Il film narra una delle leggende meno note che concernono la storia papale e prende in considerazione l’elezione al soglio pontificio di una donna sotto mentite spoglie che, addirittura, rimane incinta e partorisce un figlio morto[1]. Il film è basato sul romanzo Pope Joan (1996) della scrittrice americana Donna Woolfolk Cross. Vediamo prima che cosa narra la leggenda e poi come la storia è stata trasposta nel recente film. La storiografia pontificia ha parlato dei vari papi, degli antipapi e anche dei doppi papi del periodo tradizionalmente noto come cattività Avignonese. In pochi si sono occupati della papessa Giovanni che, a tutt’oggi, viene considerata come una vera e propria leggenda popolare. Questo significa che non ci sono abbastanza elementi per considerare la storia vera. La leggenda narra che una volta scoperta la gravidanza della donna il popolo la ripudiò così come i vari vescovi romani. Venne fatta legare a un cavallo in corsa per le vie di Roma e poi lapidata dal popolo. Secondo altre varianti invece la papessa sarebbe morta durante il parto. Il nome che Giovanna utilizzò (Giovanni VIII) venne in seguito utilizzato da un altro papa.
Secondo la storiografia ufficiale papa Sergio II regnò dall’844 all’847 e fu seguito da papa Leone IV che regnò dall’847 all’855 e quest’ultimo da papa Benedetto III che regnò dall’855 all’858. Secondo la leggenda la papessa avrebbe regnato per un periodo di tempo che va dall’835 all’855, sostanzialmente improbabile se decidiamo di rifarci alla storiografia ufficiale. Ritorniamo al film. Giovanna (Johanna Wokalek) nasce a Ingelheim nel 814 d.C. da una famiglia molto povera. Il padre è austero, violento e cresce la famiglia secondo un severissimo insegnamento cristiano. Dopo la morte del primogenito è intenzionato a mandare il secondogenito a studiare nella scuola-cattedrale di Dorstadt ma questi sembra essere poco propenso mentre la sorella Giovanna è particolarmente adatta: ha imparato a leggere e scrivere segretamente da suo padre e conosce i testi sacri. Così entrambi riescono a entrare nella scuola-cattedrale; la gran parte dei nobili e dei religiosi che gravitano a Dorstadt vedono di cattivo occhio la presenza di una ragazza all’interno di quell’istituto religioso. Essendo ancora piccola e non essendoci spazi destinati alle donne nella scuola-cattedrale, Giovanna viene affidata alle cure del conte Gerold (David Wenham), un nobile alla corte del vescovo. Giovanna crescerà con lui e con la sua famiglia e dopo un’iniziale amicizia con Gerold la ragazza s’innamora del nobile. Intanto il conte Gerold deve lasciare il vescovado per la guerra di successione al trono di Carlo Magno e così i due si separano. A questo punto Giovanna decide di travestirsi da uomo, assumendo l’identità di fratello Johannes Anglicus (che in latino significa Giovanni l’Inglese) ed entra come monaco nell’abbazia di Fulda.
In seguito ad un viaggio-pellegrinaggio a Roma, Giovanna, considerato un monaco dalle doti quasi miracolose per aver guarito una donna dalla peste, viene chiamata per guarire papa Sergio II (John Goodman) che è malato. La prima immagine che abbiamo del pontefice è quella di un uomo violento, corrotto, solo intenzionato a bere vino e sempre sdraiato sul suo letto regale a causa della sua malattia. Giovanna stabilisce per lui una nuova alimentazione basata a verdure e acqua negando al Pontefice di continuare a bere il vino. Alla corte pontificia riesce a mantenere il segreto della sua identità. L’ambiente che circonda il Pontefice è ampiamente corrotto e degradato e il nomenclatore Anastasio (Anatole Taubman), una sorta di portavoce scelto, di fatto maneggia completamente questioni economiche secondo le sue volontà. Una volta resosi conto dello sbaglio di essersi fidato per troppo tempo di Anastasio, il papa affida a Giovanna l’incarico di nomenclatore. Intanto per Giovanna si presenta l’occasione per rincontrarsi con il conte Gerold e si abbandona a una notte d’amore con lui. Le condizioni del papa peggiorano o, più probabilmente come vuol far suggerire il film, il pontefice muore a seguito di uno dei tanti cavamenti di sangue che Giovanna non aveva mai approvato. L’elezione al soglio pontificio non avviene con un conclave, un’assemblea di cardinali che si riuniscono segretamente, come accade oramai da vari secoli ma in maniera aperta dinanzi al popolo. Qualche religioso propone un candidato esaltandone le capacità, le grandezze, le doti e il passato glorioso della sua stirpe e si continua così, per acclamazione, finché non si giunge a una decisione congiunta. In quella sede un religioso nomina come candidato Giovanni Anglicus, Giovanna, che alla fine viene eletto come nuovo pontefice.
Il pontificato di Giovanna si caratterizza per essere molto attento alle problematiche del popolo, con la concessione di varie delibere e la proposta d’istituzione di una scuola religiosa femminile. E’ un pontificato estremamente innovativo e progressivo che si caratterizza per una serie di innovazioni scarsamente apprezzate dalla cerchia di vescovi ancora troppo conservatori e tradizionalisti. Durante la processione di Pasqua, il conte Gerold, nominato da Giovanna capo del corpo armato papale, è impegnato a difendersi in una serie di scontri corpo a corpo con alcuni uomini probabilmente ingaggiati dal potente e cinico Anastasio. Mentre Gerold muore trafitto da una lama, la papessa Giovanna scende affannosamente dal suo cocchio papale accasciandosi a terra. Muore dissanguata a seguito di un aborto spontaneo o, se vogliamo essere più romantici, per la rottura del cuore dovuta alla morte del suo amante. L’ampia opera storiografica scritta da Anastasio su tutti i papi della storia e priva della scheda biografica della papessa Giovanna viene completata da una religiosa donna che, grazie all’aperture e alle innovazioni nella chiesa promosse da Giovanna, può finalmente mostrarsi senza travestimenti. Un’interessante e affascinante film che ci trasporta in scenari pre-medievali e in cui la chiesa papale non era ancora così strutturata ed organizzata come siamo soliti intenderla. I colori giocano un ruolo importante per l’intero film: il verde della brughiera e dei boschi che domina durante l’infanzia di Giovanna, il nero del mantello benedettino e poi l’oro, il verde acceso, il viola, l’arancione lucente delle vesti dei vescovi e di papa Sergio II fino alle vesti papali da lei indossate, il sangue del suo amante Gerold e il suo per la perdita del bambino.
http://www.cineasten.de/filme/die-paepstin.html
LORENZO SPURIO
15-06-2011

Lascia un commento