Ori antichi disfatti
sono le sensazioni
che ti dona la nebbia
mentre piano t’avvolge
con silenziose spire.
Io scendo per le scale
al centro del sentire
fermo nell’essenziale
d’un linimento fede.
E indosso quei panni
quasi a pelle leggeri
per planare su monti
desolati e campagne
dove spande il tintinno
di qualche trillo oro.
Poi ripesco dal cuore
l’incitamento d’uomo
nel menare quei buoi
quand’aravano il campo
per promesse di grano
e di vita sicura.
Adolescente torno
a quei mesi d’autunno
In cui già pregustavo
col Natale la neve.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autore ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
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