Fuori centro il mio cervello
incapace di schermire il testimone
che insegue dimensioni del caos.
Ho cancellato i sinonimi del tempo
al di là del gioco che rigurgita nebbie,
fuori da ogni canone di ottave,
fuori dai soffici roveti.
Spesso i coltelli hanno fauci brune
spersi a verificare scampoli di lacrime,
perché dovrò cedere ogni mio sapere,
ogni conquista affastellata al dubbio.
Sbrigliando il vacuo destino fra libelli
lasciati ancora immacolati,
vedrò cosa propone l’ultima finale,
quale ansia dell’attesa che rispecchia
memorie del trascorso solo mio.
Avvinghiato alle incognite del sogno
posso svelarti il frastuono del respiro
che è lo scrigno di percezioni indiscrete,
di sillabe a sgambetto fra le stelle.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autore ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro

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