Le paure dell’anima hanno le stesse
cose di sempre, sanno ancora di vuoto,
di foglie scartate, di schiena poggiata
sui sassi, di volti troppo giovani,
già disillusi.
Sanno di parole consunte d’attesa
nascondono tutto e concedono nulla,
respirano brevi, cercando rifugi
raccontano storie di nomi intagliati
in bianchi cammei, ciarlieri di nubi.
Ma non è facile andar via,
nascondersi in sogni senza tregua
nelle lacrime che non si asciugano:
cadono, come l’inverno fiocca a terra
lo splendore delle stelle.
Eppur tornerai dalle macerie
e sarai subito altro:
aurora che saluta il risveglio,
allodola che frulla tra nidi
vento che respira il germoglio
risbocciato in uno scoppio lento,
sui confini del giusto.
Sarai fiaccola di preghiera
su una coperta di cenere.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autrice ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.
