Il lavandino insanguinato
poesia di LORENZO SPURIO
Pensavo ai manigoldi d’altri tempi, ma la mente si lambiccava con quelli della monotonia dell’odierno. Le comete si sgretolavano come il grano dorato mietuto seccato polverizzato fino a scomparire. Mangiavo un pane scuro cotto al forno, forse troppo perché spesso feriva le fresche gengive, ma il suo sapore m’invitava. Sangue sul lavandino e il giorno dopo anche la mollica era roccia e le briciole sembravano croste di pelle essiccate di un mostro cattivo, morto per vecchiaia senza dover combattere.
DI LORENZO SPURIO(C)
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