Parte tutto dal nome, a mio avviso: Saimo.
E sì, perché uno il nome se lo porta dietro fino alla morte e difficilmente lo cambia.
Direi, un libro “bevuto” velocemente, quindi che non mi ha annoiata. Sicuramente scritto da una penna giovane e sicura, aggiungo, “moderna” , considerando il linguaggio e l’affetto a certe parole del comune parlare fra amici intorno a una birra e ad altro.
Devi, carissimo, duellare con il verbo “volere” con quale, lo dici Tu, hai un rapporto di amore, ma seconde me, va bene così.
Estremamente ironico su tutto: l’altezza, la vita, la famiglia, gli amori, la Vita stessa.
Detto questo, non so se presto, fra dieci anni o quindici, prenderai il posto del non conosciuto – Gianvito Bonamassa – ma, intanto, giovane amico, probabilmente sei stato già in diverse case (nella veste di libro, non come umano che fa danni) e la cosa interessante è che, probabilmente sei piaciuto.
Buona vita e buona luce.
P.S. Tieni quelle scarpe a portata di mano…..
Sandra Carresi