Trovato ha il dilucolo l’errabondo mio andare.
La pena del giorno morta è con l’onda debole…
Passata pare la tempesta.
Un soliloquio quieto strappato ha l’anima al pensiero corto
e si è inondata d’ampi respiri.
Un chiarore di luna, tra le frondose chiome,
radiare ha voluto la luce?
E tu anima mia, perduta nel silenzio, non temi più perigli?
Grande è la mano del Signore che accompagna l’attesa.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
