Intervista ad Antonella Ronzulli, autrice di AliVive

a cura di Lorenzo Spurio

 LS: Come dobbiamo interpretare il titolo che hai scelto per la tua opera?

AR: AliVive è nato in un momento particolare della mia vita; un problema di salute mi aveva resa debole, anche psicologicamente, ed io donna forte e sicura prima, ora quasi vegetavo. Ma dentro di me non accettavo questa condizione e alla fine mi sono ribellata. Ho iniziato a scrivere, pensieri, stati d’animo ed emozioni, accorgendomi così di una cosa meravigliosa: i miei tormenti uscivano da me e restavano sulla carta. Liberandomi ho ripreso il controllo sulla mia vita, sono di nuovo “viva” e sono tornata a “volare” verso i miei sogni. AliVive è la fotografia di questo preciso momento.

LS: Un autore negherà quasi sempre che quanto ha riportato nel suo testo ha un riferimento diretto alla sua esistenza ma, in realtà, la verità è l’opposto. C’è sempre molto di autobiografico in un testo ma, al di la di ciò, il recensionista non deve soffermarsi troppo su un’analisi di questo tipo perché risulterebbe per finire fuorviante e semplicistica. Quanto c’è di autobiografico nel tuo libro? Sei dell’idea che la letteratura sia un modo semplice ed efficace per raccontare storie degli altri e storie di sé stessi?

AR: Anche se non è stato facile superare la riservatezza per la mia vita privata, nel libro ci sono io, con le mie gioie e i miei dolori, la mia famiglia, i miei amici, la mia vita. Ho raccontato momenti che mi appartengono, che ho vissuto, e storie che ho appreso ascoltando persone a me vicine.

LS: Quali sono i tuoi autori preferiti? Quali sono le tendenze, le correnti italiane e straniere e i generi letterari che più ti affascinano? Perché?

AR: Leggo in ogni momento libero, senza distinzioni, l’importante è che lo scritto mi coinvolga emotivamente. Neruda ed Hemingway sono tra gli autori che preferisco, Alda Merini, che sento molto vicina al mio carattere, li colloco tra i “maestri”. Prediligo la poesia, le parole miste a suoni e ritmi mi regalano messaggi, vibrazioni ed emozioni sempre diverse. E c’è Fosco Maraini con la sua raccolta di poesie “Gnosi delle fànfole”:  è stata per me la scoperta della metasemantica, una tecnica che mi ha affascinata così tanto da volerla provare, ed è stato emozionante.

LS: So che rispondere a questa domanda sarà molto difficile. Qual’è il libro che di più ami in assoluto? Perché? Quali sono gli aspetti che ti affascinano?

AR: In effetti è difficile rispondere, ogni libro mi lascia qualcosa dentro. Sicuramente “Il vecchio e il mare” di Hemingway con i suoi temi: l’amicizia e l’affetto tra il vecchio Santiago e il giovane Manolo, la solitudine, l’abbandono, lo sconforto di chi ormai inutile  viene emarginato da tutti; una parziale sconfitta che serve però ad esempio: con tenacia e caparbia, si può lottare senza avere rimpianti e affrontare la vita con determinazione.

LS: Quali autori hanno contribuito maggiormente a formare il tuo stile? Quali autori ami di più?

AR: Come ho già detto Pablo Neruda, Ernest Hemingway, Alda Merini, Fosco Maraini,  posso aggiungere Cesare Pavese , Thomas Stearns Eliot, Ezra Pound, tutti grandi autori che mi hanno donato momenti di riflessione. Riguardo al mio stile  ti posso dire che seguendo l’istinto, esprimo sinteticamente i miei pensieri e non credo di essere ancora pronta a cimentarmi in un romanzo.

LS: Collabori o hai collaborato con qualche persona nel processo di scrittura? Che cosa ne pensi delle scritture a quattro mani?

AR: Si l’ho fatto e continuo a scrivere con amici autori, è un’esperienza utilissima. Si impara, ci si confronta, si cresce, si gioisce insieme del risultato, è uno scambio continuo, un esercizio di scrittura per me molto utile e soprattutto piacevole.

LS: A che tipo di lettori credi sia principalmente adatta la tua opera?

AR: Non penso ci sia un tipo di lettori mirato, ho ricevuto consensi da persone molto diverse tra loro, uomini e donne, giovani e adulti, figli e genitori. Nel libro puoi scoprire situazioni in cui molti si possono riconoscere; e forse questo è piaciuto, nessuna finzione, molta realtà.

LS: Cosa pensi dell’odierno universo dell’editoria italiana? Come ti sei trovato/a con la casa editrice che ha pubblicato il tuo lavoro?

AR: Universo è la parola perfetta per esprimere il mio pensiero; sono tante, troppe forse le scelte possibili, tra case serie e pericoli in cui cadere. Molti editori seguono i propri autori in tutto il processo, dalla pubblicazione alla promozione delle opere, aiutandoli a districarsi in questo mondo; altri invece mirano solo al guadagno e non mantengono ciò che promettono, abbandonando l’autore a se stesso. Il mio modesto suggerimento a tutti gli editori, compreso il mio, è di investire molto nella promozione, il risultato sarà soddisfacente per voi e per i vostri autori.

LS: Pensi che i premi, concorsi letterari e corsi di scrittura creativa siano importanti per la formazione dello scrittore contemporaneo?

AR: Partecipo a premi e concorsi letterari volentieri, lo trovo un momento di stimolo e di confronto; le soddisfazioni iniziano ad arrivare, spingendomi a migliorare, sono convinta che non si finisce mai di imparare.

LS: Quanto è importante il rapporto e il confronto con gli altri autori?

AR: Come ho già detto lo ritengo importantissimo, come esercizio e crescita personale. Per questo motivo ho iniziato a collaborare con alcune riviste, per instaurare rapporti ed entrare in contatto con altri autori, per scambiare idee ed opinioni: sono fermamente convinta che bisogna allargare i propri orizzonti e che la nostra mente ha bisogno di continuo nutrimento.

LS: Il processo di scrittura, oltre a inglobare, quasi inconsciamente, motivi autobiografici, si configura come la ripresa di temi e tecniche già utilizzate precedentemente da altri scrittori. C’è spesso, dietro certe scene o certe immagini che vengono evocate, riferimenti alla letteratura colta quasi da far pensare che l’autore abbia impiegato il pastiche riprendendo una materia nota e celebre, rivisitandola, adattandola e riscrivendola secondo la propria prospettiva e i propri intendimenti. Che cosa ne pensi di questa componente intertestuale caratteristica del testo letterario?

AR: Molti autori scrivono basandosi sulla realtà e questo porta inevitabilmente a riprendere argomenti comuni: siamo tutti esseri umani con un vissuto, ci differenziamo solo nel modo di affrontarlo. 

LS: Hai in cantiere nuovi lavori e progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

AR: Si ho vari progetti da realizzare, ci sto seriamente lavorando: il mio nuovo mondo mi piace, collaborazioni importanti, un libro …  Il futuro? Scrivo, continuo a scrivere e ad inseguire i miei sogni.

La ringrazio per avermi concesso questa intervista che verrà pubblicata sul mio spazio blog, Blogletteratura e Cultura, sulle riviste on-line Parliamone, Segreti di Pulcinella e Fucinando con tempi e modalità che le verranno in seguito fornite.

 intervista a cura di Lorenzo Spurio

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