Ricordando gli attentati dell’11-M

Oggi la Spagna celebra il ricordo per i sette anni trascorsi dai tragici attentati di Madrid dell’11 Marzo 2004. Ripercorriamo i tristi momenti di quella triste giornata che segnò irreversibilmente la vita di numerosi spagnoli.

Alla mattina di giovedì 11 Marzo 2004, tre giorni prima delle elezioni politiche nazionali, dieci zaini carichi di tritolo vennero fatti saltare in aria su quattro treni cercanías (breve distanza, una sorta di regionale italiano) di Madrid, in tre diverse stazioni ferroviarie. L’esplosioni avvennero nell’ora di punta, alle 7.40, nella stazione ferroviaria madrilena di Atocha dove esplosero tre bombe, alla stazione di El Pozo de Tío Raimundo dove esplosero due bombe e alla stazione di Santa Eugenia dove esplose un’altra bomba.

Negli attentati trovarono la morte 192 persone: 177 morirono sul colpo, le altre dopo i successivi ricoveri d’urgenza; i feriti furono 1800 e vennero trasportati nei vari ospedali di Madrid. Si trattò dell’attentato terroristico più grande che la Spagna democratica avesse mai conosciuto. L’Europa si strinse al cordoglio dei cugini spagnoli e subito incrementò le misure di sicurezza nei diversi paesi e nelle capitali. Dopo New York e Madrid, le capitali francese, inglese e italiana si aspettavano un imminente attacco.

Nei giorni che seguirono si diffusero varie idee circa la paternità degli attentati: secondo alcuni i mandanti delle stragi erano i capi dell’Eta mentre secondo altri gli attentati erano di origine fondamentalista islamica.

In primo luogo venne accreditata la tesi dell’Eta; il governo stesso puntò il dito contro l’organizzazione separatista basca, per varie ragioni: l’Eta aveva sempre minacciato il governo spagnolo di voler portare avanti un attentato a Madrid e il tipo degli esplosivi impiegati erano analoghi a quelli che solitamente utilizzava l’Eta. Dopo alcuni giorni la tesi dell’Eta si affievolì lentamente e venne scartata.

La seconda idea circa la paternità dell’attentato era quella del fondamentalismo islamico. Secondo la gente e l’informazione gli attentati erano il prezzo che gli spagnoli dovevano pagare per aver partecipato all’occupazione militare dell’Iraq assieme agli Usa.

Diversamente dall’Eta che è solita avvisare prima degli attentati, in questo caso non ci fu nessun messaggio d’anticipazione ne di avviso. Subito si capì che l’attentato rispondeva in maniera appropriata alle strategie terroristiche islamiche basate sullo scopo di produrre il maggior numero di vittime ponendo esplosivi in spazi aperti e particolarmente affollati. Brevemente la tesi di origine islamica degli attentati venne accreditata e si osservò che gli attentati, accaduti il 11 Marzo, cadevano perfettamente due anni e mezzo dopo degli attentati terroristici di New York. Il giorno 11 richiamava dunque un altro attentato di loro matrice.

Ben presto arrivò la rivendicazione dell’attentato per mezzo di un video in cui un uomo dall’accento marocchino proclamava la lotta di religione in Europa, riconosceva l’attentato e si proclamava portavoce di Al-Qaida in Europa.

La mobilitazione internazionale fu grande: gli Stati Uniti offrirono appoggio diretto alla lotta contro il terrorismo; Italia, Francia, Germania e Olanda issarono le bandiere nazionale a mezz’asta e l’economia soffrì un calo significativo delle borse.

In tutte le città spagnole la gente scese a manifestare, a Madrid manifestarono 2.300.000 persone stringendo tra le mani bandiere spagnole a lutto e cartelli con su scritto  “Todos íbamos en ese trén”,  “Nos estamos todos : faltan 200”, “España unida jamás será vencida”. Anche a Barcellona, Siviglia, Valencia, Valladolid e Oviedo la gente manifestò addolorata ed indignata.

Oggi Madrid ha ricordato le vittime di quegli atroci attentati.

 

11-03-2011 MADRID – Esperanza Aguirre (Presidenta de la Comunidad de Madrid), Alberto Ruiz-Gallardón  (Alcade de Madrid) e Mariano Rajoy (Presidente del PP) all’omaggio per gli attentati dell’11-M alla Puerta del Sol.

 

11-03-2011 MADRID – La celebrazione alla Puerta del Sol.

 

11-03-2011 MADRID – Manuel Cobo (vicealcade de Madrid), Mariano Rajoy (Presidente del PP), Alberto Ruiz-Gallardón (Alcade de Madrid) e Amparo Valcarce (Delegata del governo) durante la inaugurazione al monumento alla stazione di El Pozo.

 

11-03-2011 MADRID – Familiari delle vittime durante l’inaugurazione del monumento in memoria alle vittime alla stazione di El Pozo.

 

 

LORENZO SPURIO

11-03-2011

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