La morte ha una sua coreografia
di acqua bevuta a piccoli sorsi
di piedi per terra
seduti
sulla sponda del letto
di sguardi al soffitto
di labbra socchiuse
sorrisi tra i denti
nascosti a metà
dal lembo di lenzuolo
rimboccato sudario
Minuscoli movimenti del capo
al ritmo spezzato della stessa musica
Morire è meglio che soffrire
Arte impercettibile
sulla punta delle dita
Morire è meglio che soffrire
a tempo di campana
senza rintocco
un ultimo passo di danza
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
