Nel sogno torni a visitarmi
adesso che – finalmente –
la neve scioglie il suo candore
marziale, la coltre di sudario che
ha annullato un giorno il nero vivo
dei tuoi sguardi accessi e spenti
a forza nel gelo dell’assenza.
Non importa dove sei, in quale piana
desolata dell’inverno o al bordo
di quale spiaggia sferzata dai venti,
ovunque io ti vedo e sento l’eco
del tuo silenzio, che mi parla.
Nel sogno sono scalza, di fronte
a un abete maestoso, i piedi affondano
in una terra dalla mollezza esasperata,
incomoda, il buio cala, la solitudine
mi attraversa nel biancore di luna
che mi scioglie gli occhi e mi illumina.
Sei quella verità in cui ho creduto
prima di portare il peso di migliaia
di parole svuotate della loro essenza,
sei quel cuore bianco che si specchia
identico nel mio e ogni cosa allora
prende senso – di continuo –.
Nevica manna e ogni desiderio si placa,
la paura è un battito d’ala di falena
che segue la sua stella, ogni attimo si dilata:
ora che la fine coincide con l’inizio
sei un immenso cielo, che palpita.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’aurice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
