Voglio provare le mie sacre origini
e la scelta giustificare
della cieca moltitudine umana.
So l’essenza e il divino
la sua contraddizione / d’essere fermezza
e transizione
di abitare l’eterno e l’effimero
con indecifrato amore.
So l’involucro dei corpi
che si lasciano incarnare
lo slancio della vita che serpeggia
la bellezza selvaggia
dell’istinto di conservazione.
Io sono essenza
fedele a questo guscio che mi prese.
Attraverso l’attesa / che mi lasci tornare
al sacro immobile e lontano.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
