Divelta di Abramo la tenda,
di Esaù le lenticchie, ora,
son bombe a grappolo e fosforo bianco,
di piombo le lacrime sul muro del pianto.
SIGNORE, afflato d’amore,
fa che ogni ribelle diventi fratello,
ridonaci il canto e la speranza,
la dolcezza del bacio rubato,
facci riscoprire il calore dell’abbraccio che
le anime rinsalda,
l’incanto di una notte stellata
con occhi nuovi guardata,
la tenerezza di mani intrecciate
nel mare della vita.
E TU, MARIA, dell’ALTISSIMO
FIGLIA, SPOSA e MADRE,
TU VERGINE, peregrina tra ulivi e spade,
TU, in fuga nel deserto in cerca di riparo e salvezza,
ascolta il lamento che più alto
delle bombe al cielo si leva,
la preghiera di figli viandanti in cerca di pace.
MADRE, che della CROCE il dolore hai vissuto,
delle croci di guerre raccogli le schegge che
le ossa han trafitto,
TU, nuova Arca dell’Alleanza,
sull’altare sacrificale a GESÙ CROCIFISSO, offrile,
in frammenti iridati, tramutali,
nel preziosissimo tabernacolo del
TUO cuore, serrale,
in CORPO di CRISTO, trasformale.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
