserere della misericordia di Dio.

Ma il tema religioso non è mai frutto si sublimazione definitiva. Si sente infatti come “una piccola ape furibonda”, “una donna non addomesticabile”, costretta a dire la verità, pur essendo “piena di bugie”.

L’angoscia è di una puntualità incredibile: ha fatto un corso accelerato di storia e ti ripete sempre le stesse cose, non ha la minima fantasia. E se tu chiedi all’angoscia: Dov’è tuo fratello? L’angoscia ti risponde puntualmente: sono io il custode di mio fratello. E finalmente, dopo queste parole auliche, tu entri profondamente nella Bibbia e scrivi il Magnificat.”

Tra le poetesse contemporanee riserverei un posto privilegiato a Louise Glück, premio Nobel per la letteratura 2020. È straordinaria per la sua originalità poetica la raccolta che l’ha resa famosa anche in Italia: L’Iris selvatico, un libro complesso e denso che è un dialogo tra i fiori del giardino, il giardiniere e Dio. La Glück non è particolarmente credente, ma sa trasformare il  vissuto soggettivo in una ‘metafisica del quotidiano’, come in questa straordinaria dolorante severa e spoglia preghiera-confessione:

Padre irraggiungibile, quando all’inizio fummo

esiliati dal cielo, creasti

una replica, un luogo in un certo senso

diverso dal cielo, essendo

pensato per dare una lezione: altrimenti

uguale… la bellezza da entrambe le parti, bellezza

senza alternativa… Solo che

non sapevamo quale fosse la lezione. Lasciati soli,

ci esaurimmo a vicenda. Seguirono

anni di oscurità; facemmo a turno

a lavorare il giardino, le prime lacrime

ci riempivano gli occhi quando la terra

si appannò di petali, qui

rosso scuro, là color carne…

Non pensavamo mai a te

che stavamo imparando a venerare.

Sapevamo solo che non era natura umana amare

solo ciò che restituisce amore.

(Poesia “Mattutino”)


Bibliografia

Dickinson Emily, Poesie di E. Dickinson, traduzione e note di M.  Guidacci, BUR, 1996

Dickinson Emily, Tutte le poesie, “I Meridiani”, Mondadori, Milano, 1997

Glück Louise, L’iris selvatico, traduzione di Massimo Bacigalupo, Il Saggiatore, 2020

Glück Louise, Ricette per l’inverno dal collettivo, traduzione di M. Bacigalupo, Il Saggiatore, 2022

Loi Franco, Liber, Garzanti, 1988

Loi Franco, Poesie scelte e breve nota bibliografica, a cura di Nelvia Di Monte, 2021

Merini Alda, Il suono dell’ombra. Poesie e prose 1953-2009, a cura di Ambrogio Borsani, Mondadori, 2009

Merini Alda, Magnificat. Un incontro con Maria, Ed. Sperling & Kupfer

Merini Alda, Tu sei Pietro, All’insegna del pesce d’oro, Scheiwiller, Milano, 1962

Pozzi Antonia, Parole. Tutte le poesie, a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino, Milano 2015

Pozzi Antonia, Poesia che mi guardi. La più ampia raccolta di poesie finora pubblicata e altri scritti, a cura di G. Bernabò e O. Dino, con approfondimenti critici, Luca Sossella Editore, Bologna 2010

Rebora Clemente, Frammenti lirici, 1913

Rebora Clemente, Frammenti lirici, a cura di G. Mussini, Interlinea, 2008

Turoldo David Maria, Dialogo tra cielo e terra, a cura di E. Gandolfi Negrini, Piemme, 2000

Turoldo David Maria, Diario dell’anima, San Paolo, 2003.

Turoldo David Maria, Il dramma è Dio: il divino la fede la poesia, Milano, BUR, 2002

Turoldo David Maria, Nel lucido buio. Ultimi versi e prose liriche, Milano, 2002



Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.

“Lorca americano: la silloge poetica partorita da un mix di depressione e dolore”. Saggio di Lorenzo Spurio

La giornalista Nuria Azancot ha dedicato un recente articolo uscito su «El Español» all’esperienza in terra americana di Federico García Lorca (1898-1936) dal titolo (traduco dallo spagnolo) “La redenzione americana di Lorca: così scrisse Poeta a Nueva York[1], tra la depressione e il dolore[2]”. La Azancot con una prosa veloce ma non priva di elementi di pregio passa in rassegna la vicenda del viaggio americano di Lorca che, nel 1929, a seguito di una grande sofferenza (che secondo Ian Gibson lo vide addirittura vicino alla scelta del suicidio) dettata dalla fine del rapporto amoroso con Emilio Aladrén (che l’aveva abbandonato per l’inglese Eleanor Dove) giunse a New York dove studiò lingua inglese presso la Columbia University.

Quel viaggio-vacanza, pensato per essere di poche settimane, si allungò a dismisura. Viaggiò, conobbe membri della cultura americana (tra cui la romanziera nera Nella Larsen, autrice di Passing), entrò a contatto con il barrio negro di Harlem, visse sulla sua pelle la crisi sociale e umana del Crollo della Borsa di New York, prese parte alla visione di pellicole sperimentali del cinema americano e tanto altro ancora. Giunse anche a L’Avana dove, lasciando alle spalle il delirio del denaro, della spersonalizzazione e della massificazione della megalopoli americana, gli sembrò per un attimo di essere ritornato a casa. La critica ricorda come fu proprio a Cuba che il poeta – nella latinità calda e spensierata che ricalca, in maniera enfatizzata, il meridione della sua terra natale –si sentì maggiormente ad agio, riuscendo ad allontanare il peso dell’impossibilità di esprimere liberamente il suo amore, di abbattere alla luce del sole il pregiudizio bigotto della borghesia granadina, «la peggiore d’Europa», come il Poeta ebbe a stigmatizzarla.

A New York Lorca fu colpito profondamente dalla frenesia del commercio, dall’incomunicabilità delle genti, dalla meccanizzazione della vita dell’uomo. L’architettura dei grattacieli che si perdono a vista d’occhio longitudinalmente e la dominazione di materiali inerti come il cemento, il ferro e il vetro descrivono un unicum distintivo di questa sua esperienza nella Grande Mela. Nella fitta corrispondenza con i suoi genitori (soprattutto con la madre e l’amato fratello Francisco) non potrà che innalzare, con la meraviglia che alimenta nelle sue pupille per quanto di fantasmagorico visto, la città di New York e l’idea dell’America quali contesti di grande progresso, di vivacità e di profondo dinamismo sebbene nelle liriche che scrisse in quel periodo non mancano immagini fosche, che trasmettono l’idea del caos, della solitudine e della distanza, la versione di uomo allucinato sopraffatto dalle logiche del consumo, dal dio quattrino, dove i sentimenti sembrano assopiti e predomina la macchina, la devianza e l’indifferenza.

L’autrice dell’articolo ricorda anche le due gite “fuori porta” di Lorca che lo portano a lasciare la Grande Mela per il Vermont, ospite di Philip Cummings e poi a Bushenellsville e Newburgh dove scrisse, tra le altre, la dolorosa “Niña ahogada en el pozo. (Granada y Newburgh)”. Nel Vermont, in particolare, lontano dal rumore e dal vorticismo della megalopoli, sembrò prima riacquistare una dimensione a lui cara, fatta di normalità a contatto con un contesto naturale ma, in un secondo momento, fu visibilmente pervaso da una grande angoscia che gli deriva da una profonda nostalgia tanto della sua infanzia (il cui ricordo lì si ampliò notevolmente) quanto della sua terra natale.

Il libro Poeta en Nueva York che contiene le poesie scritte durante la sua permanenza a New York e poi a Cuba (tra cui la celebre e cantilenante “Iré a Santiago”), com’è noto, non verrà pubblicato prima del 1940, ovvero postumo, ben quattro anni dopo la morte del Poeta. La pubblicazione, avvenuta grazie all’interessamento di José Bergamín avvenne con i tipi delle Editorial Séneca del Messico, sebbene, quasi contemporaneamente, un’edizione bilingue spagnolo-inglese (traduzioni di Rolfe Humphries) veniva pubblicata negli Stati Uniti per la W.W. Norton and Company.

Come ricorda la Azancot, le poesie del periodo americano evidenziano che «la trasformazione poetica e personale si era venuta sviluppando nel corso di quei mesi». Sappiamo che l’esperienza vissuta in territorio d’Oltreoceano fu determinante nella vita del granadino non solo perché propiziatrice e fautrice di un avvicinamento all’avanguardia e alla sperimentazione linguistica spesso associata a un reale assorbimento al surrealismo (nel quale, forse, le maggiori opere vanno rintracciate nel suo teatro de lo imposible o teatro irrepresentable) ma soprattutto gli consentì un’apertura mentale e di maggiore comprensione del reale che, senza quel viaggio, sicuramente non avrebbe mai raggiunto.

Particolare del manoscritto di “Poeta en Nueva York”

Sebbene non poté vedere pubblicata la raccolta di liriche di quell’importante viaggio, il Poeta aveva dato a conoscerne molti dei contenuti: alcune poesie erano state pubblicate su alcune riviste, altre recitate in veladas con amici e colleghi letterati, altre ancora declamate a intervalli nel corso della sua dotta e puntualissima conferenza che pronunciò in varie città dal titolo “Un poeta en Nueva York” comprensiva di un recital de poemas neoyorkinos.

Il testo della conferenza, che per fortuna si è conservato, rappresenta, a suo modo, una sorta di narrazione biografica di quei momenti nella quale ci dà le sue idee suscitate dal contatto diretto con la megalopoli e, a ragione ed ampliamento di questo, situava la lettura di alcune delle liriche più importanti della raccolta tra cui “Norma y paraíso de los negros” (mentre, forse per questioni di lunghezza del testo, si limitava a invitare il lettore a leggere “Navidad en el Hudson” che è senz’altro uno dei testi più pregnanti di questa sua fase poetica). Nel testo della conferenza leggiamo: «He dicho un poeta en Nueva York y he debido decir Nueva York en un poeta» (ovvero «Ho parlato di un poeta a New York e avrei dovuto dire di New York in un poeta»), frase che ben sintetizza la potenza nevralgica e catartica rappresentata da New York (e per estensione dall’America) che felicemente agì su di lui, tanto dal punto di vista umano (le numerose conoscenze, la partecipazione agli spettacoli-cinema avanguardista, l’inserimento nel barrio negro e il sentimento di fratellanza verso di loro, la denuncia dell’ingiustizia, della discriminazione, etc.) che intellettuale (la produzione delle sue liriche, i testi per il teatro lì elaborati come El Público, il testo per conferenza di poco successivo, le dichiarazioni agli amici e alla stampa, le confessioni ai cari nella corrispondenza, etc.).

LORENZO SPURIO

Jesi, 06/08/2022


[1] Nuria Azancot, “La redención americana de Lorca: así escribió Poeta en Nueva York entre la depresión y el desamor”, «El Español», 03/08/2022.

[2] L’originale spagnolo parla di desamor che, però, non possiamo tradurre come “disamore” ma con “dolore” o “strazio” trattandosi di un dolore esistenziale, tanto personale che creativo dovuto alla fine della sua relazione amorosa. Nel sottotitolo dell’articolo si dice che Federico «si trovava in un critico momento sentimentale e letterario».


La riproduzione del presente saggio, in forma integrale e/o di stralci, su qualsiasi tipo di supporto non è consentita senza l’autorizzazione da parte dell’Autore.

Mark Twain e Kurt Vonnegut a confronto. Articolo di Francesco Scatigno

Cosa hanno in comune Mark Twain e Kurt Vonnegut?

Mark Twain e Kurt Vonnegut sono famosi per i loro contributi incomparabili alla letteratura. Nel tessuto della storia letteraria, essi si ergono come figure iconiche, ognuna tessendo una narrazione distinta che ha lasciato un’impronta indelebile nei lettori di ogni generazione. Twain, con il suo ingegno e saggezza, e Vonnegut, con le sue esplorazioni irriverenti e allo stesso tempo profonde, ci hanno donato non solo storie, ma anche specchi che riflettono le complessità dell’esperienza umana.

Sebbene i loro stili di scrittura possano differire, il genio di Twain e Vonnegut risiede nella loro capacità di coinvolgere i lettori in un dialogo avvincente sulla società, sull’umanità e sul misterioso viaggio dell’esistenza.

I contesti storici e culturali

Mark Twain e Kurt Vonnegut sono entrambi figli del loro tempo, autori che hanno saputo catturare e riflettere l’atmosfera e lo spirito dei rispettivi periodi storici. Mark Twain, il cui vero nome era Samuel Langhorne Clemens, visse nel XIX secolo, un’epoca caratterizzata dal fervore dell’espansione verso l’ovest, dalla guerra civile americana e dai cambiamenti sociali. La sua narrativa spesso tocca temi come l’ingiustizia, la schiavitù e la corruzione, offrendo una critica acuta della società dell’epoca.

Kurt Vonnegut, d’altra parte, emergendo nella seconda metà del XX secolo, portò la sua voce letteraria in un’era segnata dalla Guerra Fredda, dalla minaccia nucleare e da un crescente scetticismo verso le istituzioni tradizionali. La sua scrittura è intrisa di un tono anti-autoritario e di un umorismo nero che riflette la complessità e l’incertezza del mondo moderno.

Entrambi gli autori si sono confrontati con i problemi e le preoccupazioni del loro tempo, utilizzando la narrativa come uno strumento per dar voce alle sfide sociali, politiche e culturali. La profonda consapevolezza di questi contesti storici ha permesso loro di creare opere intrinsecamente collegate alle realtà della loro epoca, mentre al tempo stesso hanno saputo affrontare temi universali che continuano a essere rilevanti oggi.

Stile e linguaggio peculiari

Una delle caratteristiche distintive di entrambi gli scrittori è il loro stile di scrittura unico e riconoscibile, che ha contribuito a plasmare le loro opere e a renderle memorabili. Mark Twain è noto per il suo linguaggio vivace e colloquiale, che cattura l’essenza dell’America dell’Ovest e dei suoi personaggi. Il suo uso sapiente del dialetto regionale e delle espressioni vernacolari dà vita alle sue storie e rende i personaggi autentici e tridimensionali.

Dall’altra parte, Kurt Vonnegut ha sviluppato uno stile narrativo distinto caratterizzato dalla sua prosa chiara e incisiva, spesso arricchita da sarcasmo e ironia. Vonnegut è famoso per l’uso di strutture narrative non convenzionali e per la sua abilità nel giocare con il tempo e la prospettiva. Questi elementi non solo rendono le sue opere interessanti da leggere, ma contribuiscono anche a enfatizzare i temi profondi e complessi trattati nei suoi romanzi.

Entrambi gli autori sperimentano con il linguaggio e la struttura in modo audace, creando un’impronta caratteristica che rende le loro opere immediatamente riconoscibili. Questo stile unico è parte integrante della loro eredità letteraria e ha influenzato generazioni successive di scrittori che cercano di catturare lo spirito dei loro tempi in modo altrettanto originale e coinvolgente.

Uso dell’umorismo e della satira

Sia Mark Twain che Kurt Vonnegut sono maestri nell’uso dell’umorismo e della satira per indagare temi profondi e spesso controversi. Twain, con il suo spirito schietto e la sua critica sociale, è noto per aver affrontato questioni come la razza, la religione e la politica attraverso una interpretazione satirica. Le sue opere, come “Le avventure di Huckleberry Finn” e “Il Principe e il Povero”, affrontano temi di ingiustizia sociale e pregiudizio con una combinazione unica di sarcasmo e umorismo pungente.

Dall’altra parte, Kurt Vonnegut è celebre per la sua satira sottile e la sua ironia tagliente. I suoi romanzi, come “Mattatoio n. 5” e “Ghiaccio-nove”, utilizzano l’umorismo nero per esplorare argomenti complessi come la guerra, la tecnologia e la condizione umana. Vonnegut crea mondi surreali in cui la realtà viene distorta attraverso l’occhio critico dell’umorismo, offrendo così una visione straordinaria dei problemi della società contemporanea.

Entrambi gli autori dimostrano che l’umorismo e la satira possono essere potenti strumenti letterari per affrontare questioni serie e far riflettere il lettore su temi profondi. La loro abilità nel bilanciare l’ilarità con la riflessione critica permette loro di creare opere che sono al contempo divertenti e stimolanti, invitando i lettori a esaminare da vicino le convenzioni sociali e i paradossi dell’esistenza umana.

Scetticismo verso l’autorità

Un tratto distintivo che accomuna Mark Twain e Kurt Vonnegut è il loro profondo scetticismo nei confronti dell’autorità, che emerge in modo accattivante nelle loro opere letterarie.

Mark Twain, attraverso i suoi personaggi ribelli e anticonformisti, ha spesso messo in discussione le istituzioni sociali e politiche dell’America del XIX secolo. In opere come “Le avventure di Huckleberry Finn” e “Il principe e il povero”, Twain esplora i temi della giustizia, dell’uguaglianza e della corruzione, mettendo in luce le disuguaglianze sociali e le ingiustizie presenti nella società. Il suo approccio critico e ironico verso il potere e l’autorità ha reso i suoi romanzi non solo divertenti, ma anche strumenti per la riflessione su questioni sociali ed etiche.

Anche Kurt Vonnegut condivide questo scetticismo verso l’autorità e spesso lo amplifica con un tocco satirico. Nei suoi romanzi, le figure di autorità vengono spesso rappresentate in modo grottesco o ridicolo, svelando le ipocrisie e le debolezze del potere. In “Mattatoio n. 5”, ad esempio, Vonnegut esplora gli orrori della guerra e critica aspramente le decisioni dei leader politici. La sua scrittura ironica e provocatoria mette in luce l’assurdità delle strutture di potere e invita il lettore a interrogarsi sulle dinamiche del potere.

Attraverso il loro scetticismo condiviso verso l’autorità, Twain e Vonnegut sfidano il lettore a esaminare criticamente le istituzioni e i leader che influenzano la società. La loro capacità di trasporre questo scetticismo nella narrazione crea opere letterarie che non solo intrattengono, ma anche spingono alla riflessione su questioni di potere, controllo e responsabilità.

L’influenza letteraria

L’eredità di Mark Twain e Kurt Vonnegut nell’ambito letterario è notevole e continua ad esercitare un’influenza duratura sulle generazioni successive di scrittori e lettori.

Le opere di Mark Twain sono considerate pietre miliari della letteratura americana e hanno contribuito a definire il genere del romanzo moderno. Il suo stile di scrittura vivace, l’uso distintivo del dialetto e la profonda analisi sociale hanno ispirato numerosi autori nel corso degli anni. Scrittori come J.D. Salinger, John Steinbeck e Toni Morrison hanno ammirato la capacità di Twain di esplorare tematiche universali attraverso personaggi e storie coinvolgenti. Inoltre, il suo spirito critico e il suo approccio satirico al contesto sociale sono diventati un punto di riferimento per gli scrittori impegnati nell’analisi della vita sociale e politica.

Analogamente, l’influenza di Kurt Vonnegut si estende ben oltre le pagine dei suoi romanzi. La sua combinazione unica di satira, fantascienza e umorismo nero ha aperto nuove strade nella narrativa contemporanea. Scrittori come Douglas Adams e Dave Eggers hanno abbracciato l’approccio audace di Vonnegut nel trattare argomenti seri attraverso l’umorismo e l’ironia. In particolare, la sua capacità di esplorare i dilemmi umani in un mondo sempre più complesso ha ispirato autori che cercano di sondare le profondità della psiche umana e della società moderna.

Riflessioni filosofiche

Tanto Mark Twain quanto Kurt Vonnegut hanno lasciato un’impronta indelebile nel panorama letterario per le loro profonde riflessioni filosofiche che spesso si intrecciano con l’umorismo e l’ironia.

Mark Twain ha esplorato temi filosofici complessi attraverso personaggi e situazioni a volte surreali. Nelle sue opere, come “Lo straniero misterioso” e “Wilson lo zuccone”, ha affrontato concetti di moralità, libero arbitrio e natura umana. Attraverso trame avvincenti e dialoghi taglienti, Twain ha invitato i lettori a interrogarsi sulle ambiguità etiche della vita e sulla natura spesso contraddittoria degli esseri umani.

Kurt Vonnegut ha intrapreso un approccio simile, mescolando filosofia e fantascienza con una dose di sarcasmo. Opere come “Benvenuta nella gabbia delle scimmie” e “Sirene” hanno offerto riflessioni su temi come la guerra, la religione e l’esistenza umana. Vonnegut ha spesso giocato con l’assurdità della condizione umana, mettendo in luce le contraddizioni delle credenze culturali e delle istituzioni sociali. Le sue storie ricche di simbolismo hanno ispirato lettori a esaminare la loro visione del mondo e a considerare la complessità delle questioni esistenziali.

In entrambi i casi, sia Twain che Vonnegut hanno sfidato gli stereotipi convenzionali e le idee preconfezionate, spingendo i lettori a esplorare questioni profonde attraverso delle lenti umoristiche e creative. Le loro opere hanno costituito un punto di partenza per l’analisi filosofica e hanno dimostrato che la letteratura può essere un mezzo potente per ripensare la società.


FRANCESCO SCATIGNO

L’autore dell’articolo:

Francesco Scatigno, classe 1983, pubblica nel 2007 Lo Scarabeo con Bastogi Editrice. Nel 2008 fonda il blog Magozine.it che diventa poi spazio collettivo di controinformazione e controcultura. Nel gennaio 2016 è autore del manifesto di Cucina Sovversiva. Nel maggio 2016 pubblica il saggio Mezza Rivoluzione o La Rivoluzione Integrale, testo autopubblicato sulle buone pratiche economiche e politiche di mutuo appoggio e collettivismo. Su Magozine.it cura la Newsletter Umoristica con raccontibrevi di satira politica e umorismo. Sullo stesso blog recensisce saggi politici e narrativa sociale e fantascientifica.

* * *

L’Autore del testo ha acconsentito alla pubblicazione di questo testo su questo blog senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in seguito. La pubblicazione di questo testo in forma integrale o di stralci, su qualsiasi tipo di supporto, non è consentita senza l’autorizzazione da parte dell’autore.

“Saggi scelti. Vol. 1” di Lucia Bonanni. Recensione di Cinzia Baldazzi

Recensione di CINZIA BALDAZZI

Nell’impresa che abbiamo del vivere, molte volte mi sono chiesta il perché qualcuno decida di scrivere. Di fatto il quesito investe per lo più poeti e autori di prosa ma non solo, in quanto la comunicazione scritta, in specie nella nostra epoca telematica, investe ogni campo compreso quello di natura critica da me esercitato e del quale questo libro Saggi Scelti – Volume 1 [I Classici – CTL Editore Livorno, 2021] di Lucia Bonanni rappresenta un ottimo modello.

Durante la prima metà del secolo scorso, in uno studio dedicato a “Che cos’è la letteratura?”, Jean-Paul Sartre dichiarava: «Ognuno ha i suoi motivi: per qualcuno l’arte è la fuga: per qualcuno altro un mezzo di conquista. Ma si può fuggire in un eremo, nella pazzia, nella morte; si può conquistare con le armi. Perché proprio scrivere, effettuare per scritto le proprie evasioni e le proprie conquiste?». Difficile formulare una risposta autobiografica ma per quanto riguarda le opere preferite, in genere riesco a formulare ipotesi attendibili fondate sulla convinzione che la struttura letteraria prescelta, nel volume considerato “esegetica”, pur non potendo e non volendo essere una sorta di  specchio delle realtà espresse o di un relativo punto di vista, ne sia in tutte le sfumature una sua valida e calcolata alternativa in cui ognuno può custodire e alimentare ciò che vuole e crede sia opportuno proporre: in primis, è ovvio come autore-autrice, in secondo luogo nel ruolo di colui o colei che ne rappresenta il destinatario prescelto o casuale.

Dunque per quale fortunata circostanza Lucia Bonanni in una vita densa di esperienze ha, come si diceva un a volta, preso “la penna in mano” per condividere il personale concetto del mondo, dell’arte in generale? Forse le è accaduto qualcosa di simile alle tanto amate Laren Simonutti e Anne Sexton delle quali spiega: “Le opere di entrambe sono autobiografiche sempre permeate da senso della realtà, dal comportamento e dalla conoscenza del dolore e talvolta anche della gioia come pure della spiritualità che fa risaltare le loro opere e le identifica a sublimare con una “supreme fiction” che riesce a sublimare e dare stabilità agli elementi negativi che assillano la loro vita interiore e sanno appagare la loro innata creatività”. In effetti la nostra scrittrice nelle vesti di poetessa o di critica suggerisce stati d’animo o situazioni emotive   ricche di una spiritualità non comune all’altezza di intrattenere rapporti strettissimi con il microcosmo circostante di Federico G. Lorca: «Descrive la musica della chitarra come un pianto malinconico, sentito all’alba, assimilando lo strumento musicale con il movimento de elementi naturali quali l’acqua e il vento».

D’altro canto appare perfettamente in grado di trascinare con i suoi enunciati parole oltre l’immediato conducendo in un campo semantico sottointeso e non esplicito o scontato come quando analizzando “La favola del figlio cambiato” di Luigi Pirandello, chiarisce: «Nell’azione delle Fatae, altro nome latino delle Parche, esseri magici e spiriti della natura che presiedono il Fato, nel sostituire i bambini, si scorge il senso della vita concepita e attesa al pari di una disgrazia, una malattia, un sortilegio, una sventura. Similmente i neonati sembrano deformi, raccapriccianti quanto i segni della non accettazione e della non significanza di un sentimento vitale».

Certo una tale ossatura logico-intuitiva di messaggio è anche favorita dall’immensità del campo di pertinenza interessato, in quanto è nel giusto Lorenzo Spurio nell’affermare: «Impossibile da elencare qui i numerosi riferimenti e collegamenti che la Bonanni produce a coprire ogni branca del sapere: le Sacre Scritture, la mitologia classica e norrena, la musica classica, il modo folkloristico spagnolo (…)». Al di sopra dell’intero repertorio avanza un intento esegetico letterario, e non solo, adeguato a schivare preclusioni scettiche e pregiudiziali fuorvianti impegnato com’è a costruire conoscenza  e comprensione adeguate ad un giudizio critico comunque distaccato e non compromesso con le tematiche culturali affrontate risultando di loro sempre protagonisti,  e mai  fatalmente condizionato.

Tra le righe di questi saggi riemergono emozionanti e rassicuranti le parole che Walter Binni dedicava negli anni Settanta agli autori in generale elogiandone «Lo sfondo culturale animato dalle preferenze personali (…) quella certa maniera storicizzabile e suscettibile di formare scuola (…) è un gusto che ha radice in una ispirazione naturale che si complica su se stesso».

Quale messaggio principale, in sintesi, si percepisce leggendo quest’opera di Lucia Bonanni? Direi che possa intravedersi- sfumata per un’ineluttabile tensione interiore alla riservatezza, ma in realtà rilevante e perspicace – una coinvolgente icona della condizione della cultura contemporanea la quale matura consciamente grande consapevolezza del passato e del presente insieme alle dolorose fratture (anche recentissime) sempre lì a spingere per l’abbandono, per la resa, ma che noi, ascoltando il consiglio della Bonanni, rifiuteremo: «Così la strada, l’attesa, la solitudine, il silenzio, la stasi del tempo, l’incomunicabilità e l’ignoto sono soglie di verità e apparenza nella continua ricerca di una nozione del mondo, luogo del vivere che possa ridare identità a se stessi per costruire una semantica di relazioni profonde all’intero di quella commedia umana costruita di dimensioni di gestualità e scambi profondi».

CINZIA BALDAZZI


L’Autrice della presente recensione ha autorizzato alla pubblicazione su questo spazio senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in seguito. La riproduzione del presente testo, in forma integrale o di stralci e su qualsiasi tipo di supporto, non è consentito senza l’autorizzazione da parte dell’Autrice.

Esce la prima traduzione italiana della poetessa “fueguina” Anahí Lazzaroni e in Argentina la sua opera omnia

Dopo mesi di lavoro è uscita l’opera antologica della poetessa argentina Anahí Lazzaroni (1957-2019) definita dalla stampa di quel paese come “la precursora dell’estremo sud Argentino”. L’opera, pubblicata con la casa editrice Editorial Cultural Tierra de Fuego, porta il titolo evocativo “La palabra nieve es una buena contraseña (1988-2017)” che potremmo liberamente tradurre in italiano come “La parola neve è una buona credenziale” o “La parola neve è una password efficace”. Grazie al meticoloso lavoro di Florencia Lobo, Responsabile della Editorial Cultural Tierra de Fuego e alla collaborazione e all’apporto della sorella della poetessa, Alicia Lazzaroni, finalmente è possibile sfogliare in un tomo unico l’intera produzione poetica della poetessa Anahí Lazzaroni morta qualche anno fa a Ushuaia, capitale della Provincia di Terra del Fuoco, Antartide e Isole dell’Atlantico del Sud, all’estrema propaggine del continente americano.

Quasi parallelamente all’uscita complessiva del percorso letterario della Lazzaroni è appena uscita nel nostro Paese la prima versione in volume in lingua italiana di una porzione dell’opera della Lazzaroni. Il poeta e critico letterario Lorenzo Spurio, infatti, ha lavorato nell’ultimo anno all’opera di traduzione di una selezionata parte della sua produzione ovvero alle sillogi “El viento sopla” del 2011 e “Alguien lo dijo” del 2017, ovvero le due opere più recenti della poetessa fueguina (della Terra del Fuego). L’opera, dal titolo “Il vento soffia / Qualcuno lo disse è uscita per i tipi di Bertoni Editore di Corciano (PG), con l’autorizzazione della sorella Alicia e del Patrocinio morale della Tierra del Fuego, Antártida y Islas del Atlántico Sur.

Il ricco articolo-recensione di Pablo Nardi sull’opera omnia della Lazzaroni pubblicato lo scorso 9 giugno sulla testata «Infobae» ci parla con grande perizia della poetica dell’apprezzata poetessa di Ushuaia, la città dalla pioggia continua come era solita ricordare la stessa autrice, ma anche della neve osservata al di là della finestra, come richiama il titolo stesso del volume. La Ushuaia narrata dalla Lazzaroni era quella di allora, di una città per lo più tranquilla e assopita, silenziosa nel suo manto di bianco, ancora non divenuta oggetto di un turismo massivo e rumoroso degli occidentali del Vecchio Continente per conoscere “la fine del mondo”. Affascinata dal grande romanzo contemporaneo dei geni indiscutibili della narrativa tra cui i russi Tolstoj, Destovieskij e Gogol, la Lazzaroni era una grandissima lettrice e amante della letteratura di varie culture: quella italiana di Calvino, grande sperimentatore e narratore spesso vicino all’onirico e dell’esistenzialismo doloroso di Eugenio Montale, ma anche la tradizione orientale della cultura giapponese che la portò a cimentarsi anche con la forma dell’haiku. Alla sua morte, avvenuta nel 2019 all’età di sessantadue anni, sua sorella ha deciso di donare l’ingente patrimonio librario della poetessa alla locale biblioteca che è stata a lei dedicata.

La poesia di Anahí è fatta di silenzi e approfondimenti interiori, piccole passeggiate e scatti fotografici, riflessioni sulla vita e sull’uomo in generale, permeata di spazi e cesure, momenti di stasi, rallentamenti. L’andatura è dettata spesso dai sommovimenti metereologici: raffiche di vento, pioggia che non annuncia a diminuire e che spaventa, neve che s’adagia lieve e che trasforma il paesaggio a lei circostante. Sono gli elementi naturali i veri abitatori degli spazi, i protagonisti fondamentali del suo pacato interloquire, le presenze immancabili e caratterizzanti le sue giornate. Poesia dell’isolamento e della distanza, ma anche del limite e del confronto, poesia degli spazi e degli elementi naturali è quella della Lazzaroni nella quale non mancano slanci ironici, elementi di denuncia, piccoli sfoghi dettati dalla malattia e dalla stanchezza.

Il volume antologico si apre con un prologo scritto dalla sorella Alicia e da uno studio preliminare a firma di Luciana Mellado che già in precedenza si era occupata in termini critici della poetessa di Ushuaia. Città nella quale Anahí – nella cui ascendenza c’era sangue italiano, come pure il cognome evidenzia – visse instancabilmente dal 1966 e nella quale fu attiva in campo culturale ed editoriale ottenendo consensi e riscontri dall’ambiente degli scrittori patagonici al punto tale che, secondo le parole di Roberto Santana, “fondò la poesia moderna fueguina”. Anahí Lazzaroni rappresentò senza dubbio alcuno – assieme ai poeti Julio José Leite (1957-2019) e Niní Bernardello (1940-202), che purtroppo se ne sono anch’essi andati recentemente – una delle maggiori voci poetiche non solo della Terra del Fuoco e della Patagonia ma dell’Argentina contemporanea, ragione che ha motivato l’interesse di interpretazione e traduzione anche in contesti geografici – come il nostro – a lei distanti.

La poetessa argentina Anahi Lazzaroni

Nel corso della sua vita pubblicò otto libri di poesia: “Viernes de acrílico” (1977), “Liberen la libélula” (1980), “Dibujos” (1988), “El poema se va sin saludarnos” (1994), “Bonus Track” (1999), “A la luz del desierto” (2004), “El viento sopla” (2011) e “Alguien lo dijo” (2017) e il romanzo “En esta ciudad se escribirá una novela” (1989). Alcune sue poesie sono state tradotte in francese, inglese, catalano, italiano e coreano su siti e blog di cultura.

La prima edizione in volume della sua opera tradotta in italiano, a cura di Lorenzo Spurio – autore che in precedenza ha tradotto in italiano anche l’ecuadoriana Dina Bellrham – è appena uscita col titolo “Il vento soffia / Qualcuno lo disse” per i tipi di Bertoni Editore di Corciano. Il volume, che contempla le due ultime sillogi poetiche pubblicate dall’autrice, ha ottenuto il Patrocinio Morale della Provincia della Terra del Fuoco, Antartide e isole del sud.

Elisa Roselli discute una tesi su “Il giardino segreto” di Frances Hodgson Burnett

Lo scorso 17 maggio a Roma, presso l’Università “Guglielmo Marconi”, è stata discussa una tesi di laurea, a firma di Elisa Roselli, interamente dedicata alla celebre opera letteraria (con numerosi sviluppi anche nella cinematografia) Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett dal titolo “Quando la realtà si fa “magia”: Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett”. Ringrazio la studiosa per aver voluto citare più volte, nel corso della sua dissertazione e in bibliografia, il mio libro La metafora del giardino in letteratura (Faligi, Aosta, 2011, scritto insieme a M. Acciai) che affronta lo studio di un vasto repertorio di giardini nella letteratura italiana e straniera, compreso quello della celebre opera della Burnett. Mi complimento con lei per il grande risultato ottenuto in sede di discussione.

“Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi”, è uscito il n°34 della rivista “Euterpe”

Pochi giorni fa è stata diffusa la notizia della recente pubblicazione del nuovo numero della rivista di poesia e critica letteraria “Euterpe”, esattamente il n°34 della rivista che proponeva quale tematica alla quale era possibile ispirarsi e rifarsi: “Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi”.

Hanno collaborato e contribuito con proprie opere a questo numero della rivista (in ordine alfabetico) gli autori: ALBASINI Teresa, ALEXANDRU Elena Denisa, APOSTOLOU Apostolos, ARIEMMA Angelo, BALDI Fabia, BARBERA Michele, BARDI Stefano, BARRACATO Antonio, BARTOLUCCI Maria, BELLANCA Adriana, BELLUCCI Massimo, BIANCHI MIAN Valeria, BIOLCATI Cristina, BISUTTI Donatella, BONANNI Lucia, BUFFONI Franco, CALABRO’ Corrado, CAMELLINI Sergio, CARLI BALLOLA Riccardo, CARMINA Luigi Pio, CARRABBA Maria Pompea, CASADEI Valentina, CASCELLA LUCIANI Anna, CAUSI Antonino, CHIARELLO Maria Salvatrice, CHIARELLO Rosa Maria, CIMINO Annalena, CINNERELLA Pasqualino, COMITINI Marcello, CORIGLIANO Maddalena, CORONA Antonio, CURZI Valtero, DEFELICE Domenico, DE FELICE Sandra, DE ROSA Mario, DE STASIO Carmen, DEL MORO Francesca, DOMENIGHINI Luciano, ENNA Graziella, FELICETTI Maria, FERRARIS Maria Grazia, FERRERI TIBERIO Tina, FIAMENI Nicole, FILECCIA Giovanna, FIORENZONI Fiorella, FIORI Antonio, FLORIO Antonietta, FOLLACCHIO Diletta, FUSCO Loretta, GAGLIARDI Filomena, GRASSELLI Denise, GUILLAME Gianluca, INNOCENZI Francesca, LANIA Cristina, LE PIANE Fausta Genziana, LENTI Maria, LENTINI Giuseppe, LUZZIO Francesca, MAFFIA Dante, MAGGIO Gabriella, MAGLI Simone, MANNA CLEMENTI Anna, MARCUCCIO Emanuele, MARIGO Adriana Gloria, MARTILLOTTO Francesco, MAUTHE Ugo,  MINORE Renato, NANINI Elisa, NARDI Lucia, NOVELLI Flavia, PACI Gabriella, PAGNI Alessandro, PASERO Dario, PELLEGRINI Stefania, PIERANDREI Patrizia, PIERGIGLI Matteo, PISANA Domenico, POLVANI Paolo, PRINCIPI Simone, PROIETTI Cinzia Maria Adriana, PUSTERLA Fabio, RAGGI Luciana, RICCIALDELLI Simona, ROMANO Nicola, RUFFILLI Paolo, RUSSOTTI José, SABATO Adriana, SIVIERO Antonietta, SPAGNUOLO Antonio, SPURIO Lorenzo, STANZIONE Rita, STRINGA Teresa, TOFFOLI Davide, TOMMARELLO Laura, TODARI Arianna Shephali Margherita, TONINI Claudio, VANNI Antonio, VARGIU Laura, VENEZIANI Antonio, VESCHI Michele, VINCITORIO Anna, VITALE Carlos, ZANARELLA Michela.

Di particolare interesse è la sezione saggistica del presente volume che si compone dei seguenti contributi:

ARTICOLI

RENATO MINORE – “Io passeggio per passeggiare”

MASSIMO BELLUCCI – “Andarsene a piedi”

ANTONIETTA SIVIERO – “Evasione, sogno, fantasia, un quid in più della mente umana”

SERGIO CAMELLINI – “Nell’infanzia, la stagione dei perché dà felicità o infelicità?”

ANNA VINCITORIO – “Errare alla ricerca dell’isola”

ANGELO ARIEMMA – “Viaggi letterari”

LORETTA FUSCO – “Bukowski: nato per essere”

VALERIA BIANCHI MIAN – “Horreur du domicilie e altri mostri”

ANTONINO CAUSI – “La cultura hobo”

MARIA LENTI – “Dove ti trovo per ritrovarti?”


SAGGI

LUCIA BONANNI – “Erranze emotive, percezioni e messaggi nel romanzo Stoner di John Williams. Lettura critica”

FRANCESCA INNOCENZI – “Il mito di Ulisse nella poesia del Novecento: Pascoli, Kavafis, Saba”

GRAZIELLA ENNA – “L’erranza come ricerca inesausta di se stessi: dal trascendente all’immanente, dal sacro al profano. Esempi in Petrarca e Ariosto”

APOSTOLOS APOSTOLOU – “Il gioco del mondo come evasione. Il filosofo Kostas Axelos e l’affascinato amaro gioco del mondo come evasione”

FAUSTA GENZIANA LE PIANE – “Arthur Rimbaud, un vagabondo nato”

MARIA GRAZIA FERRARIS – “Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: il caso di Jack Kerouac”

LUCIANO DOMENIGHINI – “Vagabondaggio ed erranza. Appunto sulla parola “errare”

STEFANO BARDI – “Dal tramonto all’alba: Bruck, Schiavoni e Puglisi”           

VALTERO CURZI – “Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi”

LORENZO SPURIO – “Maledettismo e nomadismo in Raymond Carver. Un avvicinamento al geniale scrittore americano attraverso la lettura di padre Antonio Spadaro”

DOMENICO DEFELICE – “Wanderer del paesaggio, ma più della parola e dello spirito: Emerico Giachery”

DENISE GRASSELLI – “Evasione e introspezione nel Notturno indiano di Tabucchi”

FILOMENA GAGLIARDI – “La dialettica fra errare e ritrovarsi come essenza di tutte le storie: da Ulisse a Herman Hesse”

FRANCESCO MARTILLOTTO – “Torquato Tasso “peregrino errante””

DILETTA FOLLACCHIO – “Evasione, erranza e vagabondaggio da e nella esistenza”

CARMEN DE STASIO – “Le misure creative dell’erranza”


Il nuovo numero può essere letto e scaricato in formato PDF cliccando qui.

Esso può, inoltre, essere scaricato e letto anche sugli altri formati:

Azw3 per Kindle

Mobi

Epub

ISSUU/Digital Publishing

Per coloro che sono interessati, ricordiamo altresì i link per poter raggiungere:


Con l’occasione si fa presente che il tema e la scadenza d’invio dei materiali per prendere parte al successivo numero verranno indicati sui nostri canali (sito Associazione e pagine FB Associazione e Rivista) nelle prossime settimane.

Esce “Saggi Scelti. Volume I. I Classici” di Lucia Bonanni

Il 15 novembre 2021 è uscito il libro “Saggi scelti. Volume I. I Classici”, volume di saggistica del critico letterario e poetessa Lucia Bonanni, scritti tra il 2015 e il 2020, con la cura editoriale del poeta e aforista Emanuele Marcuccio e con la collaborazione del poeta e critico letterario Lorenzo Spurio, autore della Prefazione, per i tipi di CTL di Livorno. Il libro si apre con una lettera aperta a firma dell’Autrice sul suo fare e intendere poesia, prosegue nelle sue tre sezioni di “Poesia”, “Teatro” e “Approcci comparati” e si conclude con una “Appendice” di due saggi su tematiche di attualità. Si riportano di seguito i titoli dei singoli saggi scelti.

La parte dedicata alla poesia vede al suo interno i seguenti interventi critici: “Il mio modo di intendere la poesia: una lettera aperta”; “La bellezza come piacere dello spirito in arte e poesia”; “Paesaggio, orfismo, alchimia e cammino nei Canti Orfici e altri scritti di Dino Campana”; “Vita interiore, immaginario e creatività nelle opere Di Lauren Simonutti e Anne Sexton”; “Nota critica al volume antologico Leonardo Sciascia. Cronista di scomode realtà”. Per il teatro, invece, “Repertorio e struttura di simboli e metafore nell’opera teatrale El público di Federico García Lorca”; Cuando sale la luna”. Tradizioni popolari, poesia e teatro in Federico García Lorca”; Autenticità, fedeltà e vocazione umana in Casa di bambola e L’anitra selvatica di Henrik Ibsen”; “Vuoto, circolarità e stravaganze in La cantatrice calva, La lezione e Le sedie di Eugène Ionesco”; “Significati, anomalie e liminarità in Aspettando Godot di Samuel Beckett”. Nella sezione degli approcci comparati questi sono i titoli dei relativi capitoli: “Dal Risorgimento alla Resistenza: Paesaggio e soggetività umana negli scritti di Luigi Mercantini, Giuseppe Ungaretti e Italo Calvino”; “Fattori culturali, conoscenza e comunicazione dalla scuola di Barbiana (don Lorenzo Milani) alla realtà degli animatori digitali”; “Seduzione e sesso in letteratura: Analisi e confronto di alcune opere letterarie”; “Realismo, interiorità spirituale e psicologia nella Danaide di Auguste Rodin e nel Perseo di Benvenuto Cellini in relazione allo “yin” e “yang” e alla violenza di genere”; “Da La terra del rimorso di Ernesto De Martino alla “cinematografia sgrammaticata” di Pier Paolo Pasolini per un percorso interdisciplinare tra etnomusicologia, letteratura popolare e cinema etnografico”; Il mito del Changeling come spiegazione di malattie misteriose, rapimenti e scambi di bambini anche in relazione ai fenomeni naturali”. Infine, nella ricca “Appendice” troviamo testi d’interesse generale e di grande attualità e interesse: “Forme di appartenenza, mobilità e orientamento del sistema migratorio”; “I cento giorni del Ruanda. Dramma sociale e dignità umana nella scrittura di Pierantonio Costa e la memoria fotografica di James Nachtwey”.

Il prefatore del volume, il critico letterario Lorenzo Spurio, ha scritto: “[L]’attività letteraria [di Lucia Bonanni] – con particolare attenzione alla saggistica […] – ha ricevuto commenti lusinghieri e apprezzamenti in termini critici, anche nel contesto di premi letterari che hanno, pertanto, messo in luce le indiscusse capacità esegetiche della Nostra, la fluente capacità discorsiva nonché la limpidezza dei ragionamenti che, privi di formalismi o impalcature ardimentose, possono essere recepiti da un pubblico esteso che scantona, pertanto, l’accademismo. Ed è questo, infatti, il punto di forza di tale volume di riflessi critici, di vibrazioni letterarie e di interscambi comunicativi tra autori, opere, fasi storiche, geografie fisicamente lontane ma non nel pensiero o nel ragionamento saggio e interattivo della Bonanni. La Nostra, con un procedimento di lettura delicato e al contempo assai approfondito, è in grado di avvicinarsi con garbo e onestà alla materia letteraria, scantonando superfetazioni e allontanandosi da letture restrittive, classiste o pregne di qualsivoglia orma pregiudiziale o di archetipo precostituito. Gli accostamenti, i riferimenti che il critico porta, spesso in chiave comparativistica o ricorrendo un’analisi delle fonti, risulta di fondamentale importanza per una conoscenza contestualizzata di personaggi, temi, archetipi, analogie, rimandi intertestuali”.

Lucia Bonanni (Avezzano, 1951), poetessa, scrittrice e critico letterario. Per la poesia ha pubblicato le sillogi Cerco l’infinito (2012) e Il messaggio di un sogno (2013); è autrice di articoli, saggi, recensioni e prefazioni a testi poetici e narrativi di autori contemporanei. Varie pubblicazioni sono presenti in antologie poetiche, raccolte tematiche e riviste di letteratura. Come critico letterario è autrice delle monografie Linee esegetiche attorno all’opera narrativa di Lorenzo Spurio (2019) e Epico e lirico nel dramma «Ingólf Arnarson» di Emanuele Marcuccio (tuttora inedita).

“Amori impossibili tra arte, storia, mito e letteratura”: è uscito il n°33 della rivista “Euterpe”

Siamo felici di comunicarLe dell’uscita del n°33 della rivista di poesia e critica letteraria «Euterpe» che proponeva quale tema di riferimento “Amori impossibili tra arte, storia, mito e letteratura”.Nella rivista sono presenti testi di (in ordine alfabetico): ABENANTE Carla, ABRUZZESE Andrea, APOSTOLOU Apostolos, BARTOLUCCI Maria, BELLANCA Adriana, BELLINI Eleonora, BIANCHI MIAN Valeria, BIOLCATI Cristina, BONANNI Lucia, BORDONI Michele, BUFFONI Franco, CAFFIERO Patrizia, CALABRÒ Corrado, CAMELLINI Sergio, CARMINA Luigi Pio, CARRABBA Maria Pompea, CASUSCELLI Francesco, CATANZARO Francesco Paolo, CHIARELLO Rosa Maria, CHIRICOSTA Rosa, CONCARDI Enzo, CORIGLIANO Maddalena, CORONA Antonio, CURZI Valtero, DEFELICE Domenico, DE FELICE Sandra, DE ROSA Mario, DI SORA Amedeo, ENNA Graziella, FERRERI TIBERIO Tina, FERRI Mita, FILECCIA Giovanna, FINOCCHIARO Johanna, FUSCO Loretta, GAGLIARDI Filomena, LANIA Cristina, LE PIANE Fausta Genziana, LUZZIO Francesca, MANNA CLEMENTI Anna, MARCUCCIO Emanuele, MARTILLOTTO Francesco, MARTONE John, MIRABILE Salvatore, MORETTI Vito, NARDIN Donatella, NAZZARO Antonio, NOVELLI Flavia, OLDANI Guido, PACI Gabriella, PASERO Dario, PAVANELLO Lenny, PECORA Elio, PELLEGRINI Stefania, PIERANDREI Patrizia, QUINTAVALLA Maria Pia, RAGGI Luciana, RICCIALDELLI Simona, RIZZO Jonathan, SABATO Adriana, SANTONI Enrica, SICA Gabriella, SIVIERO Antonietta, SPURIO Lorenzo, STANZIONE Rita, STEFANONI Gian Piero, TAGLIATI Franco, TASSONE Rocco Giuseppe, TERESI Giovanni, TOMMARELLO Laura, VARGIU Laura, VESCHI Michele, ZANARELLA Michela, ZINNA Lucio.

Di particolare interesse è la sezione saggistica / critica letteraria del presente volume che si compone dei seguenti contributi:

ARTICOLI                                                                                                                                   

“Didone nel libro dell’Eneide: preparazione e costruzione di una tragedia” (Filomena Gagliardi)

“Il Re burla”; “Limiti 3X2” (Michele Veschi)

“Domani è un altro giorno: riflessioni su Via col vento di M. Mitchell” (Lenny Pavanello)

“Beatrice, amore tra mito, realtà e leggenda” (Sergio Camellini)

“Ettore e Andromaca: l’addio” (Tina Ferreri Tiberio)

“Mala Zimtebaum ed Edek Galinski: un amore ad Auschwitz” (Antonietta Siviero)

“La possibilità dell’impossibilità di un sentimento amoroso” (Valtero Curzi)

“Un viaggio chiamato amore”; “Noi ci diciamo cose oscure” (Loretta Fusco)

SAGGI                                                                                                                                           

“La barca dell’amore s’è spezzata…” (Amedeo Di Sora)

“Il fascino dell’alba per un incontro storico memorabile: Cartesio e Cristina di Svezia” (Anna Manna Clementi)                                                                                             

“Il simbolo e la metafora fra mitologia, arte, poesia e letteratura” (Apostolou Apostolos)            

“L’amore impossibile di Solange de Bressieux” (Domenico Defelice)

“Honoré de Balzac e Madame Hanska” (Fausta Genziana Le Piane)

“Gli amori “infelici di fine” nella Gerusalemme Liberata” (Francesco Martillotto)

“Gli amori impossibili nella Gerusalemme Liberata tra opposizioni e devianza” (Graziella Enna)

“Giselda Fojanesi e la sua avventura siciliana” (Lucio Zinna)

“Quando i legami familiari sono d’impedimento alle relazioni amorose: Le nostre anime di notte di Kent Haruf” (Lucia Bonanni)

Segnaliamo altresì il lungo saggio di Lorenzo Spurio sul poeta, saggista e critico letterario Vito Moretti (1949-2019) al quale è dedicato il numero e del quale è presente una ricca scelta di testi della sua ampia carriera letteraria; un’intervista a cura di Michele Bordoni alla poetessa e scrittrice Donatella Bisutti e un intervento di Lorenzo Spurio sulla “Poesia Sculturata”, creazione della poetessa siciliana Giovanna Fileccia, con in appendice un’intervista all’artista.

Troverà il nuovo numero della rivista allegato in formato PDF; la stessa può essere scaricata collegandosi al nostro sito, cliccando qui.

A continuazione, invece, può essere letta/scaricata in vari altri formati:

Visualizzazione in ISSUU/Digital Publishing adatta per smartphone e tablet

Ebook: Azw3 per Kindle – Mobi – Epub

Prima di salutarvi e di augurarvi buona lettura, ci teniamo a segnalare alcune notizie che reputiamo utili e interessanti correlate all’attività della nostra rivista:

RIVISTA EUTERPE 2011-2021: negli scorsi mesi, dato il decennale dell’attività della rivista di poesia e critica letteraria «Euterpe» abbiamo pubblicato un volume-archivio che raccoglie, oltre alla storia della stessa (come è nata, si è sviluppata, i suoi progetti, etc.), la configurazione delle rubriche nel tempo e della composizione della Redazione, tutti gli editoriali e l’archivio completo, in ordine alfabetico, che contempla tutti gli autori che hanno scritto sulla rivista con riferimenti al numero e all’annualità. L’opera, curata dal direttore della rivista Lorenzo Spurio, è prefata dal poeta e critico letterario Antonio Spagnuolo e si chiude con una postfazione del poeta prof. Nazario Pardini. All’interno di questo numero della rivista è presente, nella sezione “Recensioni” un breve comunicato stampa del volume. Per chi fosse interessato a richiederlo si consiglia di scrivere a rivistaeuterpe@gmail.com per ricevere tutte le informazioni.

VOLUME MONOGRAFICO “STILE EUTERPE” VOL. 6 – Dopo i precedenti volumi monografici dedicati rispettivamente a Gianni Rodari (curato dal prof. Francesco Martillotto) e ad Oriana Fallaci (curato da Lucia Bonanni) contenenti poesie, racconti, saggi, recensioni e altri contributi del progetto “Stile Euterpe” volto, di volta in volta, a rileggere, approfondire, studiare un intellettuale del panorama letterario italiano, è stato proposto a tutti i collaboratori presenti e passati della rivista, con un sistema di partecipazione attiva e ad evidenza pubblica, un sondaggio per la scelta del nome dell’autore al quale dedicare il prossimo volume tematico. I nominativi proposti sono fuoriusciti da una prima scelta operata dalla Redazione della Rivista. Per poter esprimere le proprie preferenze è stato creato un sondaggio all’interno di un gruppo chiuso di Facebook. Il Consiglio per chi è già iscritto a Facebook e intende partecipare è il seguente: chiedere iscrizione al Gruppo (https://www.facebook.com/groups/777388299073155) e, una volta ricevuta l’accettazione, dirigersi al sondaggio che appare nella parte alta della pagina o cliccare direttamente qui:  https://m.facebook.com/questions.php?question_id=2671592796319353

Si possono esprimere un massimo di tre scelte e non di più.

Per coloro che, invece, non posseggono Facebook o non riescono a esprimere la propria scelta online, chiediamo la gentilezza di scaricare e compilare il modulo al seguente link: https://drive.google.com/file/d/1A4WR63NoqbIzZwivmyHPTXRQzu7gOxAL/view?usp=sharing e di farlo avere compilato in ogni sua parte, firmato e scansionato alla mail ass.culturale.euterpe@gmail.com entro il 30/09/2021, data nella quale il sondaggio verrà chiuso.

I voti ricevuti mediante compilazione del suddetto modello verranno computati agli altri espressi sul sondaggio online.

* * *

Ricordiamo, inoltre, che il tema del prossimo numero della rivista al quale è possibile ispirarsi sarà “Desiderio di evasione, vagabondaggio ed erranza: suggestioni, simbolismi e messaggi”. Ricordiamo, altresì, che il tema è da intendere quale consiglio di una possibile proposta da presentare e che non è strettamente vincolante.

I materiali dovranno essere inviati alla mail rivistaeuterpe@gmail.com entro e non oltre il 19 settembre 2021 uniformandosi alle “Norme redazionali” della rivista (leggere qui prima di inviae contributi: https://associazioneeuterpe.com/norme-redazionali/)

È possibile seguire il bando di selezione al prossimo numero anche mediante Facebook, collegandosi al link: https://www.facebook.com/events/597851327769239

Un sito WordPress.com.

Su ↑